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Le Litanie Lauretane: Consolatrix afflictorum e Auxilium christianorum

Litanie Lauretane

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 23 maggio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Le Litanie Lauretane: Consolatrix afflictorum e Auxilium christianorum

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 23 maggio 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XV di San Giovanni, versetti 26 e seguenti.

Siamo chiamati a rendere testimonianza a Gesù, senza provare scandalo. Cosa vuol dire “senza provare scandalo”? Vuol dire che noi dovremmo gioire del fatto di essere scacciati dalle sinagoghe. Che cos’è la sinagoga? È il luogo di culto, il luogo di preghiera. Dovremmo essere contenti quando vediamo che, a causa della nostra fede in Gesù, che si esprime in tanti modi, si viene scacciati, si viene perseguitati.

Pensate a Padre Pio… chi più di lui è stato l’immagine di questo essere scacciato dalla sinagoga, di questo essere perseguitato dagli uomini religiosi, di essere perseguitato proprio da chi di più aveva a che fare con Dio?

Sì, non l’hanno ucciso fisicamente, ma hanno fatto di tutto per ucciderlo. Le persecuzioni che si sono scatenate contro di lui, veramente diaboliche, di origine puramente diabolica, si vedeva benissimo che erano tutte puntate a ucciderlo di dolore, a ucciderlo di emarginazione, di sofferenza, di infamia; cose terribili, terribili, che noi neanche lontanamente possiamo vagamente, minimamente immaginare. Noi non abbiamo idea di quello che quel santo Sacerdote ha passato, non ne abbiamo idea.

E allora Gesù ci dice: «Non scandalizzatevi, non inciampate in queste cose».

Sì, ci fanno soffrire, ci dispiacciono, ci amareggiano, tutto quello che volete, ma non scandalizziamoci. Scandalizzarsi vuol dire inciampare, vuol dire cadere di tono, vuol dire rimanere confusi.

Quante volte mi capita di leggere e-mail, messaggi, o ricevere telefonate, in cui le persone più disparate (giovani, meno giovani, anziani, adulti, papà, mamme, Sacerdoti, suore, tutti), per una ragione o per un’altra, vivono questo scandalo, cioè si avvicinano molto a questo restare scandalizzati, qualcuno purtroppo resta proprio scandalizzato.

Questo, non perché si sognano le cose, ma perché effettivamente ci sono cose che non vanno bene e che generano scandalo.

A motivo di che cosa? A motivo della loro appartenenza a Gesù.

Siccome queste persone appartengono a Gesù, siccome amano tanto Gesù, siccome vogliono seguire bene Gesù, quelli che stanno dall’altra parte, cioè questi della “sinagoga” (tra virgolette, perché Gesù li chiama così) li scacciano, cioè li maltrattano, li perseguitano, li minacciano, li ricattano.

E va bene… è una sofferenza grande, è davvero una sofferenza grande, certo, però Gesù ci dice: «Non scandalizzatevi!», cioè: «Non perdete la fede, non rimanete feriti, non avvilitevi, non deprimetevi!»

Queste cose non vanno bene, perché non vengono da Dio.

Queste cose sono quello che vuole il diavolo!

Noi dobbiamo, invece, ricordarcelo, perché Gesù ce lo ha detto, basta. Lui ci dice: «Io ve l’ho detto, ricordatevelo, non scandalizzatevi! Tutto questo vi faranno, perché non hanno conosciuto né il Padre né me».

Ecco perché dico sempre che è inutile andare a fare discorsi, portare documenti, leggere cose e chiedermi: «Padre, cosa posso rispondere a chi mi dice così?»

Non serve a niente, perché, se non hanno conosciuto né il Padre né Gesù, non possono capire, hanno la mente chiusa.

Mi dicono: «Eh, ma questi sono… fanno… hanno questo ruolo…»

Non ha importanza! Al tempo di Gesù, il sommo sacerdote Lo ha condannato a morte, quindi? Chi più di lui avrebbe dovuto capire?

Invece no, Santa Maria Maddalena, Zaccheo, il buon ladrone sono riusciti a capire, a vedere chi era Gesù, mentre il sommo sacerdote non è riuscito, e quindi?

Niente. Quindi andiamo avanti, con tanta semplicità, e mi verrebbe da dire anche con tanta gioia, perché, a soffrire per il Nome di Gesù, voi non avete idea un domani quale gloria avrete, avrete della gloria incredibile davanti al Signore!

Quindi, andate avanti con tanta semplicità, mai polemica, mai ribellione, mai discussione, mai stizza, mai rancore… queste cose mai, mai, mai.

Fermezza, certo, questo sì! State fermi, fermi nella verità e fermi nella vostra coscienza, in ciò che la coscienza dice; fermi perché non si può mai tradire la propria coscienza, fermi, ma sempre gentili, discreti, amorevoli, mansueti, miti. Non fate mai, mai, mai cose, che Gesù non farebbe.

Voi guardate la Passione di Gesù: così, deve essere così.

Allora andiamo avanti. Siamo arrivati a “Consolatrix afflictorum” e “Auxilium Christianorum”. Sapete che San Giovanni Bosco era devotissimo di Maria Ausiliatrice.

Consolatrice degli afflitti

“Gesù ha proclamato «beati gli afflitti perché saranno consolati» (Mt 5,4), proponendo così un atteggiamento di speranza anche nei momenti più duri e difficili”.

Ecco, vedete, proprio il tema di oggi.

“Essere «afflitti» non è una condanna definitiva, non è un male assoluto, e può diventare addirittura «beatitudine» quando si è consolati. C’è qui l’insegnamento di una fratellanza attenta e premurosa che rende ciascuno «prossimo» al proprio simile nel momento della sofferenza, e c’è anche l’affermazione che la vita non può essere esente da qualcosa che «affligge» cioè ferisce l’animo umano”.

Purtroppo, sempre abbiamo qualcosa che ci affligge, finché siamo qui.

Poi, la cosa bella è che, nella comunione del Santi, siamo tutti uniti, quindi dovremmo tutti aiutarci a superare i momenti di afflizione… bellissimo, no? Essere uno l’aiuto dell’altro, essere uno il sostegno dell’altro… quanto non la capiamo questa cosa!

Guardate, l’altro giorno mi è capitata una persona, che segue le meditazioni da anni (mai sentita e mai vista), che mi scrive e mi dice: «Ah Padre, guardi, io faccio questo lavoro e mi è venuto il pensiero di dirglielo, magari dovesse mai servirle».

Ho detto: «Ma santa carota, non potevi dirlo prima! Ma certo che serve! Se tu sapessi, in questi mesi avevo proprio bisogno di te, di questa tua competenza! Perché non l’hai detto prima? Quante persone avrei potuto aiutare se tu mi avessi detto questa cosa! Ti avrei chiamata, avrei chiesto una consulenza, ti avrei chiesto un aiuto, una luce, un consiglio da poter riferire».

Ma perché non vi fate vivi?

Io questa cosa non la capisco, questa finta umiltà non la capisco, perché è una finta umiltà. Se io faccio il cardiochirurgo a Boston (faccio un esempio), perché non lo devo dire?

Risposta: «Perché non voglio mettermi in mostra».

Sei un’oca del Campidoglio! Solo che quelle almeno gridavano, mentre tu invece stai zitta, sei un’oca muta.

Ma santa pace, dillo! Un domani mi succede che un bambino sta male e ha un problema cardiaco gravissimo, io non ho idea neanche di chi consigliare, sono lì immobile e non posso fare niente, mentre avendo il tuo nome, potrei dire a quel papà e a quella mamma disperati: «Guardate, ho un nome, un bravissimo cardiochirurgo cattolico, credente in Dio, a cui poter affidare il vostro bambino, questo è il nome… e questo è il cognome…»

Ma santa pazienza, perché dobbiamo fare queste cose?

Ecco, io proprio queste cose non le capisco, non le capisco!

Siamo nella comunione dei Santi, siamo nella comunione della Chiesa, facciamoci presenti, facciamoci vivi!

Molte volte qualcuno mi scrive e mi dice: «Padre, avrei tanto bisogno di questo… lei conosce qualcuno?»

Devo dire di no, anche se poi non è vero, perché sicuramente qualcuna di queste persone conosce me, ma io non conosco loro, quindi capite che non posso essere di utilità, non posso svolgere nessuna utilità, perché non ho in mano gli strumenti per aiutare.

Altre volte, invece, grazie al Cielo, qualcuno si è fatto presente per tempo e, quando sono successe certe cose, certe situazioni molto gravi, per esempio di ragazzi con malattie gravissime, io conoscevo questo specialista bravissimo (nel senso che mi era stato segnalato, anche se non ci ho mai bevuto il caffè insieme) e quindi, conoscendolo, ho detto: «Guardi, vada lì, perché questo qui è veramente bravo».

Infatti, così è stato, e infatti così è andata. Bisogna, però, farsi presenti.

Uno dice: «Ma io non faccio niente di grande, io so fare il meccanico».

Oh, santa pace, ma tu non sai quanto bene puoi fare a fare il meccanico cristiano, e quanto può essere utile un tuo aiuto!

Uno dice: «Io faccio il falegname». Per l’amor del Cielo, fatti vivo!

«Io aggiusto le sedie». Va benissimo, tutto concorre al bene di coloro che credono in Dio, tutto, tutto, tutto!

«Padre, io non so fare niente… — va bene, ma non è vero, perché qualcosa sappiamo sempre fare — … però so rammendare le calze».

Dovresti venire qui, a rammendare le mie calze… scherzo! Ho imparato a farlo da solo.

Comunque va bene tutto, serve tutto, veramente, credetelo, qualsiasi cosa serve, e la nostra vita può diventare una consolazione enorme, senza che noi neanche lo immaginiamo. Non lo possiamo neanche immaginare…

Uno dice: «Io so guidare, metto a disposizione la mia macchina».

Benissimo, benissimo. Noi neanche immaginiamo quante cose noi siamo in grado di poter fare…

Volete sapere come potete fare questo screening?

Benissimo: mettetevi nel letto e stendetevi, ok?

Pensate, stando nel letto, di essere immobilizzati dalla testa in giù, ok?

Adesso pensate, lì, nel letto immobilizzati, a tutto quello che voi in un giorno fate da soli e che in quel momento, se voi foste immobilizzati, non potreste più fare… provate a pensare a quante cose voi siete in grado, siete capaci di fare, avete la grazia di fare, per cui potete essere di aiuto per altri, che magari vivono situazioni simili.

Ve l’ho detto di quella persona, di quel ragazzo che ebbe un incidente grave ed era in un ospedale. Io ero a Roma e non potevo andare a trovare lui, che era a Milano. Non accade che viene ricoverato e operato in un ospedale dove io conoscevo due infermiere?

Ho detto: «Non è possibile!»

Quindi le ho mandate là subito, ho detto loro: «Andate a trovarlo (perché lui poverino era lì da solo), io non posso andare, siamo troppo distanti, però voi sì. Andate là, portategli i miei saluti, state lì un po’ a fargli compagnia, chiedetegli se ha bisogno di qualcosa».

Poi, per un ammalato, avere due infermiere che vengono lì a farsi presenti, vuol dire tanto. Se queste due infermiere non si fossero fatte presenti…

Ma dillo! Santa carota, dillo: «Io faccio l’infermiere a Canicattì».

Uno dice: «A Canicattì?! Cosa interessa?»

Tu non lo sai! Magari domani succede qualcosa e io a Canicattì conosco un infermiere, così si può mandare qualcuno che ti porta qualcosa, che ti aiuta, che ti consola, anche solo che ti venga a dire una parola di conforto, di consolazione. Vedete?

Spero che qualcuno oggi si senta chiamato nell’anima e dica: «Padre, io ci sono. So fare questo… Io ci sono e so fare quell’altro… e abito qui».

Benissimo. Io segno tutto, e poi sapete come funziona?

Funziona così: io registro tutto.

La domanda successiva che vi faccio è: «Mandami per email il tuo nome, cognome, indirizzo, Codice Postale, telefono, tutto, in che cosa sei specializzato, cosa sai fare, cosa offri come tua disponibilità, dove».

Io registro tutto nella mia rubrica celeste (la chiamo così), registro tutto lì. Poi, quando ho bisogno, non devo andarmi a leggere tutti i miei contatti, vado sopra, dove c’è scritto “cerca”, batto la specializzazione che mi serve (tipo infermiera, dottore, architetto, avvocato), o il posto.

Per l’ospedale di questo ragazzo, io ho battuto il posto, il luogo, e tac… sono venute fuori due infermiere, perché il sistema ti va a cercare tutto ciò che ha a che fare con quella cosa lì, e io, in due secondi, ho tutto quello che mi serve.

Speriamo, mi auguro…

In tanti hanno risposto a questo appello che vi ho fatto, in tantissimi, ma non bastiamo mai, c’è sempre bisogno, c’è sempre tanto bisogno. Veramente, credetelo, c’è sempre un grande bisogno e, senza che noi lo sappiamo, possiamo essere di aiuto a tanti.

“Maria è davvero «consolatrice degli afflitti» non tanto perché intercede presso il Figlio, come a Cana quando ha ottenuto il miracolo dell’ acqua cambiata in vino, ma perché sempre è dalla parte di chi soffre per rendere meno negativa ogni sofferenza e cambiarla in «croce» cioè in strumento di redenzione”.

Quello che fece con Padre Pio. Voi sapete che io per Padre Pio ho un debole particolarissimo. Sono tanto devoto e tanto, tanto, tanto riconoscente a Padre Pio, perché, quando ero giovane, mi fece un miracolo enorme, grandissimo, che vi dirò in cielo, un miracolo che mi salvò la vita; quindi, io gli sono veramente tanto, tanto grato e devoto.

Lo studio tanto, cerco di conoscerlo, cerco di leggere i suoi libri, le sue cose, perché in questo Sacerdote io vedo proprio… mi sembra veramente… Se devo pensare ad un Sacerdote perfetto, penso a lui, se devo pensare ad un secondo Gesù, penso a lui… è così… sì…

“Ogni uomo prima o poi avverte qualche ferita che si apre nel cuore, qualche momento in cui sembra crollare ogni speranza sotto il peso di avversità e contraddizioni assurde: malattia, morte, miseria, tradimenti, delusioni e solitudini entrano spesso nella storia di ciascuno”.

Come dei carri armati, come delle bombe atomiche… per questo abbiamo bisogno di Maria, Consolatrice degli afflitti, per questo abbiamo bisogno di qualcuno con cui parlare!

Guardate, se la mia giornata fosse di settantadue ore, metterei a disposizione settantadue ore, ma purtroppo non è così, quindi ci sono dei momenti in cui anche io devo entrare nella mia clausura e sottrarmi un po’, per essere poi più disponibile dopo.

Quindi, cerchiamo veramente di rifarci tanto alla Vergine Maria.

Poi, per l’amor del Cielo, io ho sempre voluto che il mio numero di telefono e la mia e-mail fossero conosciuti, non ho mai voluto nasconderli, perché penso che, quando uno ha bisogno di qualcuno con cui parlare, di dire una parola, di mandare un messaggio, di chiedere una preghiera, sapere che puoi raggiungere quella persona vuol dire tanto.

Questo lo dico, perché a me è capitato di dover cercare un Sacerdote per parlargli, anni fa, e non c’è stato verso di trovare il modo di contattarlo, proprio zero. Ho chiamato anche dove abita, ho chiesto: «Per favore ditegli che…», ma niente, zero. Quindi, capisco quanto può essere brutto non riuscire a parlare con chi si vuole.

Beh… il mio telefono oramai lo conoscono in tutta Italia, mi arrivano telefonate da ogni dove, da gente che non ho mai visto e mai sentito.

Mi dicono: «Il suo numero me lo ha dato Tizio, Caio, Sempronio…»

Io dico: «Sì, sì, guardi, tanto non c’è bisogno che me lo dica, e non c’è neanche il bisogno che mi chiediate il permesso».

 Qualcuno mi chiede: «Padre, posso dare il suo numero di telefono, la sua email?»

Sono un Sacerdote, quando ho deciso di dire “Sì” a Gesù, mi sono reso conto subito che la mia vita era una vita spezzata, come l’Eucarestia, per cui non è un problema.

Qualche mio confratello rimane un po’ scandalizzato e mi dice: «Padre, non è possibile, suona in continuazione… non c’è un minuto per poter parlare!»

Io dico: «Questo vuol dire avere una vita spezzata, vuol dire questa cosa: che tu programmi che oggi farai dieci cose e poi arriva sera e dici: “Gesù non ho fatto niente, niente di quello che avevo programmato, ho fatto tutt’altro”».

Va bene…

Mentre cammino per strada e ho davanti chi mangia il gelato, ride e scherza, io sono al telefono con qualcuno in una pozza di lacrime, disperato: questo è essere Sacerdoti.

Fare questo non vuol dire essere bravo, non mi sento bravo, né migliore degli altri, assolutamente. Questa è la mia vocazione, questo è il “Sì” che io ho detto, questo è il mio compito.

Alla fine della mia giornata, Gesù non mi dice: «Bravo, Padre Giorgio». Gesù mi dice: «Sei un servo inutile. Hai fatto esattamente quello che dovevi fare, né più né meno. Questo era il tuo compito, non è che adesso ti devo dire: “Bravo, vieni qui che ti faccio le carezze”. No, non hai fatto niente di speciale, hai fatto quello che dovevi fare. Se tu non lo avessi fatto, questo sarebbe stato un problema. L’hai fatto? Bene, basta, adesso, povera bestia, vai a riposare un po’, mettiti un po’ lì tranquillo”».

Poi Gesù è anche molto più dolce di così, io ogni tanto scherzo…

Ecco, quindi la Vergine Maria diventa per noi la nostra Consolatrice, e perciò possiamo imparare (faccio un po’ la sintesi di quello che viene detto dopo) anche ad andare nei suoi santuari, a pregare di più.

Mi piace perché Don Giorgio Basadonna dice “il suo compito di Corredentrice, che Gesù le ha affidato sul Calvario”, anche io sono di questo parere.

Sì, non c’è ancora il dogma della Corredentrice, ma comunque anche io porto avanti questa idea, mi sembra veramente molto, molto bella, ci credo tanto, perché nessuno ha sofferto tanto come la Vergine Maria, dopo Gesù. Ha sofferto per noi.

“Aiuto dei Cristiani”, “Auxilium Christianorum”.

Ecco, domani vi chiedo una preghiera per me, perché io sono molto devoto di Maria Ausiliatrice; mi ha accompagnato fin da quando ero bambino.

Vi ricordate che vi raccontai quando, da piccolo, vidi una vecchia immaginetta di Maria Ausiliatrice e c’era il Volto di Gesù tutto sbiadito, poverino?  Allora io, da bambino, con la mia matita, Gli ho rifatto la faccia ed è venuto fuori un coniglio… vabbè.

Adesso, quando la guardo (ho ancora questa immaginetta), dico: «Ma Giorgio, non è possibile, non potevi lasciarla stare questa immaginetta, dovevi conciarla così?»

Io mi ero messo in testa che dovevo rifare il Volto di Gesù Bambino e, vabbè, con la mia testa da bambino, l’ho rifatto come ero capace, ed è venuto fuori un coniglio, poverino. Gli ho fatto due orecchie che sembrano proprio quelle di un coniglio, vabbè… Gesù bambino avrà sorriso pensando a Padre Giorgio, bambino, che Gli rifaceva il Volto…

Allora, domani vi chiedo una preghiera, perché, come dice San Giovanni Bosco, Maria Ausiliatrice fa veramente dei miracoli incredibili, ed è diventata famosa soprattutto grazie a San Giovanni Bosco, come vi stavo dicendo.

Chi abita a Torino, domani vada al Santuario di Maria Ausiliatrice, vi prego, e dica una preghiera per tutti noi. È una Basilica voluta proprio da San Giovanni Bosco, no?

Sto adesso un po’ leggendo velocemente per vedere su cosa concentrarmi per non portarvi via troppo tempo…

Quando noi preghiamo Maria Ausiliatrice stiamo pregando Colei che porta un ausilio, Colei che ci aiuta, Colei che ci è di grande conforto, di grande aiuto nel nostro cammino verso Dio.

Se andate a leggere i sogni di San Giovanni Bosco, leggerete delle cose incredibili, strepitose, bellissime su Maria Ausiliatrice.

Vi auguro di cuore di prepararvi e di prepararci bene alla Festa di domani, della Sua memoria. Sapete che, nei giorni dedicati alla Vergine Maria, la Madonna usa fare particolari grazie, quindi non è escluso che domani riceveremo qualche grazia speciale.

Allora chiediamo alla Vergine Maria, siamo arditi nel chiedere qualche grazia, per noi e per gli altri!

Buona giornata a tutti.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

VANGELO (Gv 15, 26 – 16,4)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».

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