Scroll Top

I santi segni. Romano Guardini, parte 26

S. Messa

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: «I santi segni. Romano Guardini, parte 26»
Mercoledì 31 maggio 2023 Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

PRIMA LETTURA (Rm 12,9-16b)

Fratelli, la carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.
Non siate pigri nel fare il bene; siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore.
Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 31 maggio 2023. Oggi festeggiamo la Visitazione della Beata Vergine Maria e concludiamo il mese di maggio.

Con oggi diciamo il nostro grazie alla Vergine Maria per questo mese tutto Mariano e bellissimo che abbiamo vissuto e che ci apre domani, primo giugno, sul mese dedicato al Sacratissimo Cuore di Gesù.

Abbiamo ascoltato la lettura di San Paolo Apostolo ai Romani capitolo dodicesimo, versetti 9-16.

Continuiamo la nostra lettura del libro di Romano Guardini: I Santi Segni.

Oggi affrontiamo “La Benedizione”.

Benedire può soltanto chi possiede autorità. Benedire può solo chi sa creare. Benedire può soltanto Iddio. Dio, benedicendo, ferma lo sguardo sulla sua creatura: la chiama per nome. Il suo amore onnipotente si volge al cuore e all’intimo nucleo della creatura e dalla mano di Dio si effonde la forza che rende buoni: 

«Vi guarderò e vi farò crescere». 

Solo Dio può benedire. Perché benedire è disporre di quanto è e agisce. La benedizione è una parola di potenza che pronuncia il Signore della creazione: acconsentimento e promessa del Signore della Provvidenza. Benedizione è destino felice. Nietzsche ha pronunciato una parola di ribellione, quando ha detto: 

«Da supplici dobbiamo farci benedicenti». 

E sapeva bene quello che voleva dire. Solo Dio infatti può benedire, perché Egli è il Signore della vita. Noi invece siamo essenzialmente dei supplici. Il contrapposto della benedizione è la maledizione. Questa significa sentenza di morte, sigillo di perdizione. Anch’essa si dirige a un viso, a un cuore. E il comando del Signore che serra le fonti della vita. Però, di questo potere di benedire e di maledire, Dio ha fatto partecipi tutti quelli che sono chiamati a suscitare la vita: i genitori — «la benedizione del padre edifica le case ai figli» — e i sacerdoti. Essi hanno da evocare la vita: la vita della natura i primi; quella della grazia i secondi. A questo sono destinati dalla loro natura e dal loro ufficio.

È bello che soprattutto i padri imparino a benedire, a invocare la benedizione di Dio sui loro figli, sulla loro casa, sulla loro famiglia. La potestà legata alla figura paterna è molto importante.

E uno può pretendere la facoltà di benedire quando è tutto puro; quando non cerca più se stesso, bensì vuol essere in tutto servitore del vivente Iddio. Il potere però è sempre di Dio. Esso viene meno quando si pretende di possederlo per virtù propria. Per natura noi siamo dei supplici. Solo per grazia diveniamo benedicenti — allo stesso modo che solo per grazia divina abbiamo il potere di comandare efficacemente. E come per la prerogativa di benedire, così è per la facoltà di maledire: «La maledizione della madre abbatte le case ai figli»; le «case», la vita, la salute.

Vedete quanto dobbiamo stare attenti alle cose che diciamo, alle frasi che diciamo, anche agli scatti d’ira che abbiamo, quando usiamo parole brutte. Io vi sconsiglio, come dice la Scrittura, vi sconsiglio assolutamente di maledire, mai! Non usate mai queste parole: “maledetto”, “maledetta”, “che siano maledetti”, “quella maledetta cosa”. È una parola che è meglio non usare.

Ciò che nella natura è prefigurato, trova il suo compimento nella grazia. Quello infatti che nella benedizione propriamente profluisce, — nella vera benedizione, in quella di cui tutta la realtà naturale è solo similitudine — è appunto la vita stessa di Dio. Iddio benedice con se stesso: vi elargisce se stesso, la sua benedizione è produzione di vita divina: 

«Partecipazione alla natura divina». 

E però grazia, puro dono elargitoci in Cristo. Tale è la benedizione in cui Dio si dona a noi nel segno della croce. Questa forza di benedizione divina Egli l’ha partecipata a quelli che fanno le sue veci: per il mistero del Matrimonio cristiano la possiede il padre, la possiede la madre. Per il mistero della Consacrazione presbiterale la tiene il sacerdote. Per il Battesimo e il sacerdozio regale della Cresima ne sono fatti partecipi quelli che

«amano Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le loro forze».

A tutti costoro Dio ha dato il potere di benedire con la Sua propria vita: a ciascuno in modo diverso, secondo la maniera della sua missione. La benedizione ha la sua espressione nella mano; il compimento nel gesto della medesima. Essa si posa sul capo nella Cresima e nella Consacrazione sacerdotale, affinché per essa si effonda quanto viene dall’Alto e sgorga dallo Spirito di Dio. Essa traccia il segno della Croce sulla fronte oppure sopra la persona, affinché vi si riversi la pienezza di Dio. La mano infatti è la forza elargitrice: essa crea, essa forma, essa dona. Ma la benedizione suprema si ha quando è impartita con Io stesso santissimo, con il Corpo di Cristo nel Sacramento dell’Altare. Ha, però, da compiersi in grande reverenza e nella disciplina del mistero.

Quindi vedete quanto è importante la benedizione? Impariamo ad essere più coscienti della benedizione, impariamo a chiedere la benedizione ai sacerdoti, certo, ma anche ai nostri genitori. E impariamola a dare. Vi ripeto, impariamo a benedire i nostri figli, impariamo a benedire le nostre case. I genitori, il papà e la mamma, benedicano i loro bambini, i loro ragazzi. Chiedano a Dio di benedirli, li mettano nei cuori di Gesù e di Maria. Questo ha un grandissimo valore.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

Post Correlati