Omelia
Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di martedì 26 aprile 2016.
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
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Testo della meditazione
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La persecuzione contro i giusti
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia lodato!
Questa lettura che abbiamo ascoltato dagli Atti degli Apostoli, in questa V settimana di Pasqua, è la stessa lettura, un po’ più ampia, che abbiamo ascoltato domenica, che richiamava l’attenzione su queste tribolazioni; un po’ più ampia, perché qui viene citato il momento precedente a queste tribolazioni, che è consistito nella lapidazione di Paolo, una cosa incredibile…un Apostolo, un discepolo di Gesù, un uomo che si era convertito, che aveva cambiato vita, viene lapidato, talmente tanto e forte, che lo pensano morto e lo trascinano fuori dalla città.
Mi viene da pensare che forse, per un miracolo, Dio lo ha ritirato in piedi, perché non si capisce bene come sia stato possibile che, dopo una lapidazione così pesante, lui si sia potuto riavere.
Allora, pensando a questa scena così brutta, così tremenda, leggendo quello che dice: “Perché dobbiamo entrare nel Regno di Dio attraverso molte tribolazioni”, il pensiero non può non andare a certe figure di Santi che ci stanno davanti e quasi, a guardarle, viene da aver paura per le tribolazioni terribili che hanno vissuto.
Pensiamo al più famoso di tutti, che fu San Pio da Pietralcina. Ogni volta che rileggo la sua storia, in sintesi, le tre persecuzioni che lo hanno contraddistinto, certamente dico: «Io sarei morto alla prima. Non avrei neanche superato la prima delle persecuzioni, non tre».
Leggendo queste storie, uno si domanda: «Perché tanta cattiveria? Ma come è possibile tanta cattiveria in gente di Chiesa?», perché Padre Pio non è stato perseguitato dai pagani, dai non credenti, non è stato perseguitato neanche dal popolo di Dio, nella maggioranza, ma da un gruppo di malvagi, di corrotti, di empi, di invidiosi, di gelosi, di sporcaccioni, che, siccome avevano loro il male dentro nel cuore, gliene hanno fatte di tutti i colori, ma cose terribili.
Proprio stamattina pensavo a questa lettura, rileggevo alcuni passi della sua storia, lo hanno accusato di orge sacrileghe in chiesa!
Io, quando ho letto questa roba, ho detto: «Qui siamo impazziti… Ma come si fa ad accusare un uomo così di orge sacrileghe in chiesa?! Solo a dirle queste cose c’è da tremare…come fai a dire una cosa così di Padre Pio da Pietralcina? Basta una testa razionale, non dico tanto, ma un essere umano normale, che guarda Padre Pio, e ti dice: “Ma a te sembra che quest’uomo possa fare queste cose? Ma guardalo! Come fa Padre Pio a fare queste cose? Guarda come celebra la Messa, guarda come parla, guarda come confessa, le ore che sta in confessionale…”»
Altro capo di accusa: in cambio delle carezze, che faceva alle donne, si faceva regalare i profumi per metterseli sulla testa.
Innanzitutto, nessuno si mette il profumo sulla testa, questo vuol dire proprio essere ignoranti solo a dire queste cose, ma, al di là di questo, uno deve fare delle carezze per avere un profumo?
Te lo fai regalare…
Capite che sono cose assurde, terribili, e per queste cose lui è stato sospeso a divinis per tre anni, la pena canonica più grave in assoluto, tutto per illazioni non provate, non c’erano prove. Non c’erano prove di accusa, erano tutte illazioni, e per tre anni è stato sospeso a divinis, non poteva più confessare, non poteva più celebrare in pubblico.
Stessa cosa Monsignor Oscar Romero, uguale, stessa cosa, anche se cambia un po’ il contesto, una persecuzione simile anche a lui, accusato di essere della teologia della liberazione, quando invece non c’entrava niente con questa cosa.
Sì, difendeva i poveri, è vero, ma difendeva i poveri nel senso evangelico e si è opposto al regime dei latifondisti del San Salvador, e gli hanno sparato mentre celebrava all’altare.
Sapete, le pietre, non sono solamente le pietre fatte di sasso, le pietre sono anche le parole, sono le cattiverie, sono le calunnie, sono le diffamazioni, che uccidono come le pietre e, se noi partecipiamo a queste cose, abbiamo la responsabilità morale di queste cose qua.
Quante calunnie e quante mormorazioni, quante malvagità vengono dette da noi e ascoltate, e come Ponzio Pilato ci laviamo le mani nel sangue degli altri.
Sono cose che ci devono profondamente interpellare.
Io penso, attorno a Padre Pio ci saranno stati tanti frati, tante suore, tante persone che lo vedevano…tra digiuni, mortificazioni, silenzio, preghiera…
Pensate che, quando è morto quell’uomo, anche dopo morto l’hanno perseguitato, anche dopo la morte.
Il grande magnifico, incredibile, Rettore supremo, maggiore, della Cattolica di Milano, Padre Agostino Gemelli…guardate quell’uomo empio che cosa ha fatto contro Padre Pio, una cosa terribile, e queste cose vanno dette perché è storia! Questa roba è storia, scritta nero su bianco, scritta con il sangue dei Santi! E perché?
Perché Padre Pio si era rifiutato di fargli vedere le stigmate, dato che lui non aveva il permesso del Vaticano. Giustamente: se sei curioso, stai al tuo posto.
Padre Pio, come Monsignor Oscar Romero, come Popieluszko, Sacerdote polacco, anche lui morto in un modo terribile per la difesa delle persone, per la difesa della verità, cioè tutti casi dove noi vediamo che, nel momento in cui tu incontri persone che sono fedeli a Gesù, ecco che si scatena questa cosa.
Se lo avete visto, anche il film “Cristiada” affronta tutto quel tema dei Cristeros, della lotta in Messico negli anni 1917/20, che a scuola non si insegna, che noi preti e suore non diciamo. Chissà perché queste cose a scuola non si insegnano, ma anche questa è storia!
Anche quel giovanetto, che si chiamava “Joselito” perché era piccolino, avrà avuto tredici, quattordici anni quando è morto, beatificato già, anche lui stessa cosa, stessa fine; addirittura abbandonato da suo padre in mano al carnefice, perché lui si è rifiutato di dire: «Morte a Cristo Re!», si è rifiutato di dire questa frase.
Prima di morire, con i piedi tagliati, sanguinanti, prima che gli piantassero un coltello fra i reni e poi gli sparassero nella schiena e lo buttassero nella fossa, lui, l’ultima cosa che ha detto davanti a suo papà e a sua mamma è stato: «Viva Cristo Re!», e lo hanno ammazzato, mentre il padre se ne è andato e lo ha abbandonato lì.
E il Beato Rolando Rivi?
Un altro ragazzo di tredici anni, preso dai partigiani, seviziato per tre giorni, torturato per tre giorni, perché non voleva abbandonare la sua veste talare, quando noi preti invece l’appendiamo al chiodo, la lasciamo lì e andiamo in giro vestiti come dei giardinieri o non so che cosa.
Lui era seminarista, neanche prete, ma non ha voluto lasciare la veste talare e i partigiani l’hanno preso, l’hanno seviziato, torturato per tre giorni, e poi l’hanno ammazzato. È storia!
Questa cosa si chiama storia e la storia va raccontata tutta, non secondo il gusto o il politicamente corretto!
Morto per essere fedele alla sua veste talare, morto perché lui, al suo papà e alla sua mamma, ha risposto: «Perché io devo lasciare la mia veste? È il segno che dice che io sono di Cristo! Io non faccio niente di male a mettermi la veste».
Detto, fatto: è uscito di casa e non è più tornato a casa.
Chiediamo al Signore la grazia di non essere nella disgrazia di questi Giudei, di avere le mani o la lingua, peggio ancora, sporca del sangue dei giusti, del sangue dei Santi, ma di essere tra i discepoli di Paolo, che vanno a risollevare Paolo e, per grazia di Dio, questa volta si ritira ancora in piedi e continua ad annunciare il Signore.
Il Signore ci conceda la grazia di essere, come dice l’Apocalisse, nel numero dei decapitati per il Nome di Gesù, affinché Gesù sia la nostra testa, oggi e sempre!
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia Lodato!
Letture del giorno
Martedì della V settimana di Pasqua
PRIMA LETTURA (At 14,19-28)
Riferirono alla Chiesa quello che Dio aveva fatto per mezzo loro.
In quei giorni, giunsero [a Listra] da Antiòchia e da Icònio alcuni Giudei, i quali persuasero la folla. Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli si alzò ed entrò in città. Il giorno dopo partì con Bàrnaba alla volta di Derbe.
Dopo aver annunciato il Vangelo a quella città e aver fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni». Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto.
Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede. E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.
SALMO RESPONSORIALE (Sal 144)
Rit: I tuoi amici, Signore, proclamino la gloria del tuo regno.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Canti la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre.
Canto al Vangelo (Lc 24,46.26)
Alleluia, alleluia.
Cristo doveva patire e risorgere dai morti,
ed entrare così nella sua gloria.
Alleluia.
VANGELO (Gv 14,27-31)
Vi do la mia pace.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».