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Raccoglimento – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.93

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Raccoglimento – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.93
Giovedì 1 febbraio 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mc 6, 7-13)

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 1 febbraio 2024. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal sesto capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 7-13. 

Ricordo a tutti l’importanza di fare i Primi sei giovedì del mese.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al capitolo ventinovesimo, paragrafo sesto. Scrive Santa Teresa:

6 — Così le nostre preghiere vocali le reciteremo con maggior quiete ed eviteremo molta noia. Dopo esserci sforzate per alcun tempo a tener compagnia al Signore, Egli ci capirà anche per via di segni. E se prima per farci intendere ci occorreva recitare il Pater noster molte volte, dopo, invece, ci capirà fin dalla prima, essendo suo vivo desiderio risparmiarci ogni fatica. Se nello spazio di un’ora non recitassimo il Pater che una volta, sarebbe già sufficiente per farci ascoltare, sempre inteso che da parte nostra comprendiamo di parlare con Lui, conosciamo il valore delle nostre domande e pensiamo al desiderio che Egli ha di esaudirci e al piacere che prova nello stare con noi. Non ama per nulla che ci rompiamo la testa con dei lunghi discorsi! …2 

La nota dice:

2 Vi scongiuro, sorelle, per amore di Dio, di abituarvi a recitare il Pater noster con questo raccoglimento e ne ricaverete in poco tempo grandissimi vantaggi. È questo un metodo che, come vedrete da voi stesse, aiuta grandemente a vincere le distrazioni impedendo alle potenze di divagarsi. Vi prego soltanto di farne la prova, nonostante che ciò vi debba alquanto costare, perché, quando non si è abituati, si sente sempre un po’ di noia. Ma posso assicurarvi che vi troverete presto contente, comprendendo di avere in voi questo Padre celeste a cui potete rivolgervi senza aver bisogno di affaticarvi per cercarlo altrove. (Manoscr. Escor.).

Allora, vediamo questo paragrafo sesto. Siamo sempre alle preghiere vocali. Quanto ci ha consigliato fin qui — l’abbiamo visto anche ieri e nei giorni precedenti — serve per avere maggiore quiete ed evitare la noia, evitare molta, molta, noia; voi sapete che nella preghiera è fondamentale non vivere la noia ed avere una grande quiete, altrimenti non si riesce a pregare. Quindi, noi sforziamoci di passare del tempo davanti al Signore; in questo modo — dopo — Lui ci capirà attraverso dei segni — che può essere un breve pensiero — e, quindi, ci capirà fin dalla prima parola.

Santa Teresa ripete: è fondamentale comprendere di parlare con lui; conoscere il valore delle nostre domande; pensare al desiderio che egli ha di esaudirci, al piacere che prova a stare con noi e, soprattutto, al fatto che non ama per nulla che ci riempiamo la testa di discorsi lunghi.

Vedete che questo capitolo ventinovesimo è veramente molto importante, proprio tanto importante, penso che concordiate anche voi.

Quindi: maggiore quiete, poca noia, il Signore che ci parla attraverso… possiamo dire così: ci sarà quell’intesa, tra noi e il Signore, proprio fatta di segni, cioè non ci sarà più bisogno, poi, di fare mille parole, perché, essendoci abituati a stare alla sua presenza, poi basterà poco; basterà poco sia per intendere Lui, sia per farci intendere noi. Sempre che noi mettiamo l’accento sul: “comprendere di parlare con Lui; conoscere il valore delle nostre domande; pensare al desiderio che Lui ha di esaudirci; al piacere che prova a stare con noi”. E, ricordiamoci sempre, questo è importantissimo, che il Signore non ama, assolutamente, che ci riempiamo la testa di lunghi discorsi; non lo ama assolutamente, cioè proprio non gli interessa minimamente, non ha nessun gusto — diciamo così — nessun gusto, nessun interesse, non gli interessa proprio che, appunto, la nostra testa sia piena di questi lunghi discorsi.

7 — Il Signore si degni d’insegnare questa specie di orazione a quelle tra voi che ancora non la conoscono. Io per me vi confesso che mai seppi cosa volesse dire pregare con soddisfazione fino a quando il Signore non mi pose su questa via. L’abitudine di raccogliermi in me stessa mi fu feconda di così grandi vantaggi che non seppi trattenermi dal parlarvene ampiamente. Concludo ripetendo che dipende tutto da noi. Chi vuol arrivare a questo stato, non deve mai lasciarsi scoraggiare. Si abitui a ciò che ho detto, e a poco a poco si farà padrone di sé. Non solo non perderà nulla, ma guadagnerà sé per sé stesso, facendo servire i propri sensi al raccoglimento dell’anima. Se deve parlare, penserà che ha da parlare in sé stesso con qualche altro. Se deve ascoltare, si ricorderà di prestare orecchio a una voce che gli parla più da vicino. E volendolo, constaterà di poter star sempre con Dio, rimpiangendo il tempo in cui ha lasciato solo un tal Padre, i cui soccorsi gli sono tanto indispensabili. Se può, lo ricordi spesso ogni giorno, o almeno di tanto in tanto; e fattane l’abitudine, presto o tardi ne caverà profitto. Dopo aver ottenuto questa grazia, non vorrà cambiarla con alcun tesoro.

Quindi, ritorna su questo tema dell’orazione, che lei insegna, così come l’ha spiegata, questa orazione vocale. Fondamentale: l’abitudine di raccogliersi in sé stessi; vedete che ritorna? Tutto dipende da noi perché, se io non voglio raccogliermi, se io non voglio far silenzio, cosa può fare il Signore? 

Aggiunge che non bisogna lasciarsi scoraggiare; impareremo a farci padroni di noi stessi, fondamentale. Quindi: sia se devi parlare, sia se devi ascoltare, c’è qualcosa che devi pensare e ricordare. Potremmo stare sempre con Dio — aggiunge Santa Teresa — perché Lui non mancherà mai; ricordarsi spesso, ogni giorno, o almeno di tanto in tanto, di questo Signore che è in noi. Ecco, mi sembra di aver detto anche oggi delle cose importanti, ora finiamo il capitolo:

8 — Per amor di Dio, sorelle, riguardate per bene impiegati tutti gli sforzi che a questo scopo farete, giacché nulla s’impara senza un po’ di fatica. Se vi applicate decisamente, sono sicura che l’aiuto di Dio non vi mancherà, e solo in un anno, o anche in mezzo, ne verrete a capo felicemente. Che poco tempo per sì gran guadagno!… In tal modo getterete un solidissimo fondamento, in grazia del quale il Signore, volendolo, vi potrà innalzare a grandi cose, tanto più che mantenendovi a Lui vicine, ne avete già la disposizione. — Sua Maestà ci conceda di non mai perdere di vista la sua divina presenza! Amen.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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