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“Hostia pro Hostia”: don Dolindo Ruotolo

Don Dolindo

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 31 ottobre 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

“HOSTIA PRO HOSTIA”: DON DOLINDO RUOTOLO

Eccoci giunti a sabato 31 ottobre, abbiamo ascoltato la Prima Lettura di oggi tratta dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi cap. I vv 18-26.

Sulla scorta di questa espressione di Gesù:

“Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno.”

Ho pensato di leggervi qualcosa di un testo molto bello che si chiama:

Hostia pro Hostia. Elevazione Eucaristica”

Un testo del Sacerdote Don Dolindo Ruotolo del 26 giugno 1924 per la Venerabile Suor Maria Giuseppina delle Carmelitane dei Ponti Rossi in Napoli.

Che cosa sono io innanzi a Te o Gesù?

La risposta di Gesù, che ci consegna Don Dolindo:

Tu sei ansiosa di sapere:

«Che cosa sono io innanzi a Gesù? Che cosa debbo fare per piacergli? Gli sarò io fedele?».

Ecco cosa risponde Gesù, quando scrive Gesù all’anima, è veramente Gesù che parla in questi colloqui intimi che Don Dolindo aveva con Gesù:

“Ascoltami, te lo dirò io: Innanzi a me tu sei come un ostia, e devi essere come un’ostia. Le sofferenze che hai sono una vita nascosta, ricca di immensi beni; sono la vita della mia Passione.”

Noi davanti a Gesù siamo ostie e dobbiamo essere come ostie e le sofferenze sono una vita nascosta.

“Che cosa è che transustanzia l’ostia eucaristica nel mio Corpo? E’ la mia Volontà, la mia Potenza, il mio Amore. Io, per il Sacerdote, mi pronunzio sul pane le parole onnipotenti della vita: «Questo è il mio Corpo». E subito il pane viene meno, pur conservando le sue apparenze, e vivo io nell’Ostia immacolata. Tu devi essere per me un’ostia, ed io ti ho conservata la vita per questo. Ogni atto della tua vita deve essere come una consacrazione eucaristica. Devi darti a me con l’abbandono completo col quale mi si da l’ostia che deve essere consacrata, senza reticenze, senza complicazioni, senza timori, senza ansietà.”

Devi essere per me un’ostia. Darsi a Gesù totalmente affidando a Lui ogni nostra preoccupazione, condurre e consumare la nostra vita ai suoi piedi.

In questo istante mi è caduto l’occhio su un fiorellino piccolo molto colorato, rosso, giallo, arancione che ieri mattina ho raccolto da una siepe, piccolino, e che ho messo in un piccolo calicino che mi è stato regalato tanti anni fa, un piccolo calice d’argento, piccolo piccolo, è una coppa piccolissima che ho messo sul piedistallo della mia croce che ho qui sulla scrivania e questo fiore sta proprio in questo piccolissimo calice che ho messo sotto ai piedi di Gesù in Croce, che mi ricorda sempre che il Calice raccoglie il Sangue di Cristo in Croce e questo Sangue è dato per noi, è versato per noi. Ho messo sotto il calice per ricordarmi che nessuna goccia di quel Sangue deve andare sprecata. Stamattina guardando il fiorellino mi accorgo che si è un po’ appassito. Questa è la nostra vita, dovrebbe essere la nostra vita, noi che tra tanti fiori veniamo raccolti dal Signore, come io ho fatto ieri mattina, veniamo messi ai Suoi Piedi e a quel punto tutta la nostra vita rimane nascosta in Cristo, poi passa la notte, arriva il mattino e questo fiorellino si sta spegnendo ma è ai piedi di Gesù che sono sicuro si seccherà e rimarrà bellissimo, perché non può marcire nulla ai Piedi di Gesù.

“Abbandono completo col quale mi si da l’ostia che deve essere consacrata, senza reticenze, senza complicazioni, senza timori, senza ansietà.”

Ci dobbiamo dare a Gesù così, questo vuol dire abbandono completo, non devo tenere niente per me, non devo avere complicazioni inutili, non devo avere paure e ansietà, difficilissimo, tutti lo sappiamo quanto è difficile vivere così, però abbandono completo vuol dire proprio questo.

“Se ritieni un atomo di te stessa, tu sei come un’ostia fatta di altra farina, sulla quale invano si pronunciano le divine parole.”

Se quell’ostia non è di purissima farina, di frumento, è invalida la Consacrazione, quindi se io ritengo un atomo di me non posso essere ostia, non posso diventare un altro Gesù.

“La materia del SS. Sacramento dell’altare è la pura farina di grano; è questo che la rende capace di offrirsi a me. Ora la mia Volontà, scegliendo la farina di grano, la rese atta ad essere transustanziata in me. Ecco la condizione fondamentale per renderti ostia mia: Devi vivere nella mia Volontà.”

Questa è la condizione fondamentale per essere ostia:

Vivere nella mia Volontà.

“L’obbedienza consacra la tua volontà in me e la parola di chi rappresenta Dio è come una parola che si pronunzia sulla tua volontà, e la muta nella mia Volontà.”

Vedete quanto è importante l’obbedienza.

“Quando soffri, sono io che ti fo vivere della mia Passione, io che ho ancora sete di immolarmi, e vado cercando nelle membra del mio Corpo mistico chi possa raccogliere questa mia sete e darsi a me come specie eucaristica. Tu abbandonati a me, non temere, non trepidare, non avere paura. Sono io che soffro in te, che ti immolo, che depongo in te i fiori della mia Passione. Offriti a me come ostia di amore, vivendo di me Sacramentato. Io ho consacrato il pane e il vino, per consacrare poi il corpo e l’anima umana, assorbendola nella mia vita. L’amore soltanto può rendere il tuo essere atto a questa solenne Consacrazione.”

Dobbiamo amare.

“Più mi ami, più confidi in me, più mi cerchi, più ti alimenti della mia vita, e più io ti sostituisco, fino a renderti piena della mia vita, come un’Ostia consacrata. Per questo ti cerco dal santo Tabernacolo dell’amore, ed ho sete di darmi, e ti ammanto di me stesso, e ti fo sentire la mia sete. Tu mi desideri, perché io ti desidero, perché io ti attraggo, perché la tua vita l’ho come creata novellamente per questo! Confida in me, cercami, e portami un amore immolato, una volontà inabissata nella mia Volontà, un cuore tranquillo!”

Bellissime queste parole, potrei andare avanti ma mi fermo qui. Domani andrò avanti ancora perché la domanda successiva è:

Tu dici: «Che cosa debbo io fare?».

E Gesù spiegherà che cosa deve fare l’anima. Però già quello che abbiamo ascoltato fino adesso è bellissimo:

“Più mi ami, più confidi in me, più mi cerchi, più ti alimenti della mia vita, e più io ti sostituisco”

Dobbiamo veramente abbandonarci in Gesù, senza timore, senza trepidazione, senza paura e chiedere a Gesù di occupare tutta la nostra vita.

Vi auguro un santo sabato, questo ultimo sabato di ottobre che ci apre al mese di novembre, tutto dedicato ai morti, il 1° novembre che è Domenica, questo grande giorno dei Santi, è la festa di tutti i Santi e il 2 novembre questa memoria grande per le anime del Purgatorio, per coloro che ancora gemono e attendono, il 27 novembre e avremo la ricorrenza della Medaglia Miracolosa, a noi tanto cara, sarà un mese molto denso anche di preparazione al Santo Natale.

Vi benedico di cuore, vivetelo bene questo sabato, viviamolo bene tutto in Gesù per Maria.

E vi benedica Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Sabato della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

PRIMA LETTURA (Fil 1,18-26)
Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno.

Fratelli, purché in ogni maniera, per convenienza o per sincerità, Cristo venga annunciato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene. So infatti che questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all’aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, secondo la mia ardente attesa e la speranza che in nulla rimarrò deluso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.
Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo.
Persuaso di questo, so che rimarrò e continuerò a rimanere in mezzo a tutti voi per il progresso e la gioia della vostra fede, affinché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo Gesù, con il mio ritorno fra voi.

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