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L’amore per l’Eucarestia fino al martirio, l’esempio di S. Tarcisio

SanTarcisio

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di lunedì 25 aprile 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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L’amore per l’Eucarestia fino al martirio, l’esempio di S. Tarcisio

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Abbiamo ascoltato questa mattina, nella prima lettura che è stata appena letta, che San Pietro ci chiede di essere sobri e di vegliare, ci chiede di affidare a Dio le nostre preoccupazioni e di fare attenzione al nostro nemico: «Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi per il mondo».

San Pietro ci ricorda che siamo accomunati dalla stessa passione, che vuol dire dalla stessa sofferenza anche, che molti cristiani come noi soffrono a causa del Vangelo, a causa di Gesù, molto più di noi, anche molto più di noi, perché c’è un nemico, che è il diavolo, che è descritto come un leone.

Un leone sbrana sempre, un leone ruggisce, un leone ha sempre sete di sangue; il demonio è così, gira continuamente da mattina a sera per cercare chi sbranare, chi divorare, e noi siamo chiamati a restare saldi nella fede.

Allora, pochi giorni fa, vi ho parlato di un Santo, che è San Tarcisio, e oggi, meditando questa Lettera di San Pietro, mi è tornato alla mente questo Santo, che è il patrono di tutti i ministranti, di tutti coloro che servono all’altare.

C’è una bellissima Udienza Generale del 4 agosto del 2010, del carissimo Papa Benedetto XVI, che lui fece proprio ai ministranti di tutto il mondo, e la fece proprio sulla figura di San Tarcisio.

Non è un fuori tema parlar di San Tarcisio oggi, che è San Marco Evangelista, perché il Vangelo di Marco è un Vangelo intriso della potenza salvifica di Gesù, espressa perfettamente nel mistero dell’Eucarestia; culmine di tutti i Vangeli è sempre la Santissima Eucarestia e la morte in croce di Gesù, quale conditio sine qua non per poter darci l’Eucarestia e quale memoria continua nella Santissima Eucarestia della Sua morte in croce.

Il Papa dice che non abbiamo molte notizie su San Tarcisio, siamo nei primi secoli della storia della Chiesa, siamo nel III secolo.

San Tarcisio era un giovanotto, molto molto giovane, che frequentava le catacombe di San Callisto a Roma, era un ragazzo sui tredici, quattordici anni, molto fedele agli impegni cristiani.

Tarcisio amava molto l’Eucarestia e dagli elementi che sono stati raccolti (così dice il Papa) si evince che era un accolito, quindi un ministrante, comunemente conosciuti come chierichetti.

Erano anni in cui l’imperatore Valeriano a Roma perseguitava duramente i cristiani, che erano costretti a riunirsi nelle case private, di nascosto, e anche nelle catacombe, per ascoltare la Parola di Dio e per celebrare la Santa Messa.

Anche la consuetudine di portare l’Eucarestia ai carcerati e agli ammalati era diventata sempre più pericolosa; molti cristiani erano incarcerati a causa della fede in Gesù e bisognava portare l’Eucarestia a queste persone, ma chi la portava?

Se venivi pescato potevi essere incarcerato ed ucciso anche tu.

Un giorno, quando il Sacerdote domandò, come faceva sempre, chi fosse disposto, dopo la Santa Messa, come adesso, a portare l’Eucarestia ai cristiani carcerati, perseguitati, Tarcisio, davanti a tutti si alza e dice: «Manda me!»

Questo ragazzo, scrive il Papa, sembrava troppo giovane per un servizio così impegnativo, ma Tarcisio rispose: «La mia giovinezza sarà il migliore riparo per l’Eucarestia».

Il Sacerdote, convinto, gli affidò il Pane prezioso dicendogli: «Tarcisio ricordati che è un Tesoro celeste affidato alle tue deboli cure, evita le vie frequentate, non dimenticare che le “Cose Sante” non devono essere gettate ai cani, né le perle ai porci (così scrive il Papa). Custodirai con fedeltà e sicurezza i Sacri Misteri?»

Rispose Tarcisio: «Morirò piuttosto di cederli»; ma lungo il cammino si incontra con alcuni giovanotti suoi coetanei, pagani, non battezzati, che gli chiedono di giocare con loro. Alla sua risposta negativa, si fanno sospettosi, insistenti e si accorgono che egli stringeva qualcosa nel petto che pareva difendere, perché aveva questo lino nel quale era contenuta l’Eucarestia, che lui teneva stretto sul petto, perché conteneva una “Cosa” preziosa.

Non lo teneva in borsetta, come facciamo noi oggi, che andiamo in giro a portare l’Eucarestia insieme ai fazzoletti, ai soldi, agli stracci e alle porcherie varie che uno può tenere con sé.

Noi oggi facciamo così, mettiamo l’Eucarestia dentro ad una borsetta, così, se rubano la borsetta, portano via anche il Signore!

Invece Tarcisio teneva l’Eucarestia sul petto…noi al collo portiamo le collane più strane, più magiche del mondo, mentre l’Eucarestia la mettiamo dentro in borsetta, insieme agli stracci e ai fazzoletti usati.

Quindi, tentarono di strappargli il lino, ma invano, la lotta si fece sempre più furiosa, soprattutto quando vennero a sapere che Tarcisio era un cristiano. Lo presero a calci, gli tirarono le pietre, gli colpirono e ferirono le mani, ma lui era diventato come di pietra: nonostante il dolore, le mani non le apriva.

Morente, venne portato da un ufficiale pretoriano di nome “Quadrato”, che era un omone, grosso, che aveva mandato via tutti, e che era diventato anche lui cristiano di nascosto. Giunse dal Sacerdote privo di vita, era oramai morto, ma stretto al petto teneva ancora un piccolo lino con l’Eucarestia.

Venne sepolto da subito nelle catacombe di San Callisto. Il Papa Damaso fece un’iscrizione per la tomba di San Tarcisio, secondo la quale il giovane morì nel 257; il martirologio fissa la data al 15 di agosto.

Si riporta, scrive Papa Benedetto, una tradizione orale bellissima (che adesso vi dico), secondo la quale sul corpo di San Tarcisio, una volta aperte le mani, l’Eucarestia non si trovò più; la tradizione dice anche che solo il Papa riuscì ad aprire le mani: il Papa arrivò, prese le mani di San Tarcisio e queste si aprirono.

L’Eucarestia non era né sotto le mani, né nel lino, né nelle vesti, non c’era più, e si spiegò così, cioè che la Particola Consacrata, difesa con la vita dal piccolo martire, era diventata carne della sua carne, formando così con lo stesso corpo di Tarcisio un’unica Ostia Immacolata offerta a Dio. Gesù si era fuso con San Tarcisio.

In un altro punto il Papa dice: «È bello pensare che, come Tarcisio è morto tenendo sul petto Gesù, così, una volta morto, Gesù ha preso sul Suo petto Tarcisio e lo ha portato in Cielo».

Poi il Papa va avanti a scrivere delle riflessioni molto belle, che magari un giorno riprenderemo, sempre su questa devozione alla Santissima Eucarestia, che va difesa con tutto se stessi.

Allora, in questa Santa Messa chiediamo al Signore, in questo giorno di San Marco, la grazia di una fervente devozione alla Santissima Eucarestia.

Proprio ieri, guardando il mio calendario, mi sono ricordato che trentaquattro anni fa come oggi ricevevo la mia Prima Comunione, nel 1982. Sono rimasto colpito a guardare questa data, perché ho detto: «Pensa, Giorgio, trentaquattro anni di Eucarestia…»; quindi nasce la riflessione: «Quanto questa Eucarestia ha cambiato veramente la tua vita? Quante Comunioni facciamo? Quanti anni sono passati dalla nostra Prima Comunione? Quante grazie il Signore ci ha fatto? Come abbiamo corrisposto a queste grazie? Come abbiamo detto “Grazie” a Gesù? Come l’abbiamo difeso? Come abbiamo speso la vita per difendere il Signore nell’Eucarestia?»

Oggi, più che mai, c’è bisogno di tutto questo!

Santa Teresa d’Avila richiama al fatto che ci siano guardie fedeli ai Tabernacoli, che stiano a far compagnia a Gesù, che stiano a difendere Gesù.

San Marco ci conceda la grazia di una rinnovata fede eucaristica e San Tarcisio, patrono di tutti i ministranti, ci renda degni di servire l’altare del Signore!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

SAN MARCO

PRIMA LETTURA (1Pt 5,5-14)

Vi saluta Marco, figlio mio.

Carissimi, rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili.

Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché vi esalti al tempo opportuno, riversando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi per il mondo.

E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesù, egli stesso, dopo che avrete un poco sofferto, vi ristabilirà, vi confermerà, vi rafforzerà, vi darà solide fondamenta. A lui la potenza nei secoli. Amen!

Vi ho scritto brevemente per mezzo di Silvano, che io ritengo fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi! Vi saluta la comunità che vive in Babilonia, e anche Marco, figlio mio. Salutatevi l’un l’altro con un bacio d’amore fraterno. Pace a voi tutti che siete in Cristo!

SALMO RESPONSORIALE (Sal 88)

Rit: Canterò in eterno l’amore del Signore.

Canterò in eterno l’amore del Signore,

di generazione in generazione

farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,

perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;

nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

I cieli cantano le tue meraviglie, Signore,

la tua fedeltà nell’assemblea dei santi.

Chi sulle nubi è uguale al Signore,

chi è simile al Signore tra i figli degli dèi?

Beato il popolo che ti sa acclamare:

camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;

esulta tutto il giorno nel tuo nome,

si esalta nella tua giustizia.

Canto al Vangelo (1Cor 1,23-24)

Alleluia, alleluia.

Noi annunciamo Cristo crocifisso:

potenza di Dio e sapienza di Dio.

Alleluia.

VANGELO (Mc 16,15-20)

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

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