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Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe, 31ª e ultima parte

Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe” di lunedì 31 ottobre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

VANGELO (Lc 14, 12-14)

In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Audio della meditazione:

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Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 31 ottobre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo quattordicesimo del Vangelo di san Luca, versetti 12-14.

E oggi, per grazia di Dio e della Vergine Maria concludiamo il nostro iter di conoscenza, formazione e predicazione sulla figura del beato Alano e di san Domenico di Guzman in riferimento al Salterio di Gesù e di Maria a cui abbiamo dedicato tutto il mese di ottobre.

Oggi vorrei tornare alla parte terza:

I sermoni del nostro santo Padre Domenico rivelati allo stesso Beato Alano

e, in particolare, il capitolo terzo:

Trattato del devoto dottor Alano sulla eccellenza dei sacerdoti.

Per quanto riguarda la prima cosa, cioè la Dignità Sacerdotale, affermo che qui riporto e premetto una certa Rivelazione molto famosa, per grazia di Dio, famosissima per la sua singolarità, già un tempo fatta da Dio a Sant’Ugone, Vescovo del santissimo Ordine dei Certosini, uomo di completa santità, che, era amante e zelante, fin dalla giovinezza, del SS. Rosario di Maria Vergine.

E io stesso ho letto questa Rivelazione, descritta altre volte.

Anche un certo Novello Sposo di Maria, del quale ho conoscenza, conobbe per Rivelazione dal Signore, la medesima visione da parte dello stesso Gesù Cristo, nell’anno del Signore 1468.

E ovviamente sta parlando di sé. 

Adesso noi sentiremo un’esperienza e delle parole di Gesù sul sacerdozio. Purtroppo per motivi di tempo non posso meditare con voi le quindici eccellenze del sacerdozio (in totale sono venti pagine) rivelate da Gesù al beato Alano e neppure potrò fare il Salterio sacerdotale meditando le quindici eccellenze che si trovano nel capitolo quinto, però ciascuno di voi può andare a leggerle: chi tra voi è sacerdote vi troverà tanta ricchezza soprattutto perché rivelate da Gesù.

Io affronterò solo alcune pagine sul dialogo di Gesù con il beato Alano con domande e risposte sul sacerdozio e la Santa Messa. Vedrete quanto sono utili.

NARRAZIONE:

Spesso il ricordato novello Sposo della Vergine Maria legato con un patto stabile di devozione alla medesima Sua Sposa nel Salterio, durante le quotidiane celebrazioni delle Sante Messe, era solito anelare a lungo con ardente zelo di desiderio a Dio, per quanto, ahimè, fosse sempre indegno.

Accadde poi che, non so per quale presunzione di accidia introdottasi in lui, desiderava applicarsi alle cose sacre con intervalli di giorni — quindi, non tutti i giorni, ma ogni tanto sì e ogni tanto no — e pure poi, non raramente tralasciando di celebrare il Divino Sacrificio — a un certo punto il beato Alano ha smesso di celebrare la Messa, magari la celebrava un giorno sì e altri tre no… poi, addirittura sospende — a causa di fugaci fantasie, che per caso gli aggredivano l’anima e lo condussero ad interrompere il così grande Mistero del Culto.

Dunque prima fa un po’ sì e un po’ no, poi interrompe del tutto a causa di fantasie e di pensieri che gli balenavano per la testa. Pensate che cosa non ha vissuto: prima la disperazione, poi ha tentato il suicidio, poi le fatiche nella preghiera e poi non celebrava più la Messa.

Così la timorosa permissione dell’animo inquieto a volubilità vane diviene un penoso riposo che rende a lui assai difficile il ritorno, a poco a poco, alla tre volte grandissima Opera.

L’animo inquieto non sta bene, il riposo dalla Celebrazione diventa una pena e il ritornare a celebrare la Messa diventava quasi impossibile.

Mentre gli scrupoli ingannatori logoravano l’animo pauroso, opprimevano lo spirito, e facevano intiepidire l’ingannato, — gli scrupoli fanno così: prima ti allontanano da Dio, poi ti intiepidiscono — e così dunque, fecero ammalare l’uomo buono, e rendergli meno frequente l’offrire a Dio, il tre volte Santissimo Sacrificio.

Il tema è la Santa Messa: quando si comincia ad allontanarsi dalla Santa Messa, la situazione è gravissima, soprattutto per un sacerdote. Quando un sacerdote comincia a non celebrare più tutti i giorni la Santa Messa, siamo in una brutta situazione. 

Infine, una malattia abbastanza grave afflisse il piccolo corpo  agguantato, e lo costrinse a letto; non riusciva ad alzarsi tanto che temeva di toccare quelle Divine Cose di prima. Ora non era in grado di sollevarsi verso esse come voleva.

Quel giorno nel Calendario della Chiesa era la Festa Solenne consacrata a San Giovanni Battista: quand’ecco Dio, facendo entrare l’uomo in estasi, ne trasportò l’animo rapito in Cielo; e sembrava proprio che il corpo esanime che giaceva fosse del tutto simile a un morto. Intanto lo spirito, portato via alla povera anima lasciata, assai splendidamente guardava i segreti dei Divini Misteri che nei Cieli si disponevano.

Gli sembrava che il Signore Gesù Cristo, tre volte Pontefice  Ottimo Massimo, si facesse avanti rivestito di Abiti Pontificali, e procedesse nel mezzo insieme con gli altri Ministri dell’Altare, secondo il Rito Ecclesiastico, e lo accompagnavano innumerevoli Corone di Santi, che si collocarono all’intorno.

Il Pontefice inizia le realtà Divine di entrambi i mondi, e prosegue fino al compiersi della Comunione. Quando, improvvisamente, avviene un suono con una proclamazione: “Le cose Sante ai Santi! Preparate la via al Signore”. 

Non dimentichiamo queste parole ‘Le cose Sante ai Santi’ che significa essere in grazia di Dio: non si gettano le cose sante a chi non è santo… ricordate? ‘Non gettate le perle…’

Nominalmente al pellegrino portato qui nell’estasi, viene detto, di presentarsi alla Comunione. Atterrito dall’avvertimento “Ohimé, esclama, non è ancora avvenuta la purificazione dell’animo con la Confessione.” Un altro si avvicina a lui, era il Santo Precursore del Signore, il Battista, e ordina: “Preparate la via al Signore.” E a lui, questi: “Ahimé, mi occorre la Confessione.” “ Vai prontamente, dice, ecco il Confessore il Beatissimo Pietro, Principe degli Apostoli”; inginocchiato penitente davanti a lui, che lo ascolta, si libera degli scrupoli, con tanta consolazione e luce per la purificazione, quanta mai l’ebbe altre volte nella vita.

La Confessione lo libera dai suoi scrupoli; non c’erano peccati gravi, ma scrupoli che gli avevano impedito di celebrare la Messa.

Nello stesso tempo, essendo mandato da Lui a gustare i Misteri, quando si accosta supplice all’altare adorando sia il Sacramento che il Redentore Gesù, questi lo rimproverava con queste parole: “O servo lento, avvicinati lesto. O pigro e negligente, a che scopo è ti stata data da me la così grande Potestà di compiere le Cose Sacre, per mezzo dell’eletta mia Madre, che interviene in tuo favore? E tu, hai voluto nascondere questa Potestà, chiusa in un fazzoletto.” 

Ricordate la parabola dei talenti? Gesù lo rimprovera: “Hai nascosto la tua Potestà sacerdotale in un fazzoletto!”.

Appena dice questa cosa, a lui che tremava e gioiva, meravigliosamente essendosi conformato ad entrambe le disposizioni, Gesù porgeva la tre volte sacra Comunione. Subito dopo scorgeva il Signore Gesù che era verissimamente dentro di lui, e lo ascoltava, mentre Lui gli suggeriva molte cose assai confidenzialmente, in un’indicibile dolcezza. Riguardo alle altre cose poi, con un severissimo Sermone, lo attaccava sulla grandissima negligenza commessa nel non celebrare le Messe. 

Gesù lo attaccava sulla grandissima negligenza del non aver celebrato le Messe.

Con tali avvertimenti di dottrina, dunque, ammaestrava e fortificava l’insicuro. “Questo abbi per certo: nulla ti sembri mai così grande, per il cui amore o per la cui paura, tu interrompa di celebrare i tremendi Uffici. Escludi soltanto il peccato mortale manifesto e non confessato.”

Gesù non poteva dire parole più chiare di queste: “… nulla ti sembri mai così grande, per il cui amore o per la cui paura, tu interrompa di celebrare i tremendi Uffici.” 

 Non c’è nulla che tu ami così tanto o che tu temi così tanto per cui non celebri la Santa Messa; solo il peccato mortale manifesto e non confessato.

E aggiungeva chiaramente, che per nessuna di queste cose, un Sacerdote deve rinviare la Messa: né per l’aridità non devota della mente, né un’occupazione urgente, né una tentazione ardente, né una polluzione notturna, e tanto più, neanche la diurna, se involontaria e contraria alla sua volontà gli capitasse: 

Vedete come sono liberi i santi nello scrivere? Ora non vi spiego che cosa sia la polluzione (andate a vedere sul vocabolario), se no mi arrivano le mail degli scandalizzati perché Gesù e il beato Alano possono dire queste cose, ma se le dico io… chissà! Io penso che certe volte Gesù ci guarda dicendo: “Pòr bagài!” (questa la capisce solo chi è milanese)… Che tenerezza! Noi siamo così inquinati dalle cose sozze di questo mondo che anche una cosa naturale come la polluzione – perché è una cosa naturale – noi la sporchiamo! 

“Non riesco a immaginarmi come la Vergine Maria abbia potuto allattare il beato Alano!” 

Ma questo è un problema tuo! Perché tu ti immagini le cose con non so quale cervello, ma il Cielo dice che certe cose non possono essere pensate e comprese con le categorie mentali che noi abbiamo tra le mani. È tutto spirituale e mistico!

“Allora: la Vergine Maria ha avuto come sposo san Giuseppe, san Domenico, il beato Alano… ma quanti sposi ha avuto?”

Ma si possono fare domande tali? 

quali possono avvenire o a chi riceve Confessioni pericolose,

A un sacerdote con un’anima particolarmente sensibile può capitare una cosa del genere… e io aggiungo che non si dovrebbe proprio entrare in dettagli molto scabrosi durante una confessione. Ricordate: differenza specifica e differenza numerica? Ho rubato tre volte cinque mele, … basta! Non c’è bisogno di dire di che colore fossero o che forma avessero le mele che ho rubato. Prendete questo esempio e applicatelo alle confessioni riguardanti peccati circa la purezza: cosa hai fatto e quante volte… senza far partire le diapositive!

o a quelli che vanno a cavallo, o a coloro che sono agitati in modo angoscioso e che si affrettano di continuo. In verità non considero proprio queste cose, meno ancora ci indugio; questo capita nell’umana natura, per quanto ciascuno preferirebbe rinunziare alla vita, prima di consentire a tali cose.

Quando ho letto questo passaggio mi sono detto: “Gesù è proprio geniale!” A me non sarebbe venuta in mente una cosa del genere…quando ero ragazzo andavo a cavallo, non mi è mai capitata una cosa del genere, ma pensandoci…potrebbe accadere…, a qualcuno sarà successo, ai tempi del beato Alano si andava tanto a cavallo. Qualcuno, poverino sarà anche andato in angoscia perché era presente e cosciente in quanto era a cavallo; Gesù dice che se la volontà è altrove non importa. Gesù dice che basta che tu non voglia: è una cosa involontaria…

E il beato Alano giustamente prosegue dicendo di non indugiare in queste cose legate alla natura umana… basta, fine… accadono e quando accadono, siccome non c’è il concorso della volontà, non c’è il desiderio di fare del male o di peccare e preferiamo morire piuttosto che acconsentire a queste cose… basta! Stai nella pace e, se è mattina mangiati una bella cioccolata con la panna o, se è mezzogiorno, una bella pastasciutta fumante con il pane e il sugo. 

Riprendiamo: 

In verità non considero proprio queste cose, meno ancora ci indugio; questo capita nell’umana natura, per quanto ciascuno preferirebbe rinunziare alla vita, prima di consentire a tali cose. Tu domanderai: Come mai è così?

Prima Ragione: Poiché simili eventi, o sono per lo più delle molestie, o sono portati dalla forza e dall’inganno dei demoni, per incutere orrore, sotto l’aspetto del pensiero religioso, che soffre sull’indegnità del corpo; e pure per diminuire e ritardare con questa frode la mia opera di purificazione, la salvezza e la lode delle anime.

Quindi Lui dice che queste cose che succedono, l’aridità, le tentazioni, e tutto il tema delle polluzioni cominciano a fare pensare alla indegnità del corpo, ma il corpo è degnissimo essendo dono di Dio, è il tempio dello Spirito Santo è non il carcere dell’anima come pensava Platone.

Seconda Ragione: Ma queste cose non devono essere affatto temute, benché occorre starci attenti. Se infatti un diavolo imbratta uno contro la propria volontà, io lo purifico abbondantemente e con piacere, anzi, anche per una tale polluzione, ridono cento volte la purezza.

Gesù dice che queste cose non vanno temute; bisogna stare attenti e non sottovalutarle, ma non bisogna starci troppo sopra e poi aggiunge che, se un diavolo sporca una persona contro la sua volontà, Lui la purifica immediatamente e con piacere, anzi … Dunque non dannarti l’anima per queste cose cui pensa poi il Signore; devi semplicemente disprezzare queste tentazioni e stare sereno pensando al tuo Gesù e basta.

Allora egli interrogava: Signore Gesù, Sposo dolcissimo delle anime, perché i Dottori e le Leggi lo allontanano dalla Sacra Comunione?

Il beato Alano dice che gli risulta che i teologi e le Leggi prevedono che chi vive l’esperienza della polluzione notturna e diurna venga allontanato dalla Comunione.

E adesso sentite… Non sapete quanto bene mi abbia fatto leggere questo libro del beato Alano che è diventato mio grande nuovo amico… poi su questa parte del Salterio di Gesù e di Maria e sulla vita sacerdotale è un dono enorme del Cielo… devo ringraziare ancora una volta don Roberto Paola che ha fatto un lavoro utilissimo…

E il Signore Gesù: 

  1. Essi lo sostengono più per uno zelo timoroso, che per la carità. Infatti la perfetta carità manda fuori il timore. 

Attenti a questi ‘zeli timorosi’, a questo timore sbagliato…

  1. Poi, poiché una volta anche i laici si ristoravano nella quotidiana, o almeno domenicale, frazione del pane alla Sacra Mensa, perciò a motivo di essi, gli assai recenti Dottori della Chiesa stabilirono che, dopo l’ultima macchia del corpo, bisognava astenersi dall’assemblea. 
  2. Veramente grandissima è la diversità tra i Comunicanti e i Celebranti. Quelli ottengono per se stessi soli: questi servono, distribuendo a tutto il mondo, Beni ottimi e infiniti. Per questo motivo, i Laici acquistano con la stessa astinenza il merito per loro; 

Gesù dice che i laici che si astenevano acquistavano un merito per obbedienza e sacrificio, mentre 

i Chierici fanno un danno a tutta la Chiesa, avendo sottratto con la Messa, l’opera di Misericordia delle Realtà Divine. I Laici, per volontà divina, si nutrono dall’altare per se stessi; i Sacerdoti operano all’altare per me, e sono io, che opero in loro. 

  1. Vedi quante volte, i Sacerdoti pigri, di quanti beni privano con la loro negligenza. Privano Dio della Gloria in una cosa così grande; Me, della Potenza, e della Preghiera; Mia Madre, della Dignità Materna; gli Angeli, dell’Onore; i Santi, della Gioia; i miei servitori, dell’Aiuto; i defunti, della Redenzione.

Questo succede tutte le volte che noi sacerdoti non celebriamo la Messa, quindi stiamo attenti e pensiamoci perché, secondo quanto il beato Alano dice di aver ricevuto da Gesù, non c’è alcuna ragione valida per non celebrare la Messa se non il peccato mortale manifesto e non confessato.

Privano i malati della medicina; gli ignoranti, della scienza; coloro che hanno fame, del cibo; i poveri delle ricchezze; il mondo, del suo Re; e privano tutte le cose, del loro Salvatore. 

  1. E, benché il Presbitero sarà stato indegno nella condizione della sua persona, la sua dignità, tuttavia, avrà persistito in lui sempre integra e illibata, ed egli la esercita per la mia Persona e a mio Nome, e per incarico dell’Ufficio, in quanto è un Pubblico Ministro della Chiesa. 

Capiamo quanto male facciamo a non dire la Santa Messa? Anche se ti sentì il più indegno del mondo, la tua dignità persiste comunque perché tu sacerdote operi in persona Christi.

Ogni Tempio è intimamente legato a questa dignità, cioè al Sacerdote, ed essa in lui, per mezzo mio, opera senza fine. Nessuna avversità di alcuna persona, la quale può accadere loro malgrado, può impedire il Divino Ufficio, non essendo personale.

  1. Dunque, in questa cosa, e riguardo alla limitazione, i decreti dei Dottori promanano da devozione e da riverenza, non da alcuna verità indiscussa, o di violare un precetto o di conseguenza il peccato che lo esprime. Perciò celebrate, Fratelli, poiché voi non compite questa realtà, in quanto degni, puri, giusti, nemmeno gli Angeli infatti sono convenienti a un così grande Ufficio. Celebrate, perché voi compite ciò, in quanto indegni, malati e deboli, perché vi riempiate di beni, guariate dalle malattie, e vi rinforziate negli animi.

Tranne il peccato mortale manifesto e non confessato, non c’è nessuna ragione per non celebrare la Santa Messa, dunque noi risponderemo davanti a Dio di ogni messa non celebrata. “Sono stanco; ho tante cose da fare; oggi ho dovuto fare questo e quello…” No! La prima cosa da fare è celebrare la Santa Messa.

Padre Pio dalle tre alle cinque di mattina preparava la Messa che poi durava dalle cinque alle otto; poi faceva un’ora di ringraziamento… 

Il Cardinal Schuster alla sera mangiava un ovetto, poi si ritirava nelle sue camere e chi lo vedeva più? Poi si svegliava nottetempo per preparare la Santa Messa e la prima cosa che faceva era celebrare la Santa Messa e non c’era nulla di più importante per lui che aveva girato tutta la Diocesi, come san Carlo! E quando arrivava in un posto, alle quattro o alle cinque, andava a bussare perché urgeva celebrare la Santa Messa… non alle dieci o a mezzogiorno… questi sono i santi!

Ecco che abbiamo terminato, ringraziando Gesù e la Vergine Maria: ci tenevo tanto a dedicare questo mese alla Vergine Maria e sono tanto grato per il dono che mi hanno fatto.

Ringrazio voi che avete seguito e don Roberto Paola per la grazia della traduzione del testo del Beato Alano. Non so voi, ma certamente qualcosa nella mia vita è successo al termine di questo mese.

A meno di non impazzire, non abbandonerò mai più il Salterio di Gesù e di Maria nella mia vita di cristiano e di sacerdote. 

Oggi purtroppo ci sarà anche Halloween su cui non dico niente perché ho già tenuto una omelia durante la Santa Messa quasi dieci anni fa, omelia divenuta famosa come l’omelia ‘della panettiera’ perché, essendo stata tagliata, cominciava con “Se andate dalla panettiera, anche dalla panettiera vedete che …”. L’hanno registrata e messa su YouTube e ha spopolato: tutto quello che avevo da dire su Halloween l’ho detto lì e li trovate tutto.

Penso che stanotte dovremo fare tutt’altro che le cose folli e demoniache di Halloween, dedichiamoci alla preghiera e alla riparazione perché è una notte molto brutta in cui avvengono tante cose brutte e prepariamoci alla Festa dei Santi e dei nostri fedeli defunti; preghiamo per le anime del Purgatorio e sentiamoci in compagnia con tutti i Santi del Cielo.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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