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Cambiare il cuore nell’incontro con Cristo

Trasfigurazione-Raffaello

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di domenica 21 febbraio 2016 (S. Messa del giorno).

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Cambiare il cuore nell’incontro con Cristo

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

In questo bellissimo testo, tratto dal capitolo 9 del Vangelo di San Luca, di questa seconda domenica di Quaresima, che tratta la questione grande, bellissima, della Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor, abbiamo innanzitutto davanti a noi questo monte (il monte è il luogo dove Dio si manifesta, come nell’Antico Testamento) e questo Monte Tabor lo possiamo definire il Monte Sinai del Nuovo Testamento, della Nuova Alleanza. Il Tabor è il Sinai della Nuova Alleanza, dove Dio rivela il Suo Volto in Gesù e mostra in Lui la Sua compiacenza.

Gesù prende con sé tre discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, le colonne e i fondamenti della Chiesa. Ne prende tre, perché nella Scrittura si dice che sarà sulla testimonianza di due o tre persone, che verrà riconosciuta la verità.

In questa manifestazione Gesù non ha bisogno di eccessi, non ha bisogno di chissà quali cose, ha bisogno di tre persone, tre persone che siano testimoni oculari di questo evento.

Perché si compie questa Trasfigurazione?

Perché quello era un tempo brutto: gli scribi e i farisei stavano facendo delle lotte feroci contro Gesù, Lo stavano screditando molto, stavano mettendo molto in dubbio la Sua autorità, la Sua verità, e anche i discepoli erano un po’ traballanti. Sapete, a furia di parlar male e di parlar male, qualcosa rimane, diceva Fra Galdino.

Allora Gesù compie questa Trasfigurazione per confermarli, per fare in modo che loro abbiamo una memoria, da lì in avanti, per rivelare a loro il Suo Volto e dire: «Sono io! Quello che avete nel cuore, quello che sentite, è vero, non credete a questa gente che dice la falsità!»

Gesù ci fa vedere come Lui pregava e, mentre pregava, (perché Gesù pregava…gli altri dormono, Lui prega) il Suo Volto cambiò di aspetto (come Mosè, quando viene giù dal Monte Sinai con il Volto raggiante di luce), la Sua veste divenne candida e sfolgorante e due uomini conversavano con Lui.

Quando Gesù prega, Gesù si immerge in una contemplazione amorosa del Padre, così profonda, così accesa, così innamorata, così forte, che addirittura il Suo Corpo e la Sua veste cambiano di aspetto, si riempiono di luce.

Quanto è diversa la preghiera di Gesù dalla nostra preghiera, malfatta, distratta, fredda, frettolosa, superficiale, abitudinaria, ripetitiva, piena di parole.

La preghiera di Gesù è un incontro, è un incontro vero, intimo, profondo, solitario, con il Padre, e quando si incontra Dio si cambia, cambia, cambia tutto, cambi tutto, tutto diventa luce, il tuo volto diventa luce, i vestiti che porti addosso diventano luminosi, emani luce ovunque.

Quando noi usciamo dalla nostra preghiera, qualcosa di noi emana luce, qualcosa dice di questa luce, di questo cambiamento, di questa conversazione.

Parlavano con Lui Mosè ed Elia…Gesù entra in rapporto anche con le anime sante, che sono ormai nella Gloria del Padre.

Questa è una cosa bellissima, che è riservata a ciascuno di noi; ciascuno di noi può avere il suo Tabor (che è l’Altare della Santa Messa, questo è il nostro Tabor), dove si rivela il Volto del Padre in Gesù Eucarestia.

Ciascuno di noi può cambiare di aspetto, perché gli può cambiare il cuore!

Quante Messe abbiamo vissuto nella nostra vita, quanti Preti abbiamo sentito predicare, quante esperienze fatte di preghiera…a cosa sono servite, se di fatto non hanno scatenato dentro questa contemplazione, che non è una somma di parole ma un incontro con il Dio vivente, con Gesù, che cambia la vita dell’uomo?

Se io nella mia vita non cambio, se continuo a rimanere l’impuro, l’iroso, il superbo, l’accidioso, il vizioso di sempre, io non ho incontrato Dio e la mia fede è una fede falsa! Io non ho fatto una vera esperienza del Dio vivente, perché non si emana luce da nessuna parte della mia persona, non esce luce, il mio volto non cambia di aspetto, non sono un uomo nuovo, non sono una persona nuova!

Quanti di noi sono qui presenti in Chiesa questa mattina, ma non tutti siamo qui con lo stesso cuore, sapete, questo è ovvio! Non è che siamo tutti qui con il cuore ardente di fuoco d’amore per il Signore; non è che siamo tutti qui sentendo dentro Dio, avvertendo la presenza di Dio, la potenza di Dio che ci chiama, che ci attrae a sé con il legame d’amore, come dice la Scrittura.

Non è per tutti è così!

Noi possiamo essere in Chiesa freddi come un pezzo di ghiaccio, possiamo essere in Chiesa col fastidio, col nervoso, con la delusione, con l’amarezza, con la rabbia, con sensi di rancore verso qualcuno, con senso di disprezzo verso qualcun altro, possiamo essere in Chiesa avendo consumato magari cinque minuti prima una lite, uno screzio con qualcuno, dopo avere trattato male qualcuno, avere insultato qualcuno, aver fatto star male qualcuno, aver fatto piangere qualcuno…il nostro volto non cambia d’aspetto così, perché il nostro cuore è un cuore terribilmente carnale, dice San Paolo.

Ci comportiamo da nemici della croce di Cristo, e questo non va bene!

Noi siamo chiamati ad un altro comportamento!

Molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo”.

Certo, certo, mica la vogliamo noi la croce di Gesù, che vuol dire rinnegamento.

Adesso lo vediamo…

Questi si addormentano…certo, siamo noi, no?

Non abbiamo tempo di pregare, siamo stanchi, abbiamo tante cose da fare, la preghiera ci annoia, «Ma poi cosa vado a fare? Io non sento niente…»

Quante volte sento questa cosa!

«Ma io non sento niente. Sono lì così ma non sento niente, non provo niente, il Signore non mi dice niente».

Ma guardate che andare in chiesa a pregare non è come andare all’Iper!

Dio non è un banco vendita frigor, da cui tiro fuori le cose che mi servono!

Perché, se noi abbiamo questa idea in testa con Dio, guardate che l’abbiamo anche con le persone!

Anche le persone, noi le avviciniamo pretendendo di prendere qualcosa per noi…una vita rapace, dove si prende da tutte le parti!

Si svegliano, vedono la Sua Gloria…la vedono: vedono lo splendore del Volto di Gesù trasfigurato, la luce, tutto Gesù assunto, lì con gli altri due che parlano, bellissimo, vedono la Sua Gloria e i due uomini che stanno con Lui, vedono Mosè ed Elia, vedono tutto!

Come mai vedono questo e, tra pochi capitoli, lo hanno già completamente dimenticato?

Come mai Pietro vede questo e, tra pochi capitoli, davanti ad una serva, a una portinaia, lui rinnegherà la Gloria di Gesù, lui rinnegherà il Tabor, davanti ad una serva, nel crocicchio di un fuoco fatuo, Pietro rinnegherà il Fuoco, che è Cristo?

Come mai?

Perché, vedete, noi possiamo fare tante belle esperienze, tante belle esperienze divine, tante belle “pregate”, tanti bei pellegrinaggi, tante belle riunioni, tante belle cose, dove sentiamo Dio, dove vediamo Dio, dove noi e Dio…, ma quando poi arriva il momento della prova, quando dal Tabor si comincia a vedere nella lontananza il Calvario, ti saluto, il Tabor non è neanche più un ricordo, non c’è più!

Tutte le esperienze di Dio vengono vanificate, tradite, misconosciute, pur di non dire: «Sì, quell’uomo lo conosco!»

Ma sei stato sul Tabor con Lui…

Vabbè, ti dimentichi la moltiplicazione dei pani, lo capisco, vabbè, mica troppo, però…

Ti sei dimenticato i cinquemila?

Vabbè…

Hai dimenticato la risurrezione dei morti?

Vabbè…

Hai dimenticato i lebbrosi guariti?

Vabbè…

Hai dimenticato tua suocera?

Tua suocera è stata guarita da Gesù!

Hai dimenticato anche lei, vabbè…

Hai dimenticato la mano inaridita, gli indemoniati sanati, hai dimenticato tutto?

Va bene…ma come fai a dimenticare il Tabor?

Non ti capiterà mica tutti i giorni di vedere un uomo che trasluce di bellezza, di fulgore, che ti cambia il volto, che parla con persone morte?

Ma non ti sarà mica capitato tutti i giorni nella tua vita di pescatore, che stavi lì a tirare su i pesci, che puzzavi dalla mattina alla sera, che stavi lì a rammendare le reti?

Ma che vita avevi prima? Che tristezza di vita avevi?

Ti sei passato dai pesci e dai vermi, dai vermi per andare a prendere i pesci, tu sei passato dalla sabbia alla Gloria del Tabor…e te la sei dimenticata?

«Sì».

Tu hai rinnegato il Tabor, per non vivere il tuo Calvario?

«Sì, esattamente».

Quindi stiamo attenti a pensare che, siccome noi facciamo delle esperienze di Dio, noi faremo memoria di Dio; noi faremo memoria di Dio se Gesù sarà veramente nostro amico, se Gesù (andiamo oltre) sarà veramente il nostro amante.

Solo se Gesù è il nostro amante, come dice il Cantico dei cantici, allora noi faremo memoria dell’Amante, quando verrà messa alla prova la nostra fede, altrimenti no.

Altrimenti, come Pietro, noi diremo: «Gesù?! Io non Lo conosco!»

Pazzesco… «Non Lo conosco».

Almeno avesse detto: «Non Lo voglio. Sì, L’ho conosciuto, ma Lo rinnego, non mi interessa», invece: «Io non Lo conosco questo qui. Di chi stai parlando? Mai visto in vita mia! Non Lo conosco».

Incredibile…

«Non Lo conosco. Non L’ho mai sentito, io non sono dei suoi».

Ha mangiato l’Eucarestia poco prima, eh?

«Non Lo conosco, non so chi sia».

Perché, vedete, Pietro, cosa cercava da Gesù?

Pietro cercava da Gesù la pancia piena e il cuore pieno.

«Maestro, è bello per noi essere qui…ah che bello! Facciamo tre tende: una per Te, una per Mosè e una per Elia, così, questo bel sentimento, che io mi sento dentro, me lo vengo a prendere tutte le volte che voglio, perché Ti inscatolo nella Tua tendina, Ti metto lì, e quando mi interessa, quando ho voglia io, quando piace a me, vengo qui e apro la porticina e sto qui un po’ a scaldarmi il cuore e a dire: “Che bello per me essere qua”. Poi, quando sono bello pieno, chiudo e me ne vado».

Se notate, Gesù, a questa frase, non risponde neanche una parola.

Queste preghiere volgari e carnali, non arrivano neanche in Cielo!

Ma che preghiera è, questa qui?

Ma cosa stai dicendo?

Infatti, fortunatamente, San Luca conclude dicendo: “Egli non sapeva quello che diceva”.

Tante volte Pietro non sa quello che dice.

Ma come, che preghiera è? Cosa vuol dire?

Cosa vuol dire “Stiamo qui”?

In che senso? Qual è il centro che ti muove?

È il tuo cuore pieno?

Ma allora da Dio andiamo a cercare i piaceri spirituali?

Andiamo a cercare i rosoli?

Ma Dio non è una farmacia che vende rosoli!

Dio non vende caramelle!

Dio dà sé stesso.

Non si cerca Dio per i doni di Dio, per avere qualcosa in cambio da Dio, per sentire Dio, per provare emozioni!

Si cerca Dio per Dio, dice L’imitazione di Cristo.

Si cerca il Padre perché è il Padre, non perché ti dà qualcosa!

Che brutte cose quando noi facciamo quella roba, quando diciamo: «Se mi dai un bacino, ti do mille lire (ai miei tempi)».

Ma perché? Un bacio ha un prezzo?

L’amore ha un prezzo?

Quindi nella vita si compra tutto…

Che messaggi assurdi che mandiamo alle persone!

E così la storia si conclude che arriva la nube, sentono la voce del Padre, e quindi li prende un gran terrore.

Basta, tutto finisce, perché tutto adesso è affidato alla memoria, adesso tocca a loro.

Guardate che neanche Giovanni, neanche l’unico che ascoltò il battito del Cuore del Maestro, fa quel passo, neanche Giovanni, nessuno, nessuno!

Quando arriva la Passione tutti indietro e tutti lontani.

Anche Giovanni va a vedere, ma da lontano.

Anche Giovanni va dentro nel pretorio, ma da lontano, Lo guardano, ma da lontano.

Nessuno che oltrepassi la folla e si metta tra Gesù e il mondo…certo, perché questo vuol dire morire.

Quindi, a noi sta la scelta.

Ciascuno di noi ha avuto nella sua vita la sua trasfigurazione almeno una volta, ha visto Gesù veramente, almeno una volta, comunicarsi a lui, in questo modo così bello, così immediato, così potente, così trasparente così riempitivo, che ti fa proprio dire: «Sì, il Signore veramente esiste, io L’ho veramente visto! Magari non con gli occhi del corpo, ma con gli occhi dell’anima io L’ho visto, so che c’è nella mia vita».

Mi viene in mente quella frase dei primi capitoli dell’Apocalisse, dove, a uno degli Angeli di una Chiesa che non mi ricordo più, lo Spirito dice: «Torna all’amore di un tempo! Tu sei caduto dall’alto, hai rinnegato il tuo amore, hai abbandonato il tuo Dio, ritorna là, dove tu hai lasciato il Signore!»

Che le nostre Sante Messe, questi incontri con Gesù Eucarestia, siano incontri veri, che cambiano la vita, che fanno sfolgorare il nostro volto!

Non siano incontri abitudinari, sciatti, buttati lì, e che veramente il Signore ci conceda la grazia di non cercarLo per altro che per il Suo sorriso, quella è la nostra gioia, sapere Gesù contento!

Ma non di noi, anche, ma in generale…regalare un sorriso sul Volto di Cristo, vedere Gesù sereno, perché è tanto male che Dio vede, e fa soffrire ancora oggi.

A Padre Pio Gesù disse: «La Mia Passione non è ancora finita».

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

 

Letture del giorno

II DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO C)
Prima lettura

Gen 15,5-12.17-18
Dio stipula l’alleanza con Abram fedele.

In quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo».
Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò.
Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono.
Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram:
«Alla tua discendenza
io do questa terra,
dal fiume d’Egitto
al grande fiume, il fiume Eufrate».

Salmo responsoriale

Sal 26

Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, Signore, io cerco.

Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Seconda lettura

Fil 3,17- 4,1
Cristo ci trasfigurerà nel suo corpo glorioso.

Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!

Canto al Vangelo (Mc 9,7)

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!».
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo

Lc 9,28-36
Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto.

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

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