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Maria difende Gesù, don Clemente Barbieri

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 16 maggio 2021 – Ascensione del Signore

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

MARIA DIFENDE GESÙ – DON CLEMENTE BARBIERI

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Eccoci giunti a domenica 16 maggio 2021, oggi celebriamo l’Ascensione del Signore. Il Vangelo che abbiamo appena ascoltato della Santa Messa di oggi è tratto dal cap.XVI, vv. 15-20 di San Marco.

Gesù appare e invia gli Undici in tutto il mondo. Che sproporzione enorme! Ma con Gesù le sproporzioni non esistono. Li invia a proclamare il Vangelo a tutti, li invia a battezzare, consegna dei segni per riconoscere quelli che credono, e loro partono e predicano ovunque. Dentro al contesto dell’Ascensione oggi vediamo il XVI giorno del “Maggio Eucaristico” di don Barbieri:

XVI GIORNO – Maria difende Gesù.

“In uno con la dignità veramente sovrana di celebrare i divini misteri è al sacerdote commessa l’autorità di custodirli. E la grandezza di questa autorità deriva in lui dalla grandezza della sua dignità (la dignità sacerdotale); l’una l’altra illustra e completa, e fa del sacerdote il depositario dei misteri di Dio, sempre a contatto con Dio..”

Non si riesce ad immaginare un Sacerdote che non sia sempre a contatto con Dio, altrimenti è un mestierante. Per esempio, il muratore non è sempre a contatto con la malta e con i mattoni; l’imbianchino non è sempre in contatto con le vernici; il chirurgo non è sempre a contatto con il bisturi e la sala operatoria; il professore non è sempre a contatto con gli studenti e con i libri; l’architetto non è sempre a contatto con le case, gli arredamenti, i progetti. Il Sacerdote si, perché il suo non è un mestiere, non è un lavoro. L’essere Sacerdote si identifica ontologicamente con il suo essere uomo, con il suo essere persona. Non è come per il dottore che toglie il camice e va, il Sacerdote non si toglie mai il suo essere Sacerdote, il suo essere a contatto con Dio sempre, per questo Dio ha creato questo Sacramento.

“…sia che egli lo chiami a discendere in su l’altare sotto il velo del pane, sia che sotto il velo del pane egli in su l’altare lo custodisca.”

Cioè sia che egli celebri la Messa, sia che sia davanti al Tabernacolo, il Sacerdote è il custode dell’Eucarestia.

“Gli fa amorosa guardia da presso col suo cuore, con la sua preghiera, con le sue adorazioni”

Questo libro non è stato scritto nel tempo apostolico, tipo dieci anni dopo la morte di Gesù, ma nel 1920, un secolo fa. Le cose sono ancora così? Crediamo e predichiamo ancora queste cose? La nostra vita sacerdotale è ispirata a queste verità?

Cuore, preghiera e adorazione dovrebbero essere i tre luoghi più frequentati da un Sacerdote, i tre luoghi dove lui maggiormente vive.

“…gli fa di sé scudo contro ogni avversa parola e contro ogni assalto nemico; perché, pur troppo, questo Dio d’amore, che ama rimanere con noi, di bestemmie, di insulti, di sacrilegi, di profanazioni è fatto oggetto dagli uomini, che tra primi dovrebbero gloriarsi di averlo con sé, e dall’inferno agli uomini associato nel diminuire, se fosse possibile, la glorificazione che a lui si deve. O sacerdoti, scolte d’amore (che significa sentinelle, guardie d’amore) intorno a Gesù sacramentato; o anime che fate vostro onore di vigilare in adorazione davanti il suo tabernacolo, ecco che Maria vi dà l’esempio del come rimanere con Gesù, del come difenderlo dagli uomini peccatori e dalle loro basse insidie!

Guardate, oggi si difende di tutto. E ci si sente degli eroi quando ci si mette a difendere temi caldi, temi importanti e in effetti quando c’è di mezzo la verità e noi la difendiamo diventiamo un po’ degli eroi perché stiamo facendo qualcosa che non fanno tutti. Allo stesso tempo dico che difendiamo un po’ di tutto e anche realtà giuste e doverose da difendere, ma quanti difendono Gesù? Gesù in quanto Gesù, non Gesù mediato in…

Quanti sono sentinelle d’amore intorno a Gesù Sacramentato? Quanti stanno a vigilare in Adorazione davanti al Tabernacolo? Quanti diventano scudi per Gesù? Ci sono tante battaglie da fare contro lo spirito del mondo, ma chissà perché quando c’è di mezzo Gesù, non è così frequente.

E allora lui dice che Maria ci da l’esempio:

Oh sì che ella seppe essere con Gesù nell’ora della persecuzione! Oh sì che ella seppe difendere il suo Gesù da ogni tentativo di profanazione! E stringendoselo al cuore, con fede e con amore lo protesse, ella sola, ella degna, elevandosi innanzi a noi ad insegnarci come nessun’insidia e nessun insulto possano giungere a Gesù quando un cuore amoroso e verginale ne prenda le difese.

Se noi abbiamo un cuore totalmente dato a Dio e prendiamo le difese di Dio, nessun insulto può arrivare a Dio. Ecco perché è tanto importante la preghiera dei fanciulli.

Sentite cosa scrisse Padre Pio da Pietralcina il 30 luglio 1917, a Rachelina Russo, già ve la lessi:

“Che posso io mai dire per arrestare la moltitudine dei tuoi pensieri? Non ti dare troppo fastidio di guarire il tuo cuore, giacché la tua pena lo renderebbe più infermo. Non ti sforzare troppo a vincere le tue tentazioni giacché questa violenza le fortificherebbe di più. Disprezzale e non ti ci fissare (cioè non stare a ricamarci sopra). Rappresenta la tua immaginazione Gesù crocifisso tra le tue braccia sul petto e dì cento volte baciando il Suo costato: “questa è la mia speranza, la viva sorgente della mia felicità, questo è il cuore dell’anima mia, mai nulla mi separerà dal suo amore, io lo posseggo e non lo lascerò finché non mi mette nel luogo di sicurezza”. Digli spesso: “che cosa posso io avere sulla terra, o che cosa posso, pretendere nel cielo se non voi o mio Gesù? Voi siete il Dio del mio cuore, l’eredità che desidero eternamente.”

Due preghiere stupende!

“Di che dunque bisogna temere?” – scrive Padre Pio – “ascolta nostro Signore che dice ad Abramo e anche a te: “non temere io sono il tuo proteggitore”.

Avete capito come si fa a prendere le difese con cuore amoroso e verginale di Dio? E come si può diventare scudi?

Prosegue il testo di Don Barbieri:

“Però il nostro officio di adoratori di Gesù in Sacramento dev’essere questo di stringerci in corona intorno a lui, di formare per lui una perenne e devota coorte di vigilanza;…”

Noi dovremmo diventare cristiani adoratori, Sacerdoti adoratori, Suore adoratrici, dovremmo essere adoratori silenziosi.

“…di opporre noi stessi ad ogni insulto che a lui viene diretto; di fare del nostro amore e della nostra adorazione la forza riparatrice dei peccati che vanno a ferire il suo Cuore santissimo, gloriandoci sempre di poter essere per lui vittime di oblazione in isconto dei delitti di quelle povere anime infelici, che non sanno o non vogliono conoscere ed amare il loro unico ed infinito Bene, che per loro amore rimane quaggiù a largire i suoi ineffabili tesori.”

Tutto questo, innanzitutto, si impara e si vive nel silenzio e nel nascondimento. Non si diventa adoratori dall’oggi al domani. Ci vuole tempo, costanza e allora questa adorazione diventa la nostra forza e il nostro unico conforto.

“L’amore diveniva in Maria fonte di dolore e fonte di amore. Maria, amava trasfusa nel suo Gesù, soffriva in questa sua trasfusione, sempre tremebonda per le insidie di che il peccato e gli uomini lo circondavano. E come trasumanata in tanto dolore e in tanto amore, se ella languiva, era più per la commozione dell’anima che per l’acerbità del dolore; più trafitta dalla carità che dall’angoscia, martire in un col suo Gesù, non dal ferro di un carnefice ferita, ma dall’amarissimo strazio del cuore.”

Non è stato il dolore a rompere il cuore della Vergine Maria ma l’amore, la commozione dell’anima.

“Ed eccola così perseguitata col suo Gesù, esulare con Gesù. E la via ignota le torna gioconda, e le persone sconosciute le divengono care, e l’ombra che la ravvolge le si rischiara invasata di luce, perchè sa di essere a soffrire con Dio. Il suo dolce Gesù, che ella si stringe al seno in quelle tiepide carni virginali, le è viatico dell’amarissimo viaggio, la sua forza è per lei veicolo di ogni forza. Egli è il cibo, egli è la vita, egli è la guida e, pervenendo nella terra dell’esilio, tutte sue sono le delizie, non dell’Egitto ma del cielo, conducendola egli e collocandola nelle requie del suo regno d’amore.”

È inutile brontolare contro l’Egitto; ognuno di noi ha il suo Egitto. La Vergine Maria nell’Egitto ha il suo riposo, perché c’è il suo dolce Gesù, che è viatico per lei, in questo viaggio amarissimo. Mentre noi ci lamentiamo sempre.

“Consideriamo Maria nella sua dimora in Egitto, esule fra un popolo ignoto, crudele ed idolatra; consideriamo il suo quotidiano lavoro per sostenere il suo Gesù; la sua quotidiana ansia per custodirlo; la sua quotidiana cura per addolcirne le asprezze della vita; la sua devotissima pietà per la quale ella porgeva a lui il quotidiano tributo di adorazione!”

Nonostante tutto questo la Vergine Maria, abitante in Egitto, fra questo popolo ignoto e crudele e idolatra, lei riposa, lei è in pace, perché ha il Suo Gesù.

Così dovrebbe essere anche per noi, dovunque dovessimo andare, finché c’è il nostro Gesù non c’è Egitto che tenga, perché saremo sempre con Lui.

“Perché coloro i quali gustano di questo santissimo cibo, che è la Carne immacolata di Gesù, coloro che delibano questa dolcissima bevanda, che è il Sangue preziosissimo di Gesù, non si possono trattenere dal desiderare con sempre più vivo anelito di tornare a cibarsi e ad abbeverarsi e nulla più sanno volere, nulla più sanno ricercare, nulla più amare se non Gesù, che, divenuto il loro amore, totalmente li penetra e li assorbe, penetrandoli di sé e travolgendoli in sé, in delizie sempiterne.”

Questa dovrebbe essere la nostra vita! Sono parole bellissime! Questo è quello che noi dovremmo vivere ogni giorno. Se noi gustiamo l’Eucarestia, spiritualmente o sacramentalmente, non possiamo trattenerci dal desiderarla e dal desiderare di tornare a riceverla, diventa una necessità, come mangiare, bere e dormire.

Adesso vi racconto una cosa che mi è successa ieri.

Ieri un ragazzo mi ha chiamato per dirmi che era felice e grato a Dio per una cosa che gli è successa. Lui da un po’ di tempo si sveglia presto per stare con Gesù. Prega, poi si prepara per la Messa, per lo studio, per i suoi lavori e qualche giorno fa la sua mamma gli ha detto che lo vede tanto stanco, perché nota due occhiaie molto segnate.

Lui l’ha tranquillizzata dicendole che sarà lo studio e invece a me ha detto che nessuno sa che si sveglia presto e senza farsi vedere, sta nella sua cameretta con il Crocifisso a pregare.

Mi ha detto che quelle parole della sua mamma sono state un dono di Dio perché dice che, nella sua vita, tante volte ha fatto tardi di notte e non per Gesù, ma per il mondo, per il suo nemico e mai nessuno mai gli aveva detto quelle cose. Eppure nessuno sa quanto era stanco, quanto era triste, quanto era vuoto, eppure mai nessuno, neanche i suoi genitori gli hanno detto ciò che adesso invece stanno notando.

Mi ha detto che è felicissimo di sentire che si sta consumando, aggiungendo che se fosse vero, sarebbe la cosa più bella che gli potrebbe accadere: consumarsi per Gesù.

Gli ho allora chiesto se si sentiva affaticato, stanco, ma lui mi ha detto che non si sente così. Lui si sente, felice, pieno, gioioso, in forze.

Questa telefonata mi ha proprio riempito il cuore e mi ha posto degli interrogativi: Tu per cosa ti consumi? Tu per chi ti consumi? Ma tu ti consumi?

Questo ragazzo è ormai travolto, un po’ come quando le onde del mare ti travolgono con il loro turbinio e non sai più dove sei.

Quando ci si nutre veramente di Gesù, quando l’Eucarestia è il centro della nostra vita si è travolti da questa onda e non si capisce neanche più dove si è, si rimane travolti in Gesù. Penso che non possa capitare esperienza più bella di essere “travolti” da Gesù

“Oh come felici sono quindi le anime che giungono così ad incorporarsi con Gesù e a vivere in lui la beatitudine del cielo! O anime, usciamo da questa nostra terra d’Egitto verso la terra promessa, fatta finalmente nostra, finalmente beata! Andiamovi per cercare questo benedetto altare, dove Gesù dimora in uno con la sua vergine madre, per vedere su questo altare il Pane di vita disceso dal cielo e custodito da Maria! Egli è qui, fra le amarezze della nostra vita, in su l’altare dei nostri templi, nel tabernacolo dei nostri altari, egli, Agnello pasquale di cui desideriamo cibarci, che tanto più dolce nutrimento sarà per noi quanto più ardentemente lo avremo cercato e quanto più degnamente ci saremo preparati a riceverlo! E in andare s’accresca per lui il nostro amore e si perfezioni in un solo desiderio di rimanere sempre con lui a vivere di lui! Le difficoltà della vita saranno appianate davanti a questo amore che ci porterà a lui, e la nostra debolezza verrà rinvigorita dalla più santa energia di bene. E giunti a lui, rimaniamo con lui, in un con la sua santissima madre, ad adorarlo, a difenderlo dalle profanazioni, a consolarlo dagli insulti, vittime d’amore e di riparazione, a ripetere con fede, fusi in lui, per noi e pei poveri nostri fratelli peccatori: O buon Gesù, siate per noi Gesù! O bone Jesu, esto mihi Jesus”

Quando l’ho letto mi è scattata la vena del cercatore d’oro — dobbiamo avere un po’ tutti questa vena — quando troviamo una vena d’oro dobbiamo incominciare a scavare, perché più scavi e più trovi. Proprio pochi giorni fa ne avevo parlato, ricordate la bellissima espressione che vi citai di San Ralph Sherwin? “Jesu, Jesu, Jesu esto mihi Jesus”. Furono le sue ultime parole prima di essere giustiziato, prima di morire (1 dicembre 1581).

Ho scoperto che questa espressione è di Ogerius, che era Abate di Lucedio, morto nel 1214. Queste parole, dal 1214 sono arrivate al 2021. Questo cistercense della diocesi di Vercelli, nel De Sermone Domini in ultima Cena, sermone 4° numero 5, usa questa espressione. Questa viene poi ripresa e citata dal Montfort nelle Glorie di Maria. Pensate cosa ha attraversato questa preghiera: “O bone Jesu, esto mihi Jesus”

Possiamo farla diventare la nostra preghiera del cuore, insieme a quella di San Ralph. Due preghiere bellissime che si possono dire davanti al Tabernacolo o quando il Sacerdote innalza l’Ostia Consacrata e il Vino Consacrato, quando andiamo a fare la Comunione, come ringraziamento.

Questo abate con questa frase dal 1200 è arrivato fino al 2021. Gustiamo e respiriamo questa aria cristiana che attraversa il tempo e lo spazio, arrivando fino a noi. Diffondetele, insegnatele ai bambini, fate in modo che questa vena d’oro continui ad essere presente, a luccicare, non fatela seppellire, diffondetela ai vostri amici, ai vostri cari, scrivetela, fatele vivere queste espressioni, condividetele.

Le cose belle vanno condivise, solo così diventano ancora più belle e solo così si donano agli altri.

“Sia la nostra vita un continuo studio ed un continuo lavoro di far sì che Gesù non si diparta mai da noi. E preghiamolo ogni giorno con le soavissime parole di S. Bernardo:

“Signore, rimanete con noi, e allontanando da noi ogni ombra della mente, irradiateci della vostra luce e riempiteci la vita della vostra dolcezza”

“Mane nobiscuni, Domine, — Et nos illustra lumine, — Pulsa mentis caligine, — Mundum replens dulcedine”

In questo Maggio Eucaristico la Madonna quante cose ci sta insegnando sull’amore per il suo Gesù!

Esempio. — In difesa di Gesù. — Era la notte del 21 Gennaio 1660. Un violentissimo incendio divampò improvviso nella chiesa e nel chiostro dei Religiosi a Thielt, nel Belgio. Il soffitto era caduto; tutto il resto era fatto un braciere. Soccorsi…. inutili ed impossibili. Un giovinetto, Giuseppe Ban, un angelo di bontà e ferventissimo adoratore di Gesù in Sacramento, costernato perché sapeva che nel coretto, ancora in piedi, si conservavano le sante Specie, ad un tratto, sfidando la folla spaventata e dissuadente, gridò: — Viva Gesù; voglio salvarlo! — E si slanciò tra le macerie e le fiamme, fra la trepidazione di tutti. Arrivò al tabernacolo, e afferrando il Ciborio, si diede a clamare: — Viva Gesù! ….Ma il coro si sfascia…. cade…. lo seppellisce. L’eroico giovinetto fu poi trovato con sembianza d’angelo, serrate le Ostie sante sul cuore…. Gloria al suo nome!”

È morto, ma Gesù l’ha salvato perché non c’è una morte più bella di questa, morire per Gesù, morire stringendosi al petto il Cuore Eucaristico di Gesù, morire per aver salvato Gesù. Questo ragazzo è un martire dell’Eucaristia, ha dato la vita per Gesù. È un novello San Tarcisio. Quest’ultimo ha difeso l’Eucaristia dai compagni, Giuseppe Ban ha difeso Gesù dalle fiamme perché con il suo corpo gli ha fatto scudo.

Vi auguro di cuore di farvi rapire da tutte queste bellezze, vi auguro un giorno di riuscire anche voi ad essere come questo giovane che ha dato la vita per Gesù. Tutti difendono tutto ma quanti pochi sono coloro che difendono Gesù Eucarestia.

E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

ASCENSIONE DEL SIGNORE – ANNO B

VANGELO (Mc 16,15-20)
Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

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