Scroll Top

La persecuzione dei Santi di Dio

PersecuzioneSanti

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di domenica 17 aprile 2016 (S. Messa prefestiva).

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

La persecuzione dei Santi di Dio

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

In questa quarta domenica di Pasqua, la prima lettura di oggi, tratta dal capitolo 13 degli Atti degli Apostoli, ci mostra una verità quanto mai attuale. Paolo e Barnaba si recano ad Antiochia in Pisidia, in un giorno di sabato, come se fosse oggi, entrano nella sinagoga e siedono.

Paolo e Barnaba cercano verso molti Giudei proseliti, che credevano in Dio, parlando con loro, di invogliarli, di convincerli, di spingerli il più possibile a perseverare nella grazia di Dio.

È il compito di ogni Sacerdote, no?

Qual è il compito di un Sacerdote che predica, di un cristiano anche laico?

È invitare gli altri, a partire da sé stesso, a perseverare nella grazia di Dio, cioè vuol dire ad insistere, ad essere costante, ad essere fedele, a mettere anima e corpo per andare avanti nella grazia di Dio, per non lasciarsi stancare, per non lasciarsi dissuadere, per non lasciarsi avvilire, allontanare. È dire: «Vai avanti! Sii fedele! Sii perseverante! Continua a confessarti! Prega! Vivi una vita in modo tale che tu possa fare la Comunione in ogni momento, in ogni giorno della tua vita, perché se tu muori oggi, tu sei in pace con Dio».

Il sabato seguente, tutta la città si raduna per ascoltare la Parola del Signore e c’era una gran moltitudine di persone…certo, questo vale per ognuno di noi; quando noi incontriamo qualcuno che parla chiaro, vogliamo ascoltare.

Oggi nessuno o pochi parlano chiaro, non si capisce niente. Quando uno parla non si capisce, come vi dico spesso, se è di qui o è di lì. Che cosa pensa quella persona?

Uno finisce di ascoltare o di leggere un testo e dice: «Ma questo, cos’è che pensa? Boh…», perché dice tutto e il suo contrario. Non si capisce niente.

A volte si è talmente sibillini e ambigui, che uno non capisce proprio che cosa uno stia dicendo, che cosa stia scrivendo.

Quando invece incontri qualcuno, come Paolo e Barnaba, che parla chiaro…

Parla chiaro chi è chiaro dentro, parla chiaro chi non è compromesso, chi non è colluso con il male e con il mondo, parla chiaro chi non ha paura.

Paura di chi?

Delle pie donne, che sono scritte poco avanti, e dei notabili, che poi gliele hanno suonate e li hanno mandati via, capito?

Tanto pie erano queste donne e pii questi notabili, che li hanno fatti sparire, hanno mandato via gli Apostoli, come hanno mandato via Gesù e lo hanno crocifisso.

Quando però la gente semplice, quella che veramente vuole cercare il Signore, i credenti in Dio come dicono gli Atti degli Apostoli, incontra qualcuno come Paolo e Barnaba e sente che da lì viene fuori Gesù, che ti parlano di Gesù, che ti dicono la verità, accorre, quindi loro avevano una moltitudine di persone che li ascoltava.

Da una settimana con l’altra, sono partiti con cinquanta persone e se ne sono trovate tremila.

Cosa succede?

I Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo”.

Questo è un verme terribile, questo è un verme che quando ti entra nel cuore ti svuota come fa il verme nella mela, ti mangia via tutto, la gelosia è un demonio terribile.

Questi non fanno un ragionamento vero, non portano motivazioni ragionevoli contro quello che diceva Paolo, no, lo insultano!

Uno, già da questo, dovrebbe capire che chi ha davanti è un meschino, che ciò che lo muove non è la verità, ma è la gelosia, perché Paolo ottiene quei successi che i Giudei non hanno ottenuto, perché fedele a Gesù.

Loro, invece di lasciarsi convertire, invece di fare un esame di coscienza, diventano gelosi e li insultano.

Questo accade oggi, come allora.

Pensate a cosa ha vissuto San Pio da Pietralcina…

Quel povero Prete, che non ha fatto altro che fare il Prete, era un Prete vivente, era il Cristo che camminava tra noi, e gliene hanno fatte di tutti i colori, di più ancora.

Persino il Magnifico Rettore della Cattolica, Padre Agostino Gemelli, una cosa terrificante, menzogne su menzogne ha detto e ha scritto su quel povero Prete santo. Perché?

Perché era invidioso, perché era geloso, perché è rimasto offeso nel suo orgoglio quando Padre Pio non ha voluto mostrare le mani stigmatizzate, perché lui non aveva il permesso.

La storia si ripete sempre, sapete, non cambia niente.

Allora Paolo dice: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani».

Guardate, noi possiamo pregare Dio per tante cose ma io credo sia una la cosa più importante da chiedere al Signore: «Signore, ti prego, non voltare la faccia da me! Signore, ti prego, fa’ in modo che io non sia così stolto da perseguitare i Tuoi Santi, i Tuoi Profeti. Fa’ in modo che non vadano via da me a causa del mio comportamento, perché, persi questi, non ci rimane più niente, rimaniamo sbandati, non si capisce più niente».

Questi avrebbero dovuto dire: «Voi andate per la vostra strada! Non volete ascoltare Paolo e Barnaba? Andatevene a casa vostra, noi li vogliamo ascoltare!»

Ma vedete, le pecore di Gesù ascoltano Gesù, i caproni non ascoltano nessuno, se non se stessi; infatti, il demonio è rappresentato come un caprone, pieno di orgoglio e di superbia.

Il Signore tante volte nella nostra vita ci viene incontro, però Sant’Agostino ci avvisa: «Timeo Christum transeuntem», temo il Cristo passante, ho paura di Gesù che se ne va.

Gesù se ne va, è scritto nel Cantico dei cantici. Gesù se ne va e poi magari ci vuole una vita per ritrovarLo e per rimettersi in pace con Lui, perché ciascuno di noi ha un’ora nella quale viene visitato, nella quale viene incontrato.

Oggi alla Messa abbiamo qui le mamme che hanno avuto la croce grande di perdere i loro figli da giovani, quelli sono i momenti nei quali si capisce il valore dell’attimo.

Tu vedi una persona al mattino e alla sera non la vedi più, basta, la porta si è chiusa, la porta della storia si è chiusa e tu non hai più la possibilità magari di dire una parola, di chiarire un concetto, di recuperare…niente, basta, non c’è più.

Dovremmo riflettere sulla preziosità degli attimi, del tempo, dell’ora, del Signore che ci visita in quell’ora, delle grazie che ci fa Dio, delle persone che ci mette accanto, e noi invece dobbiamo sempre affermare noi stessi, dobbiamo sempre avere ragione noi, dobbiamo sempre vantare noi qualcosa, dobbiamo sempre far vedere le nostre idee, dobbiamo sempre fare le guerre e perseguitare i Santi di Dio.

Poi arriva in momento in cui il Signore prende e porta via, porta via con la morte, questo capita a tutti, o porta via perché sposta.

Padre Pio, ad un certo punto è andato…

E noi? Quanti Santi Dio ci fa passare accanto, e noi cosa ne facciamo?

Noi ce ne accorgiamo? Noi li cerchiamo? Noi obbediamo?

Chissà se noi desideriamo un Paolo e un Barnaba che ci dicano: «Persevera nella grazia di Dio, non abbandonare il Signore! Sii un uomo di verità! Confessati di frequente e accostati all’Eucarestia solo se sei in grazia di Dio, perché quello non è un pane benedetto, è il Corpo e il Sangue di Cristo! Se non sei in grazia di Dio, non ti accosti».

Si sente dire: «Noi andiamo alla Messa perché dobbiamo tutti fare la Comunione».

Sì, sì, certo, questo è l’ideale, ma se sei in grazia di Dio; se non sei in grazia di Dio stai al tuo posto! Prima ti vai a confessare, vai a chiedere perdono al Signore.

Come fai ad avvicinarti al Signore se hai dentro un pugnale nel petto, dice San Giovanni Bosco?

Come fai a ricevere il Corpo di Cristo se sei morto, perché porti dentro di te il peccato mortale?

Noi, tutti noi qui presenti, tutti, voi tutti qui presenti, uno dopo l’altro, me compreso, queste cose le sappiamo benissimo!

Ci vengano a raccontare tutte le storie che vogliono, chiunque esso sia, tutte queste cose noi le sappiamo benissimo, tutti voi qui presenti le sapete benissimo, meglio di me!

E quando siamo nel letto da soli, alla sera, noi queste cose dentro le sentiamo vive, più della nostra carne, del nostro sangue che pulsa nelle vene, a dispetto di tutte le bugie che ci possono essere raccontate.

Quella coscienza lì dobbiamo ascoltare e seguire, perché è quella che porteremo davanti al Padre Eterno nel giorno del Giudizio e sarà quella che dovrà rispondere, non cosa ci dice Tizio e cosa ci dice Caio, ma la nostra coscienza oggi cosa ci dice.

Forse ci dice quello che diceva a San Giovanni Paolo II: «Riconciliatevi con Dio, lasciatevi riconciliare con Dio!»

«Instaurate tutto in Cristo!», diceva Pio XII.

Gesù sia al centro della tua vita!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

IV DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

Prima lettura

At 13,14.43-52
Ecco, noi ci rivolgiamo ai pagani.

In quei giorni, Paolo e Bàrnaba, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero.
Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio.
Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».
Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.

Salmo responsoriale

Sal 99

Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.

Seconda lettura

Ap 7,9.14-17
L’Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita.

Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani.
E uno degli anziani disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame né avranno più sete,
non li colpirà il sole né arsura alcuna,
perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono,
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».

Canto al Vangelo (Gv 10,14)

Alleluia, alleluia.
Io sono il buon pastore, dice il Signore,
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
Alleluia.

Vangelo

Gv 10,27-30
Alle mie pecore io do la vita eterna.

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Post Correlati