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Gesù tra noi – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.107

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Gesù tra noi – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.107
Giovedì 15 febbraio 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 9, 22-25)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 15 febbraio 2024. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal nono capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 22-25.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo giunti al capitolo trentaquattresimo.

CAPITOLO 34

Prosegue sul medesimo argomento — Capitolo molto utile per dopo la Comunione.

1 — Dicendo ogni giorno sembra che il Signore intenda dire per sempre. Ma allora, perché dopo aver detto ogni giorno, soggiunge: Daccelo oggi, o Signore? Ecco il mio pensiero. Mi pare che lo chiami pane nostro di ogni giorno non soltanto perché lo possediamo ora qui in terra, ma ancora perché lo possederemo un giorno nel cielo, sempre ché sulla terra sappiamo approfittare della sua compagnia. Egli infatti non rimane tra noi che per aiutarci, incoraggiarci e sostenerci affinché, come abbiamo detto, vogliamo che si compia in noi la volontà di suo Padre.

2 — Dicendo oggi, sembra che domandi questo pane soltanto per un giorno, cioè per la durata di questo mondo, che può dirsi appunto di un giorno. Egli lo chiede anche per gli infelici che si danneranno e che nell’altra vita non lo potranno più godere. Se questi sventurati si lasciano vincere dal demonio non è certo per colpa sua, perché Egli nella lotta non cessa mai d’incoraggiarli. Per questo essi non avranno mai di ché scusarsi, né mai da lamentarsi dell’Eterno Padre se ha loro tolto quel pane quando ne avevano più bisogno. Suo Figlio infatti dice: Giacché, Padre, ha da esser per un giorno, permetti di passarmelo in schiavitù. Il Padre ce lo dette e lo mandò nel mondo per sua propria volontà; ed ora per sua propria volontà il Figlio non vuole abbandonare il mondo, felice di rimanere con noi a maggior gaudio dei suoi amici e a confusione dei suoi avversari. Questo, secondo me, è il motivo per cui ha ripetuto oggi; questa la ragione per cui il Padre ci elargì quel Pane divinissimo e ci dette in alimento perpetuo la manna di questa sacratissima Umanità. Noi ora la possiamo trovare quando vogliamo, per cui se moriamo di fame è unicamente per colpa nostra. L’anima troverà sempre nel SS. Sacramento, sotto qualsiasi aspetto lo consideri, grandi consolazioni e delizie; e dopo aver cominciato a gustare il Salvatore, non vi saranno prove, persecuzioni e travagli che non sopporterà facilmente.1

La nota dice:

1 Non voglio pensare che qui il Signore abbia inteso quell’altro pane che serve a sostenere e a riparare le forze del corpo, e perciò vorrei che non vi pensaste neppur voi. Il pane di cui ora si tratta si gusta nella più alta contemplazione, nella quale l’anima una volta che vi sia arrivata, non si occupa più di nulla, né del mondo, né del cibo corporale. Non sembra da pari suo che il Signore abbia tanto insistito sul cibo materiale per suo e nostro sostentamento. Di questo pane io non mi occupo affatto. Qui il Signore c’insegna ad elevare i nostri desideri alle cose celesti e a domandare d’incominciarle a godere fin da questo esilio. Se non ci ha obbligati a chiedere cose così basse come quelle che riguardano il nostro sostentamento corporale, è perché sapeva che se noi ci fossimo occupati delle necessità corporali, avremmo presto dimenticato quelle dell’anima. Forse che noi, nella nostra ingordigia, avremmo domandato e ci saremmo contentati di poco? Ah! — che quanto più ci dà più ci pare di aver bisogno! Domandino queste cose coloro che vogliono più del necessario!

Prosegue il testo:

Voi, figliuole, unitevi al Signore nel domandare all’Eterno Padre che vi lasci per oggi il vostro Sposo, concedendovi di non esserne mai prive per tutto il tempo di vostra vita.

3 — Per moderare il contento che ne avrete, basteranno gli accidenti del pane e del vino sotto cui ha voluto occultarsi, e che di pena indicibile sono appunto per le anime che amano il Signore e non hanno altra consolazione. Supplicatelo che almeno non vi manchi mai, e vi disponga a riceverlo degnamente.

4 — Quanto all’altro pane, se vi siete abbandonate alla volontà di Dio, non ve ne dovete preoccupare almeno durante l’orazione, nella quale avete da trattar di cose assai più importanti.2

La nota dice:

2 Avrà cura di darvi da mangiare, o meglio, di darvi ciò che avrà, colei che ne sarà incaricata. Non temete che Dio vi manchi, a meno che non manchiate voi a Lui con ritirare il dono che avete fatto della vostra alla sua volontà. Quanto a me, figliuole, vi assicuro che se per mia colpa venissi in ciò a mancare, come del resto mi è successo molte volte, non avrei più coraggio di domandare a Dio alcun cibo. Amerei meglio morir di fame. Perché vivere se ogni giorno di vita mi dovesse meritare la morte eterna? (Manoscr. Escor.).

Prosegue il testo:

Vi sono altri tempi per lavorare e guadagnarvi da vivere, ma anche allora non deve’ esser con troppa preoccupazione. È bene che lavoriate per procurarvi da vivere, ma mentre il corpo lavora, l’anima si mantenga nel riposo. Come vi ho detto altrove diffusamente, la cura del temporale lasciatela al vostro Sposo che non vi verrà mai meno.

Fermiamoci qui. Sicuramente un capitolo molto importante e denso, vediamo di cominciare ad affrontarlo, poi probabilmente, anzi sicuramente, non finiremo oggi questi paragrafi, però almeno li abbiamo letti.

Allora, siamo sempre al “pane nostro quotidiano”. Quindi lei dice: “pane nostro di ogni giorno”, non soltanto perché lo possediamo qui in terra, «ma ancora perché lo possederemo un giorno nel cielo, sempre che sulla terra sappiamo approfittare della sua compagnia». E questo è un tema interessante: «Egli infatti non rimane tra noi che per aiutarci». Perché Gesù è presente nell’Eucarestia? Perché Gesù è sempre presente nel tabernacolo? Lei scrive: per aiutarci, incoraggiarci, sostenerci, affinché in noi sia fatta la volontà del Padre. Quindi, noi lo potremo un giorno possedere in cielo, se avremo approfittato della sua compagnia in terra. Una compagnia assolutamente discreta, silenziosissima, umilissima, fragilissima; pensate all’ostia, quant’è fragile!? “Una compagnia”, se la scegliamo; perché non è detto che noi scegliamo la compagnia di Gesù, può darsi che scegliamo altre compagnie. Dipende… dipende da noi. Lui è presente per noi; noi siamo presenti per Lui? Quanto? Lui è presente, resta con noi, resta tra noi per aiutarci, incoraggiarci e sostenerci.

Invece di andare a buttarci in tante “cisterne screpolate” — direbbe il profeta — invece di andarci a cercare quest’acqua fangosa e malsana che sono le consolazioni del mondo, se noi corressimo da Gesù, cambierebbe tutto! Lui si dà a noi per aiutarci, in tutto, a fare la volontà del Padre; questo dovremmo chiedere al Signore: “Signore Gesù, aiutami, insegnami a fare la volontà del Padre”.

«Dicendo oggi, sembra che domandi questo pane soltanto per un giorno, cioè per la durata di questo mondo, che può dirsi appunto di un giorno — certo — Egli lo chiede anche per gli infelici che si danneranno…», lo chiede per tutti e ce lo fa chiedere per tutti: “dacci oggi il nostro pane quotidiano”; “oggi”, per la durata di questo mondo, per tutti: “dai a tutti”, anche a coloro che si danneranno, anche a coloro che non lo potranno più godere, perché? Perché vinti dal demonio. Coloro che si perderanno eternamente sono degli sventurati, dice Santa Teresa, perché si sono lasciati vincere dal demonio; per colpa loro, non certo per colpa sua, dice Santa Teresa, perché lui — Gesù Eucarestia — non ha mai cessato di incoraggiarli nella lotta, con la sua presenza nel tabernacolo.

Peccato che i tabernacoli sono abbandonati — come vedremo nel prossimo ciclo di catechesi “I tabernacoli abbandonati” — peccato che i tabernacoli e le chiese, appunto, sono vuote, vuotissime. Tanto vuote che alcune neanche aprono quasi più, aprono solo per il tempo della messa. È finito il tempo… il tempo della grande…. va bene, avete capito. E, nonostante sia finito quel tempo, di fatto alcune chiese rimangono aperte solo per il tempo della messa e, quando finisce la messa, c’è subito qualcuno che passa con l’orologio in mano o con le chiavi, per far capire che bisogna uscire. 

Quindi la chiesa, in questo modo — proprio l’edificio — si è trasformato in una sorta di ufficio; di ufficio che è aperto quando si lavora. Gli uffici sono chiusi quando non si lavora, ma la chiesa è un ufficio che è aperto solo per la messa? La chiesa dovrebbe essere aperta sempre, perché è un luogo di culto, è un luogo dove ogni fedele può andare a incontrare il suo Gesù nella Santissima Eucarestia conservata nel tabernacolo.

Guardate, se dipendesse da me — ma non dipende da me — io terrei la chiesa aperta giorno e notte perché, quando ho fatto le adorazioni eucaristiche notturne — e ne ho fatte diverse nella mia vita sacerdotale — ho sempre visto che le persone ci vanno, in chiesa, anche di notte. 

“Eh, ma poi chissà cosa succede, è pericoloso!” Ma scusate, ci sono le palestre che sono aperte di notte, H-24, 365 giorni su 365, sempre aperte: di giorno, di notte, Natale, Pasqua, domenica, lunedì, martedì, tutto il giorno, dalla mattina alla sera, sempre. E funziona, a quanto pare! Perché questo “formato” si diffonde, e si diffonde tanto? Perché così ognuno può scegliere quando andare. Uno dice: “Perché devo essere legato al fatto che quella apre alle 8:00? Ma io alle 8:00 sono già a lavorare; io ho bisogno che sia aperta alle 6:00” — “Io ho bisogno che sia aperta alle 4:00” — “Io ho bisogno che sia aperta alle 5:00, così io vado, faccio la mia ora, poi prendo e vado a lavorare, comodissimo”. “E poi la voglio sempre aperta, mica che poi, ad agosto, chiude due settimane; poi, di là, chiude ancora, poi la Festa della Liberazione chiude, poi… no! Io la voglio aperta perché ho bisogno di…” Così qualcuno ha capito questa esigenza, l’ha intercettata, e ha aperto un mercato in risposta a questo bisogno; e infatti ha guadagnato: ha colto perfettamente la domanda e ha dato perfettamente l’offerta, vedete?

Hanno rubato mai qualcosa? Mah, a quanto pare, no. Sono entrati a distruggere, a spaccare, a portar via, non lo so, i computer (perché ovviamente non è che i gestori staccano i computer o i monitor e se li portano a casa, tutto rimane lì!)? Sì, ci sono le telecamere, va bene, tu hai la tua tesserina, la porta che si apre e si chiude con la tesserina, però, capite, se io sono un vandalo non sono una tesserina e una porta a vetri che mi separano dal fare i danni. Posso entrare insieme ad un altro, posso rubare la tessera a qualcuno, ci sono tanti modi, eppure… Avete sentito sui giornali scrivere: “Palestra sempre aperta H-24 viene distrutta, portati via gli attrezzi, spaccati i computer”? Ma no, no.

Noi viviamo in preda al terrore, noi viviamo in preda alle più false e irreali paure, siamo preda delle ansie apocalittiche, vediamo mali che neanche esistono, forse non ci sono neanche i film, che contengano le nostre paure. Siamo talmente pieni di angosce, di paure… “Eh, ma poi, dopo, se fai questo, succede quello; eh, ma qui; eh, ma là; eh, ma se fai questo passo…; eh, ma se fai questa cosa”… 

“Se vai a fare l’adorazione eucaristica di notte, arrivano, ti prendono, ti rapinano, ti portano via la macchina, ti portano via, ti sequestrano e poi ti portano uno scantinato e poi sparirai” Ma quando mai è successo? Ma mica viviamo — non lo so — in Cambogia! Capisco questo ragionamento in non so quale paese del mondo, ma in Italia, a Milano, a Torino, a Roma… ma quando mai è successo? Quando mai avete letto: “Giovane, cristiana cattolica rapita mentre andava a fare l’adorazione eucaristica notturna”? Mai accaduto; “Giovane cristiano cattolico, derubato di macchina, portafoglio, documenti, mentre dalla macchina andava alla porta della chiesa”. Ma no, ma guardate, è proprio tempo di smetterla e di liberarci da queste stupidaggini, da queste false paure. Il Signore ci incoraggia a liberarci da questi mostri.

Quando facevamo l’adorazione eucaristica notturna, quante volte ho provato a essere svegliato di notte — perché magari facevo un turno, poi andavo a riposare un po’, mentre altri pregavano, però c’era disponibilità notturna alle confessioni — quante volte son stato chiamato in camera, magari alle tre, alle tre e mezza, alle quattro: “Padre, scenda perché c’è da confessare”. E magari ero tornato in camera a mezzanotte, perché avevo confessato fino a mezzanotte. E questo accadeva il sabato sera. L’abbiamo sempre fatto i sabato sera, che uno dice: “Eh vabbè, ma i sabato sera venivano le persone anziane di novant’anni!”. No! Le persone anziane di novant’anni non vengono a mezzanotte a confessarsi, non diciamo stupidaggini. Ovviamente loro — per ovvie ragioni — sono a casa a riposare. Chi c’era? Giovani, tantissimi giovani: giovani, giovani adulti, ragazzi, che vengono a pregare il loro Signore, che vengono a chiedere perdono a Dio. Io ho sempre voluto che le adorazioni fossero silenziose, non volevo canti, non volevo letture di testi, no, una preghiera all’inizio dell’ora, e una preghiera alla fine, veloce, fine, punto; poi mettevo dei testi dei santi a disposizione sul tavolo, poi zitti, ognuno si gestisce la sua ora, da solo, nel silenzio, con il suo Gesù.

La Chiesa è fatta per essere aperta sempre, sempre. E, infatti, quando son andati a fare le profanazioni dei tabernacoli, hanno profanato sempre le chiese chiuse, avete notato? Perché sennò, l’avrebbero scritto subito. Sempre le chiese chiuse, hanno profanato. Chiese chiuse: sono entrati, han spaccato tutto e portato via tutto. Ma nelle chiese aperte per adorazioni eucaristiche notturne, mai successo niente. Non lo so, è un fatto, questo è un fatto. Potrebbe farci riflettere, no? Farci pensare: forse i ladri hanno paura delle chiese aperte? Non lo so, chi lo sa, o forse per altri motivi.

Ecco, quindi: questi sventurati — dice Santa Teresa — si sono fatti vincere dal demonio, e guardate che il demonio lavora molto sulle nostre paure: le nostre paure, le nostre ansie, le nostre angosce; lavora tantissimo. «Per questo essi non avranno mai di ché scusarsi…»; certo, noi non avremo scuse davanti al Padre quel giorno, noi non potremo lamentarci, “né mai da lamentarci”, se ci viene tolto quel pane per sempre, l’Eucarestia, perché? Perché il Signore c’era, il Signore nel tabernacolo c’era per incoraggiarci, per aiutarci, per sostenerci; e noi che cosa ne abbiamo fatto?

Io sono sicuro che, in una parrocchia di qualunque città, un sacerdote, tranquillamente, potrebbe organizzare non solo le adorazioni eucaristiche perpetue, non solo quello, ma “la chiesa aperta perpetua”. 

Sapete che va di moda l’adorazione eucaristica perpetua, bene, viva Dio! — ecco, io farei: “la chiesa aperta perpetua”, io farei questo. E se fosse nelle mie possibilità, farei l’iniziativa: “Chiese aperte perpetue”. Anzi, sapete cosa farei? Proprio per rendere “plasticamente” questa immagine? Staccherei le porte alla chiesa, via, non servono le porte. Uno dice: “Eh, ma sa, ma fa freddo” e vabbè, ci mettete dei bei tendoni pesanti. Via le porte, questa chiesa è senza porte. Chi può entrare? Chi ama Dio. Tutti coloro che amano il Signore, che vogliono incontrare il Signore. 

“Eh, ma quello è un peccatore”; eh, allora ne ha più bisogno degli altri. “Eh, ma se rubano?”, no, non rubano, non rubano, non rubano. I ladri non vanno in un posto dove si prega, tranquilli, tranquilli. E lì, organizzare l’iniziativa: “Chiese aperte perpetue”; quindi, direi in parrocchia: “Bene, allora adesso, tutti coloro che vogliono partecipare all’iniziativa ʻChiese aperte perpetueʼ diano la loro disponibilità e il loro nome per non lasciare Gesù da solo”. Perché chiese aperte perpetue, vuol dire anche: chiese piene, chiese abitate, chiese “okkupate” con la kappa. Cioè Gesù, in quella chiesa, dovrebbe avere sempre compagnia.

E allora si potrebbero fare turni di ragazzi, turni di anziani, turni di signore, turni dei lavoratori, turni dei papà, turni di famiglie, avanti, a turno, prendersi l’impegno con Gesù. Immaginatevi: in una parrocchia di cinquemila/seimila abitanti — anche solo così, no, che è piccolissima — mille persone… ma, secondo voi, su cinquemila/seimila persone, ci sono mille persone che amano il Signore? Vedreste quella chiesa diventare un sole, un falò. Da lì uscirebbe un fuoco che incenerisce d’amore tutti.

Va bene, ci fermiamo qui.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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