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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 26

Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 23 febbraio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 26

Eccoci giunti a mercoledì 23 febbraio 2022. Oggi festeggiamo San Policarpo, Vescovo e Martire. San Policarpo è un’altra di quelle grandi figure bellissime, che vi invito ad andare un po’ leggere. Fu discepolo dell’Apostolo San Giovanni, fu Vescovo di Smirne in Turchia dove accolse Sant’Ignazio che era in viaggio verso Roma, dove poi Sant’Ignazio avrebbe subito il martirio. Lui fu Vescovo per molto tempo e in età molto avanzata fu condannato al rogo per la sua fede. Tra l’altro, se non ricordo male, quando lo volevano inchiodare perché subisse il rogo senza fuggire e senza reagire, lui disse: “No, no, non c’è bisogno che mi inchiodate, starò al mio posto e farò quello che devo fare”. E infatti così avvenne. Si narra che nel momento in cui venne bruciato si sentiva un grande profumo di incenso, molto bello, e anche quando poi portarono via i suoi resti, anche quelli profumavano di incenso. Una figura molto interessante, siamo nel 167 d.C., quindi proprio pochissimo tempo dopo. 

Il Vangelo che abbiamo ascoltato della Santa Messa di oggi è tratto dal capitolo IX di San Marco, versetti 38-40. È un Vangelo che ci ricorda l’importanza di non voler mettere le mani sulle cose di Dio: le cose di Dio sono di Dio, non sono nostre. Quindi non è che se uno “non è del nostro giro”, diciamo così, allora non deve esistere, e solo quelli che “sono del nostro giro” sono quelli giusti. Il Signore Gesù ci dice: “Dai la possibilità a tutti di esistere, perché se uno fa miracoli non può essere mio nemico, anche se tu non lo conosci, anche se non ti segue, anche se non sta in mezzo ai tuoi, però sta di fatto che.” Il Signore Gesù ci insegna sempre una grande libertà innanzitutto con Dio, non pensare di poter strumentalizzare Dio. 

In questo mese dedicato tutto allo Spirito Santo, vi invito proprio caldamente a invocare lo Spirito Santo tanto, a pregarlo tanto in questo mese.

Continuiamo la nostra lettura “Le meraviglie di Laus” che ci stanno preparando ad arrivare, speriamo il più preparati possibile, al mercoledì delle Ceneri, e quindi al grande solenne momento della Quaresima che quest’anno dovremo vivere in un modo veramente tutto speciale.

Stiamo vedendo le vessazioni, gli attacchi del demonio contro Benedetta.

“Dopo averla portata in giro la lascia cadere su nude e angolose rocce, o su tronchi d’alberi tagliati; talvolta la spinge su di una rapida china dov’ella precipita con una valanga di pietre messe in moto dal passaggio del suo corpo, senza sapere dove andrà a finire, morta o viva. Egli varia a piacere la maniera di lasciarla cadere: ora sulla faccia, ora sul dorso, ora sul fianco ora in piedi, ma sempre in maniera da ferirsi crudelmente. Durante le notti piovose o temporalesche la porta sul tetto di N.S. dell’Acero, o in qualche sconosciuta foresta, senza via d’uscita, dove l’abbandona, sperando che perisca miseramente, o venga divorata da qualche lupo feroce. La tortura in tutte le stagioni, ma specialmente d’inverno.”

Questa fu anche la tortura di San Giovanni Crisostomo, di cui vi ho parlato. Lui venne portato in una zona dell’Armenia in montagna, un freddo! Lui, poverino, soffriva tantissimo, aveva dei problemi di stomaco molto forti e anche di ossa, quindi lui temeva molto il freddo. L’imperatrice malvagia lo fa andare fin lì. Quindi, vedete, l’inverno viene usato proprio per torturare in modo particolare questi amici di Dio. E noi che non usciamo di casa per andare alla Messa se vengono giù quattro gocce o se fa un po’ freddino!

Quando il gelo spacca le pietre, quando il vento del nord soffia con violenza, quando l’acqua del torrente si trasforma…”

Stamattina ho aperto le finestre qui a Roma nella zona dove siamo noi e, siccome siamo un po’ in alto, spesso e volentieri c’è vento, ma stamattina c’è un vento, un vento forte, a me piace molto quando c’è vento e c’è un vento fortissimo. Si sente il rumore del vento tra le cime degli alberi e mi sono immaginato — beh qui non è mai un freddo così forte come lì — ho detto: “Pensa ad essere al buio, trasportato del demonio chissà dove, buttato lì in mezzo alla Villa Pamphili di notte, al buio”, non ci sono i lupi per amore del cielo, però farebbe un po’ senso, essere buttato lì per terra così, immaginati questa povera ragazza.

“Quando l’acqua del torrente si trasforma in un letto di ghiaccio, egli si compiace di portarla semi vestita su qualche sommità elevata, dove il freddo è più vivo, e non vi è alcun riparo. E la tiene colà per ore, finché cade semi morta per assiderazione, o il suo Angelo viene a toglierla dal furore di Satana, vedendola presso a soccombere. Quante volte obbligata a camminare senza calzature su nevi gelate, ebbe i piedi congelati e coperti da profonde piaghe!” 

Guardate, a leggere questa storia sembra di leggere la vita di San Giovanni Crisostomo, uguale, uguale! Lo portavano a camminare inutilmente, perché l’imperatrice così aveva ordinato, sotto la pioggia, in mezzo alla neve, con il vento, con la tempesta, affinché lui si bagnasse e così morisse. Che poi alla fine succederà, ma per un bel po’ di tempo lui non muore. 

La stessa cosa fa qui, vedete, che lo faccia il demonio come puro spirito o che lo faccia il demonio istigando persone empie e malvagie non cambia, sempre lui c’è dietro, è sempre questo lo stile, e come vedete queste anime Sante si lasciano fare, sono completamente affidate. A me quello che stupisce di più, vi dico, non sono tanto queste torture, che certamente sono efferate, non è la cattiveria del demonio, perché lo sappiamo che è cattivo, che odia e che è omicida, ma quello che mi stupisce di più è l’abbandono, la docilità, la mansuetudine di queste anime bellissime.

Dopo tutto quanto siamo venuti esponendo, o meglio accennando sulle torture diaboliche di Benedetta, appare chiaro che il demonio non ha il potere di togliere direttamente la vita, ma quale potenza dimostra per farla soffrire!”

Il demonio non può uccidere nessuno, questo sia chiaro, però può far soffrire grandemente.

 “Se pensassero gli uomini a quale nemico si danno in braccio quando assecondano le sue perverse ispirazioni, quando si ribellano alla legge di Dio per accontentare le cattive suggestioni del maligno, non cadrebbero con tanta facilità e ricorrerebbero con prontezza a quel Gesù, che non aspetta che il loro grido per salvarli dal male.”

È proprio vero: il demonio ci odia, perché ci sa amati da Dio, mentre lui è eternamente maledetto. È un invidioso, geloso e quindi è divorato dall’odio, perché vede tante anime che vanno dove lui non potrà mai più andare, e da dove lui è stato cacciato per sempre. Quindi è una follia, è un’assurdità restare con i peccati sulla coscienza, è una follia, è una follia non correre immediatamente a confessarci, è una follia non confessarci con frequenza e regolarità, è un’assurdità.

 Non finirò mai di benedire i nostri Sacerdoti di quando eravamo giovani, il nostro Monsignor Cazzaniga, questi santi Preti che ci hanno insegnato ad amare la Confessione, a confessarci ogni settimana, ogni sabato pomeriggio, a mettere la confessione prima di qualunque cosa. Non finirò mai di benedire questi uomini di Dio, perché hanno insegnato uno stile, un modo. Il sabato pomeriggio non c’era il calcio, non c’era, non per noi, non come prima cosa. Il sabato era: scuola, perché si andava a scuola, il sabato era scuola al mattino, poi tu tornavi a casa, c’era solitamente un pranzetto un po’ più particolare perché i genitori erano a casa dal lavoro. E poi cosa c’era? E poi non c’era altro che la Santa Confessione. 

Assolutamente niente Messa alla sera, nessuno di noi è mandato alla Messa delle 18, la Messa prefestiva mai, non sapevo neanche che esistesse, perché la domenica, come vi ho già raccontato, poteva cadere il mondo, venire giù la bomba atomica, avere 52 di febbre per ascella, 50 e 50, tu andavi alla Messa. Non c’era il weekend, non c’era la mini vacanza, c’era la Messa, basta, poi tutto il resto che volevi tu, ma la domenica tutti sapevamo che c’era la Messa. 

Dormire fino a mezzogiorno? Ma io non so neanche cosa voglia dire. Le 11? Impossibile! Non l’ho mai fatto ma non perché sono santo, uno dice: “Sto cantando le mie glorie”. No, no non sto cantando assolutamente le mie glorie, perché non ho nessun merito davanti a Dio, vi dico queste cose perché non ho nessun merito davanti a Dio, nel senso che non ho mai dovuto fare una scelta, non è che mi sono mai dovuto mettere lì a dire: “Dunque, adesso ci penso, domani mattina che è domenica, mi sveglio a mezzogiorno o mi sveglio alle otto per andare a Messa? Aspetta che adesso devo fare la lotta contro la tentazione perché io vorrei …”. Mai nessuno di noi ha dovuto fare nessuna lotta, non è mai venuto il pensiero. Impossibile! Perché c’erano i miei amici che, ovviamente, alle nove: Drinn! “C’è Giorgio?” 

Nessuno poteva dormire, né io né i miei genitori, nessuno perché ovviamente suonava quel benedetto campanello, e mai a nessuno è venuto in mente di dire: “No, ma io vado a Messa dopo”. 

A Messa dopo? Ma quale Messa dopo? La nostra Messa è questa!

“Vado alla Messa del pomeriggio, delle cinque”

“Ma tu sei fuori! Ma che cosa stai dicendo? Ma non esiste! Tu vieni alla Messa che è quella di tutti noi ragazzi”

 Non esisteva neanche pensarlo, non era un’eventualità, non esisteva, non esisteva la Messa del sabato sera. C’era, ma non per noi, perché il sabato era il giorno delle confessioni, la domenica era il giorno della Messa e poi c’era l’oratorio. 

“Andiamo al centro commerciale” 

A parte che, magari esistevano già non mi ricordo, può darsi, non lo so, io non sono mai andato, mai stato, quindi non mi ricordo se già c’erano, ma non esisteva che noi andassimo. 

E io sono grato, felicissimo, grato a questi santi Sacerdoti e felicissimo di questa giovinezza che ho avuto, bellissima, densa di ricordi stupendi e meravigliosi, e quindi il peccato non poteva regnare. Calcolate che noi ci confessavamo una volta la settimana a partire dalla terza elementare. Un bambino di terza elementare… per l’amor del cielo, in terza elementare che peccati puoi fare? Quelle cosine lì. Fa niente, in terza elementare, dal giorno della prima confessione in avanti, tutti i sabati pomeriggio, cascasse il mondo, alle 14.00 — perché le confessioni iniziavano alle 15.00, quindi alle 14.00 ci si cominciava a muovere —  insieme si andava, insieme si tornava, dalla terza elementare in avanti, senza un domani, senza sosta, senza fine. Quindi voi capite che, non è che ci fosse molto spazio per il demonio. Sì, va bene, i nostri peccati, ma poi al sabato, via. 

Quindi è assurdo rimanere con addosso quella bestia schifosa, è assurdo rimanere tra le sue braccia, o meglio, tra le sue zampe, è assolutamente una cosa assurda, perché abbiamo i doni, abbiamo le grazie, abbiamo la possibilità, e andiamo a confessarci allora, confessiamoci con regolarità, diciamo tutto, sempre, bene, non nascondiamo nulla. 

“Mi sono dimenticato..”

“E perché ti sei dimenticato? Ti sei preparato bene? Hai fatto tutti i giorni l’esami di coscienza? Ti sei segnato le cose che dovevi dire?” 

 Perché ti sei dimenticato? Hai invocato lo Spirito Santo su di te e sul tuo confessore? 

 “E se pare che lasci in pace gli uomini col non tormentarli, come ha tormentato Benedetta, è perché Dio conoscendo la debolezza della maggior parte, non permette al demonio di esplicare la sua potenza a loro danno; è perché Gesù l’ha vinto e non lascia più che eserciti il suo malefico potere come prima della sua venuta; è perché Maria gli ha fiaccato la testa superba, e non vuole che i figli suoi siano da lui tormentati.”

Se no arriverebbe fin qui! Quello se potesse ci ammazzerebbe! Altro che avere paura di Tizio e di Caio, quello ci ucciderebbe in un istante, ci massacrerebbe tutti, perché ci odia.

Che se il demonio ha avuto dei permessi speciali da Dio sulle anime a Lui più care, il motivo divino è evidente: il maggior merito, e quindi la maggior gloria in Cielo; la prova dell’esistenza del demonio e dell’inferno, per nostro riguardo; lo scorno che egli riceve a sua continua confusione.” 

Per questo motivo queste anime, come Benedetta, come Padre Pio, come Santa Gemma Galgani, come San Giovanni Bosco, San Giovanni Maria Vianney, hanno subìto quello che hanno subìto per ricordarci tutte queste cose.

Che se tanta rabbia egli dimostra quaggiù colle torture più crudeli sulle anime di Dio, che sarà della sua rabbia nell’inferno e delle sue torture in quel luogo orrendo sulle anime diventate eternamente sua preda?”

 Capite? No, no, no, assolutamente! Mi ricordo di un Sacerdotevche mi disse che ogni tanto gli capitava di sognare il demonio e mi diceva: “Non è che mi faccia qualcosa, ma mi guarda. E quando io, per un secondo, incrocio il suo sguardo — mi diceva — questi occhi neri, tenebrosi, fondi, questi occhi malvagi, carichi di odio, di vuoto, di inferno — mi diceva — guarda, Padre Giorgio, un secondo dura, forse anche meno di un secondo e, appena succede che ci incrociamo lo sguardo, io mi sveglio di colpo tutto tremante, tutto spaventato e ci impiego un po’ per calmarmi, per capire che adesso sono sveglio”. 

Pensate voi, gli occhi! Perché gli ha visto gli occhi per una frazione di secondo! Pensate a starci insieme per l’eternità! Veramente una roba incredibile solo a pensarci. Ecco perché dobbiamo pregare sempre, ed ecco perché dobbiamo pregare in modo particolare per i Sacerdoti. 

Quando noi riceviamo qualche favore, qualche piacere spirituale da un Sacerdote: “Padre, grazie”. 

Sì, va bene, è giusto, doverosissimo ringraziare, per l’amor del cielo va fatto sempre, ma io a Gesù dico sempre: “Gesù insegnami ad essere grato, ti prego, ma non semplicemente con le parole”.

 È importante che gli dico subito “Grazie” quando ricevo una grazia, un dono, un aiuto, una luce e me ne rendo conto, quindi imparare subito a dire: “Grazie Gesù, grazie Spirito Santo, grazie Vergine Maria, grazie Angioletto mio, grazie”. Benissimo, doverosissimo, ma soprattutto insegnami ad essere grato con la vita, con le opere. Le mie opere esprimono gratitudine? Quindi, vogliamo essere grati verso un Sacerdote che ci ha fatto qualcosa? Facciamo dire una Messa, facciamo dire una Novena di Messe in relazione a quanto dobbiamo essere grati. Ci ha fatto un qualcosa di enorme? Benissimo, faccio dire una Novena di Messe per quel Sacerdote. 

Oppure, la mia mamma, il mio papà, mio figlio mi ha fatto qualcosa di grande? Grazie, certo, e poi una Novena di Messe e poi due Messe, una Messa, 30 Messe. Perché quello che conta è la sua anima, il corpo finirà. 

Dobbiamo morire in questo mondo dove tutti ci vogliono solamente dire che noi vivremo per sempre — ma non è vero — dove ci viene insegnato ad avere il terrore della morte. Ma un cristiano non può avere il terrore della morte, un cristiano non può andare in panico all’idea della morte, non può perdere il bene dell’intelletto all’idea della morte, non non va bene, non è la speranza cristiana questa! Certo, c’è la morte, qualsiasi sia la causa della morte dovremo morire, se non moriremo perché abbiamo preso un tumore, moriremo perché saremo vecchi, moriremo perché si fermerà il cuore, moriremo perché non so… ad certo punto non funzionerà più niente, ma dobbiamo morire. Teniamocelo nella testa questa cosa: la campana suona per tutti e se anche vivessimo sotto una campana di vetro con un controllo medico h 24, moriremmo comunque perché dobbiamo morire, siamo mortali, non dimentichiamolo mai! Quindi finiamola con questo terrore della morte, non dobbiamo avere paura di morire! 

Quanti Santi che hanno sfidato la morte e si sono ammalati: San Luigi che rimane appestato, va bene a Madre Teresa non è venuta la lebbra, però a quell’altro dell’isola di Molokai è venuta la lebbra alla fine. Quanti Santi che alla fine si contagiano, si ammalano perché fanno un servizio, va bene, è così! Muoiono servendo l’uomo nella carità, ma dobbiamo morire! 

E allora prepariamo la nostra anima. Per questo vi dico che il modo più bello per essere riconoscenti verso qualcuno, è aver cura della sua anima, quindi far celebrare delle Sante Messe. Non c’è un modo più importante. Il valore della Messa è un valore infinito, non c’è un dono più grande, più inestimabile, più prezioso che noi possiamo fare. Non esiste, neanche se ti regala un diamante, non vale niente rispetto alla Messa, è un pezzo di pietra, non vale niente. 

“Bisogna vigilare sugli attacchi di quel nemico che ci è vicino più di quel che crediamo e pensiamo, a ricorrere sovente a quell’Angelo cui Dio ha affidato la nostra custodia. Era sempre l’Angelo che toglieva Benedetta dalla terribile situazione, in cui l’aveva messa il diavolo.” 

Domani vedremo questo paragrafo che si intitola: “La lotta ad oltranza”, è un paragrafo molto bello che ci aiuterà anche questo.

Vi auguro di vivere bene questa giornata e, mi raccomando, iniziamo a prepararci alla Quaresima, iniziamo a pensarla, iniziamo a preparare il nostro zaino spirituale, perché poi bisogna partire, poi bisogna veramente iniziare a partire, e dovremo proprio vivere una santa Quaresima. 

Vi raccomando il cosiddetto martedì grasso, non sia grasso, ma sia il martedì del Volto Santo di Gesù, quindi non sia il martedì dell’abbuffata, delle ultime frittelle e chiacchiere, ma sia il martedì il giorno dedicato al Volto Santo di Gesù. 

Rileggete la Beata Madre Pierina de Micheli, andate a riprendere le omelie che io feci negli anni passati che trovate sul sito, andate a riprendere, ad approfondire la bellissima festa del Volto Santo. 

Già adesso vi chiedo una preghiera per me in quel giorno perché sarà un po’ la mia festa nel senso che io mi chiamo Padre Giorgio Maria del Volto Santo, quindi è un giorno per me molto importante, e quindi vi chiedo davvero di offrire la vostra santa Comunione Spirituale o Sacramentale che sia, di offrire quella santa Comunione quel giorno per me, per la mia anima, per il mio Sacerdozio, per la mia corrispondenza a Gesù… e mi raccomando viviamo bene quel giorno del martedì, ormai manca poco.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato

VANGELO (Mc 9, 38-40)

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».

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