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“L’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”

Gesù e i farisei

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di venerdì 13 agosto 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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“L’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”

Eccoci giunti a venerdì 13 agosto 2021. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo XIX, versetti 3-12, che voi capite, più chiaro di così si muore.

È un vangelo chiaro, ma che ancora oggi crea una marea di problemi in chi non può capire, in chi non vuol capire, in chi non si è messo nella condizione di capire.

Quindi cosa dice Gesù?

«È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».

Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».

Qua Gesù dice alcune cose importanti: la prima è che il Matrimonio prevede un “lasciare”, questa è una cosa fondamentale. 

Quando mi capita di celebrare dei Matrimoni questa è una cosa che dico sempre nell’omelia agli sposi, ma soprattutto ai parenti presenti. Lo dico sempre a tutti e lo dico anche adesso, come l’ho detto nelle catechesi: “per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e i due diventeranno una sola carne”. Non puoi unirti a tua moglie veramente se tu non lasci papà e mamma. Perché non stiamo parlando di un’unione puramente carnale, stiamo parlando di un’unione che è di tutta la persona e quindi se io non lascio la mia famiglia di origine come faccio a costruirne un’altra? Come faccio a camminare se un braccio è libero e l’altro mi viene tirato indietro da qualcuno?

La frase, il concetto, l’idea che viene spesso portata avanti è: “Ma noi siamo una famiglia molto unita”. Peggio ancora! Rispondo io.

Perché in questa frase che tu hai detto, c’è una cosa molto grave: “noi siamo una famiglia molto unita”. Sì, voi famiglia di origine, ma lo sposo e la sposa andranno a costruire una nuova famiglia che non è più quella di origine. 

Nella famiglia in cui questi ragazzi sono cresciuti c’è molta unità, ma adesso, grazie a questa unità, devono fare il salto e formare una nuova realtà, un nuovo nido. Sì, ma devono uscire dal nido. Voi non avrete mai visto due rondini che costruiscono un nido attaccato al nido in cui sono nati, perché quel nido lì viene abbandonato e vanno a fare un altro nido.

Noi — ma grazie al cielo non tutti — abbiamo questa idea, che è patologica, per la quale siccome noi siamo una famiglia molto unita, anche se tu ti sposi, tu comunque rimani “cosa nostra”, comunque la tua vita fa parte di questa primaria unità. No, non funziona così.

Questa unità ti è servita per diventare un individuo sano, ma adesso tu ti apri ad una nuova unità, che prevede un “lasciare”, dice Gesù, e ancora prima lo troviamo nel libro della Genesi. Devono lasciare!

Qualcuno mi ha detto: “Si vede che voi sacerdoti non avete avuto figli, perché un vero padre non potrebbe mai dire a suo figlio che deve lasciare suo padre per affacciarsi alla sua nuova vita, per sposarsi, per diventare grande”

Ed io ho risposto: “Fisicamente non ho mai avuto un figlio, altrimenti non potrei essere Sacerdote, ma spiritualmente si”.

Ma io non mi sognerei mai di dire a mio figlio (a livello spirituale): “Tu sei cosa mia. Noi apparteniamo ad un’unità e tu questa unità non la potrai mai lasciare perché fai parte di questa unità, la dovrai sempre omaggiare questa unità”. 

A me sembra una cosa mostruosa.

Mia nonna di veneranda memoria — che ormai conoscete — che ha fatto la IV elementare, quando ero ragazzo mi diceva:

“Ricorda, Giorgio, che se tu ti sposerai, se i tuoi genitori vivono a Milano, tu devi andare a vivere a Napoli e non ti capiti mai di vivere vicino ai tuoi genitori”.

Lo diceva mia nonna, una donna assolutamente equilibrata, che ha allevato due figlie, non era una suora, ma una nonna di tre nipoti e a tutti noi ha sempre detto così.

Io le dicevo: “Ma perché?”

“Perché tra moglie e marito non mettere il dito”.

Lei diceva: “Vedi Giorgio, voi quando vi sposate siete giovani, noi non lo siamo più, voi avete una mentalità nuova, noi abbiamo una mentalità vecchia, noi abbiamo abitudini nostre, voi avete abitudini vostre, vi serve il vostro spazio per crescere, per sbagliare e per imparare. Noi certi sbagli li abbiamo già vissuti e non è giusto che non li facciamo vivere a voi, perché siamo cresciuti con questi sbagli e così dovete crescere anche voi e poi dovete essere liberi.”

Non è giusto che o la mamma o il papà siano lì addosso a te e alla tua sposa, non è giusto, non è bello.

Sono diventato Prete, vent’anni di Sacerdozio e vi dico che il 99% dei casi di situazione famigliare gravemente in difficoltà hanno come origine una invadenza della famiglia di lei o di lui nella nuova famiglia.

E molto spesso mi è capitato di vedere che c’è una grandissima dipendenza da parte del marito verso i genitori, più che la moglie. Cioè, il ragazzo fa molta più fatica a lasciare la casa da cui arriva, perché il legame con la mamma spesse volte è molto forte, È un bene, ma non può diventare condizionante a tal punto che sono più a casa di mia mamma che non a casa mia, ascolto  di più mia madre che non mia moglie o parlo di più con mia madre che non con mia moglie, sono più grato a mia madre che a mia moglie. No, allora non ti sposi, perché nessuno ti costringe a farlo. Non si fa questa cosa.

Io, personalmente, la ritengo una cosa ingiusta, perché tu inizi una vita nuova e deve essere nuova. Questo non vuol dire che non vedrò più i miei genitori. Ma certo che lì vedrò! Ma certo che andrò a trovarli, ma certo che faremo il pranzo di Natale insieme e tutte le cose più belle del mondo. Nessuno dice che diventeranno degli estranei, ma ognuno a casa sua. Non a livello geografico, ma interiormente, cioè io non sono più in casa, io sono marito adesso, sono padre, e voi siete il mio papà e la mia mamma, non siete la moglie e il marito di mia moglie, non siete la madre e il padre di mio figlio, siete la nonna e il nonno. 

A voi forse sembreranno dei distinguo inutili, ma io nella mia vita ho visto che così inutili non sono e spesse volte si annidano dei risentimenti che durano una vita intera, soprattutto verso le suocere (non tutte), che hanno questo atteggiamento di non voler lasciare andare, di dover sempre essere lì a dire l’ultima parola in nome di questa unità.

Quindi, per esempio, si fanno le vacanze insieme. Ma no! Ma è giusto che i coniugi facciano anche loro come avete fatto voi. 

Questa unità avrà avuto un’origine, non è che voi siete nati uniti. Quindi siete cresciuti, siete stati a vostra volta fidanzati, poi vi siete sposati e avete messo su una famiglia e lì avete vissuto un’unità, ma perché questa unità deve diventare inglobante anche delle generazioni che verranno? Basta, lì si ferma e adesso inizierà una nuova unità unita.

Quindi la frase: “Lei non ha mai avuto figli” è una frase infelice, perché vuol dire che abbiamo un’idea materiale e carnale della paternità che non sta con la vita cristiana.

Padre Pio non ha mai avuto un figlio carnalmente, ma quanti figli spirituali ha avuto? E a quali di questi lui ha detto: “Tu sei unito a me, quindi adesso fine”. No no, andate, andate! Perché tanto l’unità tu la porti dentro. 

Un vero padre, una vera madre, sa che suo figlio è suo figlio perché c’è un legame che viene dal cuore, non dal sangue, perché c’è un’identità che si riconosce e viene custodita dall’interno di un rapporto padre-figlio, madre-figlio che va al di là dello spazio  e del tempo. Questo un vero padre e una vera madre lo sanno. Non hanno bisogno di andare a mettere il naso nella casa, non hanno bisogno di avere le chiavi di casa, non hanno bisogno di sequestrare i nipoti, perché poi succede anche questo. C’è un antagonismo poi tra la suocera e la mamma, la nuova donna di casa. 

Gesù dice, Genesi dice:

Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”

Perché questo avvenga, perché i due si uniscano è necessario che avvenga un taglio del cordone ombelicale. Non è un caso che  alla nascita qualcuno ci debba tagliare il cordone ombelicale.

“Ma noi siamo uniti”.

C’è qualcosa di più unito di una mamma e del suo bimbo che porta nel grembo? Avete in mente un’immagine più unita di questa? Io no, io non riesco ad aver in mente un’immagine più unita della mamma e del suo bimbo, tanto che sono collegati e da questo cordone il bambino riceve tutto. Questo cordone trasmette la vita a questo bambino, ma quando nasce quel cordone deve essere reciso. Se non venisse reciso provocherebbe la morte di entrambi.

Basta! Quel cordone viene tagliato e deve essere tagliato fisicamente e asportato tutto, dal bimbo e dalla mamma deve essere portato via tutto perché altrimenti morirebbero, perché fuori da quel luogo meraviglioso che è il grembo della mamma non ha più ragione di essere, non ha più vita fuori da lì e così è nella vita quando due si sposano.

Quei cordoni, quei legami, quelle unità profonde, devono essere recise, ma non in nome della divisione, perché il bambino nato e la sua mamma rimangono uniti, ma di un’unità diversa. Non c’è più l’unità del cordone, c’è un’altra unità, c’è un’altra vicinanza, c’è un’altra forma di prossimità ma che non può più essere quella del cordone, altrimenti le persone non maturano, non crescono e diventa un’ingiustizia grave verso uno dei due coniugi se si mantiene questo legame. 

Si sente dire dalla moglie o dal marito:  

“Ama di più i suoi, ma non me”

“Ascolta di più i suoi che non me”

“Vive di più là che non qui”

Queste sono cose molto gravi. Sono un’attentato al Matrimonio.

Poi che piaccia o non piaccia … anzi se non piace questo è un problema ancora più grave. Se uno dice “non sono d’accordo”, questo è ancora più grave, non perché siamo in una dittatura di pensiero, ma perché quello che dice il Signore è profondamente vero. Se noi non crediamo che è necessario lasciare, questa è una cosa molto grave.

Quanta sofferenza c’è quando ci sono quelle situazioni dove dei genitori vivono in casa nella nuova famiglia, magari per un certo periodo. Una fatica terribile, perché non c’entra con quel nuovo nucleo famigliare.

“Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.

Ma non esiste soltanto il divorzio, che è un’aberrazione, esiste anche la divisione di questo inoculare male. Voi direte: “Ma Padre, capitano tutte a lei?” Può darsi, ma che io debba sentire parlare male degli sposi, a me è successo. Non semplicemente il giorno del Matrimonio, ma proprio appena finito il Matrimonio. È una cosa che mi ha sconvolto. Ero ancora in Chiesa e sentivo i parenti che parlavano male degli sposi per come si sono comportati… è una cosa molto grave!

Io ho in mente una sposa di cui ho celebrato il Matrimonio che il giorno delle nozze alle 18.00 è venuta a suonare il campanello del convento, e grazie al cielo sono andato io a vedere chi fosse. La sposa era in una valle di lacrime sulla scala del convento, disperata. Una scena terribile per quello che era successo al pranzo di nozze. Non lo dimenticherò mai. Infatti dopo qualche anno hanno divorziato. Ma il giorno delle nozze si devono fare queste cose?

Queste sono cose che separano, queste sono le separazioni profonde. Il giorno delle nozze io ti vengo a parlar male degli sposi? Il giorno delle nozze io vado a trattar male uno o l’altro degli sposi? Perché?  In nome di che cosa?

Ecco perché dico sempre ai futuri sposi: “Ricordatevi, che voi non sposate semplicemente lui e lei, ma sposate anche le loro famiglie di origine, quindi cercate di vedere che vi vadano bene, perché poi quello che esce dalla porta, entra dalla finestra, quindi…”

“No, no, ma noi faremo la capanna delle zio Tom”. 

Si, ma i castori rosicano. E se tu lo butti fuori dalla porta, rientra dalla finestra.

Ci vuole un tale rigore che poi, ripeto, si scatenano delle faide terribili perché il marito della nuova coppia non rende giustizia, non rende onore, non rende verità all’altro e quindi per non andare contro i propri parenti, alla propria famiglia di origine, fa buon viso a cattivo gioco. Questi sono atteggiamenti divisivi.

Io credo che il giorno delle nozze si possa solo essere felici e a una giovane coppia che cosa puoi augurare? Puoi augurare tanta bellezza, tanta serenità, non ti metti di andare a parlare male di loro, no non lo fai. Qualunque sia la ragione e qualunque sia il torto che ho subito, tu non vai a parlar male di loro, tra l’altro al Sacerdote che li ha sposati. Veramente è una cosa terribile.

Ma noi facciamo queste cose.

Perché? Perché sono affermazioni di egoismo, di orgoglio, sono sintomi di ignoranza gravissima e di cattiveria radicale e sono forme grette che vengono da cuori gretti e devo dirvi che negli svariati Matrimoni che ho celebrato io spesse volte ho notato queste striature di rosso, queste anticipazioni di sofferenze, di grandi croci, legate a queste ragioni.

E questo era il primo punto.

Il secondo è il ripudio, l’adulterio. Più chiaro di così si muore. 

Mt 19,3-12. Se non lo vogliamo sentire è inutile che lo sentiamo, infatti io questo non ve lo commento. 

Oggi ho lasciato da parte il nostro libro “Sacerdoti di Cristo” della Beata Conchita Cabrera de Armida, perchè questo era un vangelo che meritava un’attenzione al 100%.

Non ve lo commento, perché sono del parere che chi non vuol capire non capirà mai e chi vuole sfregiare questo vangelo, lo sfregerà sempre trovando mille adattamenti storici. 

Qui di adulterio si parla e adulterio rimane, infatti dicono i discepoli: “Non conviene sposarsi se questa è la condizione”.

E Gesù dice: “Sì hai ragione”.

Si perché queste cose (gli eunuchi per il regno dei cieli) le capiscono solo coloro che sanno privarsi, che sanno rinnegare il proprio “io” in nome di… Ma questo lo sanno fare solo in pochi e Gesù lo dice: “non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è concesso”, quindi non serve spiegare. Solo a chi è concesso allora sarà possibile capire, comprendere la bellezza di queste parole. Infatti Gesù dice: “Chi vuol capire, capisca” e il resto, pazienza!

Vi auguro di cuore un santo venerdì, preghiamo tanto per gli sposi, tutti, quelli giovani e quelli anziani, gli sposi che sono in una via di mezzo come loro Matrimonio. Preghiamo per loro sempre. Ricordiamoli. Preghiamo perché il Signore conceda  loro questa grazia di saper vivere la loro vita liberi da tutto e da tutti, che non vuol dire vivere alienati, ma vuol dire liberi per poter tornare da liberi, perché purtroppo voler bene vuol dire allungare le mani.

Anch’io come Prete ho dovuto spiegare questo ai miei genitori perché sapete, è vero non sono sposato con una donna e non ho figli fisicamente, ma adesso non è più come un tempo, la mia vita non è più mia e quindi dovete farvene una ragione. Adesso la mia vita è di tutti e quindi rendetevene conto e dovete accettarlo. Hanno fatto un po’ fatica, ma io ho messo dei paletti chiari, perché hanno ragione che a volte si percepisce una sorta di eccessiva richiesta, ma la sofferenza è la sofferenza e quando uno soffre non sta a far troppi conti. È vero che le persone vanno educate, ma è vero che bisogna essere un po’ comprensivi.

Un Prete non ha un orario, anche se io ho predicato sull’importanza di aver un orario, una regola, ma è anche vero che se arriva un’emergenza devi correre e quindi dobbiamo pregare per tutti coloro che hanno deciso di uscire dal nido e di fondare un altro nido o di insegnare ad altri a fare i nidi.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

VANGELO (Mt 19, 3-12)

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

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