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Per Lui e per Lei – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.18

L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati - San Manuel Gonzales Garcia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Per Lui e per Lei – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.18
Domenica 7 aprile 2024 – Domenica in Albis

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 20, 19-31)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a domenica 7 aprile 2024. Oggi è la domenica della Divina Misericordia, è la seconda domenica del tempo di Pasqua e quest’oggi spero molti di noi si raduneranno al santuario di Maria Rosa Mistica a Fontanelle di Montichiari, in provincia di Brescia, per vivere insieme questa domenica tutta dedicata alla Divina Misericordia.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo ventesimo di San Giovanni, versetti 19-31.

Che dirvi… oggi è un giorno veramente incredibile, è un giorno densissimo per ciascuno di noi, perché tutti noi siamo stati toccati, e continuiamo ad essere toccati dalla Divina Misericordia; quindi, è un giorno che dobbiamo proprio solennizzare nel modo più bello possibile, e dobbiamo dire grazie a Gesù per quello che ci ha donato con questa solennità, con la sua Divina Misericordia che nasce da questo cuore trafitto e squarciato.

Oggi vi invito ad andare a rileggere la promessa che Gesù ha fatto a santa Faustina Kowalska legata alla celebrazione di questa solennità: che cosa Gesù chiede, che cosa Gesù ci offre.

Ecco, quindi speriamo di essere in tanti insieme, così da rendere un omaggio solenne alla Divina Misericordia; e non c’è un modo più bello per esaltarla che: confessarci, pentirci dei nostri peccati e stare profondamente legati al Signore.

Continuiamo la nostra lettura del testo di san Manuel González, la trascrizione di questa conferenza. Siamo arrivati a un nuovo paragrafo che si intitola: 

Un esempio.

Huelva! Mi da dolore parlare di cose nelle quali io sono implicato, ma poiché io sono un povero strumento e uno tra i tanti, perché sono convinto che nelle opere di Dio, è sempre meglio che ci sia meno “io”, poiché questo è ciò che disturba. Nonostante ciò sta scritto: “Che risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché glorifichino il vostro padre celeste che sta nel cielo”. Gloria a Dio! Potete spiegarmi come in poco meno di tre anni si fondano e sostengono un Centro Cattolico con più di cinquecento operai, con la sua Cassa di Risparmio e il suo Monte di Pietà: scuole gratuite per mille tra bambini e adulti dell’uno e l’altro sesso; un quartiere operaio, una panetteria economica, una biblioteca ambulante, opere di Catechismo, due sartorie per i poveri, una Cassa di Risparmio Scolastica, due chiese nei quartieri più lontani, le opere moralizzatrici dei carcerati, segretariato del popolo…?

Questo san Manuel lo dice davanti a tutti questi vescovi, a questi cardinali, a questi altri sacerdoti. Qui ha detto “in meno di tre anni” a Huelva; partendo da zero, guardate cosa è successo!

Potete spiegarmi come in meno di due anni si sono spesi solo nelle scuole più di 25.000 duros (monete di argento che valgono 5 pesetas) e che con un piccolo periodico così minuscolo come “IL GRANELLO DI SABBIA” si siano guadagnati in meno di un anno più di 5000 pesetas? Potete spiegarmi come in chiese, nelle quali le comunioni quotidiane quando erano molte arrivavano a 3, oggi superano le cento unità e al mese, tutte comprese, arrivano ad essere dieci mila?

Diecimila comunioni! Lui in un mese dava diecimila comunioni, comprese tutte le Messe; prima dava quotidianamente tre comunioni — quando erano tante — adesso in un giorno ne dà cento. Io vorrei farvi una domanda: in quale delle nostre chiese oggi, nelle messe feriali — sommando tutte le messe che ci sono in un giorno in quella chiesa o in quella parrocchia — si arriva a dare cento comunioni in un giorno? Non so… Non so neanche se si arrivino a dare in certe diocesi, cento comunioni in un giorno. Chissà dove oggi, in un giorno, in una chiesa, si arrivano a dare cento comunioni. Uno dice: “Eh, ma la diocesi è grande!”; sì, sì, va bene, può essere anche grandissima, ma le persone che vanno a messa, ogni giorno, arrivano ad essere cento? Lui, partendo da tre comunioni in un giorno, in meno di due anni, tra tutte le cose che ha scritto, che ha fatto, che ha costruito, che ha messo in piedi — io mi sono concentrato sulle comunioni perché mi sembra più importante, ma le altre cose che ha fatto sono incredibili — lui è arrivato a dare cento comunioni in un giorno, in quella chiesa! E diecimila in un mese! E infatti san Manuel lo chiede: “Ditemelo, potete spiegarmelo? Potete spiegarmi come è stato possibile in meno di tre anni, in poco meno di tre anni? — Tutto quello che ha fondato: il Centro Cattolico con più di cinquecento operai, la Cassa di Risparmio, il Monte di pietà, scuole gratuite per mille tra bambini e adulti, maschi e femmine, un quartiere operaio, una panetteria economica, una biblioteca ambulante, opere di catechismo, due sartorie per i poveri, una Cassa di Risparmio scolastica, due chiese nei quartieri più lontani (ha messo in piedi due chiese, quest’uomo!), le opere per i carcerati, segretariato per il popolo e altre cose; il periodico “Il Granello di Sabbia”, che guadagna 5000 pesetas in meno di un anno, e poi le comunioni. — Ecco che lui dice: “Potete spiegarmi come è stato possibile?

Il gran perché.

È perché lì…

Attenti. Io vi dico che a me, a leggere queste cose, viene la pelle d’oca. 

… si è incominciato per Lui e per Lei. Se usciamo a chiedere offerte, noi passiamo prima davanti al Tabernacolo. Se allunghiamo la mano e ci togliamo il cappello per chiedere per i bambini, nominiamo Lui, il Padrone. Se si accende la nostra faccia di vergogna (è successo tante volte!) noi ci ricordiamo del fatto che Lui ce lo chiede. Se mettiamo una prima pietra, la medaglia con la sua immagine la mettiamo nel cemento. Se terminiamo un’opera la coroniamo collocando in cima la sua immagine. Se riuniamo i bambini intorno a noi, il primo nome che insegniamo ed il primo amore che inculchiamo è l’amore per Lui e per Lei. Se conversiamo, sempre esce il suo nome. Se ci rallegriamo, ringraziamo Lui. Se ci perseguitano, Lui ci conforta. Se abbiamo debiti, Lui ci da credito. Se ci lodano, è a Lui che diamo la gloria, e di me posso dirvi che lo metto persino nei brindisi dei banchetti e dei pranzi ai quali assisto per ragione del mio ufficio. Io ho parlato del Cuore di Gesù a proposito di…di telegrafia senza fili! (il Cuore di Gesù, in cima al Calvario, non è una grande stazione telegrafica che, senza fili di nessun tipo, invia le sue onde di amore e di luce non solo attraverso lo spazio, ma perfino del tempo? E che cosa sono i sacerdoti se non i telegrafisti di questo divino telegrafo? ecc. ecc.) Per questo, Signori — signori vescovi, signori cardinali, signori confratelli sacerdoti — Huelva, la Huelva nuova, non è più un paese qualsiasi come un altro, poiché è un manicomio aperto! Con i suoi pazzi chierici e secolari, uomini e donne, vecchi e giovani, bambini e bambine, questi, che benedizione! Sono bambini e bambine confessori dell’amore, alcuni perseguitati e bastonati persino dai loro genitori. Benediteli e applauditeli, Signori, come io li applaudo e li benedico con tutta l’effusione della mia anima!…. E così abbiamo terminato il nostro viaggio di andata.

Io, dopo aver letto queste parole, mi sento piccolissimo. Non so voi, io mi sento piccolissimo… Quello che lui scrive è vero. Voi dite: “Perché dici che è vero, padre Giorgio?” Perché, se dicessi diversamente, sarei un bugiardo, mentitore, traditore della verità. Quello che lui scrive è vero, perché anch’io, con i miei occhi, ho visto accadere cose simili; dal nulla, ho visto fiorire realtà che sono diventate dei giardini meravigliosi. In luoghi dove non c’era nessuno, dove non veniva nessuno, quando sono stati messi al centro Lui e Lei — cioè: il Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria; cioè: l’Eucarestia (il Cuore eucaristico di Gesù) e la devozione alla Vergine Maria — io ho visto cose incredibili, miracolose, esattamente come lui.

Lui all’inizio ha dovuto dire:

Mi da dolore parlare di cose nelle quali io sono implicato…

Sapete perché? Perché quando uno parla di cose nelle quali è implicato ci può sempre essere qualcuno che dice: “Che narcisista! Vedi, parla di sé stesso. Non deve parlare di sé stesso, deve parlare di Dio. Perché parla di sé stesso? Se è lì a parlare a nome di Dio, per Dio, di Dio, perché parla di sé?”. E lui, infatti, lo dice: “Mi da dolore parlare di cose nelle quali io sono implicato … Ma io sono un povero strumento, uno tra i tanti. Ed è bene che questo io sia sempre di meno”; vero! Però prosegue:

Nonostante ciò sta scritto: “Che risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché glorifichino il vostro padre celeste che sta nel cielo”.

Cioè, don Manuel non è nessuno; quando lui scrive queste cose, quando lui dice: “Ma com’è possibile, in meno di tre anni, aver fatto questo? Com’è possibile in meno di due anni che ho fatto questo?”, non sta dicendo: “Io, don Manuel, sono bravo”; ve lo assicuro! Lui non dice queste cose per mettersi in mostra, per dire: “Guardate me come sono bravo, gli altri invece sono tutti degli incapaci”; non sta dicendo questo. Anche se sicuramente qualcuno avrà voluto pensar male, don Manuel non sta dicendo queste cose per questa ragione, lo si capisce benissimo.

E del resto Gesù l’ha detto: “la vostra luce risplenda davanti agli uomini”, cioè gli uomini devono vedere la vostra luce, la devono vedere questa luce, è giusto che la vedano. Ma perché? “Perché glorifichino il padre vostro celeste che sta nei cieli”. Cioè, la mia luce, la tua luce, che gli altri vedono, a che cosa serve? Serve a glorificare Dio, non serve a mettere in mostra me. È una luce riflessa; è come se noi fossimo tante lune che riflettono la luce del sole. Non è che don Manuel sia stato geniale rispetto ad altri, non ha trovato chissà quale soluzione; no, lui l’ha detto chiaramente, il perché:

È perché li si è incominciato per Lui e per Lei.

Punto! E allora uno dice: “Ma posso farlo anch’io?” — Certo, non è che puoi, devi! Tu non è che puoi, tu devi fare questa cosa — chiunque lo deve fare — soprattutto se sei sacerdote, comincia da lì: “per Lui e per Lei”, e Lui ti fa vedere come. Usciamo a chiedere le offerte? Passiamo davanti al Tabernacolo. Cioè: il punto sapete qual è? È che noi queste cose non le facciamo! Noi non facciamo come ha fatto lui, ecco perché dopo tutto va a carte quarantotto! Ecco perché poi tutto è un fallimento! Ecco perché poi dobbiamo chiudere tutto, ecco perché tutto va male: perché noi non partiamo da Lui e da Lei, da Gesù e da Maria, noi non partiamo da lì.

Io non so quest’oggi come andrà, non lo so come andrà a Rosa Mistica; non so quanta gente ci sarà, non so che esperienza di fede faremo, non lo so (perché voi ascolterete questa meditazione che uscirà, come sempre, molto presto e ancora prima che noi ci incontreremo a Rosa Mistica). Io non lo so come andrà, però una cosa la so, e quindi, chi ci sarà, sarà testimone. Che cosa so? So che si è incominciato per Lui e per Lei; questo lo so. E cominceremo per Lui e per Lei, cominceremo con la Santa Messa, con il Santo Rosario. Ecco perché vi ho detto di dire il Rosario venendo a Rosa Mistica, perché bisogna cominciare per Lui e per Lei. Io vi posso dire che ho sempre visto miracoli incredibili, quando si comincia così.

Per cui san Manuel scrive: “Vai a chiedere le offerte? Passa prima davanti al Tabernacolo. Allunghi la mano per avere le offerte? Nomina Gesù. Se si accende la nostra faccia di vergogna — perché insomma, sapete, si prova anche vergogna — ricordiamoci del fatto che è Lui che lo chiede”. Vedete come al centro c’è sempre Gesù?

Guardate, questa cosa qui che dice san Manuel ora, è bellissima. Questa cosa qui, ve lo devo dire, l’ho fatta anche io una volta nella mia vita, ed è stato bellissimo.

Se mettiamo una prima pietra, la medaglia con la sua immagine la mettiamo nel cemento.

L’ho fatto anch’io, in una costruzione di una cappellina, mi ricordo che avevo messo proprio la medaglia del Volto Santo e la medaglia Miracolosa nel fondamento, e poi l’ho messa anche in alto, dentro nel cemento, mi ricordo.

Poi prosegue san Manuel: «Se terminiamo un’opera la coroniamo collocando in cima la sua immagine. Se riuniamo i bambini intorno a noi, il primo nome che insegniamo ed il primo amore che inculchiamo è l’amore per Lui e per Lei»; non per tante stupidaggini…

Abbiamo i bambini a catechismo per insegnargli la fede; il primo nome e il primo amore che inculchiamo è per Lui e per Lei, Gesù e Maria. Non che ci sono bambini che stanno per fare la cresima e quasi non sanno il Padre nostro; bambini che vanno a fare la comunione e non sanno che cos’è il Tabernacolo. Ma non è colpa loro! È che se noi sacerdoti per primi non viviamo come dice don Manuel, che è santo, è chiaro che poi non avremo i frutti che ha avuto lui. 

E prosegue:

Se conversiamo, sempre esce il suo nome.

Così dev’essere: parliamo? Esca il suo nome.

Se ci rallegriamo, ringraziamo Lui. Se ci perseguitano, Lui ci conforta. Se abbiamo debiti, Lui ci dà credito. Se ci lodano, è a Lui che diamo la gloria, e di me posso dirvi che lo metto persino nei brindisi dei banchetti e dei pranzi ai quali assisto…

Per questo, Signori, Huelva, la Huelva nuova, non è più un paese qualsiasi come un altro, poiché è un manicomio aperto!

Le nostre chiese, le nostre parrocchie, i nostri conventi, i nostri monasteri, il nostro tutto dovrebbe essere un manicomio aperto, “con pazzi chierici e secolari, pazzi d’amore; confessori dell’amore: bambini e bambini perseguitati, bastonati, persino dai loro genitori. Benediteli e applauditeli…”

È bellissimo, è veramente tutto bellissimo. Sono parole meravigliose, perché è l’esperienza di vita di un santo vescovo che qui era semplice parroco. E guardate, in meno di tre anni, in meno di due anni, che cosa ha fatto! Quando nelle nostre vite non avvengono queste benedizioni, è perché noi non partiamo da qua, non partiamo da Lui e da Lei, non partiamo da Gesù e da Maria: non partiamo, non torniamo, non finiamo, non ci mettiamo in mezzo Gesù e Maria; perché se noi partiamo da Gesù e Maria, se noi torniamo a Gesù e Maria e se in mezzo mettiamo Gesù e Maria: benedizioni su benedizioni su benedizioni su benedizioni. È così! E non c’entra avere i social, non c’entra avere le pubblicità, no. Metti Gesù e Maria, ci pensano loro, fanno tutto loro. San Manuel lo dice e io, nel mio piccolo, nel mio piccolissimo, vi dico che è verissimo. Io tante, tante volte l’ho visto nella mia vita e, insieme a me, tantissimi testimoni: perché in quelle occasioni incredibili c’erano tantissimi testimoni presenti. Tantissimi testimoni presenti; eventi veramente meravigliosi.

A prestissimo!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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