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S. Maria Maddalena de’ Pazzi

SMariaMaddalenadePazzi

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia del 25 maggio 2016, memoria di S. Maria Maddalena de’Pazzi, vedova e monaca Carmelitana.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Vita vitale, dolce e amabile! O amore, vieni ad habitare dentro al mio petto. Accendimi tutta di te, sì che amar ti possa. Vieni amore. O amore, se tu ti riposi in quelli che cercano l’amore e l’honor tuo, che mai altro io cerco? Però affretta il passo, e vieni amore! Se tu, amore, ti riposi nel sen del Padre, e io fui ab eterno nella mente sua. Tu mi dirai che sei l’istesso Dio, e io son fatta a inmagine e similitudine tua. Se tu riposi ne’ vaselli puri, eccone uno che non ha mai desiderato altro che purità. Ti concedo, sì, che l’ho macchiata, e dico mia colpa; ma ricevo sì spesso il Sangue del Verbo che lieva via ogni macchia. Se tu habiti nelle spose sua, mi glorierò in questo, che lui mi chiamò e io udi’ la voce sua e li risposi. Lui mi sposò, e io stesi il dito; e però vieni, amore! Amore, tu di’ che ti cibi di Sangue; questo non te lo posso dare, ma ti offerirò quel del Verbo, e m’è testimonio il mio Christo chiovellato in croce che mi glorierei di lassarmi tagliare ogni hora mille volte a membro a membro per poter dare il mio sangue. E però vieni, amore. Amore, se io sapessi un’anima che totalmente possedessi amore, hor hora andrei a trovarla; ma perché non la so, chiamerò te, amore. Che intendi tu amore che io chiegga quando io chieggo di esser transformata in te? Ti chieggo che tu mi porti sopra le tua ale e mi congiunga a quel Verbo divino”

(S. Maria Maddalena de’Pazzi, PRO II, 99-100).

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

S. Maria Maddalena de’ Pazzi

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, monaca carmelitana, che nacque a Firenze nel 1566, possiamo dire che ha incarnato in tutta la sua vita in modo perfetto quello che abbiamo letto oggi nel Vangelo.

Certamente lei è stata una piccola del Signore, certamente lei ha voluto essere in mezzo alle sue consorelle, in mezzo alla Chiesa (perché ha avuto il compito anche di riformatrice della Chiesa da Gesù), come una servitrice e non si è fatta spaventare dalla Passione di Gesù, come abbiamo letto oggi, all’inizio di questo Vangelo.

Lei non era sgomenta, perché doveva seguire Gesù verso Gerusalemme, anzi.

Cerchiamo di vedere un po’ come questa Santa carmelitana fiorentina ha lasciato un segno nella storia della Chiesa, un segno molto importante.

Innanzitutto, per Lei avvengono delle cose speciali: per prima, lei riceve la Comunione a dieci anni, una cosa particolare per quel tempo, e a sedici anni lei ottiene il permesso dal papà e dalla mamma di entrare in monastero di clausura, un’altra cosa assolutamente eccezionale; era molto piccola, ma la famiglia, dopo forti resistenze, decide di accettare questa richiesta, la fa entrare e prende il nome appunto di Maria Maddalena.

Subito, durante il tempo del noviziato, questa giovanissima ragazza viene colpita da una malattia inspiegabile, molto misteriosa che non le consente di stare sdraiata.

La Madre superiora, era una santa donna, una donna molto illuminata, di vera carità, perché, sapete, un conto è avere la carità sulla lingua, un conto è avere la carità per quelli di fuori dalla nostra famiglia, e un conto è avere la carità. La carità vera, quando ce l’hai, ce l’hai sempre con tutti, se no non ce l’hai, non puoi averla con qualcuno e non con altri. Questa Priora (nonostante il monastero di Firenze fosse ancora uno dell’antica osservanza, molto molto rigido) era una donna di vera carità e coglie immediatamente l’evento che si sta scatenando in questa ragazza, anticipa la professione religiosa di Maria Maddalena e la portano in chiesa su di un letto.

Figuratevi voi l’eccezionalità della cosa, da tutti i punti di vista, ma questa Superiora era veramente molto illuminata.

Quindi, il 27 maggio del 1584, lei emette la sua professione religiosa nella Solennità della Santissima Trinità e in quel momento lei ebbe una delle prime più grandi esperienze mistiche, in quanto, appena dati i voti, lei si trovò al cospetto della Santissima Trinità.

Questa Santa ha lasciato cinque volumi di testi, non scritti tutti da lei perché molti sono scritti dalle consorelle, ma ha lasciato un bagaglio incredibile di testimonianze di esperienze mistiche.

Da lì, infatti, inizia un susseguirsi di vita mistica.

L’8 giugno del 1584 vede e vive il dramma della Passione di Gesù; due giorni dopo, avviene lo scambio dei cuori, cioè Maria Maddalena dà il suo cuore a Gesù e Gesù mette il Suo Cuore nel petto di Maria Maddalena.

Il 28 giugno dello stesso anno riceve le stigmate invisibili come Santa Caterina da Siena, che era un suo modello, tra l’altro.

Il 6 luglio riceve la coronazione di spine; quindi, capite che sono fenomeni mistici molto grandi, molto forti.

Nell’anno seguente avviene il matrimonio mistico tra lei e Gesù, e Gesù le dona l’anello; questa è una pratica che avviene nella mistica.

Con molte mistiche Gesù opera questa realtà particolare che è donare l’anello, cioè lo sposalizio mistico, come descritto da Santa Teresa d’Avila.

Voi direte: «Ma tutte queste cose a noi cosa servono? Tanto noi non abbiamo il matrimonio mistico, non vediamo la Trinità».

È vero, ma la mistica è quella branca della teologia che insegna a vivere il reale, secondo gli occhi di Dio.

È molto importante avere una conoscenza mistica corretta, perché ci dà uno sguardo molto rigoroso sulla realtà, dal punto di vista di Dio.

Infatti, (ecco, questo interessa noi) accade che, nel 1585, lei scrive: «Vengo introdotta nella fossa dei leoni».

Cosa vuol dire?

Vuol dire che da quel momento inizia per lei una terribile prova della notte dello Spirito.

Dio le preannuncia che non avrà più nessuna percezione sensibile di Dio, entrerà in una aridità terrificante, e lei entra in questo tempo tremendo. Tanto fu tremendo questo tempo, che lei arrivò ad essere tentata di suicidio, e sentite cosa scrivono, cosa depongono su di lei: “In quel momento, nel momento della più bassa disperazione, la sua fede rimane ferma”.

Aveva già preso in mano il coltello, e invece cosa fa?

Depone il coltello ai piedi della statua di Gesù e si affida nuovamente e totalmente a Lui”.

Quanto ci è di consolazione questo! Forse noi non vedremo la Santissima Trinità in terra, però quante volte nella nostra vita il dolore bussa fino alla disperazione!

In questi momenti tremendi, dove non si vede più niente che il buio, dove nulla ha più senso, dove si ha solamente voglia di morire e di farla finita, dove si avverte una solitudine terrificante, ecco, questa martire della fede (mi è venuto il temine martire, perché io credo che la notte dello Spirito comporti una martirio interiore), perché ha continuato a credere in Gesù nonostante tutto e al di là di tutto, ci insegna a ricorrere a Lui, anche e soprattutto in quei momenti di maggior disperazione, e a deporre i nostri coltelli, che possono avere tante forme e tante misure, ai piedi di Gesù e dire: «Io credo in te!»

È facile credere in Gesù quando tutto va bene, quando tutto si sente; difficilissimo credere in Gesù quando si è nella disperazione.

Allora, volevo concludere questa omelia con una preghiera, scritta da lei, che a me sembra veramente bellissima e che vorrei farla anche vostra, perché, se noi diciamo queste cose oggi, veniamo accusati di smancerie, devozionismi falsi, tutte queste cose qui.

Se adesso voi sentite queste parole dite: «Mamma che roba melassa!»

È talmente melassa, che è uscita dalla penna di una Santa della portata di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi…

Lei si rivolge così a Dio: “Vita vitale, dolce e amabile! O amore, vieni ad habitare dentro al mio petto. Accendimi tutta di te, sì che amar ti possa. Vieni amore. O amore, se tu ti riposi in quelli che cercano l’amore e l’honor tuo, che mai altro io cerco? Però affretta il passo, e vieni amore! Se tu, amore, ti riposi nel sen del Padre, e io fui ab eterno nella mente sua. Tu mi dirai che sei l’istesso Dio, e io son fatta a immagine e similitudine tua. Se tu riposi ne’ vaselli puri, eccone uno che non ha mai desiderato altro che purità. Ti concedo, sì, che l’ho macchiata, e dico mia colpa; ma ricevo sì spesso il Sangue del Verbo che lieva via ogni macchia. Se tu habiti nelle spose sua, mi glorierò in questo, che lui mi chiamò e io udì la voce sua e li risposi. Lui mi sposò, e io stesi il dito; e però vieni, amore! Amore, tu dì che ti cibi di Sangue; questo non te lo posso dare, ma ti offerirò quel del Verbo, e m’è testimonio il mio Christo chiovellato in croce che mi glorierei di lassarmi tagliare ogni hora mille volte a membro a membro per poter dare il mio sangue. E però vieni, amore. Amore, se io sapessi un’anima che totalmente possedessi amore, or ora andrei a trovarla; ma perché non la so, chiamerò te, amore. Che intendi tu amore che io chiegga quando io chieggo di esser transformata in te? Ti chieggo che tu mi porti sopra le tua ale e mi congiunga a quel Verbo divino”.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

PRIMA LETTURA (1Pt 1,18-25)

Foste liberati dalla vostra vuota condotta con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia.

Carissimi, voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio.

Dopo aver purificato le vostre anime con l’obbedienza alla verità per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, rigenerati non da un seme corruttibile ma incorruttibile, per mezzo della parola di Dio viva ed eterna. Perché ogni carne è come l’erba

e tutta la sua gloria come un fiore di campo.

L’erba inaridisce, i fiori cadono,

ma la parola del Signore rimane in eterno.

E questa è la parola del Vangelo che vi è stato annunciato.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 147)

Rit: Celebra il Signore, Gerusalemme.

Celebra il Signore, Gerusalemme,

loda il tuo Dio, Sion,

perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,

in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini

e ti sazia con fiore di frumento.

Manda sulla terra il suo messaggio:

la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,

i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.

Così non ha fatto con nessun’altra nazione,

non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

Canto al Vangelo (Mc 10,45)

Alleluia, alleluia.

Il Figlio dell’uomo è venuto per servire

e dare la propria vita in riscatto per molti.

Alleluia.

VANGELO (Mc 10,32-45)

Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato.

In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti.

Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».

Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».

Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

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