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Il manoscritto del Purgatorio, parte 11

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di mercoledì 7 dicembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mt 11, 28-30)

In quel tempo, Gesù disse: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 7 dicembre 2022.

Festeggiamo oggi sant’Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa: grande festa nella diocesi di Milano e grande festa anche perché ci introduce alla Solennità della Immacolata Concezione che festeggeremo domani. È sicuramente un giorno molto bello per molte ragioni e molti, non possiamo dimenticarlo, domani inizieranno a fare il presepe… i bambini cominceranno da oggi a prepararsi.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo undicesimo del Vangelo di san Matteo, versetti 28-20.

Proseguiamo la nostra meditazione sul Manoscritto del Purgatorio che, come vedete, ci introduce sempre più alla bellezza del Natale perché, come avete notato in questi giorni e come noterete nei prossimi, dal Purgatorio non arrivano voci di terrore, di angoscia, voci di tormenti o chissà che cosa. 

Dal Purgatorio arriva certamente la testimonianza di una grande sofferenza, altrimenti non sarebbe il Purgatorio, ma ciò che arriva con estrema costanza, evidenza, forza e decisione è una cosa sola: l’invito a vivere sempre alla presenza del Signore, a fare tutto e solo per Dio e ad avere un’intima comunione di vita con Lui. Quindi vedete quanto siano ideologici e profondamente non cristiani la denigrazione, l’antipatia, il discredito che si getta sulla realtà del Purgatorio e, in generale, sui Novissimi per cui o non se ne parla, come non esistessero, o se ne parla male. Al contrario, bisogna parlarne e parlarne bene; affrontarli per quello che sono. 

Per questo vi sto leggendo questo libro che – lo potete vedere tutti – è molto bello e ci continua a richiamare il Natale perché quello che questa suora dal Purgatorio ci dice, in fin dei conti è “ vivete ogni giorno come se fosse Natale”. Leggiamo.

Tenete sempre gli occhi bassi quando non siete incaricata di sorvegliare ed anche allora fatelo nel modo più modesto possibile. Non abbiate nessun rispetto umano. Siate sempre molto umile. Fate amare il buon Dio più che potete. Lasciate passare ciò che è transitorio, e passate voi pure tra la grande folla modestamente, ovvero, se siete obbligata a mostrarvi, fatelo con semplicità e riferite tutto a Dio, senza turbarvi se, dopo aver fatto tutto per farGli piacere, le vostre iniziative abbiano buon esito o no!

Non abbiate alcun desiderio se non d’amare sempre più il buon Dio.

Dal Purgatorio sono queste le cose che ci vengono continuamente dette e ripetute e siamo a pagina 14 di 52…

Tenete gli occhi bassi…

Questo esercizio che alcuni potrebbero definire medievale, anacronistico e al di fuori di una corretta spiritualità, a me pare aver il suo senso. Tenere gli occhi bassi non significa vivere una vita da depressi, estraniati, dissociati, ma vuol dire restare concentrati, non disperdersi, non essere curiosi. 

Significa che non dobbiamo contemplare le bellezze della natura? No, no! Ci mancherebbe… contempliamole, ma impariamo anche a guardare la terra pensando che noi siamo polvere e lì torneremo. In una giornata quante volte pensiamo alla morte? Ieri abbiamo pensato alla nostra sepoltura? Ieri quante volte abbiamo pensato al fatto che prima o poi lasceremo tutto e tutti? 

Capite perché è importante tenere gli occhi bassi: non per uno spiritualismo superficiale e immaturo, ma perché abbiamo a riflettere su noi stessi, sulla nostra morte, sulla vita eterna, sulla nostra interiorità e il nostro rapporto con Dio… riflettere! 

Oggi noi teniamo gli occhi bassi non per riflettere, ma per guardare il cellulare e, quando abbiamo un po’ di tempo libero lo passiamo a guardare il cellulare… una volta avevamo in mano i libri, i giochi, oppure semplicemente niente e uno quando camminava che cosa faceva? Camminava! 

Una volta, se avessimo visto uno parlare da solo mentre camminava, lo avremmo ricoverato: oggi è la normalità vedere una persona che, mentre cammina parla, ride, si arrabbia. Una volta avremmo detto:  “Poverino!”. No: è al telefono, certo! Una volta il telefono, per chi l’aveva, era in casa, con il filo; oggi il telefono è ovunque e uno parla al telefono anche quando è in mezzo alla gente! 

Sono contento che ci sia ancora qualcuno che si stupisce quando, avendo nelle orecchie gli auricolari, io dico: “Sì, ciao, come stai?”. Si girano (c’è ancora un barlume di umanità in noi…) pensando che io li stia salutando e capiscono dopo che non sto salutando nessuno di loro fisicamente presente. Sto parlando con qualcuno che non vedo, che nessuno vede…

Oppure stiamo con il cellulare in mano a guardare che cosa? Beh, meglio non approfondire, non aprire questa porta…

Tenete gli occhi bassi, dice, e vivete in modo modesto, raccolto, pulito, bello, stupito…

Fate amare il buon Dio più che potete.

Che bello se un giorno, alla fine della nostra vita potessimo dire:  “Gesù, Maria, guardate, ho fatto veramente tutto quello che potevo per farvi amare; ho speso tutta la mia vita, il mio tempo, le mie energie, la mia giovinezza, la mia età adulta per farvi amare… qualche volta ci sono riuscito, qualche volta forse no, ma sicuramente è stato il progetto della mia vita. Amarvi e farvi amare!” (Pensate: mentre stavo iniziando a dirvi queste cose guardavo a terra! È così… per riflettere bisogna guardare per terra! Bisogna raccogliersi!). Che bello se qualcuno nella sua vita potrà dire: “Oggi io amo Dio”, o “amo più Dio”, o “ho scoperto l’amore per Dio grazie a quella persona, grazie a te! Tu sei stata l’origine del mio rinnovato o ritrovato amore per Dio!” Mamma che soddisfazione! La mia vita ha avuto un senso, tutto il resto che importa? Tanto lascio qui tutto… ma questo no! Questa è la mia ricchezza con cui vado davanti a Dio non per dirgli: “Guarda che bravo!”, ma  per dirgli: “Gesù, ho coltivato la nostra amicizia, ci ho creduto”.

E qual è la prova della nostra amicizia con qualcuno? Qual è la prova che siamo dentro a un contesto di amicizia? Secondo me è una sola: stiamo vivendo una vera amicizia quando abbiamo il desiderio insopprimibile di far conoscere il nostro amico o la nostra amica ad altri. Questo significa che sta accadendo qualcosa di grande; il rapporto di amore è sempre generatore di vita: che sia una vita fisica, come un bambino in un rapporto di matrimonio, o una vita spirituale, come è un rapporto di amicizia con altri. 

Questo è accaduto anche ai discepoli: “Vieni, abbiamo incontrato il Signore!”. La samaritana che cosa fa dopo aver incontrato al pozzo Gesù che, di fatto, l’ha confessata? È corsa a dirlo agli altri del villaggio… quando incontriamo qualcuno di significativo, non ce lo teniamo per noi: è chiaro che andiamo a dirlo alle persone che ci sono più care nella speranza che anche a loro succeda la cosa bella che è successa a noi o che possano condividere con noi la bellezza di questa relazione che non vogliamo resti solo nostra.

Non abbiate nessun rispetto umano.

Sì, questo lo dobbiamo proprio calpestare: è difficilissimo e mi rendo conto di quanto sia difficile… non dico di andare nudi in Cattedrale come san Francesco ha fatto fare a un suo fraticello perché vincesse il rispetto umano, però, senza andare nudi in Cattedrale a predicare il Vangelo, direi che è bello calpestare il rispetto umano perché fa sentire liberi. Quando lo facciamo, ci sentiamo liberi, forti, perché siamo noi stessi e ci siamo liberati di un anello della catena, abbiamo affermato la nostra unicità e bellezza distinguendoci dalla massa di topi che, seguendo i pifferai magici, vanno a finire nel fiume!

Lasciate passare ciò che è transitorio, e passate voi pure tra la grande folla modestamente…

Quest’anima invita a lasciar perdere, a lasciar stare e a far tutto con semplicità che non significa ripetere: “No, io sono niente, valgo niente, conto niente, sono capace di fare niente, non sono intelligente, non sono bravo…” Beh, allora, che cosa devo dirti… fatti una punturina! Che cosa stai al mondo a fare? Non esiste una persona che è niente, perché significherebbe che Dio ha sbagliato! Ognuno di noi ha dei doni e delle qualità, quindi non facciamo gli umili ‘pelosi’… l’umiltà pelosa è proprio brutta, è come quei maglioni che lasciano giù tutti i peli… terribile e fastidioso! Non dobbiamo essere pelosi nella nostra umiltà che deve essere semplicità, verità perché la suora dal Purgatorio dice di fare tutto con semplicità e di riferirlo tutto a Dio: se ci apprezzano, bene, se non ci apprezzano, bene lo stesso perché abbiamo fatto tutto per il Signore. E che cosa rispondiamo se ci dicono “Bravo, come sei intelligente!”? Semplicemente rispondiamo: “Grazie, rendiamo grazie a Dio!”. Piuttosto che essere stupido, meglio essere intelligente, no?

E poi gli umili sono anche intelligenti e simpatici, non sono le ‘facce da muro’ e ‘da urlo di Munch’. Sono intelligenti e simpatici come un sacerdote a cui è successa questa cosa. Un tipo, credendo di stuzzicarlo nella vanità, un giorno gli ha detto: “Oh Padre, ma come è bello lei!”. Il sacerdote si è girato davanti a tutti, senza fare una piega, e gli ha risposto: “Sì, grazie! Del resto questo è un problema che lei non ha…”.

Questi sono gli umili! Io sono rimasto lì e mi sono detto:” Ok, 3-0 palla al centro in un solo colpo!”. ‘Del resto questo è un problema che lei non ha…’. Fantastico! Così la prossima volta quel tipo ci penserà due volte prima di dire tali stupidaggini!

Quanto a me, quando ero piccolino, (io non lo ricordo, ma me lo raccontava sempre la mia nonna), un giorno è arrivato a casa il pediatra e, solite frasi di circostanza, dice: “Oh, signora, ma che bel bambino!”: allora io mi metto dritto, seduto come se avessi sentito uno spillo che mi pungeva, e rispondo: “Dottore, una meraviglia!”. Sono scoppiati a ridere: questa è la semplicità dei bambini, chiamare le cose con il loro nome… di sicuro già da bambino non ero un depresso avvilito con l’autostima sotto i piedi.

 l termine del Ritiro, prendete come risoluzione di pensare sovente a quanto sto per dirvi: Dio solo! Mio Dio e mio tutto!… Tutto passa e passa presto!… Il tabernacolo è il mio riposo; l’Eucaristia, la mia vita; la croce, il mio retaggio; Maria, la mia Madre; il Cielo, la mia speranza.

Sono tre righe: noi ce le scriviamo, ce le attacchiamo alla porta, le viviamo e ce ne andiamo in Paradiso diretti!

Questa è la sintesi di tutto il libro; potremmo finire qui la lettura perché tanto la suora dal Purgatorio non farà altro che ripetere questi concetti. Sentite tormenti? Cose terrificanti? Racconti allucinanti? No! Sempre questo: Dio solo! Mio Dio e mio tutto!… Tutto passa e passa presto!… E poi mi piace questa cosa che aggiunge:

Sì, sarà cosa gradita al buon Dio che la mattina non prendiate burro col pane.

Quando ho letto queste parole la prima volta, ho detto: “Qui siamo passati dal Cielo, da Maria Madre mia, dall’Eucarestia al burro con il pane?” Certo: vi ho sempre detto che la mistica, se non insegna ad andare a comprare il latte e i biscotti al supermercato, non è vera mistica. Se non mi accompagna a comprarmi il mio buonissimo gelato con cinque gusti, la spiritualità non è vera spiritualità. 

Uno, ironicamente, potrebbe chiedere se Dio sia preoccupato del colesterolo… no, non è questo il problema! Credo che questa frase faccia riferimento al fatto che al Signore piace che ci sia anche un po’ di mortificazione: se, oltre al burro, poi al pane, magari anche un po’ tostato, aggiungi un po’ di zucchero o un po’ di marmellata… questa è una colazione da pascià che io ormai non faccio più da quarant’anni perché la facevo con la mia nonna e non mi ricordo più neanche il gusto. Era buona… era un momento delizioso, con le pagnottine fresche appena sfornate, il the caldo con il latte… buonissimo! Una colazione dopo la quale si poteva affrontare l’Everest! 

Al buon Dio è cosa gradita che voi non lo facciate”. Questo non significa che non lo si debba fare mai, però, mi permetto di dire, il mercoledì e il venerdì o il sabato, potremmo anche non farlo per offrirlo al Signore. Perché? Perché rinunciando a pane, burro e marmellata, voglio fare memoria della Passione di Gesù e delle sue piaghe. Che cosa c’entrano il pane, burro e marmellata con le piaghe? Non c’entrano niente; è che se mi tengo lo stomaco un po’ mortificato, quel languore mi spinge a pensare che… capite?

Non bisogna mai giudicare, investigare quel che fanno le vostre Consorelle. Voi non risponderete di esse e non dovete neppure modellarvi su di esse. Il buon Dio non richiede da tutte la stessa perfezione. Mortificatevi e non osservate se le altre non fanno quel che voi fate, poiché il buon Dio non lo richiede.

Credo che questo sia il primo principio della psichiatria, mi vien da dire così… Se noi applicassimo queste quattro righe, gli psichiatri potrebbero tranquillamente, più o meno, andare tutti a trascorrere tre o quattro mesi alle Seychelles: a parte le malattie psichiatriche che hanno origine fisiologica o sono legate a problemi particolari, tutti nostri problemi di ansia, angoscia, depressione non vengono forse dal fatto che noi giudichiamo sempre tutto e tutti? I nostri rancori, le nostre invidie e inimicizie, i nostri rapporti bellissimi distrutti non dipendono dal giudizio? Opere di carità importantissime distrutte al suolo a causa del maledetto giudicare e investigare la vita degli altri; del maledetto fare i conti in tasca agli altri; del maledetto guardare la vita degli altri; del maledetto vizio di metterci a fare le ‘santine’ – in realtà diavoli – nella vita degli altri: “Quello deve fare così, deve essere così… è un ipocrita, è un Giuda, è un incoerente, è un empio!” 

Ma che cosa ti interessa? Noi non ci rendiamo conto che faremo un Purgatorio terribile (per non dire che andremo all’ Inferno) per queste gravissime mancanze di carità! Non c’è una giustificazione che ci consenta di mancare verso la carità! 

Io vi dico con molta sincerità (d’altra parte so che qualcuno ascolta queste meditazioni anche se… e quindi sa benissimo che sto parlando di lui o di lei) che questa è la ragione per cui tengo lontane certe persone: è un punto d’onore che mi faccio da tempo… non voglio vicino a me né mormoratori, né calunniatori, né assolutamente coloro che distruggono le relazioni in nome del giudizio; questi omicidi non li voglio, non voglio avere a che fare con loro. 

Conosco persone che mi hanno voluto un grandissimo bene nel corso degli anni, hanno fatto atti di carità di ogni genere e tipo per me (potrei scrivere un libro su di essi), ma a un certo punto ho detto loro: “Basta!”. 

Non che avessero qualcosa contro di me, tutt’altro: il problema non era con me, anzi… un bene infinito! Quando però ho visto che queste persone, che a me volevano o vogliono tuttora un bene grandissimo, avevano permesso al verme ‘putrefacente’ che fa marcire tutto, di entrare nella loro mente e nel loro cuore andando ad avvelenare dei rapporti con altre persone, ad esempio con i genitori, con i figli, gli zii, con gli amici, in nome del ‘sentirsi un crociato’, del fatto che loro giudicavano queste persone come malvagie, empie, cattive, ipocrite e sataniche, io lasciavo fare per un po’ e poi intervenivo.

Dicevo: “Bene, risolvi ed esci da questa logica del giudizio e in qualche modo tenta di riallacciare questi rapporti, fosse anche solo con un ‘Mi rendo disponibile’, che non significa uscire a cena tutti i giorni, ma fare una colpo di telefono, una visita a sorpresa, preparare una torta.”

A qualcuno l’ho fatto fare: ho fatto preparare una torta e non solo questo! 

Figli che da vent’anni non davano un bacio alla loro mamma…stiamo scherzando? Figli che da trent’anni non parlavano con il loro papà perché trent’anni prima aveva detto o fatto chissà che cosa… Ma non vedi che va a morire? E tu porteresti un peso così sapendo che il tuo papà muore? 

“No, ma Padre Giorgio…”, “Non chiamarmi Padre; non permetterti di chiamarmi Padre! Non pronunciare quella parola: se vuoi chiamarmi Padre, tu prendi ed entro stasera vai a rimetterti su quella strada con una telefonata, una visita, un dono… fai quello che vuoi, ma tu devi ricostruire quel ponte. Poi può anche darsi che quella persona non lo ripercorra, non lo voglia… poi vedremo, ma intanto tu hai fatto il tuo passo, hai riaperto la tua porta; hai preso il tuo giudizio, lo hai calpestato e bruciato togliendo il verme dalla tua mente e dal tuo cuore e lo hai dato da mangiare alla gallina.”

“Eh, ma lei non capisce, lei è impazzito, ha perso il lume della ragione!” Qualcuno mi ha detto anche questo! Sono impazzito perché ti richiamo alla carità? Benissimo: conclusione? Me ne sono andato io! Rapporto concluso, non ci sono più! 

“Ma io le voglio un gran bene!”

 Sì, sì… non ci sono più: rapporto concluso. E ho chiuso tutto quello che c’era stato fino a quel momento perché io non voglio che qualcuno possa dire che io sono il Padre Spirituale di quella persona — falso! — e che, sapendolo, io sono diventato connivente il suo male. La prova? Non ci sono più e non ci sarò più fino a quando questa cosa non sarà risolta!

“No, ma io ho i miei ‘proBBBlemi’…” Guarda, ci puoi mettere cinque ‘B’, non mi interessa: la carità è una Regina che va obbedita sempre e subito, quindi queste parole sono di fuoco…

Non andare a guardare quello che fanno le tue consorelle: non è affare tuo… che cosa ti impicci a fare? 

Quello si mette in ginocchio e quello non si mette in ginocchio: quello è un adultero; quello è un bugiardo; quello è falso; quello viene in chiesa a dire il Rosario, ma poi, in realtà, quando esce va a fare le rapine, bestemmia…

A te che cosa interessa? Dio chiederà conto a te di questo? No! Prega! Qual è il tuo problema? 

Questa anima del Purgatorio dice:

Voi non risponderete di esse e non dovete neppure modellarvi su di esse.

E poi:

Il buon Dio non chiede a tutti la stessa perfezione.

Questa è una realtà incredibile e bellissima di cui ci ha già parlato Santa Teresa: a ciascuno di noi il Signore chiede un grado diverso di perfezione! A te chiede un grado elevato? Bene, ma lascia vivere gli altri! Non è che, siccome tu devi diventare santo di non so che entità, devi venire a crocifiggere me! Tu fai il tuo corso e a me lascia fare il mio! Il fatto che tu sia chiamato a una santità superiore alla mia ti autorizza a trattarmi come uno straccio del pavimento? Perché?

… non osservate se le altre non fanno quel che voi fate, poiché il buon Dio non lo richiede.

Guardate che rischiamo l’inferno: io sono sicuro di questo! Sono sicuro: rischiamo l’inferno perché saremo giudicati sulla carità… non ci sono storie! Avere un atteggiamento ostinatamente oppositivo, di chiusura, di cattiveria verso qualcuno è un peccato grave contro la carità. 

A me non interessa che poi mi dicano che sono impazzito: io ho detto queste cose, tu le hai ascoltate e adesso tu sei responsabile della posizione che prendi. Un domani davanti a Dio non potrai dire che nessuno ti aveva ammonito su questo e che non lo sapevi: no! 

No, perché Dio ti dirà: “No! Padre Giorgio Maria, mio ultimo somaro, te l’ha detto, te l’ha ragliato nelle orecchie” come il somaro Silvio che io conoscevo. C’era un asino che si chiamava Silvio e ragliava sempre di mattina alle sei: ecco… Giorgio-Silvio ha ragliato: bene, adesso tu devi prendere la tua decisione

“Padre, ma io vorrei tornare in amicizia con lei!”

“Vai là a saldare il tuo debito immediatamente! Vai là e ritorna a recuperare quel rapporto!”

“Eh, ma mi hanno fatto…”

“Beh, allora arrivederci: io vado!” 

Non si discute su queste cose, ricordate! L’odio è ciò che, insieme alla superbia, ci rende figli del diavolo in modo inconfondibile e nella mia vita io non voglio avere a che fare con gente che porta l’odio nel suo cuore!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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