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La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 45

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione sul testo “La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia” di S. Pietro Giuliano Eymard di sabato 16 luglio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mt 12, 14-21)

In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 45

Eccoci giunti a sabato 16 luglio 2022.

Oggi, per noi Carmelitani (vedete sono già caduto nell’errore, di cui vi dicevo ieri), o meglio, per noi Fratelli Scalzi dell’Ordine della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, è solennità, perché è la Festa della Vergine Maria, appunto, del Monte Carmelo.

Alle 12.00, raccomando a tutti di leggere la Supplica.

Oggi non parlerò né dello Scapolare e neppure di questa solennità, perché siamo inseriti in questo ciclo molto bello e molto importante, dedicato a questi Esercizi Spirituali fatti da San Pietro Giuliano Eymard sull’Eucarestia, quindi noi andremo avanti con i nostri Esercizi Spirituali, e vi rimando a tutte omelie fatte negli anni scorsi per questo giorno, sono veramente diverse; lì potrete andare ad ascoltare quanto già ho detto su questa solennità, sullo Scapolare, sull’imposizione dello Scapolare del Carmelo, e via di seguito…

Alle 12.00, raccomando davvero a tutti questa bellissima pratica della recita della Supplica, tutti insieme.

Vi chiedo, quando la reciterete, se possibile, un ricordo speciale per me, per tutti i Fratelli Scalzi dell’Ordine della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo e per Sofonia 3.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XII di San Matteo, versetti 14-21.

Proseguiamo, come dicevo, la nostra meditazione; stiamo affrontando il tema della Regola.

“[…] Non è il vostro numero che alimenterà, rafforzerà e farà vivere lungo tempo la Congregazione, ma l’osservanza della regola.

La regola è la sua anima e la sua vita”.

Sta dicendo esattamente tutto il contrario di quello che facciamo, pensiamo e diciamo noi.

Noi siamo legati alla logica del centimetro, noi misuriamo tutto… tutto!

Noi dobbiamo misurare qualsiasi cosa, e quindi i numeri sono fondamentali, per cui, noi misuriamo la vitalità, per esempio, di una Congregazione o di un Ordine religioso, dai numeri, da quanti sono; poi non è importante come sono, ma quanti sono.

Certo, anche in quanti sono è importante, perché, se non c’è nessuno, è ovvio che finisce tutto, ma questo non succede se c’è un’osservanza precisa della Regola, perché è proprio questa osservanza che alimenta, rafforza e fa vivere a lungo la Congregazione, dice San Pietro Giuliano Eymard. “La Regola è la sua anima, è la sua vita”.

“[…] La regola è inoltre la sua potenza di azione. La Congregazione non può condurvi alle virtù di Nostro Signore se voi non seguite il cammino ch’essa vi traccia nella sua regola; non obbedendo alla regola, voi paralizzate la Congregazione.

Ma se invece avete amore e zelo per la regola, questa ne sarà la gloria. Allora verranno le vocazioni, e la Congregazione si propagherà largamente”.

Quindi, la potenza di azione non dipende da quanto io sono bravo, da quanto io sono intelligente, da quanto io sono capace, da quanto io riesco a fare le cose, dall’organizzarsi e mettersi insieme, dal fare la commissione delle commissioni, di tutte le commissioni del mondo, non deriva da questo, ma dall’osservanza della Regola.

Se lo dice San Pietro Giuliano Eymard, fondatore dei Sacramentini, beh, mi viene da pensare che potremmo anche credergli, visto che tanto, facendo come vogliamo fare noi, va sempre peggio, quindi…

Varrebbe la pena di tentare un’altra strada, ma sapete che noi siamo come gli scribi e i farisei eh, cioè, piuttosto che cambiare moriamo dentro le nostre fissità, le nostre ideologie, i nostri schemi e quello che noi reputiamo essere giusto. Noi diciamo di essere per il cambiamento, ma in realtà noi siamo delle mummie, che mummificano tutto e tutti.

Invece, se uno vive la Regola, se si vive la Regola, arrivano le vocazioni.

“Imperocché la prima cosa che si cerca in un istituto religioso è la regola, e questa non si conosce meglio che in coloro i quali la commentano praticamente nella loro condotta”.

Cioè, vediamola vivere! È lì che conosco la Regola, vedendola vivere.

“La Congregazione per attirar gente deve essere luminosa come un sole, e voi ne siete i raggi. Chi vuol farsi religioso non cerca di vedere gli edifizi o l’abito, ma le opere, e guarda se i religiosi sono santi; e quando in un luogo la regola è bene osservata vi si entra con fiducia, dicendo: Là potrò arrivare alla santità, perché vi si cammina per una via sicura”.

Oggi, le persone, voi… tu, cos’è che cerchi?

Cos’è che, ansimando, cerchi in continuazione?

Perché viaggiamo su Internet?

Perché mandiamo i messaggi, i link, gli audio?

Cos’è che cerca la gente?

Cos’è che cerco io?

Cerco la santità.

Noi cerchiamo i santi, perché noi cerchiamo Dio, abbiamo bisogno di testimoni, abbiamo bisogno di martiri, cioè di testimoni credibili, di testimoni che veramente testimoniano un “Altro”, e allora, solo quando troviamo la santità, noi possiamo riposare e dire: «Bene, lì posso andare. Di lui o di lei mi posso fidare, perché cammina per una via sicura, è la via della santità».

E allora la gente si muove, allora la gente cerca, allora la gente corre, allora la gente chiede, allora la gente scrive, allora la gente chiama, perché si fida, capisce che si può fidare.

Le pecore, gli agnellini, capiscono quando si possono fidare di qualcuno che echeggia la voce del pastore, che è un amico del pastore, e allora lo seguono, altrimenti no, ed è giusto che sia così.

Ogni tanto, quando vi penso che ascoltate queste meditazioni, dico: «Ma pensa quanta gente c’è a questo mondo che ha una sete tremenda di Dio, che non chiede e non cerca altro che Dio… Gli viene dato da coloro che sono deputati a dare questo pane celeste?»

  Certo, l’Eucarestia possiamo vederla anche nella conoscenza delle cose di Dio. La gente vuole conoscere, ma è giusto che sia così!

La gente vuole sapere, vuole imparare, ma il problema è se trova maestri dello spirito, se trova Sacerdoti, Vescovi, disponibili a questo ascolto, a questo insegnamento, a questo lenire le sofferenze.

Pensiamo ai malati, pensiamo a tutti coloro che soffrono nello spirito, pensiamo a tutto quel grande numero di persone che soffrono per disturbi, dai più piccoli ai più grandi, soprannaturali, quindi legati al demonio, che possono andare dalla semplice tentazione che non se ne va, fino ad arrivare alla possessione.

Padre Amorth in questo era un maestro, no? Tutti lo sappiamo.

Eh… quanto è difficile trovare qualcuno che è disponibile, e poi quanto è difficile trovare qualcuno che abbia spazio, perché, una volta che trovi qualcuno che è disponibile, nella stragrande maggioranza dei casi è sommerso di lavoro. Ovviamente, anche noi Sacerdoti siamo esseri umani e abbiamo un corpo, abbiamo un orologio fatto di ventiquattr’ore, quindi c’è un limite a tutto, no?

È difficile… è difficile, perché credo che, alle volte, possa essere un calvario.

Quanto è riposante, invece, sapere che lì c’è un bravo Sacerdote disponibile per le Confessioni, dal quale puoi andare, che celebra bene la Santa Messa senza fare chissà quali cose strane, una Messa celebrata bene, secondo le norme liturgiche, con devozione, con semplicità, con puntualità, con amore per le cose che fa, con il tempo giusto dato; cose semplici, le cose che dovrebbero essere sempre, ovunque… e allora la gente arriva, la gente corre, perché questo è quello che cerca, e io aggiungo “giustamente”.

“La regola violata può lamentarsi e maledire, come Dio stesso, a’ suoi trasgressori: Qui contemnunt me, erunt ignobiles. «Quelli che mi disprezzano saranno ignobili» (I Re, 2, 30). Sì, Nostro Signore li disprezzerà!”

Attenti adesso a cosa scrive San Pietro Giuliano Eymard:

“Ricordatevi che tutti coloro i quali lasciarono la vocazione non stimavano la regola”.

Questo è sicuro… questo è sicuro.

Non solo, aggiunge San Pietro Giuliano Eymard:

“Volevano aggiungere o togliere; …”

Tipico, no? Non stimano la Regola, e poi vogliono fare i brillanti, quindi tolgono, aggiungono, dicono: «No, ma qui si intende in un modo… No, ma qui bisogna intendere in un altro… No, qui dice così, ma voleva dire cosà…», no? Sono questi qui.

“… ma Nostro Signore li ha rigettati, perché non vuole due leggi, né volontà contraria alla sua, ch’Egli ha indicata al fondatore”.

Ecco, quello che vi dicevo ieri o l’altro ieri.

Il Signore ha mostrato la Sua Volontà al fondatore, il fondatore ha scritto la Regola, la Regola è stata approvata dalla Chiesa, basta! A quel punto, basta.

Bisogna fidarsi, e bisogna obbedire, se vuoi far parte di quella realtà.

Altrimenti, il rischio qual è? È quello di essere rigettati da Dio.

“Non spetta a me far sanzioni o raccomandare la regola: io non ne sono che il debole strumento; ma quanto più questo è debole, tanto più Nostro Signore si mostra forte a difenderlo; e quanto più lo strumento è buono, tanto più Nostro Signore si mostra severo. Giammai si è rimandati o si parte di per sé, — nel senso che si lascia la vocazione — si è cacciati da Nostro Signore stesso, per l’infedeltà alla sua regola.

Praticate la regola se volete dar gloria a Nostro Signore”.

Questa è una cosa molto interessante, alla quale, forse, non abbiamo mai pensato. Quando uno se ne va, dice: «No, ma io ho capito che… No, ma…», Insomma, si adducono tante ragioni, invece San Pietro Giuliano Eymard dice: «No, no, guardate che non siete voi che ve ne andate, è Dio che vi ha cacciati, per l’infedeltà alla Regola».

Del resto, se tu vivi la Regola, te ne innamori sempre di più e la capisci sempre meglio.

E questo vale anche per chi è sposato, eh… perché ognuno di noi è chiamato ad avere una Regola, a scrivere una Regola.

Se non è già scritta, se non ce l’ha già perché fa parte di un Ordine o di una Congregazione, la scriva lui.

Come vi dicevo nei giorni scorsi, la scriva lui, la faccia approvare dal suo Padre spirituale, e poi la osservi.

Faccia anche una bella Regola della sua famiglia, con degli impegni fissi. Non so… al sabato fare un piccolo pellegrinaggio a una chiesina dedicata alla Verine Maria, vicino a casa; recitare insieme il Santo Rosario in famiglia; leggere insieme la Parola di Dio; commentare insieme il Catechismo; fare insieme qualche penitenza.

Certo, bisogna incominciare fin da subito.

Non è che tu per vent’anni puoi vivere come un bandito, e poi, improvvisamente, diventi Sant’Agostino, perché ovviamente, poi, i figli, o chi per essi, non ti seguono più, perché oramai si sono formati altrove.

Quindi, dal principio bisogna incominciare ad avere una vita di fede seria, se no, poi, non ci si può lamentare eh, ovviamente.

Seria cosa vuol dire? Eh… seria vuol dire radicale, guardate… vuol dire radicale, perché se incominciamo noi coi “se”, i “ma”, i “dunque” e i “però”, è finita! Seria vuol dire radicale.

“[…] Le vostre virtù personali, non praticate secondo lo spirito della regola, non onoreranno più Nostro Signore”.

Inutile! Capite? Inutili, persino le virtù.

“Quand’anche vi martirizzaste, se lo fate all’infuori della regola, Egli non vi guarderebbe neppure. E voi non perseverereste, e non arrivereste molto alto, perché siete privo della grazia necessaria”.

Guardate che sono parole forti, eh… sono concetti veramente potenti!

Chissà… noi pensiamo sempre di dover fare grandi cose, e invece non serve fare grandi cose, basta fare quello che dobbiamo.

“Datemi un religioso di mediocri talenti, ma che ben possieda lo spirito della sua regola, la stimi e fedelmente adoperi i mezzi di apostolato ch’essa fornisce, ed un religioso superiore per talenti e scienza, ma che poco si serva dei mezzi della sua regola: voi vedrete che il primo farà meraviglie e il secondo sarà infruttuoso in tutto”.

Dictum factum… Guardate, questa è storia di ogni giorno, eh…

Prendete Padre Pio: praticamente non ha mai predicato; a San Giovanni Rotondo non ha mai predicato, ha fatto solo qualche piccolissima omelia, ma proprio solo di qualche minuto, durante qualche Santa Messa, ma rarissime, proprio rarissime, eppure… Capite?

C’era invece quell’altro (che non sto qui a nominare), super sapientone, super intelligentone, super famoso, super dottore, super mega laureato, che portava a casa niente.

È storia, eh… guardate, questa è storia… è storia!

Basta leggerla senza i paraocchi… e la storia ci parla da sola.

Prendete San Francesco di Assisi…

Noi stiamo qua a guardare i numeri dei follower, dei likes, delle visualizzazioni, e di tutte queste cose qui; San Francesco di Assisi non aveva manco il telefono, non aveva niente, non aveva neanche un piccione viaggiatore, non aveva niente, nulla, eppure… eppure guardate, ancora vivente, cosa è successo e fin dove è arrivato.

“Orsù, la regola, ecco il vostro grande libro ascetico, la vostra virtù e la vostra grazia. Essa innanzitutto e soprattutto deve farvi santi. Sia dessa il vostro criterio negli studi e nei lavori; non giudicate che per mezzo di essa e secondo il suo punto di vista. Qui è il secreto della vostra forza, perché la regola è il vincolo della vostra unione; qui è l’avvenire della Congregazione e la glorificazione del regno eucaristico di Nostro Signore.

Amatela dunque molto, se amate la Congregazione; perché la regola e la Congregazione non fanno che una cosa sola, giacché la seconda non vive che in virtù della prima, la quale è la sua anima […]”.

È interessante, è interessante… È inutile andare a cercare chissà che cosa.

Per chi è sposato, la prima regola qual è? Vai a prendere le promesse matrimoniali, vai a prendere che cosa si promette nel giorno del matrimonio, comincia a mettere quelle promesse come la tua Regola, comincia a studiartele bene, ad approfondirle bene, e scrivi una Regola tua, una Regola familiare a partire da quelle promesse lì… vedi come diventi santo in fretta, come si cresce.

Bene.

Domani inizieremo un’altra meditazione molto bella.

Vi dico il titolo, vi piacerà tantissimo: “La preghiera mezzo della nostra santità”.

Domani, da domani, San Pietro Giuliano Eymard ci illuminerà attraverso questo tema della preghiera, che tratterà in modo ampio, e vedrete quanta utilità ne ricaveremo.

Quindi, mi raccomando, oggi tutti uniti alle 12.00 per la recita della Supplica.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

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