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D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 80

Falò sulla spiaggia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 80
Venerdì 27 ottobre 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 12, 54-59)

In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 27 ottobre 2023. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal dodicesimo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 54-59.

Proseguiamo la nostra lettura e meditazione del testo di Bonhoeffer, Sequela. Ieri abbiamo visto tutta la questione importantissima dei falsi profeti; questa è una questione veramente molto importante, come avete potuto capire, e adesso va avanti e dice:

Ma tali avvertimenti di Gesù potrebbero gettare nell’angoscia i seguaci.

Perché, capite, se è così difficile riconoscerli, perché si mascherano, perché tengono insieme un’interiorità oscura con un’apparenza da buoni cristiani, lui dice che, in effetti, si potrebbe cadere nell’angoscia.

Chi conosce l’altro? Chi sa se dietro l’apparenza cristiana non si nasconda la menzogna e non sia in agguato la seduzione? Nella comunità potrebbe penetrare una profonda sfiducia, un’attenzione sospettosa, un impaurito spirito di giudizio. Potrebbe subentrare, sulla base di questa parola di Gesù, un atteggiamento di condanna senza amore di quei fratelli che incorrono nel peccato. Ma Gesù libera i suoi da questa diffidenza, che avrebbe l’effetto inevitabile di lacerare la comunità. Egli dice che l’albero guasto dà frutti cattivi. — L’abbiamo detto ieri, se vi ricordate — A suo tempo si fa inevitabilmente conoscere da sé. Non abbiamo bisogno di leggere in cuore a nessuno. Dobbiamo aspettare che l’albero dia i frutti. Gli alberi si distinguono a loro tempo dai frutti. E il frutto non tarderà a venire. Qui in effetti non si tratta della differenza fra parola e opera dei falsi profeti, ma della differenza tra ciò che appare e ciò che è reale. Gesù ci dice che un uomo non può vivere a lungo nelle apparenze. Viene il tempo dei frutti, il tempo della distinzione. Prima o poi risulta chiaro quale sia la sua sostanza. Non giova all’albero il rifiutarsi di dare frutto. Il frutto viene da sé. Il momento in cui si avrà la distinzione fra un albero e l’altro, il momento dei frutti, renderà dunque manifesta ogni cosa. Quando viene il tempo della decisione fra il mondo e la comunità, quel tempo che può venire ogni giorno, non solo nelle grandi, ma anche nelle piccole decisioni quotidiane, allora risulterà manifesto che cosa sia guasto e che cosa sia buono. Qui resiste solo la realtà, non l’apparenza. Gesù fa conto sul fatto che i discepoli in tali momenti saranno in grado di distinguere chiaramente l’apparenza dalla realtà e di porre una separazione fra sé e i cristiani solo in apparenza. Questo li esime da ogni indiscreta indagine sull’altro, ma richiede sincerità e risolutezza nel riconoscere la decisione che Dio prende.

Allora: Bonhoeffer dice che si potrebbe cadere nell’angoscia. Ci si potrebbe chiedere: ma chi conosce l’altra persona? Si potrebbe dire: ma chi sa cosa sta dietro l’apparenza? Come posso sapere se dietro l’apparenza che vedo in quella persona magari non si nasconde la menzogna? 

Bonhoeffer dice che, se noi andiamo avanti con questo ragionamento, si cade nella sfiducia, si cade nel sospetto, si cade nel giudizio, si cade nella condanna. Ma questo provocherebbe una lacerazione. 

Allora Bonhoeffer fa riferimento a quanto Gesù dice nel Vangelo, e cioè: guardiamo i frutti. Da lì non si scappa, da lì non scappa nessuno. E non si può nascondere: un fico farà i fichi, non fa le mele; questo è sicuro. 

Se una pianta è malata — non so, pensate a un pesco, che è una pianta molto delicata — quando un pesco è malato, fa le pesche, ma sono piccolissime e cadono tutte, non maturano. Io posso anche dire: “Mah, ho il dubbio che questo pesco sia malato”, vabbè, a parte che si vede, ma comunque va bene, aspettiamo. Se quando arriva il momento dei frutti, i frutti sono malati e rimangono piccolini e cascano, questa è la prova che quel pesco è malato e non produce frutti, non produce frutti da poter mangiare. 

Quindi Bonhoeffer ci dice di stare tranquilli, perché a suo tempo — non è oggi, non è domani — i frutti si vedranno. Ed è da qui che si distinguono gli alberi. E qui non si tratta della differenza — lui dice — tra la parola e le opere, ma tra ciò che appare e ciò che è reale. Il problema non è che predicano bene e razzolano male, come si suol dire, il problema è che dobbiamo vedere ciò che appare e vedere ciò che è reale. Ci sono persone che appaiono buone, appaiono gentili, appaiono remissive, appaiono cortesi, appaiono disponibili, appaiono accondiscendenti, ma dentro sono veramente lupi rapaci: sembrano così, ma non lo sono. Questa è la differenza tra ciò che appare e ciò che è reale. E questa apparenza, dice Bonhoeffer, non può durare a lungo — lui lo dice mutuandolo da Gesù, nel senso della differenza dell’albero e dei frutti: l’albero buono da frutti buoni e l’albero cattivo da frutti cattivi — non può durare per sempre; prima o poi risulta chiara la sua sostanza. Il frutto arriva — perché non si può non fare i frutti — e quindi vedremo la realtà.

Gesù — dice Bonhoeffer — “scommette”, diciamo così, sul fatto che i discepoli saranno in grado di distinguere l’apparenza dalla realtà e di porre una separazione — questa sì — tra loro e i cristiani apparenti. Perché, effettivamente, da coloro che in apparenza sono cristiani, ma in realtà non lo sono, bisogna stare lontani.

Quindi, non serve fare indagini sull’altro, non serve scrutare le altre persone, metterle sotto esame: “Ma tu cosa mi nascondi? Ma tu mi devi dire tutto. Ma tu hai fatto questo, ma io pensavo quello, ma tu hai fatto questo…” Non serve, non serve fare i poliziotti, non è compito nostro; lasciamo fare i poliziotti ai poliziotti. Noi non abbiamo questo compito di fare i poliziotti, non siamo chiamati a fare indagini, a mettere le persone sotto processo: non serve a niente, è tempo buttato via, oltre che essere un abuso, tra l’altro. Quello che invece a noi spetta, è attendere ed essere osservatori. 

Uno guarda e dice: “Bene, tra un mese — facciamo un esempio — arriverà il tempo dei frutti: prima o poi, questo fico dovrà mettere fuori i frutti; anche se non vuole, li deve fare lo stesso. Quella persona, anche se si nasconde, dovrà emergere per quella che è, non può nascondersi per una vita, quindi prima o poi, nelle piccole e nelle grandi scelte, decisioni, azioni, parole, pensieri, dovrà dire di sé. E quello sarà il momento dove distinguere e, nel caso, separarsi. Perché se mi rendo conto che quella persona parla tanto di tutti i valori cristiani bellissimi — amore, pace, concordia, sacrificio e quant’altro — ma poi nel concreto è un lupo, non gli sto vicino. Perché sapete: il lupo perde il pelo ma non il vizio; e i lupi sbranano. E quindi devo essere un po’accorto, questo è il punto: noi dobbiamo essere accorti. 

Ripeto — come dice Bonhoeffer — non siamo chiamati a fare processi, non siamo chiamati a fare indagini, non siamo chiamati a fare i poliziotti, siamo chiamati a osservare e a distinguere l’albero buono da quello cattivo in base ai suoi frutti, perché i frutti arriveranno. 

Certo che, se facciamo gli accecati e i creduloni, eh, allora non capiremo mai nulla, non vedremo. Cioè, vedremo i frutti, ma non sapremo distinguerli; vedremo un pero che fa i fichi e diremo: “Vabbè, tanto cosa cambia?”. Ecco, questo è un problema. 

Che una pianta debba produrre dei frutti e li perde tutti, eh, questo è un problema. Noi non possiamo dire: sì, vabbè… 

Vi ricordate quando Gesù va sotto il fico a cercare i fichi? Vi ricordate cosa succede, perché ci son solo foglie? 

Scrive Bonhoeffer:

In ogni momento può succedere che in mezzo a noi vengano strappati da noi i cristiani solo in apparenza, che noi stessi siamo smascherati come tali. In tal modo i discepoli sono chiamati a una comunione più salda con Gesù, ad una sequela più fedele nei suoi confronti. L’albero guasto è tagliato e gettato nel fuoco. La sua magnificenza non gli può minimamente giovare.

Eh, quindi, capite… dobbiamo veramente chiedere a Dio questo dono immenso, proprio un dono grande, di riuscire a discernere. Dobbiamo veramente chiedere a Dio questa grazia di discernere, di distinguere; solo in questo modo, avremo la possibilità di evitare di cadere nell’inganno, di evitare di coltivare amicizie sbagliate e rapporti sbagliati che, invece di fare del bene, di fatto fanno del male.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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