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Solennità di Tutti i Santi

Santi

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 1 novembre 2020 – Solennità di Tutti i Santi

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI

Eccoci giunti a Domenica 1°novembre 2020, solennità di tutti i Santi. Oggi è veramente una grande festa per tutti, abbiamo letto il Vangelo tratto dal cap.V, vv 1-12 di San Matteo.

Questo Vangelo ci ricorda la Carta di Identità del cristiano.

  • Come faccio a sapere se sono veramente un cristiano?

Leggo le Beatitudini, medito le Beatitudini e se la mia vita rientra in queste Beatitudini, allora vuol dire che sto seguendo Gesù. Sono chiare, i Santi di cui oggi celebriamo la festa, tutti i Santi, hanno fatto di queste Beatitudini la loro vita. I loro giorni si sono riempiti delle Beatitudini, per cui hanno sperimentato cosa vuol dire essere nel pianto, cosa vuol dire essere miti, poveri in spirito, puri di cuore.

Le Beatitudini le potremmo riassumere così:

“Beato chi sta con Gesù”

Chi sceglie Gesù, chi vuole Gesù è beato, perché ha tutto, perché in Gesù c’è tutto, ogni grazia, ogni consolazione, ogni guarigione, ogni salute, quindi è beato.

Don Alberione ha scritto un bellissimo testo sui Novissimi, che se vorrete, se potrete vi consiglio di andarlo a leggere:

“I Novissimi. Meditati davanti al Santissimo Sacramento”

Ha fatto queste meditazioni che lui consiglia di leggere e meditare stando davanti al Signore. Comincia proprio con che cosa sia la morte, parte dal tema dalla morte. Meditare la vita dei Santi, meditare il fatto che oggi è la loro festa, la festa di tutti coloro che hanno superato la vita terrena in modo glorioso e sono entrati nella Gloria di Dio, vuol dire confrontarsi anche con la morte, perché tutti loro hanno superato il momento solenne della morte. La morte è un momento solenne gravissimo.

“Noi preghiamo ogni giorno – ci ricorda don Alberione –  la Vergine Maria nell’Ave Maria:

“adesso e nell’ora della nostra morte”

La preghiamo perché la Madonna ci liberi dalla morte improvvisa, la preghiamo perché ci dia la grazia per essere pronti a morire, perché non cadiamo nella disperazione, perché riusciamo a prepararci bene, perchè possiamo avere un Sacerdote accanto, per tante ragioni, e credo che i Santi ci insegnano a prepararci bene alla morte:

“Se in questa notte venisse la morte, potrei presentarmi fiducioso al Tribunale di Dio?”

Dobbiamo chiedere la grazia di una santa preparazione in ogni ora e in ogni luogo e nelle migliori condizioni. Sapete che la morte è la pena del peccato originale, è entrata nella vita dell’umanità a causa del peccato originale, se no saremmo passati da una vita bellissima, che è quella dell’Eden, ad una vita stupenda meravigliosa che era quella del passaggio. Noi saremmo passati da uno stato all’altro. Eravamo creature, non eravamo immortali, nel senso che non saremmo morti perché la morte non c’era in quanto non c’era il peccato originale, saremmo quindi passati da uno stato ad un altro, potremmo dire dal Giardino dell’Eden al Paradiso, non avremmo avuto la morte, ma avremmo avuto questo passaggio, un passaggio ci sarebbe stato, ci sarebbe dovuto essere, che ci avrebbe concesso di entrare nell’Eternità con Dio per sempre e poter contemplare il Signore, costantemente per sempre, in Sua compagnia, purtroppo il peccato originale ha fatto entrare la morte e quindi è cambiato tutto, non c’è più un semplice passaggio di stato, ma c’è proprio la fine, questa vita terrena finisce, si conclude e noi moriamo.

Lui scrive:

“La morte arriva all’insaputa anche per Giustizia di Dio, è il peccato che l’attira, col peccato e la morte (Rm 5, 12) il pungiglione della morte è il peccato (1 Cor 15, 56). Quello che sollecita la morte è il peccato, l’ingratitudine usata e la Divina Misericordia. Quante volte non si possono spiegare morti immature, improvvise ma Iddio lo sa e lo vedremo poi al Giudizio, lo vedremo poi nell’Eternità.”

E’ un testo molto bello, Lui ci ricorda che la morte è incerta circa tre cose:

“La morte è incerta circa tre cose: a) in riguardo al luogo; b) in riguardo al tempo; c) in riguardo al modo.

  1. a) In riguardo al luogo, si può morire in qualunque posto: in strada, in letto, in chiesa, ecc.
  2. b) La morte ci può sorprendere in qualunque tempo, muoiono i vecchi ma anche i giovani e i bambini.
  3. c) Non siamo sicuri sul modo, e questo è il più terribile. [Non siamo certi] né di morir bene né di morire male! Tutti si deve morire; ma il timore della morte dev’essere moderato. È la morte cattiva che si deve temere. Ebbene noi sappiamo questo: tutti i giorni possiamo essere tentati a peccare, possiamo cadere, e la morte ci può sorprendere in quello stato. Chi è che non temerà, adunque? Chi è che non debba temere?

Inoltre se anche la morte venisse preceduta da malattia, non siamo sicuri se chi ci assisterà, ci avvertirà per tempo: né se avremo a disposizione un bravo Sacerdote o se avremo la calma di fare un buon esame di coscienza e accusarci come si deve; se avremo il dolore dei peccati per ottenere sicuramente il perdono. Chi è sicuro di questo? Il Signore non lo assicura, neppure ai più buoni.

Quindi la grazia di una buona morte è una delle più belle grazie da chiedersi, e da chiedersi ogni giorno! più volte al giorno: non solo la perseveranza finale è un dono speciale di Dio.”

Di questi tempi credo che un tema come quello della morte è molto attuale.

“Per essere pronti a ben morire occorrono almeno cinque cose:

  1. a) essere esenti dal peccato mortale. Guai a chi ha il peccato mortale! Che cosa sarebbe di lui se improvvisamente il Signore lo richiamasse? Senza contare poi che il peccato è come una calamita che continuamente richiama la morte. Egli manda come un’invocazione, col suo stato di coscienza, alle creature perché vengano a vendicare il Creatore offeso. Come l’albero infruttuoso richiama la scure, così il peccatore la vendetta divina.”

Sono parole alle quali noi non siamo più abituati, sono parole di un santo Sacerdote che ci interrogano. Non iniziamo con i “se, ma, allora..” quando iniziamo con i “se, ma, allora..” abbiamo finito di pensare. Lasciamo che queste parole ci parlino, senza dover camuffare, addolcire e riempire di melassa ogni cosa che facciamo. San Luigi Gonzaga non aveva paura di morire, anche San Domenico Savio, se l’abbiamo una ragione ci sarà e la ragione non è certo radicata in Dio. Ci fanno pensare queste parole, perché è vero che “l’albero infruttuoso richiama la scure”:

Qui nel nostro giardino l’altro giorno ho visto una pianta che aveva un po’ di foglie secche, una bella pianta alta e grossa, sono passato al mattino e ho visto che c’erano un po’ di foglie secche nella parte bassa. A mezzogiorno esco dal pranzo, ripasso, c’era già la motosega in azione, hanno abbattuto l’albero. L’hanno tirato via.

“C’erano un po’ di foglie secche, magari è malato..non va bene, sta seccando..”

Via, si taglia la radice e si risolve il problema.

Se un albero con un po’ di foglie secche richiama la scure, così velocemente…fa riflettere.

“b) Non avere peccati veniali. Il peccato veniale è la tiepidezza. Per essa si dovrebbe poi cadere in purgatorio. Bisogna detestarlo, il peccato veniale; almeno non commetterne mai degli avvertiti.”

Come diceva Santa Teresa D’Avila e come dicono tutti i Santi. Oggi facciamo la festa dei Santi, domani quella dei defunti, ma bisogna vedere se ascoltiamo quello che dicono i Santi, se facciamo e meditiamo quello che dicono i Santi. Non tutto si può interpretare, ci sono cose che sono degli assiomi assoluti. Non si può mandare nessuno in un campo di sterminio, non si può mandare nessuno dentro ad una camera a gas, questo non è da interpretare. Non tutto si può interpretare, ci sono delle cose che sono degli assiomi incontrovertibili, indiscutibili, su questi non si discute e il peccato veniale è uno di quelli, va rigettato in tutti i modi.

 “Vi sono imperfezioni che sono debolezze di natura; ma quello che dobbiamo evitare è il peccato veniale acconsentito, ad occhi aperti.

  1. c) Soddisfare per tempo a tutte le pene. Non sempre con le Confessioni scancelliamo tutta la pena temporale. Forse dopo rimesso il peccato è rimasta ancora qualche pena da scontarsi in questa vita o nell’altra. Facciamo penitenza e usiamo del tesoro delle indulgenze. S. Agostino dice che nessuno, anche quando la vita non fu cattiva, dovrebbe avvicinarsi alla morte senza aver passato un certo tempo in penitenza o mortificazione. Da tutti si deve ricordare che Dio vede le cose dell’anima nostra assai meglio di noi. Quante volte vi è un po’ di vanità, quante volte una imperfezione, quante volte meno zelo, meno energia nel servizio di Dio…
  2. d) Arricchirci di meriti per tempo. La morte è il tempo della raccolta; non potremo trovare né di più, né di meglio di quanto avremo fatto. Le mani dei giusti saranno piene: «Nel tornare, viene con giubilo, portando i suoi covoni» (Sal 125,6); ma le mani del trascurato si troveranno vuote. I pigri dovranno dire: il tempo è passato, ma la nostra lampada è senz’olio.
  3. e) Anzi farci santi! Questo è il programma che ci siamo scelti; questa è la grazia che chiediamo nella Coroncina: “Vergine Maria, Madre di Gesù, fateci santi”. Questo è il fine, tutto il fine, il solo fine per cui si vive. Di poco o molto ingegno, di poca o molta salute, stimati o no, ricchi o poveri, poco importa; ma il tutto è qui: farci santi.”

Mentre stamattina meditavo queste parole prima di fare questa omelia dicevo:

“Tutto quello che noi siamo, tutto lo studio che facciamo, tutto il lavoro che facciamo, se non serve a farci Santi, è tutto inutile. Le relazioni che abbiamo, le preghiere che facciamo, l’essere in Convento, l’essere in famiglia, se non servono a farci Santi, cosa le facciamo a fare?”

Alla fine in tutto quello che facciamo nella nostra vita conta una cosa sola:

La Vita Eterna.

“Che conoscano Te, unico vero Dio e Colui che hai mandato: Gesù Cristo nostro Signore”

Se non c’è questo tutto il resto non ha nessun valore. Quest’oggi meditando i Santi, chiediamogli la grazia di essere preservati nell’ora della morte e in quel momento di fare tanti e grandi atti di abbandono.

Mi ricordo quando ero piccolo che rimasi impressionato di un fatto, è lì che imparai “l’Atto di dolore”, sapevo solamente “O Gesù d’Amore acceso”, ma poi imparai in quell’occasione l’Atto di Dolore.

Quando l’ho imparato a memoria l’Atto di dolore?

Quando trovai in un libro, dove veniva narrata l’educazione che ricevevano i cristiani sotto qualche regime, sotto dittatura. Loro sapevano già che nel momento in cui venivano Battezzati erano esposti alla morte, per cui li preparavano a morire. Una delle preghiere che insegnavano era quella dell’Atto di dolore, affinché ovunque fossero trovati, potevano recitare subito l’Atto di dolore. Da ragazzo, dopo aver letto questo, mi sono detto:

“Allora vale la pena impararlo a memoria bene. Un giorno quando morirò, dovessi trovarmi in una situazione dove non ho accanto un Sacerdote, ho l’Atto di dolore”

L’Atto di dolore è bellissimo:

“Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi, ma molto più perché ho offeso Te..”

Lo diciamo nell’Atto di dolore:

“Perché peccando ho meritato i tuoi castighi”

Come ha detto don Alberione. A Fatima la Madonna ha detto le stesse cose, a Lourdes, a La Salette.

Allontaniamoci dal peccato, stiamo lontani dal peccato, andiamo spesso a confessarci, questa è la strada per avvicinarci alla Santità, insieme al Tabernacolo e l’Eucarestia.

Veramente di cuore vi auguro un santo mese di novembre che temo sarà un mese dove inizierà la nostra clausura forzata, pensavo che avremmo potuto attendere ancora un po’ ma penso arriverà prima. Prepariamoci a questa clausura forzata, affronteremo anche questo, sempre uniti, sempre insieme, speriamo che arrivi il giorno nel quale ci troveremo tutti, magari tutti no ma con qualcuno sì, alla famosa Fontana di Trevi, un’opera d’arte incredibile, a mangiarci un bel gelato per festeggiare questo ritorno alla vita, alla serenità, speriamo di poterci trovare e ringraziare il Signore e dire:

“Finalmente è tutto passato, ci possiamo vedere, ci possiamo conoscere, possiamo mangiarci un gelato in pace”

Oppure il venerdì, visto che il venerdì è il giorno del pane e acqua, in memoria della Passione di Gesù, ci troveremo alla Fontana a dire una preghiera insieme, a benedire i nostri pani, senza più paura di essere vicini, potendo stare uno accanto all’altro, potendoci sedere su quelle bellissime gradinate della Fontana di Trevi, con la frescura dell’acqua e con la bellezza davanti agli occhi, ringraziare Dio, e gustarci questo pezzo di pane buono e quella buona acqua fresca, perché ho scoperto che alla Fontana di Trevi in un punto ci sono due fontanelle da cui esce l’acqua ed è freschissima. C’è il pane, l’acqua, la bellezza, Dio, c’è l’Università con tutto il suo sapere, la Chiesa, perché alla Fontana di Trevi c’è anche la Chiesa che dà proprio sulla Fontana di Trevi, quel giorno avremo tutto in quella piazza e potremo veramente lodare il Signore.

Nell’attesa vi auguro di vivere bene questo mese, restiamo uniti, non facciamoci prendere dalla paura, dallo spavento, dall’angoscia, non siete soli, non siamo soli, restiamo uniti, facciamo rete, viviamo giorno dopo giorno, passo dopo passo, in modo molto affidato al buon Dio, preghiamo per tutti coloro che purtroppo sono stati contagiati dal virus, soprattutto per quelli che stanno male, preghiamo per gli operatori sanitari, per i nostri Governanti, per i Sacerdoti, per i Vescovi, per il Papa, per i bambini e per i ragazzi per loro è sicuramente più difficile non potersi muovere, per tutti gli studenti che devono fare lezione online e dare gli esami. Ci attendono momenti difficili ma noi siamo cristiani, siamo di Cristo e siamo abituati a vivere momenti difficili, perché dobbiamo essere amici della Croce, e quindi sappiamo che se il Signore ci chiede questo ha un suo perché, un suo progetto e noi ci fidiamo di Dio, sappiamo che Dio non ci lascia e noi dobbiamo fare di tutto per crescere in questa Santità e se anche le Chiese dovessero essere chiuse nuovamente, ve lo dissi a marzo, ad aprile, maggio, giugno, noi restiamo assolutamente nella pace, ancorati in Dio e soprattutto quella sarà nuovamente l’occasione per fare memoria di tutti i cristiani perseguitati che vedono le loro Chiese distrutte, che fanno fatica, che sono nei campi di concentramento, chiamati oggi “educazione” ma è lo stesso. Se anche il Natale dovesse essere chiuso, senza Chiese senza Messe di persone, noi siamo nella Volontà di Dio, siamo tra le braccia del Signore, riposiamo costantemente sul Cuore di Gesù e di Maria che vale più di tutto e stiamo uniti, profondamente uniti.

Di cuore vi benedico tutti, le vostre famiglie, le vostre case, i vostri morti, tutte le persone care che sono morte, pensiamo soprattutto domani ai morti di questo virus, quante famiglie che magari hanno perso il papà, la mamma in pochi giorni, che non hanno potuto neanche salutarli, fargli una carezza, accompagnarli a morire, non li hanno più visti e magari non hanno neanche un ricordo perché glielo hanno bruciato. Dolori incredibili, inimmaginabili. Dobbiamo pregare tanto per questi defunti, sono tante le persone morte. Il giorno del 2 novembre deve essere un giorno dedicato, non è semplicemente il portare i fiori ai morti, si fa anche questo, ma innanzitutto dobbiamo pregare tanto per loro.

Vi benedica Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

TUTTI I SANTI

VANGELO (Mt 5,1-12)
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

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