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Alcune precisazioni – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.49

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Alcune precisazioni – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.49
Martedì 19 dicembre  2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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PRIMA LETTURA (Gdc 13, 2-7. 24-25)

In quei giorni, c’era un uomo di Sorèa, della tribù dei Danìti, chiamato Manòach; sua moglie era sterile e non aveva avuto figli.
L’angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: «Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio. Ora guardati dal bere vino o bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro. Poiché, ecco, tu concepirai e partorirai un figlio sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio fin dal seno materno; egli comincerà a salvare Israele dalle mani dei Filistei».
La donna andò a dire al marito: «Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l’aspetto di un angelo di Dio, un aspetto maestoso. Io non gli ho domandato da dove veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome, ma mi ha detto: “Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; ora non bere vino né bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio dal seno materno fino al giorno della sua morte”».
E la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui.

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 19 dicembre 2023. 

Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal tredicesimo capitolo del libro dei Giudici, versetti 2 e seguenti.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro Cammino di perfezione, di Santa Teresa di Gesù. Siamo arrivati al capitolo sedicesimo, e oggi leggiamo il paragrafo terzo. 

3 — Può darsi, figliuole mie, che mi domandiate perché mi indugio tanto a parlarvi di virtù quando avete tanti libri che ne trattano, mentre volete soltanto che v’intrattenga sulla contemplazione. Vi rispondo che se mi avete pregata di parlarvi della meditazione, neppure se non aveste alcuna virtù, perché è appunto per la meditazione che esse si cominciano ad acquistare. La meditazione è indispensabile per tutti i cristiani, né vi è persona che debba trascurarla, per colpevole che sia, quando Dio gliene ispira il pensiero. Su questo argomento ho già trattato altrove, e lo han fatto pure molti altri che san bene ciò che scrivono, mentre io non lo so, e Dio lo conosce.

4 — Ben diversa invece è la contemplazione. Ecco un errore in cui si cade assai spesso. Se uno impiega ogni giorno un certo tratto di tempo per pensare ai suoi peccati, come deve fare chiunque non voglia essere cristiano soltanto di nome, subito lo si chiama gran contemplativo, e in lui si vogliono subito vedere le grandi virtù dei veri contemplativi. Egli poi le vorrebbe anche sorpassare, ma s’inganna dal principio, non sapendo dispor bene il suo gioco. Pensa che la sola conoscenza dei pezzi gli basti per fare scacco — matto, ma ciò è impossibile, perché il Re di cui parliamo non si arrende se non a coloro che si danno del tutto a Lui.

Innanzitutto, Santa Teresa inizia a parlarci della meditazione. Dice che, appunto, è attraverso la meditazione che si cominciano ad acquistare le virtù, e la meditazione è indispensabile per tutti i cristiani, non va mai tralasciata. 

Mi ha sempre impressionato quando ebbi a leggere di Padre Pio, il quale, a una sua figlia spirituale, come a tutte e a tutti aveva consigliato di fare la meditazione quotidiana (consigliato è una parola un po’ troppo morbida, aveva proprio imposto). Quando questa figlia spirituale andò da lui, lui le chiese: “Hai fatto la meditazione quotidiana?” E lei rispose: “Mah, un po’ sì, un po’ no. Non proprio sempre”. E lui le disse: “Bene, adesso per sei mesi non fare più la comunione”. Lui la sospese dall’Eucarestia per sei mesi. Ma non perché Padre Pio era duro ed esigente, ma perché, come dice Santa Teresa d’Avila, la meditazione è indispensabile. Se io dico che l’acqua è indispensabile per vivere, cosa vuol dire? Vuol dire che se io non bevo, muoio. Ed è così; non ce n’è: senza l’acqua noi moriamo, l’acqua è fondamentale alla nostra vita, non possiamo stare un mese senza bere. Possiamo arrivare, forse, a stare un mese senza mangiare, ma un mese senza bere è impossibile, si muore. Ma si muore molto prima, molto prima; adesso io, ripeto, non sono un dottore, però io credo che nel giro di tre/quattro giorni, già…

La meditazione è indispensabile e non bisogna trascurarla mai. Anche qualora, dice Santa Teresa, tu fossi l’uomo più colpevole dei peccati più turpi del mondo, la meditazione va sempre fatta. Questo è un punto fondamentale. Invece credo che noi non la facciamo tanto spesso. Diciamo le preghiere, le preghiere vocali, il Santo Rosario e quant’altro, però la meditazione… Il nostro libro di meditazione, qual è? In questo momento, che libro di meditazione stiamo usando? Dedichiamo ogni giorno un tempo alla meditazione? E, soprattutto, anche quando non sei in grazia di Dio, speriamo mai, ma se dovesse accadere, la meditazione va comunque sempre fatta. Questo è fondamentale, anzi, Santa Teresa scrive che è indispensabile. Per tutti, per tutti. E, soprattutto, perché, attraverso la meditazione, noi cominciamo ad acquistare le virtù.

Ora, detto questo, la contemplazione è un’altra cosa; così impariamo a parlare, perché meditazione e contemplazione non sono sinonimi. Impariamo a parlare in modo corretto: la meditazione è una cosa, la contemplazione è un’altra cosa. Santa Teresa dice:

Ecco un errore in cui si cade assai spesso.

Ora stiamo attenti, vediamo l’errore di cui lei parla.

Se uno impiega ogni giorno un certo tratto di tempo per pensare ai suoi peccati…

cosa che — lei dice — deve fare chiunque voglia essere cristiano, perché sennò lo siamo solo di nome. Lei dà per scontato che chiunque si dica cristiano, è chiamato, ogni giorno, a dedicare del tempo riflettendo sui suoi peccati; ogni giorno. Ma questo per lei è scontato, perché sennò siamo cristiani solo di nome. 

Io non credo che sia così scontato per noi, oggi soprattutto, ma forse mai. Vi ricordate quella pratica che si chiama “esame di coscienza”? Ecco: lo facciamo? Ogni giorno? Magari due volte al giorno? Magari a mezzogiorno e a cena, spezzando la giornata e vedendo a che punto siamo con la nostra corrispondenza a Dio? Ecco perché è importante poi segnarseli questi peccati, perché poi io, a fine giornata, mi confronto e dico: “Ecco, allora oggi è mercoledì — facciamo ipotesi — l’altro ieri era lunedì; da lunedì a mercoledì, come è andata la mia amicizia con Gesù? Sono ricaduto sempre nello stesso peccato, ho cambiato il peccato, quel peccato lì l’ho vinto… Un mese fa, il 19 di novembre, io a che punto ero?”. Vado a vedere il mio esame di coscienza del 19 di novembre e, magari, scopro che è una fotocopia dell’esame di coscienza di oggi, di un mese dopo. È un problema. Se in un mese sono ancora lì a segnare gli stessi peccati… E di due mesi fa? E di tre mesi fa? Andiamo a vedere il 19 novembre, o più o meno, giù di lì, di un anno fa. Oh, mamma: un anno fa avevo scritto circa gli stessi peccati di oggi, quindi, in un anno, non sono cambiato in niente. Capite quanto è importante segnarsi i propri peccati? Non perché devo andare con la lista della spesa, ma perché mi serve per vedere quanto il mio esame di coscienza, la mia preghiera, la mia vita cristiana, il mio amore per Gesù, la meditazione della Passione di Gesù, hanno inciso su un reale cambiamento nella mia vita, cioè su una reale conversione, capite? Non è un dettaglio, questo non è un dettaglio.

Ecco, però:

Se uno impiega ogni giorno un certo tratto di tempo per pensare ai suoi peccati…

questo non vuol dire che siamo di fronte a un grande contemplativo. E neanche devo cercare in questa persona le grandi virtù dei contemplativi, dice Santa Teresa. Qui siamo proprio al “basic”, cioè al minimo della vita cristiana, secondo Santa Teresa di Gesù. Lei dice:

Pensa che la sola conoscenza dei pezzi — ecco l’esame di coscienza — gli basti per fare scacco — matto, ma ciò è impossibile…

cioè, la sola conoscenza dei miei peccati, la riflessione sui miei peccati, l’esame di coscienza, non mi permettono di fare scacco matto al Re. Perché il Re, cioè Gesù, si arrende solo a coloro che si danno del tutto a lui. E qui scopriamo qualcosa di nuovo, detto in questo modo così forte e chiaro: 

“Gesù si arrende solo a coloro che si danno totalmente a Lui”.

Fino a quando io non mi darò totalmente a Gesù, non potrò fare scacco matto, non è possibile. Non potrò “vincere” Gesù; eh questa è una condizione. Tutti gli esami di coscienza, tutte le preghiere che posso fare, a nulla servono, se non mi conducono a darmi del tutto a Gesù; darmi del tutto, senza alcuna riserva.

5 — Perciò, figliuole, se volete che vi mostri la strada per arrivare alla contemplazione, — e noi vogliamo che lei ci mostri la strada per arrivare alla contemplazione — permettetemi d’indugiarmi alquanto sopra cose che, a mio parere, sono molto importanti, benché a voi non lo sembrino. Se non le volete ascoltare né mettere in pratica, resterete con la vostra meditazione per tutta la vita: tanto a voi che a chiunque voglia arrivare alla perfetta contemplazione, io dichiaro assolutamente che non la raggiungerete mai. Posso benissimo ingannarmi giudicando gli altri da me stessa, ma questo è ciò che ho imparato in venti anni di esperienza.

Guardate che questo paragrafo quinto, veramente è una formula assoluta, S. Teresa ti sta dicendo: io l’ho imparato in venti anni di esperienza, quindi, ti dichiaro in modo assoluto che, se non farai ciò che io ti indicherò, tu resterai per sempre nella meditazione; non potrai mai arrivare alla contemplazione, mai: resterai fissato nella meditazione.

6 — Pertanto voglio ora parlarvi dell’orazione mentale, perché forse qualcuna non sa ancora cosa sia. — Ecco, non so quanti di noi sanno che cosa sia l’orazione mentale e, se non lo sanno, di certo non la possono fare — Piaccia a Dio che la si pratichi come si deve! — eh, certo, le cose vanno fatte come devono essere fatte — Ma temo che non la facciate troppo bene se insieme non cercate di arricchirvi di virtù. È vero che non è necessario possederle in grado così alto come si richiede per la contemplazione, ma se non ci sforziamo di acquistarne di solide, il Re della gloria non ci verrà mai nell’anima, almeno per starvi unito.

Quindi: innanzitutto scopriamo che, per poter fare la contemplazione, dobbiamo possedere le virtù in grado molto alto; e, allo stesso tempo, scopriamo che dobbiamo comunque acquistarle in modo solido, perché sennò Gesù non verrà mai nella nostra anima, non verrà mai ad unirsi a noi. 

Voglio spiegarmi meglio, perché se mi sorprendete in qualche espressione meno vera, non mi credete più in nulla. — eh, questo è un po’ tipico nostro, basta una pagliuzza di cosa che non ci torna e subito non crediamo più a niente, perché portiamo dentro il dubbio metodico, ve l’ho già detto, siamo sospettosi di tutto e di tutti — Se lo facessi avvertitamente, ne avreste ragione, ma Dio me ne liberi! Se ciò mi avvenisse, sarebbe perché non ne so di più o perché non capisco quel che dico.

Cioè, dice: può succedere che non sono perfetta nel modo di esprimermi, quindi non stiamo lì a contare le pagliuzze. 

Intendo dunque affermare che talvolta il Signore si degna di concedere questo grande favore anche ad anime in cattivo stato per strapparle al demonio3.

Può succedere anche questo.

3 Nota: Per cattivo stato non intendo quello del peccato mortale. Una tale anima potrà anche avere delle vere visioni, ma non credo che possa giungere alla contemplazione. In questa unione divina, nella quale Dio trova le sue delizie con l’anima e l’anima con Dio, non è possibile che una creatura insozzata si diletti con la purezza dei cieli, e che la delizia degli angeli goda della compagnia di un’anima non sua. Sappiamo che chi commette un peccato mortale cade sotto l’impero del demonio. Ora chi ha contentato il demonio ha diritto di consolarsi con lui, e noi sappiamo che le soddisfazioni del demonio non sono che continui tormenti fin da questa vita. Figliuoli devoti non mancheranno mai al mio Dio, ed Egli potrà consolarsi con loro senza andare in cerca dei figliuoli altrui. Ma Egli farà come il solito: strapperà al demonio anche quelli.

Mi fermo; come abbiamo fatto altre volte, questa parte l’abbiamo già letta, però mi fermo, perché è molto densa e vorrei trattarla in modo adeguato domani; quindi, l’abbiamo letta, cominciate ad averla in testa e cominciate anche a meditarla un po’ voi. Domani la affronteremo.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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