Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 16 aprile 2022 – Sabato Santo
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
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“Condotta per passare santamente la Quaresima”, del p. Avrillon. Parte 47
Eccoci giunti a sabato 16 aprile 2022.
Oggi è il Sabato Santo, quindi sapete che oggi non c’è la Santa Messa, se non questa notte per la Veglia di Pasqua.
Allora, per questo Sabato Santo, leggeremo il testo di Padre Avrillon, che ci aiuta a vivere questo “Giorno di sepolcro”, così lui lo definisce.
Sabato Santo – Giorno di sepolcro
“Accompagnate oggi in ispirito quelle sante anime, che rendono gli ultimi doveri al corpo adorabile di Gesù, che lo staccano dalla croce, lo imbalsamano, — nel senso che Lo riempiono di balsami — lo portano al sepolcro e lo seppelliscono. Seguitele in tutti i loro passi, aiutate loro a portare questo peso divino, imitate la loro divozione e premura, lasciatevi penetrare dai sentimenti d’amore e di dolore, e piangete con loro. Ma occupandovi della sepoltura del vostro Dio e del vostro salvatore, non vi dimenticate della vostra. Dite spesso a voi medesimo: poiché un Salvatore innocente ha voluto sottoporsi alla morte e lasciarsi chiudere in un sepolcro, egli che è l’autor della vita, è ben giusto che un peccatore, come io sono e che non sono che polvere e cenere, ritorni nella terra della quale è formato”.
È un ragionamento assolutamente logico.
“Fate dunque atti frequenti di accettazione di questo stato sì umiliante che avete meritato, ed offrite a Dio in sacrifizio ciò che siete obbligato di pagargli come debitore”.
Quindi, da una parte, Padre Avrillon ci dice: «In questo giorno accompagniamo Gesù in questo momento di sepoltura, e in particolar modo cerchiamo di farci prossimi a tutti coloro che hanno avuto a che fare con il Corpo morto di Gesù, quindi a coloro che lo hanno staccato dalla Croce, che lo hanno riempito di balsami, che lo hanno trasportato, che lo hanno posto nel sepolcro. Cerchiamo, meditando il Vangelo, di rivivere questi momenti così delicati, così ricchi di dolore per chi li ha vissuti, e impariamo a penetrare dentro a questi sentimenti». Questo da una parte.
Dall’altra, Padre Avrillon ci dice: «Pensiamo anche alla nostra di sepoltura, e facciamo atti di accettazione».
È importante questo.
È importante saper accettare la morte.
Nessuno è chiamato a cercarsi la morte, ci mancherebbe, la vita è un dono di Dio; allo stesso tempo, la morte è comunque, a causa del peccato originale, inevitabile, e quindi dobbiamo accettarla.
Possiamo accettarla e viverla santamente, possiamo non accettarla e viverla male, però comunque arriverà.
Allora, è importante, come dice giustamente Padre Avrillon, fare atti di accettazione.
Dobbiamo imparare ad accettarla, non cercarla, ma accoglierla sì, soprattutto in questo periodo in cui sembra che tutto ci venga insegnato, tranne che saper accettare la morte, come se la morte fosse una cosa terribile da scongiurare in tutti i modi, come se tutte le premure umane potessero in qualche modo evitarla, invece non si può evitare.
La morte arriva, fine.
Meditazione sul sepolcro di Gesù, tratta dal Vangelo.
“Maria Maddalena ed un’altra Maria vennero per vedere il sepolcro. Convien dunque cercare in un sepolcro di morte un Dio immortale, che è il distruttore di essa e l’autor della vita? La morte è una pena, il sepolcro è un’infamia, e l’una e l’altro è castigo del peccato. Gesù è innocente, è la stessa innocenza; nondimeno la Maddalena, questa desolata amante, lo va a cercare, perchè ella sa che questo amabile Salvatore s’è lasciato mettere nel sepolcro dalle sue medesime creature per umiltà e per amore; e si è diportata in questa guisa, primieramente per confermarci nella fede, non lasciando alcun dubbio sulla verità del suo corpo, della sua morte e della sua risurrezione, ed in secondo luogo, per impegnarci ad accettare la morte con una profonda umiltà ed una perfetta rassegnazione, perchè noi siamo peccatori, e questo Salvatore vi si è sottomesso, benché fosse senza peccato; e finalmente per inspirarci una ferma speranza della risurrezione de’ nostri corpi, facendoci intendere che siccome il sepolcro che ha ricevuto Gesù morto, l’ha reso vivo e glorioso, noi parteciperemo dello stesso vantaggio, e soprattutto della stessa gloria, se ci affaticheremo di conformare la nostra vita alla sua; poiché noi eravamo morti, dice il grand’Apostolo, e ciò che ci restava di speranza di vita era nascosto con Gesù. S. Paolo spiega in una maniera chiara e consolante, quando dice ai cristiani di Roma: Sovvengavi, miei fratelli, che essendo noi stati battezzati nella sua morte, siamo stati sepolti con lui nello stesso sepolcro, per morire al peccato; affinché come Gesù è uscito vivo dal sepolcro per la gloria di suo Padre, noi intraprendiamo una nuova vita: perchè se siamo stati a lui somiglianti nella morte, lo saremo ancora nella sua risurrezione. Immaginatevi dunque che quando è stato posto Gesù nel sepolcro, vi siate stato posto anche voi con lui. Voi allora eravate morto, e tutta la speranza che avevate di vita, era nascosta in lui. Il corpo del Salvatore, benché fosse morto ed insensibile, aveva in sè un germe di vita e per sè e per voi, e questa vita si manifesterà quando sarà risuscitato. Gesù uscirà da questo sepolcro per sua propria virtù dopo che la sua anima sarà riunita al suo corpo ed andrà subito a ritrovare i peccatori che erano morti alla grazia per ridonargli la vita. Ma non pretendete di partecipare a questa vita se prima non morite e non vi nascondete nel sepolcro. Morite a voi stesso, morite a tutti i vostri disordinati appetiti, morite alla vostra passione predominante, morite a tutto ciò che il mondo apprezza, morite alle sue vanità, ai suoi piaceri. Ma ciò non basta, bisogna che ancora vivente vi seppelliate con Gesù Cristo, voglio dire…”
Oramai dovreste saperlo cosa vuol dire… Seppellirsi da vivi con Gesù, cosa vuol dire concretamente? Dovremmo saperlo ormai, dopo questi quaranta giorni lo dovremmo sapere. Vuol dire:
“…nascondervi agli occhi degli uomini, nasconder loro i vostri talenti e tutto ciò che può attirarvi la loro stima”.
Difficilissimo! Difficilissimo! Esattamente tutto il contrario di quello che ci insegna il mondo, tutto il contrario di quello che noi vogliamo fare. “Mi devo seppellire vivo con Gesù” vuol dire nascondermi agli occhi degli uomini, nascondere i nostri talenti e tutto ciò che può attirare la loro stima.
“Nascondetevi altresì agli occhi vostri, e fate di non averli che per vedere le vostre miserie”.
Non basta nascondersi agli occhi degli altri, anche ai nostri. Quindi i miei occhi devono servirmi solo per fare un esame di coscienza e per vedere tutto ciò che mi distanzia da Gesù.
“In una parola, siate simile a quel grano di frumento, di cui parla Gesù; nascondetevi nella terra, moritevi, se volete portar frutti di vita. L’angelo del Signore disse alle donne: Non temete, perché so che cercate Gesù che è stato crocifisso. Queste sante donne dopo tanti timori e spaventi avevano bisogno che l’angelo del Signore le consolasse, soprattutto Maddalena che cercava con premura quello ch’ella amava incomparabilmente più di se stessa. Essa avea crudelmente sofferto ai piedi della croce mentre il suo Dio e suo amante vi era affisso, e pativa pene estreme per l’amore che gli portava. Ella era inconsolabile per la sua morte; era stata intimorita per la cerimonia lugubre de’ suoi funerali; avea veduto con dolore che i suoi discepoli si erano dispersi e l’avevano abbandonato, nè ardivano perciò piangerlo pubblicamente, e nemmeno accostarsi al suo sepolcro”.
Capite? Non c’è nessuno, è questa la cosa incredibile… non c’è nessuno! Dei suoi discepoli non c’è nessuno.
Uno dice: «Ma come è possibile che non ci sia nessuno?»
Certo, si erano tutti nascosti, erano tutti fuggiti, quindi, chi è che poteva avere il coraggio di farsi vedere? Se io mi sono nascosto quando Gesù aveva bisogno, come faccio a farmi vedere adesso che Gesù è morto?
In teoria, questo dovrebbe essere il momento supremo in cui mi dovrei rendere presente, ma, se io ho avuto vergogna e ho voluto nascondermi, e ho avuto paura, è ovvio che ci penserò bene a farmi vedere una volta che Lui è morto, perché, insomma, non è una cosa di cui vantarmi.
“Più forte e più coraggiosa di tutti gli Apostoli venne a cercarlo senza temere né i soldati né il furor de’ giudei, ed il suo amore le inspirò un coraggio superiore al suo sesso”.
Questa è sicuramente una cosa molto importante, no?
Questo amore grandissimo, purissimo, e verissimo, che Santa Maddalena vive, le dà il coraggio che le permette di superare qualunque paura, qualunque più piccolo timore. In questo caso sono timori anche grandi, ma i timori sono sicuramente proporzionati al poco amore che noi abbiamo verso il Signore.
Più quindi noi Lo amiamo, più noi saremo capaci di superare ogni più piccolo timore.
“Dimandate a voi stesso se così cercate Gesù Cristo. Non arrossite di rendergli i vostri omaggi e prendere il suo partito quando vi trovate in mezzo ai mondani che sono i suoi nemici”.
Lui lo mette con un punto, io lo metto con un punto di domanda.
Quando sono in mezzo ai mondani, che vuol dire quando sono in mezzo a coloro che la pensano esattamente all’opposto, a coloro che sono esattamente all’opposto di Dio, io provo rossore a dirmi di Gesù, a farmi vedere che appartengo a Gesù?
Quando sono in mezzo ai miei cari amici, ai miei compagni di lavoro, ai miei compagni di scuola, insomma a tutte le persone che io posso avere intorno a me, io sono in grado di dire: «No, no, per l’amore che ho per Gesù, io non ho vergogna di dirmi cristiano»?
Se è così, allora Gli rendo l’omaggio che Gli devo rendere: so fare la genuflessione in chiesa anche se nessuno la fa, so fare il Segno di Croce prima di mangiare anche se nessuno lo fa, so dire “No”, quando tutti dicono “Sì”, e so dire “Sì”, quando tutti dicono “No”, per esempio.
So rifiutarmi di partecipare a discorsi indecenti, di stare in mezzo a persone indecenti, di stare in luoghi indecenti, e via di seguito.
“Il timore, la viltà, il rispetto umano hanno forse preso possesso del vostro cuore, ed in tal guisa diminuito il rispetto e l’amore che gli dovete?”
Timore, viltà e rispetto umano: tre nemici terribili della nostra anima, della nostra fede in Gesù, della nostra testimonianza di Gesù.
Per il rispetto umano, per là viltà e per la paura (perché questo non è il Santo Timor di Dio), noi manchiamo di rispetto e di amore verso Gesù.
Invece noi dovremmo avere il coraggio di dire: «Io sono cristiano, io sono di Gesù, e quindi non ho paura di dirmi tale».
Questi sono i martiri, di fatto, però…
“Ma seguitate ancora queste amanti di Gesù Cristo. Pensate alla grata loro sorpresa, allorché invece di trovare un sepolcro chiuso e custodito da un buon numero di soldati, lo videro aperto ed un angelo tutto risplendente, che annunziò loro la lieta notizia della risurrezione del Salvatore che cercavano e credevano ancora tra i morti. La gioia succede alla tristezza ed il piacere al dolore, quando si soffre per l’amore di Gesù, e quando si cerca in lui solo la consolazione nelle proprie pene”.
Ripeto: “La gioia succede alla tristezza, e il piacere al dolore, quando si soffre per amore di Gesù e quando si cerca in Lui la consolazione nelle proprie pene”.
Succede proprio così: c’è questo momento durissimo di prova, di grande sofferenza, e poi…
“Imitate oggi queste generose donne; state, come esse, ai piedi della croce di Gesù nel tempo che tutti l’abbandonano; abbiate una attenzione tenera e compassionevole a tutto ciò che succede sul Calvario a riguardo di questo divin Salvatore; attaccatevi fortemente con un amore di conformità alla stessa croce in cui egli è confitto; penetrino il vostro cuore i dolori che vi soffre per vostro amore, e vi facciano la medesima impressione che fecero nel cuore di queste amante. Gemete, com’esse, sui dolori, e sulla morte del Salvatore; in una parola soffrite, morite ed entrate nel sepolcro con Gesù. Eccovi il frutto che dovete cavare dalla sepoltura del vostro divin Salvatore; ecco come dovete prepararvi alla grande solennità della Pasqua”.
Usiamo quindi questo giorno per seppellirci vivi, con tutto quello che abbiamo ascoltato.
La preghiera finale:
“Un Dio morto! Qual prodigio sorprendente! Egli che dà la vita a tutti gli uomini e per cui essi vivono! Un Dio portato al sepolcro dalle proprie sue creature! Qual lugubre spettacolo! Egli ch’è onnipotente e tutto regge e governa! Un Dio in un sepolcro! Qual dolorosa situazione! Quale incomprensibile mistero! Quale umiltà e quale amore! Ah! Signore, amerei meglio andarvi a cercare sopra un trono di gloria che in un sepolcro: ciò vi converrebbe meglio, poiché voi siete il mio sovrano Signore. Il sepolcro ha per tristo appannaggio la povertà, e voi siete la sorgente inesausta di tutti i tesori! Il sepolcro è stretto e voi vi siete chiuso come in una prigione; voi che per la vostra immensità riempite il cielo e la terra! Il sepolcro è oscuro e voi che siete il principio della luce la più scintillante, che abitate in mezzo ad uno splendore inaccessibile, siete nelle tenebre! Ah Signore! Quale umiliazione e quale amore tutt’insieme! Nondimeno il vostro Profeta ha predetto che il vostro sepolcro sarà glorioso, e un tale oracolo si avvera in quest’oggi. Esso vi ha ricevuto morto e vi restituisce vivo; vi ha ricevuto umile e vi rende glorioso; vi ha ricevuto senza forza e senza moto ed è per rendervi trionfante di tutt’i vostri nemici, il che mi riempie di giubilo ed assicura la mia felicità. Fatemi partecipe di questa gloria e di questo trionfo”.
Quindi, viviamo santamente questo giorno, con tutto il nostro raccoglimento, e cerchiamo di fare in modo che sia veramente un Sabato Santo.
Ricordiamo che è prevista quest’oggi l’indulgenza plenaria per coloro che parteciperanno alla Veglia Pasquale con la rinnovazione delle Promesse Battesimali, fatte in qualsiasi modo.
Per chi recita il breviario: chi partecipa alla Veglia Pasquale deve recitare il Vespero, ma è dispensato dalla Compieta e dall’Ufficio delle letture della Domenica di Pasqua.
Io credo di avervi detto tutto, vi auguro quindi una santa giornata.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen.
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.
Tranne la Veglia Pasquale non ci sono riti oggi: la Chiesa rivive il mistero della sepoltura di Gesù.