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Discernere i veri profeti

Albrecht Dürer - Adorazione della Santissima Trinità

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia del 22 maggio 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Discernere i veri profeti

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Questa domenica, dopo la Solennità di Pentecoste, la Chiesa ci chiama a festeggiare, a celebrare, a ringraziare, per la Solennità della Santissima Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Tre Persone, una sola natura, quella divina.

Allora possiamo farci guidare dal Vangelo di San Giovanni, capitolo 16, che abbiamo appena ascoltato.

Che differenza c’è tra Gesù e gli scribi e i farisei?

Che differenza c’è fra Gesù e tutti gli scribi del Suo tempo, i maestri del Suo tempo?

Il Vangelo di Giovanni presenta Gesù come il Maestro, non un maestro, e allora ci deve essere una diversità. Questa diversità, che adesso leggiamo insieme nel Vangelo che abbiamo ascoltato, è evidente, è riscontrabile, è una diversità che balza subito agli occhi, e questa diversità non è tipica solo di Gesù ma è tipica di tutti coloro che appartengono a Gesù, cioè di tutti i veri profeti.

Il profeta, nel linguaggio biblico, non è colui che semplicemente annuncia il futuro, quello è un mago, che poi annuncia cose false, perché il futuro lo conosce solo Dio; il profeta non è solamente colui che dice: «Accadrà questo»; anche questo fa alle volte, ma la caratteristica tipica del profeta, in tutto il testo della Scrittura, è un’altra, cioè quella di leggere il presente con gli occhi di Dio, tutt’altra cosa.

Il profeta è quello a cui si riferisce Gesù, quando nel Vangelo dice: «Bisogna leggere i segni dei tempi. Sapete vedere quando un fico mette le foglie e stanno per arrivare i fichi, però non sapete leggere i segni dei tempi». Ecco, il vero profeta, è colui che legge i segni dei tempi, gli eventi quotidiani, con gli occhi di Dio, cioè sa avere una vera intelligenza (da intus legere), è colui che legge dentro la realtà con gli occhi di Dio.

Questo è il profeta, questo è il vero apostolo, il mandato, questo è il cristiano, ma non tutti sono veri profeti.

Anche nell’Antico Testamento abbiamo avuto i falsi profeti, ce ne sono stati; il povero Geremia ha patito delle sofferenze terribili a causa dei falsi profeti, che erano una quantità terribile, e lui era l’unico vero Profeta.

Ricordate Pascur, quel falso profeta che ebbe la diatriba con Geremia, che picchiò Geremia, gli tirò una sberla, e Geremia gli disse: «Da adesso tu non ti chiamerai Pascur ma ti chiamerai Terrore all’intorno», infatti mori da lì a breve.

Poi abbiamo gli scribi e i farisei…ricordate la vicenda di Giovanni il Battista?

Giovanni il Battista, l’unico vero Profeta del Dio d’Israele, l’ultimo prima di Gesù, andò da Erode a dire: «Non ti è lecito tenere quella donna, perché è adulterio», e per questo perse la testa.

Vi siete mai chiesti perché era l’unico?

Dove erano tutti gli altri scribi e farisei, che conoscevano alla perfezione la Legge di Dio?

Tutti sapevano i Dieci Comandamenti, tutti conoscevano le Tavole della Legge, loro erano così precisini, così puntuali nel dire: «Lavati le mani, lava le stoviglie, il sabato non ti muovere, non respirare, non fare, non toccare, non guardare, non pensare…»

Su queste minutaglie perdevano la vita, sui peccati grandi come una casa, quali erano quelli di Erode, tutti zitti. Perché?

Perché sapevano che quello era un problema grosso; se loro avessero incominciato a parlare, avrebbero perso la testa anche loro.

Allora, i falsi profeti, come adesso vedremo, sono quelli che hanno a cuore la loro vita, la loro gloria, la loro stima, non quella di Dio, e che rinnegano la verità pur di assecondare i potenti.

Dopo questa precisazione e introduzione, vediamo il testo.

Gesù dice: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso». Quindi, Gesù non ha detto tutto.

Ci sarà un altro momento, che diventerà il completamento di questo messaggio, affidato ad un altro, che è lo Spirito di Verità, non delle verità; non ci sono tante verità, c’è una Verità, che è Gesù Cristo. La Dominus Jesus su questo è chiarissima, purtroppo non l’abbiamo mai letta o l’abbiamo letta troppo tempo fa e non ce la ricordiamo più, ma è ancora valida. C’è una Verità: Gesù Cristo.

Gesù dice: «Non siete capaci di portarne il peso», perché la verità richiede spalle forti.

«Quando verrà lui…»

Chi è questo “lui”?

Lo Spirito della Verità, lo Spirito di Gesù, lo Spirito del Padre.

«…vi guiderà a tutta la Verità…»

A Gesù sta a cuore la Verità e dice: «Padre, consacrali nella Verità» (Gv. 17).

«…perché non parlerà da sé stesso…»

Ecco, adesso Gesù ci incomincia a dire chi è il vero profeta, cioè il vero profeta è colui che è guidato dallo Spirito della Verità, e ha delle caratteristiche ben precise.

«Non parlerà da sé stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future».

Il vero profeta non annuncia sé, il vero profeta non parla delle sue belle e grandiose idee, il vero profeta non è l’arlecchino di Dio; il vero profeta è colui che, non parlando da sé stesso, annuncia ciò che ha udito, il vero profeta è colui che trasmette.

La dice bene San Tommaso: “Contemplata aliis tradere”, tu sei chiamato a trasmettere (ecco il significato di tradizione) ciò che prima hai contemplato; se noi non contempliamo, non possiamo trasmettere nulla se non noi stessi, ma questo è il falso profeta.

Colui che trasmette sé stesso, non è discepolo di Gesù, a Gesù non interessa chi trasmette sé stesso, perché noi non abbiamo niente di salvifico da trasmettere.

Voi mi guardate, vedete qualcosa di salvifico in me?

No, non c’è niente di salvifico. In me non c’è un messaggio grandioso che io devo trasmettere, non c’è, di mio non c’è niente, tutto di vecchio, tutto di terra.

Colui, che veramente è servo di Dio, è colui che ode la Parola di Dio, la voce di Dio, colui che legge la realtà con gli occhi di Dio e la trasmette agli altri.

Lo Spirito Santo serve a questo, a trasmettere.

Noi dobbiamo stare molto attenti, molto attenti a essere dei veri profeti, a essere dei veri servitori di Dio, non dobbiamo portare alla gente noi stessi, dobbiamo portare alle persone Dio, nel modo più integrale possibile, diceva San Francesco d’Assisi.

Il nostro Papa è tanto devoto di San Francesco d’Assisi e San Francesco d’Assisi, quando commentava il Vangelo, diceva: «Sine glossa», non voglio commenti, il Vangelo va preso così. Lui lo ha vissuto così, senza dire, come facciamo noi oggi: «Sì, diceva così, però va interpretato», che tradotto nel linguaggio degli scribi e dei farisei è come dire: «Faccio quello che voglio io», cioè prendo la Parola di Gesù, ma siccome Gesù non era completamente sano di mente, aveva un po’ di problemi, quindi io, invece, che sono assolutamente sano e che a differenza di Gesù so ben leggere la cultura, prendo il messaggio di Gesù e dico: «No, Gesù, guarda, questo per noi non va bene, quindi via»; poi prendo un altro pezzo, una coda, quella va bene e la giro come piace a me. Ma questo non è essere cristiani.

Gesù non era un minus habens, Gesù sapeva ragionare, sapeva anche parlare, e non è che usasse un linguaggio incomprensibile, assurdo, o chissà cos’altro; a parte le parabole, molte delle quali hanno bisogno di essere spiegate, ma per il resto è un linguaggio molto semplice, che capiscono anche i bambini. Semplicemente la difficoltà é prendere quello che dice e viverlo. Punto.

Questo è difficile.

Allora, dobbiamo ascoltare e annunciare.

E io come ascolto la voce di Dio? In che modo?

Cammino e lui mi parla?

No, di norma, non è così. Di norma, la voce di Dio l’ascolto nella preghiera; se io non prego, non profetizzo niente; se io non prego, non ho niente da dire agli altri, non c’è niente da dire, tutta aria fritta.

Siete voi i primi che lo dite, no?

Quando dite: «Quello lì ripete sempre le stesse cose… Quello lì, quando parla, mi annoia, mi stufa, tutta aria fritta, tutta roba teorica».

Noi siamo chiamati ad annunciare ciò che è vero, la prima persona che deve fare esperienza di questa verità sono io, e per fare questo devo passare ore davanti al tabernacolo, devo stare davanti al tabernacolo, perché lì c’è veramente dentro Gesù, è Lui che mi istruisce, è Lui che mi dà la grazia di capire, è Lui che mi dice cosa devo annunciare.

«Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è Mio e ve lo annuncerà».

Qual è la gloria che noi rendiamo a Gesù?

In che modo noi rendiamo gloria a Gesù?

In quella maniera, lo dice Gesù: «Prenderà da quel che è Mio e ve lo annuncerà».

Noi dobbiamo prendere dal tesoro che sta nel Cuore di Cristo e darlo agli altri, senza paura, perché nel momento in cui noi diventiamo veramente cristiani, c’è da aver paura, perché quello è il momento in cui iniziano le persecuzioni.

Gesù lo dice nel Vangelo: «Vi troverete odiati senza sapere il perché».

Infatti, voi vi guardate e dite: «Ma perché mi odiano? Cosa ho fatto di male? Io non ho ucciso nessuno, non ho rubato niente a nessuno, non ho parlato male di nessuno, perché mi devono odiare? Perché mi odiano? Perché parlano male di me? Perché mi vogliono male? Perché mi fuggono? Perché mi mettono in esilio, come Sant’Atanasio? Perché mi perseguitano come Padre Pio da Pietralcina, come tutti i Santi, come Santa Teresa d’Avila? Perché mi fanno del male? Non ho fatto niente».

Perché tu stai prendendo da quel che è di Gesù e lo stai dando agli altri, e Gesù, dice Simeone, è venuto quale segno di contraddizione per svelare le intenzioni dei cuori.

Se io prendo dal tesoro che sta nel Cuore di Cristo e lo trasmetto a chi ho accanto con la parola e con la vita, quelli che non sono secondo Gesù, come i farisei, ti odiano.

Perché?

Perché tu li scardini, ma anche senza parlare, solamente con la tua persona; tu li scardini dalle loro falsità, dalle loro corruzioni, dalle loro ambiguità, dai loro peccati, gli fai vedere la loro incoerenza e la loro ipocrisia.

È per questo che ci danno fastidio i Santi.

Perché noi martirizziamo i Santi del presente e santifichiamo i Santi del passato?

Per questa ragione, perché, quando abbiamo i Santi fra di noi, ci danno fastidio, allora li perseguitiamo; quando poi, oramai, sono morti, allora li eleviamo agli onori degli altari.

Pensate alla figura di San Pio da Pietralcina e a cosa ha subito, da vivo e da morto.

Non è da molto tempo che le spoglie di Padre Pio sono arrivate a Roma, e non avete letto sui giornali quello che hanno detto alcuni, ancora adesso dopo che è morto e sepolto, contro di lui?

Incredibile! È una cosa satanica!

Adesso che la Chiesa lo ha riconosciuto quale Santo (e la Chiesa non può sbagliare in questo), nessuno può più dire una parola contro di lui, eppure ancora oggi ci sono persone che covano nel cuore del risentimento verso Padre Pio, che non ha fatto niente di male a nessuno.

Per il solo fatto di vederlo vivo, di sentirlo, di leggerlo, di vederne la presenza, se il mio cuore vive nell’ambiguità, mi dà fastidio.

In tutto questo c’è di mezzo il diavolo. Quando noi perseguitiamo i Santi, noi diventiamo strumenti del demonio, invece che essere strumenti di Dio.

Ecco la differenza tra il servo di Jahvè e il fariseo.

Per questo noi dobbiamo chiedere la grazia a Maria Santissima di concederci la luce dello Spirito Santo. Dobbiamo imparare a pregare più spesso lo Spirito Santo e chiedere allo Spirito Santo questa grazia di saper attingere al Cuore di Cristo e di non aver paura delle persecuzioni.

Una cosa stranissima, che da tempo io noto, è questa: i genitori si lamentano spesse volte perché i figli vanno a ballare in discoteca e tornano alle 4.00 del mattino, perché bevono, perché si drogano, perché fumano, perché rispondono male, perché bestemmiano, perché non vanno in chiesa, perché convivono, perché di qua e perché di là, poi magari il Signore tocca il cuore di questi figli, e magari la Madonna concede la grazia (non è raro che la Madonna conceda le grazie se gliele chiediamo) e questi figli si allontanano dal male e cominciano a seguire Gesù.

I ragazzi, i giovani, a differenza degli adulti, vivono di assoluti, nel bene, e nel male; grazie al cielo, che c’è qualcuno che vive di assoluti, non come noi che ci barcameniamo tenendo il piede in cento scarpe, dicendo che noi siamo più equilibrati.

Equilibrati di che cosa? Se vedessimo San Francesco d’Assisi, cosa dovremmo dire?

Ci dovremmo solo nascondere davanti alla sua assolutezza!

Quindi, questi ragazzi cominciano a seguire il Signore e ad amarlo, ma la cosa incredibile è che gli stessi genitori, che sono venuti prima a supplicare le grazie dalla Madonna e da Teresina, sono poi quelli che vengono a lamentarsi perché questi figli adesso pregano troppo oppure vanno troppo da Gesù.

Ma io dico: «Ma bacia la terra che calpesta questo ragazzo o questa ragazza! Ringrazia il Signore! Ma quando mai Gesù è stato troppo? Avete mai sentito qualcuno che ha fatto indigestione di Gesù ed è stato ricoverato in ospedale? Io non ho mai visto nessuno in psichiatria con la diagnosi: “Malato di mente per troppo Gesù”».

Io non ho mai visto Gesù far diventare pazzo qualcuno, invece ho visto qualcuno diventare pazzo per la droga, diventare pazzo per il fumare, diventare pazzo per la vita sregolata, per l’andare a letto tardi la sera, queste cose le ho viste, mentre non ho mai visto nessuno andare fuori di testa perché ha seguito Gesù, perché amava Gesù; anzi, ieri sera un dottore, un chirurgo che lavora qui all’ospedale di Monza, è venuto al Santuario prima della Messa, e mi ha detto: «Padre, guardi cosa le porto!»

Mi ha portato un foglio con un articolo medico, dei loro giornali di medicina, che dice (dopo una indagine durata sedici anni) che l’ottanta per cento delle donne che va in chiesa, quelle che vanno maggiormente rispetto a tutte le altre, hanno il ventitré per cento di probabilità in meno di ammalarsi di cancro e di malattie cardiovascolari.

Perché?

Perché Gesù è la vita! È vita!

Sorella Amelia, se non ricordo male il nome, quella fondatrice di case per tossicodipendenti, sapete che terapia farmacologica usa di disintossicazione dalla tossicodipendenza?

Semplicissimo lei dice: «Se tu entri nella mia Comunità, la regola è una sola, o la accetti subito oppure niente. La regola è questa: le ore in ginocchio davanti al tabernacolo. Credi o non credi, a me non interessa, o le fai o non entri».

Lei li prende e li mette lì, in ginocchio, davanti al tabernacolo e le persone miracolosamente cambiano da così a così.

Perché?

Perché tu non puoi stare davanti al sole e tornate a casa albino, non si può, non si può!

Che tu credi o non credi nel sole.

Tu dici: «Io non credo che il sole splende».

Stai un giorno al sole e vediamo se non ci credi! E così succede con il tabernacolo, solo che noi non ci crediamo e la vita non cambia.

Cosa dice Gesù?

«Lasciate che i bambini vengano a me!»

Non dobbiamo essere come i discepoli stolti che li portavano via e dicevano: «Non disturbate Gesù!»

Ma che disturbare Gesù! Gesù è venuto per questo, è venuto per loro! È venuto per chiamare i ragazzi, è venuto per chiamare i bambini!

Andate a leggere San Giovanni Bosco cosa scrive!

Noi dobbiamo portare le persone al Signore!

Certo, educarle, formarle, tutto quello che volete, ma dobbiamo essere contenti di vedere quando le persone si accostano al Signore.

San Domenico Savio, morto bambino, quando celebravano la Messa alle 8.00 del mattino, alle 15.00 era ancora in chiesa in ginocchio a fare il ringraziamento; i Sacerdoti lo andavano a chiamare e gli dicevano: «Domenico, ma dove sei?», e lui si riprendeva e diceva: «È finita la Messa? Arrivo, arrivo».

Gli dicevano: «Ma Domenico, sono passate sette ore dalla Messa, è finta da sette ore». Lui rispondeva: «No, è finita adesso».

E loro: «No, sono le tre del pomeriggio, la Messa era stamattina, ma cosa fai ancora qua?»

Lui diceva: «Ma io non mi sono accorto di niente…»

Succedesse adesso, o mamma…

Per questo poi i ragazzi non vanno in chiesa, per questo, perché guardano noi e dicono: «Ma io devo diventare così? Ma no, io vado a ballare, almeno mi diverto!»

Tutti musoni, tristi, brontoloni, sempre affaticati, sempre stanchi, sempre nervosi, non pregano mai, il segno di croce lo fanno storto, sono lì tutti un po’ così…allora uno dice: «Io non vado, cosa vado a fare?»

Se invece noi diamo loro Gesù, il vero Gesù, i ragazzi si innamorano, perché Gesù porta via il cuore.

Che lo Spirito Santo ci conceda la grazia di essere veri testimoni dell’amore del Padre.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

SANTISSIMA TRINITA’ (ANNO C)

PRIMA LETTURA (Pr 8,22-31)

Prima che la terra fosse, già la Sapienza era generata.

Così parla la Sapienza di Dio:

«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,

prima di ogni sua opera, all’origine.

Dall’eternità sono stata formata,

fin dal principio, dagli inizi della terra.

Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,

quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;

prima che fossero fissate le basi dei monti,

prima delle colline, io fui generata,

quando ancora non aveva fatto la terra e i campi

né le prime zolle del mondo.

Quando egli fissava i cieli, io ero là;

quando tracciava un cerchio sull’abisso,

quando condensava le nubi in alto,

quando fissava le sorgenti dell’abisso,

quando stabiliva al mare i suoi limiti,

così che le acque non ne oltrepassassero i confini,

quando disponeva le fondamenta della terra,

io ero con lui come artefice

ed ero la sua delizia ogni giorno:

giocavo davanti a lui in ogni istante,

giocavo sul globo terrestre,

ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 8)

Rit: O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,

la luna e le stelle che tu hai fissato,

che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,

il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,

di gloria e di onore lo hai coronato.

Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,

tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti

e anche le bestie della campagna,

gli uccelli del cielo e i pesci del mare,

ogni essere che percorre le vie dei mari.

SECONDA LETTURA (Rm 5,1-5)

Andiamo a Dio per mezzo di Cristo, nella carità diffusa in noi dallo Spirito.

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.

E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.

La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Canto al Vangelo (Ap 1,8)

Alleluia, alleluia.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,

a Dio, che è, che era e che viene.

Alleluia.

VANGELO (Gv 16,12-15)

Tutto quello che il Padre possiede è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve lo annuncerà.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.

Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

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