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I santi segni. Romano Guardini, parte 25

S. Messa

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: «I santi segni. Romano Guardini, parte 25»
Martedì 30 maggio 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mc 10, 28-31)

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 30 maggio 2023. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo decimo del Vangelo di San Marco, versetti 28-31.

Continuiamo la nostra lettura del libro di Romano Guardini: I Santi Segni.

Oggi vediamo il segno de “La Patena”.

Era mattina. Ero salito sulla vetta e mi volgevo indietro. Sotto, al fondo, si raccoglieva il lago e tutt’attorno nella luce dell’alba sorgevano i monti, solenni e calmi. Tutto era così puro; lo spazio in alto e gli alberi con i loro rami dalle nobili forme così freschi; in me stesso tutto l’essere così pervaso da vigore schietto e gioioso, che mi pareva stillassero sorgenti invisibili, silenziose, e tutto si illuminasse dilatandosi.

Compresi allora come a un uomo possa gonfiarsi il cuore, e come egli s’arresti, alzi il viso, apra le mani come una patena, sollevandole su verso l’infinitamente Buono, il Padre della luce, il Dio che è amore, offrendogli tutto quanto d’attorno e nel mondo cresce e risplende in calma strabocchevole. Per lui dev’essere come se dalla patena, che le sue mani sostengono, tutto salga terso e santo verso l’alto.

Proprio come un giorno Cristo s’è portato sulla vetta dello spirito e ha offerto al Padre il suo amore, il respiro della sua vita quale sacrificio totale. Su quella vetta di cui era stato un gradino il monte Moria, sul quale Abramo aveva compiuto il suo sacrificio. E prima ancora il luogo in cui il Sacerdote regale aveva offerto la sua espiazione. E, risalendo ancora, quello dove nei tempi primitivi salì al cielo, tutto puro, il dono di Abele.

Questa altitudine s’eleva sempre, e sempre si protende la mano divina, e sempre sale il dono, quando il sacerdote — non l’uomo, che, la persona, è invero strumento insignificante — è all’altare e leva in alto, aperte le palme, la patena su cui è disposto il bianco pane. 

«Accogli, o Padre santo, onnipotente ed eterno Dio, quest’offerta immacolata, che io, indegno tuo servo, presento a Te, mio Dio vivo e vero, per i miei innumerevoli peccati e le tante mie offese e negligenze; per tutti quelli che sono qui attorno, affinché e a me e a loro sia di profitto per la salvezza nella vita eterna».

Ecco, anche oggi come vedete la riflessione è molto, molto breve e, ci chiama appunto a meditare su questo segno della patena che porta poi il Corpo di Cristo. Questo tendere verso l’alto con le palme delle mani aperte e quindi questo offrirsi al Padre. A parte il fatto di vederlo, ma ci sono delle bellissime immagini, disponibili su internet, che fanno proprio vedere questo momento particolare dell’offertorio dove, appunto, “viene offerto” al Padre. Noi offriamo tutto in quel momento, cioè noi ci uniamo all’offerta al Padre del Figlio. E anche noi siamo chiamati ad unirci a questa offerta. Come se ci fosse una piccola ostia insieme alla grande ostia sulla patena. E noi offriamo questa offerta. Lui ci ha detto questa preghiera che veniva recitata nella messa in rito antico:

«Questa offerta immacolata che io, presento a Te… per i miei innumerevoli peccati e le mie tante offese e negligenze».

Questo è il senso di questa offerta che noi presentiamo: «Per tutti quelli che sono qui, attorno, perché a me e a loro sia di profitto per la salvezza eterna». Tutto punta sempre lì. Quindi quando siamo in chiesa, al momento della Santa Messa e c’è l’offertorio, ricordiamoci di offrirci insieme con Gesù al Padre. Non è il momento in cui pensiamo ai fatti nostri, in cui aspettiamo che… Ma è un momento molto importante, molto solenne e allo stesso tempo delicato, che coinvolge tutta la nostra persona.

“Calice e patena”, quindi vedete come entrambi ci richiamano a questa tensione verso l’alto e a questo grande tema dell’accogliere, del custodire, dall’offrire, del darci, dell’elevarci.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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