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D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 42

Falò sulla spiaggia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 42
Lunedì 18 settembre 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 7, 1-10)

In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao.
Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga».
Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 18 settembre 2023. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal settimo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 1-10.

Proseguiamo la nostra lettura del libro di Bonhoeffer Sequela.

Leggiamo questo paragrafo intitolato: La Comunità visibile

Scrive Bonhoeffer:

«Voi siete il sale della terra, ma se il sale diventa sciocco, con che cosa lo si potrà salare? Non serve ad altro che ad esser gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città situata sopra una montagna, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sul portalucerne, affinché faccia luce a tutti quelli che sono in casa. Così fate risplendere la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli».

 Ha citato un brano del Vangelo tratto da San Matteo, capitolo quinto, versetti 13-16. Allora sentiamo cosa scrive Bonhoeffer:

Qui il discorso è rivolto a coloro che nelle beatitudini sono chiamati alla grazia della sequela del crocefisso. Mentre finora i destinatari delle beatitudini apparivano bensì degni del regno dei cieli, ma erano però destinati a risultare evidentemente del tutto indegni della vita su questa terra, ora sono invece designati con l’immagine del bene più indispensabile in terra. Essi sono il sale della terra, sono il bene più nobile, il massimo valore che la terra possieda. Senza di loro la terra non può più continuare a vivere. Grazie al sale la terra viene conservata, a motivo appunto di questi poveri, meschini, deboli, che il mondo respinge, la terra vive. Essa, estromettendo i discepoli, distrugge la sua propria vita e — miracolo! — proprio a motivo di questi respinti essa può continuare a vivere. Questo «sale divino» (Omero) dà prova di sé nella sua efficacia; compenetra tutta la terra, ne è la sostanza. Quindi i discepoli non vengono orientati solo al regno dei cieli, ma vengono richiamati alla loro missione terrena. Proprio in quanto sono legati solo a Gesù essi vengono rinviati alla terra, di cui sono il sale. Gesù, chiamando sale non sé stesso, ma i suoi discepoli, trasmette loro l’efficacia sulla terra. Egli li include nel suo lavoro. Egli resta nel popolo d’Israele, mentre ai discepoli affida tutta la terra. Solo se il sale resta sale, e conserva la forza di purificare e dar sapore, la terra potrà essere conservata per mezzo del sale. Il sale deve restare sale per sé stesso e per la terra, la comunità dei discepoli deve restare ciò che è in forza della chiamata di Cristo. Questo sarà il motivo della sua vera efficacia in terra e della sua forza di conservarla. Il sale dev’essere inalterabile e quindi aver forza di continua purificazione. Per questo l’Antico Testamento richiede il sale per il sacrificio, e nel rito cattolico del battesimo si mette il sale in bocca al bambino. — un tempo si faceva così — Nell’inalterabilità del sale è garantita la durata della comunità.

Fermiamoci qui, cominciamo a dire qualche cosa. È interessante che i beati, i destinatari delle beatitudini e quindi del Regno dei Cieli, vengono ora designati anche come indispensabili per la terra. Questi discepoli non vivono — diciamo così — “con la testa per aria”, incapaci di gestire, da discepoli di Gesù, le cose della terra, le cose del mondo. Gesù dice che sono il bene più nobile, il massimo valore che la terra possieda, ecco perché li paragona al sale: «Grazie al sale la terra viene conservata». Sapete quando si mettono gli alimenti sotto sale: si conservano. Quindi i discepoli, che sono orientati al Regno dei Cieli, sono anche richiamati alla loro missione terrena. I discepoli di Gesù hanno una missione terrena. E perché vengono rinviati alla terra? Questo percorso è molto interessante, molto importante, da tenere bene sotto gli occhi.

Quindi, “orientati al cielo” l’abbiamo chiarito nelle volte precedenti, abbiamo visto come Gesù continuamente li definisce beati e li orienta costantemente al cielo. Ma, in nome di chi vengono rinviati alla terra, in nome di chi vengono richiamati alla missione terrena? In nome del loro essere legati solo a Gesù. A motivo del fatto che sono legati a Gesù, solo a Gesù, Gesù li rinvia alla terra. E Gesù da proprio una missione: “Voi siete il sale della terra”. Cioè Gesù trasmette ai discepoli l’efficacia; credo che forse non abbiamo mai riflettuto bene sul fatto che Gesù abbia trasmesso a ciascuno di noi l’efficacia, questo dono, essere efficaci; efficaci perché legati solo a Gesù. Il contrario di “efficace” è “inutile” è il fallimento. Siccome sono legati solo a Gesù, cosa fa Gesù? Li include nel suo lavoro, ecco perché sono efficaci.

Però questo sale deve restare sale, quindi deve mantenere la sua forza di purificare e di dare sapore. Questo è importante: i discepoli di Gesù purificano, esattamente come il sale. Credo che più o meno tutti noi abbiamo avuto l’esperienza di avere un problema al piede, per esempio, ad un’unghia del piede, un’infezione a un’unghia del piede o un taglio nel piede particolare, e il dottore ci dice: “Guardi, prenda acqua calda e sale, immerga il piede e faccia dei bagni di sale”. E incredibilmente questo piede guarisce. Perché il sale purifica. Quando abbiamo un problema alla pelle, andiamo al mare, facciamo tre bagni e siamo già guariti. Tutti coloro che hanno problemi dermatologici sanno quanto bene gli fa fare delle immersioni in acqua salata. È una delle terapie. Ci sono dei sali particolari per curare certe forme di psoriasi e sono gli unici che danno sollievo. Il sale purifica, purifica! E così i discepoli. I discepoli — come dire — risanano, purificano tutto ciò che è piagato, tutto ciò che è purulento, tutto ciò che è infetto, tutto ciò che è malato. Certo, se voi avete una ferita e ci mettete sopra il sale, ahia! Avrete fatto l’esperienza magari di andare al mare — questo è riferito agli uomini — magari vi fate la barba la mattina e poi andate al mare, entrate in acqua e si sente tutto bruciare il collo, dove si è fatta la barba, si sente tutto bruciare, l’acqua del mare che è salata subito reagisce sulla pelle. E questo deve fare il discepolo: il discepolo di Gesù non può passare inosservato. Il discepolo di Gesù, dove c’è un male “si sente”, perché ha questa efficacia purificatrice. Ci sono certi predicatori, certi sacerdoti che quando li si sente parlare… Mamma mia, uno proprio dentro, interiormente, sente che ti sta purificando, ti sta grattando via tutte le sporcizie, tutte le malattie, tutte le ferite, tutte le piaghe che porti dentro. Proprio lo senti che ti entra con quella parola “salata”. 

C’è un’espressione profondamente sbagliata che usiamo al posto di quella giusta: noi diciamo: “Il tuo linguaggio è duro”.  Anche a Gesù l’hanno detto, a lui per primo. E noi, come tante oche ripetiamo senza renderci conto che stiamo facendo esattamente quello che hanno fatto loro, ripetiamo quello che hanno detto quei giudei — dice la Scrittura — che avevano cominciato a credere in Gesù e che però — sapete, dopo il discorso eucaristico di Giovanni, capitolo sesto — a un certo punto dicono: “No, questo è un linguaggio troppo duro per noi”, si tirano indietro e se ne vanno, tanto che Gesù dice ai suoi discepoli: “Volete andarvene anche voi? Su questo indietro non vengo”. E anche noi abbiamo questo modo di dire. Abbiamo questo modo di dire quando sentiamo qualcuno che fa un certo tipo di discorso: “È un po’ duro, è un po’ dura quella persona”, “Mamma quella persona com’ è dura nel suo modo di parlare”.

Ma cosa vuol dire duro? Come fa una parola ad essere dura? È un’immagine che non rende. La parola, il discorso di per sé stesso, non può essere duro o molle. Perché dura è una caratteristica di un materiale, molle è la caratteristica di un materiale, ma la parola non è un materiale, è fiato regolato dalle corde vocali, quindi non può essere duro o molle. Avrebbero dovuto dire a Gesù e dovremmo dire anche noi oggi: “Questo discorso è salato”, cioè è efficace, questo discorso è salato quindi è purificatore, mi sta purificando. Questa predicazione è saporita, dà gusto, ti fa venir voglia di nutrirti ancora di più, ti fa venir voglia di essere una persona migliore. Ti fa venir voglia di amare di più il Signore. Questo dovremmo dire. E invece sbagliamo, sbagliamo proprio termine. Perché non vuol dire niente: “Eh, questo discorso è duro, quel modo lì di predicare è duro, quel modo lì di parlare è duro” … Ma che duro e duro! Non c’entra niente il duro e il molle. È un discorso efficace? È un’omelia efficace? È una predicazione efficace?

Quel cristiano che ha fatto quell’intervento, quella mamma e quel papà che hanno fatto quell’intervento sul loro figlio, sono stati efficaci? Allora vuol dire che il loro intervento è stato saporoso, vuol dire che è stato salato. Hanno fatto un discorso salato, hanno portato delle parole salate. E questo fa tutto riferimento a questo brano del Vangelo.

È una definizione proprio assolutamente evangelica. Il tuo modo di parlare, il tuo modo di essere è salato, quindi purifica, quindi dà sapore; quindi, fa venir voglia di essere migliori; quindi, fa venir voglia di essere amici di Gesù, discepoli di Gesù; quindi, fa venir voglia di lasciarsi curare, di lasciarsi medicare. Capite? Tutta un’altra cosa. E tramite questa predicazione salata, tramite quel discorso salato, noi conserviamo — diciamo così — la terra. Noi conserviamo la realtà, conserviamo le persone. Un figlio che ha una mamma e un papà salati, è protetto, cresce sanissimo. Quando voi prendete un barattolo di un cibo sotto sale, non troverete mai la muffa, è impossibile, non ci può essere la muffa, non può diventare rancido, non è possibile. Ciò che è sotto sale, è protetto dalla marcescenza, è protetto dai batteri, dalla muffa, da tutte le robe, è protetto.

Bonhoeffer dice che il sale deve restare sé stesso, deve restare sale. E deve restare sale sia per sé che per la terra. Questo in forza della chiamata di Gesù. Gesù ci ha chiamati ad essere sale. Se noi diventiamo sciapi, se diventiamo inutili, inefficaci, insipidi, se non sappiamo di niente, come quei cibi belli all’apparenza ma che li metti in bocca e dici: “Nooo, non sa di niente!”. Ti presentano quelle belle pastasciutte fumanti, con su la foglia di basilico, quelle belle carbonare, che le guardi e, pieno di aspettative, fai la prima forchettata, la metti in bocca e dici: “Ma no! Ma manca il sale!”. Ti è già passata la poesia. 

Ci sono quelli un po’ così, un po’ fissati: “Il sale fa male, quindi tutto insipido!”. Ho capito, ma voglio dire, cioè, c’è l’equilibrio, no? Va bene, non dobbiamo usare quintali di sale perché il sale, come ogni cosa, va usato con equilibrio, però “il sale fa male” non è vero, troppo sale fa male, ma il sale serve. Anche il sale ha la sua utilità. Troppo sale fa male: vero, come troppo di tutto fa male, usiamone il giusto. “Il sale fa male, quindi ti faccio la pastasciutta che non sa né di me, né di te, né di tutti messi insieme” — “E allora mangiala tu”. Rinunciamo, io rinuncio a mangiare una roba del genere. Ma che senso ha, che non sa di niente? Non senti i sapori, non senti il gusto di niente, tutto uguale: la pasta, il sugo, tutto il condimento è tutto uguale, è come mangiare la stessa cosa informe. E così siamo noi discepoli. Se siamo insipidi non sappiamo di niente, siamo inefficaci, siamo inutili, ma non nel senso evangelico, proprio inutili, inutili, non serviamo a niente perché siamo insipidi.

Il sale dev’essere inalterabile e quindi aver forza di continua purificazione.

Questo è importante: inalterabile. Il sale deve restare sale e può restare sale solo in funzione del suo legame con Gesù. E allora manterrà anche la sua forza purificatrice. Quando accanto c’è un vero discepolo di Gesù non riusciamo a fare né a dire cose brutte, indegne, non si riesce. Perché la sua presenza purifica anche me, anche se non lo voglio. Non riesco a fare il bamboccio con un discepolo di Gesù. Non si riesce. Perché quella presenza, quella figura…

E infatti anche in cucina il sale è un elemento molto importante; poi sapete, adesso c’è il sale rosa, ci sono tanti tipi di sale, il sale tartufato… ma il sale deve essere sale. E in cucina una mamma che cucina sa benissimo che il sale è fondamentale, in una casa non può mancare il sale. Perché se manca è un problema.

Per questo l’Antico Testamento richiede il sale per il sacrificio, e nel rito cattolico del battesimo si mette il sale in bocca al bambino…

per questa ragione.

Allora, attenti bene:

Nell’inalterabilità del sale è garantita la durata della comunità.

È strettamente legata. L’essere sale permette di conservare la comunità. I discepoli, essendo salati, conservano la comunità, cioè non si fanno prendere, non si fanno travolgere da tutti i sentimenti negativi che possono venirci addosso: invidie, gelosie, risentimenti, odio, rancore. Perché c’è il sale, sono salati. Quelle sono le muffe della comunità, fanno marcire le comunità. Allo stesso tempo la comunità così formata conserva il sale nella sua inalterabilità. È un rapporto biunivoco.

Ci fermiamo qua, domani andremo avanti ancora a commentare questo essere sale, perché mi sembra, credo che anche voi conveniate con me, che questo commento di Bonhoeffer su questo brano del Vangelo è importantissimo. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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