Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 7 settembre 2020
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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NON SAPETE CHE UN PÒ DI LIEVITO FA FERMENTARE TUTTA LA PASTA?
Eccoci giunti a lunedì 7 settembre 2020, abbiamo ascoltato la Prima Lettura della Santa Messa di oggi, tratta dalla Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, cap. V. San Paolo ci invita a togliere via il lievito vecchio, a celebrare la festa con azzimi di sincerità e verità.
“Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con àzzimi di sincerità e di verità.”
E’ solo attraverso la sincerità, la verità, solo escludendo da noi tutto ciò che sa di falso, di doppio, di ipocrita, tutto ciò che non ci permette di essere coerenti, persone vere, solo così noi possiamo veramente fare festa, solo in questa maniera noi possiamo godere di Gesù che si è immolato per noi. Gesù immolato per noi è la nostra festa, solo quando noi abbiamo fatto di tutto per vivere la fatica, la durezza di essere sinceri e veri, innanzitutto con noi stessi, guardandoci e chiamandoci per quello che siamo, imparando a dare un nome a quello che portiamo dentro, di bene e di male ovviamente.
San Paolo ci lascia anche un’altra espressione:
“Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta?”
Un pò di male, o un po’ di bene, possono condizionare fortemente la vita di una persona. Ascoltare una buona riflessione, leggere un buon libro, ascoltare un buon discorso, possono cambiare la vita di una persona, possono così talmente trasformarla da renderla una creatura nuova, la stessa cosa la fa il male, non banalizziamo mai il male, non diciamo mai:
“Ma tanto era piccolo, ma tanto era poco, ma tanto l’ho fatto una volta sola, ma tanto l’ho solo pensato”
“Un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta”
Noi dobbiamo essere molto vigilanti su noi stessi, molto attenti, facendo in modo di togliere, con sincerità e con verità, tutto ciò che nella nostra vita è radicalmente, anche se in piccole proporzioni, qualcosa che va contro Dio. Alle volte, ce lo dice San Paolo, si è capaci di fare il male e di vantarsene. La cosa sembra incredibile, eppure si fa; l’orgoglio di chi vive il male, di colui che sceglie il male, e se ne vanta; raccontare immoralità, fare discorsi immorali, vantarsi di aver fatto il male, di aver vissuto, di aver scelto l’immoralità, in questo caso è chiaro il riferimento all’impurità. Ciò che dovrebbe essere per noi motivo di vergogna, diventa motivo di vanto, e gli altri ascoltano, e ascoltando questi discorsi rimangono condizionati anche loro.
Come se uno dicesse:
“Però anche io dovrei fare questo, anche io dovrei fare quello, allora io non sono normale se non ho fatto ancora questo e quello. Non sono normale se non ho vissuto quelle esperienze.”
Dobbiamo stare attenti ad ascoltare i discorsi delle persone quando sono discorsi non giusti, non veri, non buoni, perché poi dentro ci scavano, ci condizionano, ci fanno male, è per questo che lui parla di esclusione.
“Venga escluso di mezzo a voi colui che ha compiuto un’azione simile!”
“Questo individuo venga consegnato a Satana a rovina della carne, affinché lo spirito possa essere salvato nel giorno del Signore.”
Questa persona che vive così, è come se San Paolo dicesse:
“Venga consegnata a se stessa. Faccia esperienza fino in fondo, attraverso questa esclusione, questo allontanamento, faccia esperienza fino in fondo della sua scelta. Guardi fino in fondo cosa vuol dire vivere così”
- Quand’è che ci rendiamo conto veramente di chi siamo?
Quando siamo soli.
- Quand’è che noi pesiamo il valore specifico della nostra esistenza, della bellezza della nostra anima?
Quando siamo soli. E’ la solitudine che ci fa percepire fino in fondo noi chi siamo. San Paolo dice:
“Sia tolto dal vostro stare insieme, questa persona, primo perché vi fa del male, è un cattivo esempio, è pericoloso, secondo perché possa capire di aver fatto male”
Forse per noi sono discorsi un pò strani, pensiamo che dovremmo andare lì a fare le prediche, ma sapete nella vita ci sono momenti dove la predica migliore è il silenzio, è il lasciar fare, è mettersi da parte e chiudere la porta, ma non con l’atteggiamento di colui che vuole escludere o far soffrire, o generare dolore, no, ma con l’atteggiamento di colui che dice che forse nella vita bisogna anche che ci siano momenti dove tutti noi facciamo il punto della situazione, dove tiriamo la riga e la riga si tira da soli, si tira quando ci si mette di fronte alle scelte essenziali e importanti della vita, a quel punto si decide. Alle volte dobbiamo essere un pò noi a saper stare da parte, così come a noi ci fa bene se qualcuno si è messo da parte, e ci ha lasciati un pò a noi stessi, a riflettere.
Domani avremo questa grande e bellissima festa della Vergine Maria, l’8 di settembre, una data per tutti importante, abbiamo bisogno del suo aiuto, per chiedere la Grazia di vivere sempre dentro la Verità, la Verità deve essere la ragione del nostro esistere, essere persone vere, sempre a partire da noi stessi. Persone vere vuol dire vivere in funzione della Verità, imparare anche a dire, non solamente il male che non va, ma soprattutto il bene, le cose belle che portiamo dentro, i desideri grandi, le aspirazioni, le differenze legate al bene, saper parlare bene del nostro bene, diventa per chi ci ascolta, motivo di grande insegnamento.
Saper dire a una persona “ti voglio bene”, “mi manchi”, “sei prezioso”, saper dire alla propria mamma quello che tu fai e quello che tu sei, saper dire “grazie”, e via di seguito. La Madonna ci insegni questa semplicità del cuore, questa disponibilità a lasciarci vedere per quello che siamo.
E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi, sulle vostre famiglie, sui vostri cari e su tutto ciò che di bene, di buono, di vero, e di bello portate nel cuore.
Sia lodato Gesù Cristo
Lettura tratta dalla prima lettura della Messa del giorno – Lunedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
PRIMA LETTURA (1Cor 5,1-8)
Togliete via il lievito vecchio. Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!
Fratelli, si sente dovunque parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani, al punto che uno convive con la moglie di suo padre. E voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che esserne afflitti in modo che venga escluso di mezzo a voi colui che ha compiuto un’azione simile!
Ebbene, io, assente con il corpo ma presente con lo spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha compiuto tale azione. Nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati voi e il mio spirito insieme alla potenza del Signore nostro Gesù, questo individuo venga consegnato a Satana a rovina della carne, affinché lo spirito possa essere salvato nel giorno del Signore.
Non è bello che voi vi vantiate. Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete àzzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con àzzimi di sincerità e di verità.