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I santi segni. Romano Guardini, parte 24

S. Messa

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: «I santi segni. Romano Guardini, parte 24»
Lunedì 29 maggio 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 19,25-34)

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 29 maggio 2023. Oggi celebriamo la memoria della Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo diciannovesimo del Vangelo di San Giovanni, versetti 25-34.

Continuiamo la nostra lettura del libro di Romano Guardini: I Santi Segni.

Oggi vediamo “Il Calice”.

Scrive:

Un giorno, sono passati molti anni ormai, ho appreso a conoscere il calice. Ne avevo già visti molti, ma di conoscerlo appieno m’è avvenuto soltanto a Beuron, allorché il monaco cortese, cui erano affidati gli arredi sacri, mi ebbe a mostrare i tesori della sacrestia. Esso si reggeva saldo sull’ampio piede, senza vacillare sul tavolo. Il fusto saliva energico, sottilissimo. Si sentiva quasi la forza saliente, compressa, portante. Alquanto sopra la metà, il capitello dalla modanatura profonda, e infine, il culmine del fusto, là dove un piccolo anello raccoglieva in un’ultima disciplina la nobile forza, spuntavano le foglie delicate e severe tra cui riposava il cuore del calice, la «coppa».

Come ho sentito allora il santo mistero! 

Come il fusto portante si drizzi dalla base sicura e pesante, in uno slancio severamente contenuto, e da esso fiorisca quella figura che ha un solo significato: accogliere, custodire.

O puro, o santo! Tu, arcano, tu, coppa, che nascondi nel fondo scintillante le gocce divine, l’inesprimibile mistero del Sangue tremendo e dolce ch’è puro fuoco, puro amore!

E il pensiero correva… No, non era un pensare; era piuttosto un intravvedere, un intuire: non sta forse qui il mondo? 

La creazione che, in fondo, ha un unico senso? L’uomo, quello vivente, anima e corpo, dal cuore palpitante? …

Agostino non ha pronunziato la grande parola: l’intimo nucleo della mia umanità è costituito dal fatto che sono «capace di cogliere Dio»?

Ecco quest’oggi una riflessione molto breve ci ha consegnato Romano Guardini e, allo stesso tempo, molto densa. Questo mistero del saper accogliere, del saper custodire. Ecco, credo che tutte le volte che andiamo alla Santa Messa abbiamo proprio l’occasione di riflettere su quanto noi sappiamo custodire e accogliere Dio nella nostra vita.

Guardate, è tutt’altro che una cosa facile, tutt’altro che una cosa semplice. Ed è tutt’altro che una cosa scontata. Quindi oggi sarò brevissimo, abbiamo fatto solo pochi minuti di questa omelia, di questa meditazione. Ma non serve dire mille parole, non dobbiamo sempre né dire né ascoltare riflessioni molto lunghe, dipende! Quest’oggi sarà brevissima ma essere brevi, non vuol dire non dire niente. Mi sembra che Romano Guardini ci abbia lasciato veramente tanto su cui riflettere, accogliere e custodire.

“Essere capaci di cogliere Dio” scriveva Sant’Agostino.

Ecco, che il Signore ci conceda proprio questa grazia enorme.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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