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“Condotta per passare santamente la Quaresima”, del p. Avrillon. Parte 1

“Condotta per passare santamente la Quaresima” - p. Avrillon

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 1 marzo 2022 – Festa del Volto Santo

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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“Condotta per passare santamente la Quaresima”, del p. Avrillon. Parte 1

Eccoci giunti a martedì 1 marzo 2022, primo martedì del mese di marzo, primo giorno di marzo, quindi oggi ricordiamo la festa del Volto Santo di Gesù. Non mi fermo a dire nulla su questa bellissima festa, non perché non sia devoto del Volto Santo, anzi tutt’altro, visto che porto proprio questo cognome religioso: Padre Giorgio Maria del Volto Santo, ma perché abbiamo troppe cose da dover fare in questo tempo di Quaresima, con la lettura del testo che tra poco vi dirò, che è molto denso, molto ampio. Quindi vi rimando a tutte le omelie che ho tenuto negli anni scorsi sulla festa del Volto Santo. Le trovate sul sito www.veritatemincaritate.com, sono diverse, basta che nel campo di ricerca del sito digitiate “Volto Santo” oppure “Madre Pierina de Micheli” e troverete tutte le omelie che ho fatto, così chi non conosce la devozione al Volto Santo la potrà approfondire. 

Stessa cosa dicasi del fatto che inizia oggi il mese dedicato a San Giuseppe e quindi inizia la bellissima pratica devozionale del Sacro Manto di San Giuseppe. Anche su questo non posso dire nulla perché porterebbe via troppo tempo, rimando anche per questo alle omelie che ho già fatto negli anni passati su questa bellissima pratica del Sacro Manto di San Giuseppe che dura tutto il mese di marzo e che va fatta ogni giorno. Anche questo lo trovate sul sito www.veritatemincaritate.com e poi verrà pubblicato anche su Telegram, troverete anche lì degli approfondimenti. 

È bellissimo quest’anno perché tutto questo mese di marzo sarà praticamente tutto il mese della Quaresima, perché Pasqua sarà poco dopo i primi di aprile, quindi la stragrande maggioranza della Quaresima la faremo nel tempo di marzo, in aprile avremo un piccolo rimasuglio la parte finale della Quaresima, poi soprattutto avremo la Settimana Santa, quindi la domenica delle Palme, la festa della Divina Misericordia, ma questo accadrà tutto in aprile. Quindi il mese di marzo è bellissimo perché tutto questo mese dedicato a San Giuseppe noi lo vivremo con San Giuseppe, cioè attraverso la mediazione e l’aiuto potentissimo di San Giuseppe. 

Vivremo questa santa Quaresima che, come vi dicevo, deve essere una santa Quaresima, dobbiamo proprio fare una santa Quaresima fatta proprio bene, potrebbe essere l’ultima della nostra vita, potrebbe essere l’ultima della mia vita, potrei non arrivare neanche in fondo, so che sono arrivato all’inizio, quindi dobbiamo farla proprio bene, veramente bene.

Questo Sacro Manto di San Giuseppe io vi chiedo di offrirlo anche, non solo, anche per la mia intenzione che da anni vi sottopongo, che è quella di Sofonia 3. Vi chiedo di metterla nelle intenzioni vostre personali del Sacro Manto di San Giuseppe.

Detto questo, abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo X di San Marco, versetti 28-31, anche noi dobbiamo chiederci se abbiamo lasciato tutto per seguire il Signore, perché per sperimentare questa promessa di Gesù:

“Cento volte tanto in… insieme a persecuzioni, e la vita eterna”

Per sperimentare questo, dobbiamo chiederci: “Ma io lasciato tutto per Gesù?” 

“Non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora..”

Noi per Gesù abbiamo lasciato tutto? Se abbiamo lasciato tutto e, io aggiungo, “tutti”, allora chi ha fatto questo deve dire che Gesù ha detto una grandissima verità, Lui dice:

“Cento volte tanto”

 Noi potremmo dire milioni di volte tanto perché la bontà del Signore supera cento volte. Lui dice cento, ma chi sperimenta queste cose deve dire che cento è poco, ma si sa, il Cuore di Dio è talmente grande che, quando Lui ci dà qualcosa, per Lui è sempre poco, perché per un papà è sempre poco quello che fa. Il figlio grato che lo riceve non può che dire: “Papà, ma guarda che questo non è cento, sono milioni, miliardi, triliardi, l’infinito, di più di quella miseria che io ho lasciato, e che grazie a Te ho lasciato”. È questo il bello, quando passano un po’ di anni e uno si gira indietro dice: “Ma io ho lasciato la miseria, ho lasciato niente! Cos’è che ho lasciato? Anzi sono ben contento di aver lasciato, perché Tu sei cento volte di più, anzi Tu sei milioni di volte di più.”  

Prima di dire finalmente il titolo di questo attesissimo libro che da un anno vi anticipo, volevo lasciarvi le due bandiere di questa Quaresima, che vi prego proprio di segnarvi, sono due espressioni latine, sono due bandiere, vuol dire che noi ci muoveremo in questa Quaresima con due bandiere in mano, la bandiera è proprio la bandiera della patria. Le nostre due bandiere, che dicono un po’ la nostra patria, sono questi due motti, queste due frasi latine che vi lascio, che vi consiglio di trascrivere, così ogni giorno in questa Quaresima vi confronterete, ci confronteremo con queste due bandiere.

La prima bandiera: si narra che Arsenio uno dei più grandi esponenti del monachesimo eremitico e allievo di San Girolamo – quindi un personaggio di tutto spessore – dopo aver abbandonato l’incarico di precettore presso la corte dell’Imperatore Teodosio si ritirò nel deserto, in Egitto, dove morì nel 450 d.C. E lì, pregando Dio di mostrargli il cammino della salvezza, chiese a Dio: “Indicami la mia la via della salvezza. Cosa devo fare?”. Sentì una voce che disse – ed ecco la nostra prima bandiera –“Fuge, tace, quiesce”. Traduco: fuggi, taci, rappacificati/riposati. 

Questa è la prima bandiera della Quaresima, quindi dobbiamo fuggire da tutto e da tutti ed entrare in un deserto. Nel deserto si è lontani da tutto e da tutti, quindi impariamo a mettere tutte le cose al loro posto, niente invadenza di cellulari, televisioni, musiche, e quant’altro, ore e ore al telefono, distrazioni, chiacchiere, parole inutili, mille messaggi di WhatsApp: fuggi!

Taci: fai silenzio, stai zitto, esternamente e internamente.

Rappacificati/riposati: inizia a rientrare in te stesso, a trovare tutto ciò che non ti permette la pace, cerca di individuare dove sta la pace, cosa te lo impedisce, così che in questi quaranta giorni lavoreremo esattamente su queste cose per arrivare a Pasqua e fare una confessione super, super bella, vera, liberatoria.

Riposati, riposati in tutti i sensi, la Quaresima sia anche un tempo di riposo, perché chi vive con Dio vive nel riposo, che non vuol dire svegliarmi a mezzogiorno, ma vuol dire dormire bene, perché anche se adesso non sei in grazia di Dio presto lo sarai, sei incamminato. San Tommaso d’Aquino ti direbbe: “La grazia del Sacramento della confessione che riceverai poco prima di Pasqua, bello preparato, inizia già ad agire, inizia già a plasmarti e a formarti adesso.” Siccome noi siamo intenzionati a confessarci bene, a fare bene quel Sacramento, quel Sacramento inizia già adesso ad operare in me, dandomi il riposo della certezza che io mi confesserò, e mi confesserò bene.

Poi riposati anche fisicamente, quindi alla sera a letto presto, impariamo ad andare a riposare presto, spegnere il cellulare e andare a dormire presto, siamo svelti in queste cose. 

Seconda bandiera: Sant’Agostino scrive, e questo si applica molto bene a San Giuseppe che avremo sempre davanti agli occhi in questo mese, seconda frase, tre parole latine:“Silentium Christus est”, il silenzio è Gesù Cristo.

Vedete i Santi? In tre parole hanno messo dentro il mondo! Questa è teologia non la teologgggia con quattro “g”, che sono miliardi di parole in un deserto di pensieri, no, tre parole, il mondo! 

Silentium Christus est” – Il silenzio è Gesù Cristo. 

Ecco perché facciamo silenzio, ecco perché: “taci”. Perché il silenzio è Cristo, fare silenzio vuol dire già vivere in Cristo. Bellissimo. 

Queste due bandiere ci devono accompagnare per tutta la Quaresima, mi raccomando trascriviamocele, trascrivetele, mettetele sul vostro iPad, sul vostro iPhone, sul vostro smartphone, sulla vostra scrivania, sul vostro “Diario Spirituale”, dove volete, attaccatele sul frigorifero, ma usiamo queste due bandiere. Mettetele sulla porta con i fiorellini, prima di uscire dalla porta le leggete. 

Quando ero piccolino la mia nonna mi faceva scrivere – mi è venuto in mente adesso, sarà lei che me lo ispira – questi bigliettini con la mia grafia da bambino, ne ho ancora alcuni. I primi che mi fece scrivere erano: “Ti voglio bene mamma”. Mi ricordo ancora, mi faceva scrivere con questa grafia questi bigliettini piccolini, come dei pizzini, e poi me li faceva colorare tutti, lei mi disegnava i fiori perché non ero capace, se no facevo delle cose orrende. Già una volta ho cercato di rifare il volto di un Gesù Bambino ed è venuto a fuori un gatto! Ce l’ho ancora quel santino, è un misto tra un gatto e un coniglio, povero Gesù Bambino! Avevo visto questo Gesù Bambino che era tutto sbiadito su un santino di Maria Ausiliatrice e ho detto: “Adesso lo voglio sistemare”. È venuto fuori un misto tra un gatto e un coniglio, ero un bambino, lo conservo ancora. Quando lo vedo dico: “Povero Gesù Bambino”. L’esperienza del gatto e del coniglio mi ha insegnato che è meglio che non mi dia alla pittura. Quindi mia nonna mi disegnava i fiori e poi io li coloravo, quindi questi pizzini venivano fuori tutti colorati, belli, con tutte le grechine – ai miei tempi si usavano le grechine con tutti i colori – con tutti i pastelli, poi gli sfondi con le punte delle matite un po’ temperate, insomma delle cosine molto belle, e poi li appiccicavo un po’ in giro per la casa. Ecco, questo potrebbe essere un consiglio anche per voi, non avete l’età di Padre Giorgio bambino però, anche se uno è adulto può farsi qualche bel pizzino santo.

Veniamo al libro, finalmente siamo arrivati al libro. Il libro si intitola così: “Condotta del cristiano per passare santamente la Quaresima” del reverendo Padre Avrillon dell’ordine dei minori di San Francesco di Paola, Napoli, stamperia e libreria di Andrea Festa, Strada Carbonara n. 104, 1853. Direte: “Ma Padre tra un po’ ci leggerà i libri che hanno scritto Adamo ed Eva?” Se lo trovo sì, magari i loro due non lo so, non credo che mi piacerebbero molto, ma se Abele avesse scritto qualcosa, ve lo leggerei volentieri. Il perché lo vedrete subito, sono talmente belle queste parole, queste pagine, talmente affascinanti, talmente profonde che non potrei non leggervele. 

E allora cominciamo, ogni giorno il Padre Avrillon ci lascia queste meditazioni stupende che adesso io vi leggo. Allacciate le cinture di sicurezza perché adesso si decolla. 

Il martedì di quinquagesima:

Adesso non sto a spiegarvi cosa vuol dire quinquagesima perché se no farei un’altra catechesi di un’ora, comunque è questo martedì, perché è tutto in applicato al Rito Antico, al calendario antico, quindi adesso non entro in questa disquisizione perché se no non finiamo più. Il martedì sarebbe quello che noi chiamiamo il martedì prima del mercoledì delle Ceneri, cioè oggi.

“Mentre la Chiesa c’impone astinenze le più esatte e i digiuni i più rigorosi alfin di espiare i nostri peccati per ottenerne misericordia e perdono…”

Ecco il fine dei digiuni e delle penitenze.

“com’anche per imitare il nostro divin Salvatore ne’ suoi quaranta giorni di solitudine, di preghiere, di digiuni e di combattimenti contro il nemico infernale, …”

Chiamiamo subito col suo nome contro chi combattiamo e siamo alla quarta riga del libro, notate lo stile.

“fa d’uopo somministrare all’anima nostra un certo spirituale alimento, atto a sostenerla in questa lunga e penosa carriera che intraprende, affinché non soccomba, e così restituire alla medesima con abbondanza quello che toglie al corpo per macerarlo e per domare i suoi sregolati appetiti.”

Quindi, noi affrontiamo la penitenza con queste ragioni: per ottenere misericordia e perdono, per imitare il nostro Salvatore Gesù e , terzo motivo, per combattere il nemico infernale e allora è importante somministrare questo cibo spirituale per dare forza.

“Non è infatti il solo pane materiale, dice Gesù, che sostenta la vita dell’uomo, ma la parola che esce dalla bocca di Dio, perché questa divina parola è la stessa vita.”

Ricordate: “Io sono la vita, la vita”, quindi la Sua parola è la Vita.

“Ecco il perché la Chiesa in questo santo tempo parla più spesso ai fedeli e prescrive loro più lunghe e ferventi preghiere per rendere così la loro penitenza più santa e più meritoria.”

Attenti, ogni tanto quando arriveremo a momenti ancora più centrali vi dirò: Attenzione.

“Preparatevi dunque oggi con tutta la premura e il fervore possibile per entrare in questa santa carriera di penitenza, che incomincia domani, e fate ogni sforzo per non perdere quelle grazie che vi sono unite, affinché aver poi un’intera ricompensa.”

Quindi oggi dobbiamo fare tutto il possibile per prepararci alla penitenza di domani, per entrare domani con tutto il più grande fervore possibile, così da avere anche i meriti e le grazie.

“Entrate nello spirito e nei sentimenti della Chiesa, che depone nella i suoi più ricchi e splendidi ornamenti, e prende vesti oscure e lugubri alfin di ispirarci quella salutare tristezza…”

Perché adesso useremo i paramenti di colore viola — un tempo c’era il nero — quindi tutto molto più spoglio, non bisogna più fare tanto i canti, via i fiori, cioè si spoglia tutto, perché ci ispira una salutare tristezza, la Quaresima è anche un tempo di tristezza santa, come dice San Paolo.

“la quale, accompagnata con lagrime di vera contrizione dei peccati, opera la grazia, e dà alla coscienza quella pace che i peccati le avean tolta — perché i peccati tolgono la pace — per imprimervi sul bel principio sentimenti di dolore e di compassione per i patimenti e per la morte di Gesù Cristo.”

“ Questo è il tempo infelice — sta parlando di oggi, oggi è martedì — in cui i peccatori ed i mondani rinnovano questi oltraggi a Gesù, e di nuovo lo crocifiggono: voi poi che volete salvarvi ascoltate questi tristi sentimenti con timore e tremore, imprimeteli nella vostra memoria, nel vostro spirito e nel vostro cuore: meditateli con attenzione e con dolore, e preparatevi nel tempo di questa quaresima a meritare l’applicazione dei meriti, dei patimenti, del sangue e della morte del vostro Dio.”

Oggi in modo particolare, come adesso vedremo, si rinnovano questi peccati, poi certo, durante la Quaresima è comunque sempre un tempo dove aumentano questi peccati perché non c’è rispetto per il tempo della Quaresima, però oggi in modo particolare, come adesso vedremo.

“Cominciate dunque oggi con un santo ed esatto apparecchio ad anticipare la passione e morte di questo adorabile Salvatore. Morite adunque generosamente a tutte le vostre passioni, a tutti i vani piaceri del mondo e a tutte le false allegrezze; e lungi dal prendervi parte coi mondani, che in quest’oggi follemente vi si immergono, allontanatevi dalle loro viziose adunanze, nelle quali Dio è quasi sempre offeso.”

Perché oggi, come vi ho già detto, i mondani chiamano questo giorno il martedì grasso, e per grasso si intende tutto, ecco il perché della devozione del Volto Santo. Gesù, apparendo alla Beata Madre Pierina de Micheli, chiede proprio la festa del Volto Santo in questo giorno preciso. Perché? Perché è il giorno nel quale Lui dice: “Sono maggiormente offeso”.

Questo tempo carnevalesco è proprio il tempo in cui Lui viene maggiormente offeso, il famoso “martedì grasso”. Questo tempo fatto di eccessi è il tempo in cui il Signore viene maggiormente offeso. Il Padre qui ci dice: “State lontani da tutto questo”, perché non si può passare dal martedì grasso al mercoledì delle Ceneri, non funziona così, adesso lo dirà meglio, bisogna prepararsi a quel giorno.

Come? Vivendo oggi in preparazione a… non è ancora giorno di penitenza ma mi devo preparare, anticipando la Passione di Gesù e quindi morendo:

“a tutte le vostre passioni, a tutti i vani piaceri del mondo e a tutte le false allegrezze.”

E stiamo lontano dai viziosi.

“Recatevi piuttosto alla chiesa per fare orazione, per unire i vostri gemiti con le persone dabbene, per ascoltare la divina parola, e per adorare Gesù , mentre gli altri corrono ai teatri dov’è oltraggiato.”

Invece di andare in giro a fare i mascherati, andiamo in chiesa a pregare, andiamo in chiesa a riparare, ad adorare, ecco il modo buono, giusto, vero e bello di vivere questo martedì, stando col Signore.

 “Ed in questa guisa riparerete gli insulti che Egli riceve altrove dai libertini, i quali seguono come ciechi il torrente del mondo corrotto e corrompitore.”

Un giorno di riparazione al Volto Santo, nel nostro caso, visto che abbiamo questa bellissima grazia del Volto Santo. Ne abbiamo mille motivi. Io ho tanto diffuso l’immagine del Volto Santo, bellissimo, il Volto di Gesù Misericordioso, di “Gesù confido in te”.

Attenti:

“Privatevi generosamente di tutt’i piaceri che in questo giorno autorizza il malvagio costume. Guardatevi bene dall’imitar coloro, che fanno servire la loro intemperanza di preludio e di preparazione ai digiuni consacrati dall’esempio di Gesù, e dal precetto della sua Chiesa, e cominciano coll’oltraggiarlo per prepararsi a chiedergli misericordia.” 

Questa è la stessa follia di quelli che vi ho già raccontato, tra l’altro gente di gruppi di preghiera, di quelli che dicono cinque, dieci, trenta corone del Rosario al giorno, tutti i devoti della Vergine Maria… Cosa facevano? Digiuno del venerdì, e anche del mercoledì a pane e acqua, e poi, al venerdì ore 24:00 quindi alle 00:01, un minuto dopo la mezzanotte, siccome siamo nel sabato: “biira” con una erre sola, panino con la salamella senza un domani, crauti, würstel e senape e alè!

“Ah ma è sabato! Quindi, chi più ne ha più ne metta, ormai io ho fatto il venerdì di digiuno”.

Ma vi domando: è questa logica? È questo il modo? 

Digiuno il venerdì a pane acqua e sabato mattina 1 kg di Gocciole al cioccolato dentro a 3 litri di latte appena munto col caffè. Ma io mi domando: ma è questo il senso? Non farlo! Non facciamo questo digiuno! Perché se il digiuno vuol dire: digiuno oggi per peccare domani nell’intemperanza più assoluta della gola, è meglio non fare il digiuno! Questa è semplicemente una pura ipocrisia, oltre che essere un peccato, perché se io digiuno oggi per peccare domani nel vizio capitale della gola, allora è meglio che non lo faccio.

Quindi questo Padre sapientemente ci dice:

“Privatevi generosamente di tutti i piaceri che in questo giorno autorizza il malvagio costume.

E poi dice: “Stai molto attento”

“Guardatevi bene dall’imitar coloro, che fanno servire la loro intemperanza di preludio — quelli del panino con la salamella alle 00:01 del sabato — e di preparazione ai digiuni.”

Quindi l’oltraggiano oggi per chiedere misericordia domani.

“Pregate, gemete, amate la solitudine, nascondetevi agli occhi delle creature. Così facendo, sarete sempre più accetti a Dio, e ne avrete una più larga ricompensa”

Oggi è il giorno per iniziare a entrare in questo percorso di Quaresima, pregando, gemendo amando la solitudine e nascondendoci agli occhi delle creature. Poi capite che non muore nessuno se oggi mi mangio due frittelle, due chiacchiere, per l’amor del cielo, non siamo qui a fare i giansenisti, è chiaro? Penso che dovrebbe essere già abbastanza chiaro, ma per qualcuno magari chiaro non è, nessuno qui sottolinea e porta avanti un’idea giansenista della fede, men che meno questo Padre Avrillon, assolutamente. Semplicemente, qui si dice: “Stai attento a non fare l’ipocrita”, quindi va benissimo mangiarti oggi due frittelle con il tuo bambino, la tua famiglia e andarti a prendere una bella chiacchierona gigante da mangiare tutti insieme, per l’amor del cielo! Va benissimo, prendi anche un krapfen con la crema e mangialo pensando a Padre Giorgio, va benissimo, ci mancherebbe, l’essenziale è che io non viva l’intemperanza, questo è essenziale. L’essenziale è che non diventi motivo di dimenticarmi di Gesù, della sua Passione e non sia l’intemperanza che precede il digiuno del mercoledì, tutto qua, che non sia un atto di oltraggio per chiedere domani misericordia, perché non avrebbe senso. Questi padri ci ricordano sempre l’equilibrio e l’equilibrio non vuol dire: “quindi oggi faccio pane e acqua”, no, perché lui non ha detto: “Oggi fai pane e acqua”, lui ha detto: “Attento oggi a non cadere in intemperanze come fanno molti, ma vivi in equilibrio, preparandoti così alla penitenza di domani.”

“Imitate in tutto ciò che potrete il vostro adorabile maestro nella santa Quaresima da lui passata nel deserto. Digiunate, patite, combattete, morite con questo divin Salvatore, seppellitevi ancor vivo con esso lui nel suo sepolcro, e siate sicuri che vi troverete una nuova vita ed una gloriosa risurrezione.” 

Quindi, se noi pregheremo, gemeremo, ameremo la solitudine, ci nasconderemo gli occhi delle creature, ce ne staremo dentro nel sepolcro con Gesù, ecco, abbiamo già fatto tutto quello che dovevamo fare oggi.

“Si è stimato di dare a ciascun giorno il nome d’una virtù, alla quale si riferiscono tutte le altre parti secondo lo spirito del Vangelo che corre. In ogni giorno vi troverete una pratica, una meditazione e alcune riflessioni sulle virtù del giorno tratte dal Vangelo. Vi si aggiungono in seguito le sentenze cavate dalla Sacra Scrittura, e dai santi Padri, sulla virtù ch’è stata proposta;”

In non so come farò a leggere tutto questo in mezz’ora, va bene, in qualche modo riusciremo, però voglio farlo.

“Dì poi una preghiera tratta dall’orazione della Santa Messa, ed un punto sulla passione di Gesù, di cui si procura in ogni giorno della quaresima di seguire la dolorosa rimembranza. Ma per ultimare oggi la vostra preparazione, anticipate la lezione dell’epistola di domani, ch’è molto adattata per invitarvi a penitenza, ed eccovene una breve parafrasi.” 

 Capite perché dovrò andare veloce come un siluro, perché ci sono talmente tante cose da dire che, non so come farò a stare dentro ai tempi. Dovete aver pazienza, devo assolutamente finire questa parte di oggi perché è importantissima, adesso sarò molto più snello.

 Parafrasi dell’Epistola

“Convertitevi a me con tutto il vostro cuore, disse il Signore al suo popolo: ma fate vedere la sincerità della vostra penitenza e conversione coi vostri digiuni, colle vostre lagrime e coi vostri gemiti. Fa d’uopo convertirsi e gemere; l’uno senza l’altro non può esser mai una penitenza sincera, perché è un abuso di abbandonare i propri peccati senza piangerli, come altresì di piangerli senza abbandonarli.”

 È importante mettere insieme le due cose, la conversione e i digiuni con lacrime e gemiti. Quando io abbandono veramente un peccato è chiaro che mi nasce nel cuore tanta sofferenza e tanto piangere, così come non ha senso piangere un peccato se poi non l’abbandono.

“Dio vuole con ragione la conversione del cuore, e di tutto il cuore. Infatti siccome il cuore è la funesta sorgente di tutti i disordini, dei quali siamo capaci, così ancora esso stesso, dicono i SS. PP., dev’essere il primo obbietto della nostra penitenza. Se questa penitenza non viene dal cuore, è una penitenza da ipocrita — vedete, quella delle 00:01 — la quale a niente serve per scancellare — questo è un italiano antico —  i peccati e per placare lo sdegno di Dio.” 

La penitenza deve venire dal cuore, deve essere la conversione di tutto il cuore, se no è ipocrisia.

“Se voi volete, dice S. Agostino, che Dio accetti la vostra penitenza, fate in maniera che il vostro cuore…”

Ecco uno può dire: “Come faccio a sapere se veramente sto facendo una vera penitenza?”

“… fate in maniera che il vostro cuore ami ciò che prima ha odiato ed odi ciò che ha troppo amato.”

Quando succede questa mutazione allora sono sulla strada giusta.

“Ma siccome Dio è il padrone dei cuori, e tutti i nostri sforzi a nulla servono senza la sua grazia, chiedetegli umilmente che cambi il vostro cuore, e ve ne dia uno secondo il cuor suo. 

E spezzate i vostri cuori e non le vesti. Questa non è che una penitenza apparente e falsa, che a niente serve, ma stracciate piuttosto i vostri cuori con una contrizione che sia sincera, e con un vivo dolore d’aver offeso un Dio sì santo, sì giusto, sì buono e sì degno d’essere amato.”

Attenti adesso, bisogna stracciarsi il cuore e non le vesti.

“Giurategli innanzi ai sacri altari una fedeltà ed un amor inviolabile sino all’ultimo punto della vostra vita…”

Oggi sarebbe bello se noi andassimo davanti all’altare in chiesa e facessimo proprio questa promessa, lui parla di giuramento, e facessimo questa promessa radicale e profonda, una fedeltà e un amore inviolabile fino all’ultimo respiro della nostra vita.

“… e siate sicuro che se voi l’amate con tutto il vostro cuore com’egli vi comanda, voi troverete nel vostro amore maggiori consolazioni di quelle che potreste avere tra i rigori della penitenza.”

Quindi, se tu veramente lo amerai con tutto il tuo cuore, tu vedrai che da questo amore, che ti darà Lui, vengono le vere consolazioni piuttosto che da tutte le belle penitenze messe insieme.

“L’uno vi aiuterà a seguire l’altra, e quello che è più ve la renderà piacevole e grata. 

Convertitevi dunque subito al Signor vostro Dio in questi felici giorni di penitenza e di grazia, perchè egli è benigno e misericordioso, paziente, pieno di bontà, e la sua misericordia supera infinitamente la vostra malizia e tutte le vostre iniquità, quantunque fossero le più enormi e pressoché innumerevoli.”

Il perdono di Dio soprattutto.
“Eccovi un mezzo per animare la vostra speranza, eccovi un potente motivo per armarvi contro voi stesso, e per determinarvi ad abbracciar con fervore la penitenza. Ammirate il motivo che Dio ci dà la sua bontà, la sua misericordia, la sua pazienza sono le più dolci attrattive per un peccatore, che voglia davvero convertirsi a lui.”

È l’amore di Dio, la bellezza di Dio, la presenza di Dio, è questo il motore della conversione.

“Infatti il peccatore qual maggiore stimolo può avere per risolversi a vincere la sua delicatezza, che d’esser persuaso di ottenere il perdono de’ suoi peccati, se fa penitenza?”

Il perdono di Dio mi muove a qualunque cosa, a qualunque sacrificio, a qualunque penitenza, è uno stimolo grande.

“Voi avete mille volte sperimentata questa bontà infinita di Dio per la condotta veramente paterna, che egli ha tenuta con voi. Vi ha suscitato delle contraddizioni, dei disprezzi, delle tribolazioni, delle umiliazioni, ed ha permesso che vivamente vi affliggessero; ma confessate che queste pene erano colpi della grazia di cui avevate bisogno, e dei contrassegni convincenti della sua bontà e delle sue tenerezze. Rientrate nel vostro cuore, fatevi una serie riflessione, e sarete obbligato a confessare una tale verità.”

Io la confesso subito, è verissimo: le contraddizioni, il disprezzo, le umiliazioni, le tribolazioni, le croci e tutto quello che ci viene, sono, se noi li guardiamo bene, atti della misericordia di Dio, perché avevamo bisogno di quelle cose, se no non avremo mai fatto certi passi o capito certe cose.

“Unitevi dunque ai sacerdoti e ministri del Signore, che pregano in questo santo tempo tra il vestibolo e l’altare. Dite con essi molto più col cuore, che colla bocca…” 

E adesso sentite questa preghiera, è lunga ma è la fine, ve la leggo tutta perché è una preghiera bellissima e spero che la facciate vostra ogni giorno.

“… dite con essi molto più col cuore, che colla bocca:

«Perdonate, o Signore, perdonate al vostro popolo, non date la vostra eredità in obbrobrio, e non la consegnate tra le mani de’ vostri nemici che sono egualmente i miei.»”

Qui ci sarebbe da scrivere il mondo! 

“«La mia anima è la vostra eredità, o mio Dio! Ella è un sospiro del vostro cuore, ella è un sospiro della vostra bocca, essa è l’opera delle vostre mani adorabili, ella ha l’onore di portare la vostra somiglianza, e quantunque non vi sia costata che una sola parola quando l’avete creata, essa vi è costata tutto il vostro sangue quando l’avete redenta, e perciò ella è, e dev’esser tutta vostra. Difendetela dunque, o Signore, dal furore de’ suoi nemici, che hanno cospirato alla sua perdita, e l’assediano da ogni parte: salvatela dal vostro sdegno, che si è giustamente meritato, trasportatela dal tremendo tribunale della vostra giustizia a quello della vostra misericordia. Siatemi sempre un Dio paziente, un Dio misericordioso, un Dio Salvatore, e giammai un Dio vendicatore: liberatemi dall’inferno, in cui sarei al presente ad ardere co’ demoni per una interminabile eternità, se voi m’aveste tolta la vita che io meritava di perdere, perché aveva perduta quella della grazia. Perdonatemi i miei peccati che sono innumerevoli, e liberatemi da tutti castighi che sono loro dovuti, mentre io dal canto mio abbraccerò volentieri la penitenza per non darvi il dispiacere di punirmi in questa vita e nell’altra. 

Ma, o mio Dio, esaudite la mia preghiera, come esaudiste quella del vostro popolo. Dite all’anima mia: Io ti darò del pane, del vino, dell’olio.»”

Ecco, oggi mettiamo sul tavolo, con un bel piattino, un bel piatto con un bel decoro, con un fiore, mettiamo sul tavolo un pane, un po’ di vino e dell’olio, per ricordarci quello che adesso vi leggerò come preghiera.

“«Datemi la realtà e lo spirito di questi doni preziosi, figurati negli alimenti materiali — prendiamo il pane in mano — datemi il pane quotidiano della vostra divina parola, parlate sempre al mio cuore colle vostre ispirazioni; io ascolterò questa voce con rispettosa attenzione, ed eseguirò fedelmente ciò che voi mi avete inspirato.»”

Prendete un bel Vangelo. Io me lo metterei lì vicino al pane, così quando mangio penserò al pane che mangio e alla Parola di Dio di cui devo nutrirmi e che devo ascoltare ed essere docile alle sue ispirazioni.

“«Datemi quel pane delizioso degli angioli, che consiste nel vostro corpo e nel vostro sangue, senza il quale l’anima mia diviene languida, e fatemi la grazia di riceverlo sempre degnamente, e di morir mille volle piuttosto che profanarlo giammai.»”

Prendiamo il vino, adesso. 

“«Datemi questo vino squisito della vostra carità e del vostro amore, affinché l’anima mia lo gusti con avidità, e per questa deliziosa e sacra bevanda sia disgustata di tutte le insipide dolcezze di questa vita: datemelo in tanta abbondanza, che il mio cuore ne sia sempre acceso ed inebriata l’anima mia.»”

E prenderei un bel crocifisso e lo metterei a fianco del vino, così, bevendo e sorseggiando il vino, io penserò alla vera carità che è il Cuore di Cristo e penserò al Cuore di Cristo che muore in croce che mi deve rendere disgustosa la dolcezza di questa vita, per ambire solo a quel sangue a quella Divina Carità.

“«Datemi ancora, o Signore, l’olio misterioso della vostra grazia — e adesso prendiamo in mano il nostro olio — spandete con profusione questa preziosa e divina unzione su tutt’i miei pensieri e desideri, sui miei sentimenti, sulle mie azioni, sopra le orazioni, sopra le comunioni, sopra i patimenti, e sulla penitenza che sono per intraprendere in questa quaresima, per ubbidire alle vostre sante leggi, per espiare i miei peccati, per soddisfare alla vostra giustizia, per la gloria vostra, per il vostro amore e per la salute dell’anima mia. Amen”

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

VANGELO (Mc 10,28-31)

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

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