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Si avvicinavano a Gesù per ascoltarlo

Gesù con agnellino in spalle

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 4 novembre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Si avvicinavano a Gesù per ascoltarlo

Eccoci giunti a giovedì 4 novembre 2021. 

Primo giovedì del mese, quindi tutto dedicato al Cuore Eucaristico di Gesù. Vi ricordo l’importanza di seguire quello che Gesù ha chiesto alla Beata Alexandrina Maria da Costa: la Comunione riparatrice per tutte le offese che Gesù riceve nell’Eucarestia, l’Ora di Adorazione davanti al Tabernacolo, l’Ora Santa da fare oggi, soprattutto, in cui si tiene compagnia a Gesù nell’orto del Getzemani.

Oggi è anche San Carlo Borromeo, Vescovo, grandissima figura, una figura che sicuramente va approfondita e conosciuta. Io vi consiglio un libro: “Le Omelie di San Carlo Borromeo sull’Eucarestia”. È un libretto, non grande, ma veramente molto bello, molto denso, molto intenso, con delle parole che noi non siamo più abituati a sentire, ma a chi ama l’Eucarestia credo che farebbe tanto bene leggere questo libro.

Venendo al Vangelo di oggi, tratto dal capitolo XVI di San Luca, versetti 1-10, cosa notiamo?

Innanzitutto notiamo: chi sono coloro che si avvicinano a Gesù per ascoltarlo e non per mormorare, giudicare, decidere di ammazzarlo, diffamarlo, calunniarlo e quant’altro?

Sono i pubblicani e i peccatori. 

Non solo la gente del popolo ma, della gente, quelli che erano proprio gli ultimi. Secondo lo status religioso del tempo questi erano proprio i peggiori: i pubblicani e i peccatori, i “senza Dio”, potremmo dire oggi, i più lontani da Dio. Quelli che sicuramente non andavano al Tempio a pregare, non facevano tutte le cose della legge, non avevano la fede di tutti gli altri, non erano scribi e farisei. Ovviamente non appartenevano al potere religioso del tempo, anzi, erano proprio esclusi da tutta la religiosità del tempo, perché erano pubblicani e peccatori, cioè il peggio del peggio, i più lontani, i più alieni da Dio. La cosa strana è che sono proprio loro ad avvicinarsi a Gesù — strana per noi ovviamente — e ad ascoltarlo. Poi, come sempre, perché la gramigna c’è ovunque, arrivano i “meravigliosi” farisei e scribi — meravigliosi in senso ironico, ovviamente, lo specifico perché si viene fraintesi con facilità — i quali non ascoltano e non si avvicinano a Gesù. Senza ascoltare e senza avvicinarsi, sembra quasi di vederli, un po’ in lontananza, capendo quello che potevano capire, cioè niente, perché erano obnubilati dal pregiudizio nei confronti di Gesù e dalla superbia del pensiero di essere loro i giusti e migliori. Sono così bravi che si mettono  a mormorare dicendo:

«Costui accoglie i peccatori e mangia con loro»

Quando leggo questo versetto mi viene subito in mente, tra i tanti, il Venerabile Fulton Sheen, che avete imparato a conoscere — chi ha seguito le omelie di giugno, di questo giugno 2021, ha imparato a conoscerlo, perché io per un mese ho commentato una parte di un suo libro — questo stupendo Vescovo americano. Se andate su internet, su YouTube ci sono alcuni spezzoni delle sue omelie che sono una cosa fantastica, a sentirlo predicare si capisce perché è diventato il Vescovo, il Sacerdote americano più famoso in assoluto. È andato in televisione e alla radio a predicare perché era una persona innanzitutto innamorata di Dio. Lui, dal giorno della sua Ordinazione fece due promesse, la prima: ogni sabato celebrare la Santa Messa in onore della Vergine Maria per affidarLe il suo Sacerdozio, perché ricordava la frase di Gesù: “A chi più è dato più sarà chiesto”. Lui ogni sabato celebrava la Santa Messa votiva in onore della Vergine Maria, per questo. Secondo: prese l’impegno da prete e da Vescovo, di fare ogni giorno l’Ora Santa, un’ora di Adorazione davanti al Tabernacolo. E infatti è morto, da Santo, davanti al Tabernacolo.

Aveva un consenso enorme da parte del popolo di Dio, ma qualcun altro, nella fattispecie il suo Vescovo di riferimento, e alcuni preti gli hanno fatto terra bruciata intorno, lo hanno perseguitato in un modo terribile tanto che lui poi fu costretto ad abbandonare la predicazione in televisione.

Cosa aveva fatto di male Monsignore Fulton Sheen? Niente. Amava Gesù Cristo e la Vergine Maria e predicava come tutti avrebbero dovuto predicare, ma non tutti sapevano predicare come Mons. Fulton Sheen, perché non avevano lo stesso amore per Gesù Cristo, questo è il punto. 

Questi scribi e farisei passano la loro vita a mormorare e criticare, calunniare, perseguitare, chi? Gesù e tutti gli amici di Gesù. Perché? Perché sono ciò che loro dovrebbero essere ma non sono. “Siccome non lo sono io, non lo devi essere neanche tu. Siccome non lo faccio io, allora non lo devi fare neanche tu. Siccome io sono un incapace, allora devi essere un incapace anche tu.” Questa è la legge e Mons. Fulton Sheen non ha fatto eccezione, è rimasto preso da questa cosa e quindi ha ricevuto una persecuzione terribile e dovette poi abbandonare, certamente con una perdita grande per tutti. 

Perdita grande per tutti, perché? Del resto, come si suol dire: morto un Papa se ne fa un altro. Di fatto no, non è così.

Il conflitto di Mons. Sheen fu con il Cardinale Spellman. 

Sto leggendo, pensate che:

 “Lui aveva 30 milioni di spettatori e ascoltatori sintonizzati ogni settimana”

30 milioni! 30 milioni di persone che lo ascoltavano e lo seguivano ogni settimana. 30 milioni.

Si legge che:

“Verso la fine degli anni 50 il governo donò milioni di dollari in latte in polvere all’arcidiocesi di New York e, a sua volta, il cardinale Spellman consegnò il latte all’Opera della Propagazione della Fede perché lo distribuisse ai poveri nel mondo. In almeno un’occasione, Spellman chiese che il direttore dell’Opera, il vescovo Sheen, pagasse l’arcidiocesi per il latte donato, chiedendo diversi milioni di dollari. Nonostante il considerevole potere di persuasione e l’influenza del cardinale Spellman a Roma, Sheen rifiutò: si trattava di fondi donati dal popolo alle missioni, fondi che lo stesso Sheen aveva personalmente contribuito a ottenere grazie agli appelli via radio. Si sentiva perciò in dovere di proteggerli anche dalle avide mire del suo stesso cardinale».

Certo, è una cosa logica, se vengono dati per i poveri, non si capisce perché poi tu debba chiedere che vengano pagati, è chiaro che c’è dietro altro.

“Spellman, in seguito, portò la questione direttamente davanti a Papa Pio XII, ribadendo le proprie richieste alla presenza dello stesso Sheen. Il pontefice si schierò dalla parte di Sheen. Il cardinale in seguito si scontrò con Sheen, dichiarando: «Farò i conti con te. Potrebbero volerci sei mesi o dieci anni, ma tutti sapranno che cosa sei». 

Sentite lo stesso Vangelo di oggi. Lo sentite? Quest’uomo così giusto, così vero, così Santo, così meraviglioso.

“tutti sapranno che cosa sei”

Terribile. La storia si ripete sempre.

“Oltre ad essere spinto a lasciare la televisione, Sheen si “ritrovò sgradito nelle chiese di New York City”. Spellman soppresse le predicazioni che Sheen teneva ogni anno il Venerdì Santo nella cattedrale di San Patrizio, e scoraggiava il clero dal dare confidenza al vescovo Sheen”. Nel 1966 Spellman fece riassegnare Sheen alla diocesi di Rochester ponendo così fine alla sua direzione dell’Opera della Propagazione della Fede. In sedici anni di mandato, Sheen aveva raccolto centinaia di milioni di dollari e donato dieci milioni di dollari dei propri guadagni. Sheen non parlò della situazione, facendo solo vaghi riferimenti alle sue “prove sia dentro che fuori dalla Chiesa”. Arrivò persino a elogiare Spellman nella sua autobiografia. Il 2 dicembre 1967, Spellman morì a New York, e quindi lui rivolge tutte le sue energie in attività politiche come la sua denuncia della guerra del Vietnam alla fine del luglio del 1967. Il mercoledì delle ceneri del 1967, Sheen decise di concedere l’edificio parrocchiale di Santa Brigida al programma federale per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano. Sheen voleva che il governo lo usasse in favore degli afroamericani. Ci fu una protesta in quanto Sheen agì di sua iniziativa. Il pastore non era d’accordo, dicendo che “ci sono abbastanza proprietà vuote in giro senza abbattere la chiesa e la scuola”. L’accordo in seguito fallì. Il 6 ottobre 1969, un mese dopo aver celebrato il suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio, Papa Paolo VI accettò la sua rinuncia al governo pastorale della diocesi e lo nominò arcivescovo titolare di Newport. Questa posizione cerimoniale gli diede una promozione ad arcivescovo e così aiutò Sheen a continuare la sua vasta opera di scrittura.”

Però non predicò più.

 “Sheen scrisse infatti 73 libri e numerosi articoli su giornali e riviste.”

Leggete qualcosa di lui perché è meraviglioso.

Il 2 ottobre 1979, due mesi prima della sua morte, Papa Giovanni Paolo II visitò la cattedrale di San Patrizio a New York e abbracciò Sheen, dicendo: “Hai scritto e parlato bene del Signore Gesù Cristo, della Chiesa”

Pensate che la sua autobiografia, parte di questo testo, fu dettata dal suo letto di malattia mentre stringeva il Crocifisso, perché subì diversi interventi chirurgici che gli impedirono anche la predicazione normale, subì un intervento a cuore aperto e morì nella sua cappella privata alla presenza del SS Sacramento il 9 dicembre del 1979.

“Il 5 luglio del 2019 Papa Francesco approvò un miracolo avvenuto per intercessione dell’Arcivescovo Sheen, perché la causa di beatificazione venne ufficialmente nel 2002, nel 2012 Papa Benedetto XVI autorizzò la Congregazione delle cause dei Santi a emettere il decreto che affermava che Mons. Fulton Sheen visse una vita di virtù eroica e ottiene il titolo di Venerabile. Il 5 luglio del 2019 Papa Francesco approva il miracolo aprendo al strada alla sua Beatificazione programmata per il 21 dicembre 2019 nella Cattedrale di Peoria ma poi fu sospesa e rinviata a data da destinarsi.” 

Mons. Fulton Sheen è solo Venerabile. C’è il miracolo, c’è l’approvazione del Papa, sta di fatto che poi qualcosa — per non dire qualcuno — ha impedito tutto e quindi la Beatificazione del 21 dicembre del 2019 è saltata. C’era già la data! Questo è uno dei tanti, questo Santo Vescovo, è uno dei tanti vicino a noi, che ha patito questa cosa degli scribi e dei farisei. Per che cosa? Per la sua rettitudine, per la sua onestà, come Padre Pio. 

 “Tutti sapranno che cosa sei”. 

Disse il Cardinale Spellman. 

«Costui accoglie i peccatori e mangia con loro»

E allora? 

Tutto perché quello là [il Card. Spellman] non ha avuto i soldi che voleva avere. Perché, nonostante Mons. Fulton Sheen avesse avuto la difesa del Papa Pio XII che si era schierato dalla sua parte, nonostante questo, gli fu fatta terra bruciata intorno. 

Sapete cosa vuol dire per un Vescovo vedere che non è più gradito neanche dai preti? Non è più cercato, chiamato, non può più predicare, lui che era così bravo. 

Pensate a don Dolindo Ruotolo, un altro, pensate che dramma interiore, che sofferenza, ma non perché uno non predica più ma per il bene degli altri, uno dice: “Avrei tante cose da poter dire, da poter dare, eppure..”

Stiamo attenti anni dove siamo, se siamo tra i pubblicani e peccatori che si avvicinano a Gesù per ascoltarlo o se siamo scribi e farisei che stanno dalla parte di Gesù per programmare il suo omicidio. Non ci fu nulla di giusto in quel processo, nulla di nulla, un processo farsa, poi un giorno vi parlerò anche di Ponzio Pilato in modo più dettagliato. 

“Poverino voleva salvare, voleva difendere Gesù. Ponzio Pilato era una vittima del sistema!”

Qualcuno mi deve spiegare — poi vi dirò tutto il resto, ma questa è una cosa che tutti possono vedere senza dove andare a prendere i libroni di storia e di teologia, quelli li prenderemo dopo — perché se tanto lui è poverino, se è vittima del sistema innocente, perché quando ormai era ovvio ed evidente che per la sua codardia, per la sua vigliaccheria avrebbe condannato a morte Gesù, perché l’ha fatto flagellare? Questo non era stato chiesto dagli scribi e dai farisei, non era stato chiesto che fosse flagellato. Da tutta quella massa di gente che era lì a gridare: “Crocifiggilo! Crocifiggilo!”, non era stato chiesto che fosse anche flagellato, come del resto i ladroni. Barabba, assassino e ladro nessuno l’ha toccato con un dito, nessuna flagellazione; i due ladroni a destra e a sinistra, niente; perché Gesù è stato flagellato? Perché a Gesù hanno messo la corona di spine? Ma queste cose non erano richieste, la condanna a morte non era sufficiente? Ve lo sarete chiesti nella vostra vita, no? Meditando la Passione vi sarete chiesti: “Ma perché? Perché questo accanimento?”

“Poverino Ponzio Pilato!”

Vedete com’è innocente? Come è vittima del sistema.

“No ma io non volevo… no ma io non sapevo… ma io sono stato costretto… no ma io avrei voluto liberarlo”

Si vede, certo. Allora qualcuno mi spiegherà perché qualcuno lo ha fatto flagellare e perché gli hanno fatto la corona di spine, così almeno capiamo se veramente è un povero innocente Ponzio Pilato. 

E ce ne sono tanti di Ponzio Pilato a questo mondo, ce ne sono sempre stati tanti che non solo hanno condannato a morte gli innocenti, ma li hanno pure torturati senza nessuna necessità, senza nessun perché, senza nessun dovere e motivo legato alla legge o chissà che cosa, con processi farsa tipo San Tommaso Moro e via di seguito. 

Gesù dice queste due parabole famosissime, ma io vi chiedo — già lo dissi in altre occasioni, lo ripeto — ma chi di noi, se ha dieci monete e ne perde una, spazza la casa e la cerca accuratamente finché non la trova? Nessuno. Se noi perdiamo un centesimo in casa nessuno si mette a ribaltare i divani per cercare un centesimo, non lo fa nessuno. Basta guardare le cose che abbiamo nel frigorifero, quanto buttiamo nel cestino, perché è scaduta, “è andata a male e non me ne sono accorto”, come se il nostro frigorifero fosse il Castello di Versailles. Sono quattro ripiani, possibile che non te ne sei accorto? Certo, molto possibile, perché noi non siamo di questa logica di Gesù.

“Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?”

Nessuno. Tu abbandoni un gregge di novantanove pecore in mezzo al deserto, lo lasci lì da solo, in mezzo a tutto il mondo possibile dei predatori, al pericolo che si disperdano, al problema dell’acqua e quant’altro, tu lasci lì novantanove pecore e vai a cercare quella che si è perduta? Non lo fa nessuno. “Ho perso una pecora, pazienza, ma le novantanove me le porto a casa”

Gesù invece ragiona in un altro modo. 

“Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”

Uno ti guarda e ti dice: “Scusami, ma ci sei tutto? Tu hai lasciato queste qui per andare a cercare quella lì? Sarà una mezza matta, lasciala perdere, ti scapperà ancora!”

Lui se la carica sulle spalle e pieno di gioia torna a casa. Questo è Gesù. Non so se noi conosciamo persone così, non lo so. 

Per Gesù tu, io, lui, lei non siamo numeri. Noi siamo il bene più prezioso che ha, noi siamo un po’ il suo tutto, infatti ci ha comprati con il suo sangue, ci ha strappati dal potere del demonio con il suo sangue, non con le sue chiacchiere. Quindi Gesù si rallegra con gli Angeli in cielo, con i Santi, per un peccatore che si converte — bellissimo! — per il peccatore che ritorna a Dio.

Ecco perché è bello, è importante che noi continuiamo il nostro cammino di conversione e stiamo vicini sempre al Signore per questo, perché Lui è veramente unico nel suo modo di amare, che è un modo assolutamente verginale, cioè totalizzante, è un modo che è costante, eterno, indefettibile, è tutto. Nessuno mai ci amerà come ci ama Gesù, nessuno. Nessuno, perché nessuno lascerebbe il tutto per venire a cercare di aiutare noi, non lo farà mai nessuno, a meno che non sia un Santo, e quindi splende l’immagine di Gesù in lui in modo meraviglioso, altrimenti non lo farà nessuno, perché questa logica non appartiene al mondo. 

Quante persone vengono abbandonate dopo una vita di sacrifici e di tante altre cose, quante vengono abbandonate a se stesse, alla solitudine, perché? Perché noi non siamo come Gesù. 

Ne ho vista una l’altro giorno “meravigliosa” — meravigliosa ovviamente per scherzare, in senso ironico — mamma in giro al parco con cane e bambino. Se avessi avuto la prontezza e la freddezza di fare una foto, avrei dovuto farla, poi non avrei potuto postarla ma era proprio da postare: mamma con il passeggino con dentro il cane e bambino al guinzaglio. 

Guardate, io sono rimasto tipo la moglie di Lot, di sale. Ho guardato e ho detto: “Non è reale! Sono entrato in Matrix, non è reale questa cosa!” 

Il cane nel passeggino, coperto e chiuso perché c’era tanto freddo, povera stella e il bambino al guinzaglio! 

Di fatto è un guinzaglio, si usavano molto ai miei tempi, pensavo non si usassero più, e invece si usano ancora, questo bambino legato alla vita — grazie al cielo non al collo — al guinzaglio. Lui camminava, ma doveva stare al guinzaglio della mamma, e il cane nel passeggino. 

Io guardavo la gente che passava di lì e dicevo: “Ma è normale per tutti questa cosa?”. Per me non è normale, evidentemente sono io fuori dal mondo, ma che uno vada in giro con il cane nel passeggino e la copertina e il cappottino, tutto chiuso, perché c’era tanto freddo poverino e il bambino al guinzaglio, per me c’è qualcosa di strano, abbiamo perso dei pezzi, per non dire tutto.

Ho detto: “Gesù non farmi vedere quando dà da mangiare al cane e al bambino perché se no credo che potrei morire d’infarto. Mi sa che tira fuori la ciotola per il bambino e dà il biberon al cane”. Mi è venuto questo pensiero. Ma ti pare?

Ma che roba è? Ma dove siamo finiti! Dopo arriva Gesù e ti dice: “Io lascio le novantanove nel deserto per prenderne una.”

Come si può pensare che un Vangelo, una parabola del genere possa essere, non dico capita (impossibile!) ma ascoltata da un mondo che vive dentro a queste follie. Come è possibile? Non è possibile.

Chiediamo a San Carlo Borromeo la grazia grandissima di essere come questi pubblicani e peccatori che si avvicinano a Gesù per ascoltarlo. Andiamo da Gesù non per fare le omelie a Gesù, non per fare non so quali soliloqui lunghi quanto non so cosa, ma andiamo da Gesù per ascoltare Gesù.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

VANGELO (Lc 15, 1-10)

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

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