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”Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (Mt 6, 21)

Scrigno

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: «”Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (Mt 6, 21)»
Venerdì 23 giugno 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 6, 19-23)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 23 giugno 2023. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo sesto del Vangelo di san Matteo, versetti 19-23.

 Questo è sicuramente un testo che può farci riflettere su alcuni aspetti importanti della nostra vita. Innanzitutto, sui nostri beni. Noi siamo portati ad accumulare —magari qualcuno più degli altri — a mettere da parte, a vivere un po’ nella logica del granaio. Va bene, i granai sono importanti, altrimenti capite, poi d’inverno è un problema; i fienili sono importanti, altrimenti poi d’inverno è un problema, e via di seguito. Le botti nelle quali mettiamo il vino sono importanti, non possiamo pigiare il vino e dopo un po’ berlo tutto! No! Bisogna metterlo da parte. Le cantine hanno un po’questo scopo. Magari adesso sono diventate dei ripostigli, però avevano questo scopo: si mettevano dentro i salami, si mettevano dentro le botti, i prosciutti, i formaggi, insomma tante cose. Questa è la logica dell’accumulare, perché poi ci sarà un tempo in cui serviranno queste cose.

Il Signore Gesù prende questa nostra esperienza e dice di fare attenzione, perché sulla terra il grano può essere rubato, anche il fieno, anche i salami, anche i prosciutti. Tutte queste cose che noi accumuliamo possono essere rubate, oppure possono marcire, possono andare a male; finiscono, per esempio. C’è un luogo invece dove tutto questo non accade, che è il cielo. Lì non c’è tignola, non c’è tarma, non c’è ruggine, non ci sono ladri, non c’è niente.

Pensate a quanti allarmi dobbiamo mettere alle nostre case per paura che vengano i ladri, e pensate a chi ha avuto questa esperienza terribile di vedere la propria casa violata. Tanti di noi hanno avuto questa esperienza della propria casa violata da sconosciuti che entrano e spaccano su tutto, rovistano da tutte le parti, rovesciano tutto alla ricerca di questo piuttosto che quello. E magari ci portano via delle cose che non hanno per noi tanto un valore economico, quanto un valore affettivo. Magari una catenina del battesimo, l’anello di fidanzamento, un bracciale della propria mamma o della propria nonna che è morta. Oggetti che magari, in sé, non hanno chissà quale valore economico, però noi siamo legati, perché comunque c’è un valore affettivo. Ma i ladri non guardano tutto questo, per i ladri tutti è indistinto, niente ha un valore simbolico; i ladri guardano semplicemente il valore economico. È come se ci derubassero due volte. Quando un ladro ruba, ruba due volte. Ecco perché rubare è tanto in abominio al Signore, perché chi ruba, ruba due volte: ruba il valore economico della cosa, ma ruba anche il valore affettivo di questa cosa.

Guardate, fossero anche solamente i soldi, per i quali si può dire: “Non è che ci sono attaccato… non è che per me abbia un valore simbolico quel pezzo di carta che sono 10, 20 o 50 euro!”; È vero! Nessuno di noi è attaccato a quel pezzo di carta, perché i soldi vanno, i soldi vengono. Ma questi soldi da dove arrivano? Arrivano dalla fatica del lavoro di una persona. E questo è un valore simbolico forte. Sono il corrispettivo che io ho in tasca per il lavoro che ho sostenuto con la mia fatica, col mio tempo, con la mia vita. Capite perché rubare è tanto odioso? Stai portando via qualcosa che non ti appartiene, perché non è il frutto del tuo lavoro, non è il frutto dei tuoi risparmi, non è il frutto delle tue fatiche.

Ebbene, Gesù ci dice che tutto questo in cielo non succede. Là tutto è al sicuro. Gesù, quindi, esce con questa frase, poi divenuta famosissima, che conoscono tutti, credenti e non credenti, che è:

dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore

Questa è una domanda interessante che potremmo e dovremmo sempre porci. Innanzitutto, non dice dove sono i tuoi “tesori”, al plurale, perché Gesù fa proprio riferimento al “tesoro” per eccellenza. Mi ricordo quando da bambini giocavamo alla caccia al tesoro: il tesoro è uno! La mappa del tesoro, vi ricordate? Il nostro cuore si lega, è fatto così! E quindi Gesù dice: “Guarda, pensaci bene, perché dove è ciò che tu reputi tesoro, è sicuro che lì ci sarà anche il tuo cuore”. Se il nostro tesoro è Dio, il nostro cuore sarà in Dio.

Qual è il nostro tesoro? Dove risiede il nostro tesoro? Dove è nascosto il nostro tesoro? Non dobbiamo essere troppo frettolosi nella risposta. Dobbiamo proprio un po’ guardare la nostra vita, come si dispiega e da lì capiremo dov’è il nostro tesoro. In base a quale legge noi ci muoviamo? Quali sono le nostre esigenze più profonde? Lì sarà il nostro cuore. Per il proprio tesoro si è disposti a rinunciare a tutto, tranne che al tesoro. Si rischia la vita per il proprio tesoro! La caccia al tesoro deve essere un po’avventurosa, richiede molte energie, molta concentrazione. 

E quindi ecco, direi che dovremmo tutti fare un po’di pulizia, staccare il nostro cuore da tutto ciò che non è il tesoro, e staccarlo da tutti quei piccoli tesori che via via, via via, via via, entrano e riempiono la nostra vita. 

Ci sono dei momenti un po’particolari nella nostra vita, nei quali facciamo un po’ di pulizia nelle nostre case; arrivano quei momenti in cui dici: “Adesso devo fare ordine”. E quindi, ad un certo punto, prima pensi che basta un sacchettino per mettere le robe da buttare, poi prendi il sacco, poi prendi il cartone e delle volte poi prendi la carriola. E ci si chiede: “Come ho fatto ad accumulare tutta questa roba? Quanta roba inutile è entrata nella mia casa… Ma non è perché ha messo le gambe, ma perché l’ho portata dentro io! Ma come mai tutta questa roba?”

Quante cose inutili noi abbiamo nella nostra vita… che ci portano via spazio! Portano via tempo! Quante cose che sono presenti, ma abbandonate lì, che non servono a niente.

Dov’è il tuo tesoro? Là sarà anche il tuo cuore.

E allora sarebbe bello che noi potessimo dire al Sacro Cuore di Gesù e di Maria: “Voi siete il mio tesoro”; ma non con le parole, con la vita! “La mia preoccupazione siete voi, il mio interesse siete voi, la mia ricerca siete voi, le mie energie le spendo per voi. Il resto… oggi c’è, domani non c’è più”. È tanto facile reputare tesoro ciò che invece non ha alcun valore. Purtroppo, tante volte noi facciamo questo gravissimo errore, e il nostro cuore si lega.

Ecco, quindi, quest’oggi restiamo agganciati proprio a questa domanda: “Dov’è il mio tesoro?”, che vuol dire: “Dov’è il mio cuore?” Il mio cuore dov’è? Per chi, per che cosa batte? Qual è la ragione del suo vivere? Il mio cuore cesserebbe di esistere se…? Il mio cuore cesserebbe di battere se…? Morirei di crepacuore se…? Che cosa effettivamente mi è motivo di preoccupazione, di sofferenza — di quelle vere, che ti che ti prendono lo stomaco — quando e dove il mio cuore veramente riposa?

Com’è bello andare a riposare alla sera con il cuore in pace. Andare a riposare alla sera, stendersi a letto e fermarsi un secondo, ascoltare il proprio cuore e sentire che non ha niente da rimproverarci di grave, che non è inquieto. Perché il nostro cuore, quando c’è qualcosa che non va, guardate, diventa il nostro nemico: non c’è luogo, non c’è momento in cui troviamo pace, perché l’abbiamo sempre con noi, è un tormento!

Quando noi non siamo in pace con Dio o con gli altri — perché abbiamo fatto qualcosa di grave — guardate, non c’è riposo, non esiste! Ma lo sappiamo tutti! È un tormento unico. Dopo, noi ci stordiamo con le gocce, con tante cose che non vale neanche la pena di menzionare. Ma lui è lì, e finche batte, batte! Tu ti puoi stordire quanto vuoi, ti puoi anche ubriacare e drogare ma, come disse qualcuno: tanto, prima o poi torna! Si, non sarà adesso, sarà dopo, ma torna! Prima o poi torna. Il nostro cuore è così. Noi possiamo ubriacarci, possiamo drogarci, possiamo stordirci, ma prima o poi torna, torna sempre. Torna e ci guarda, torna e ci parla. Solo che quando non c’è niente da rimproverare, il nostro cuore è il nostro migliore amico, perché porta dentro la nostra vita, dentro la vita degli altri, tanta pace, tanta serenità, tanta innocenza; sapete che “innocente” vuol dire che “non nuoce”, che non fa del male a nessuno.

Ci sono persone che amano fare del male agli altri; ci sono persone che godono nel vedere soffrire gli altri; ci sono persone che godono ad abusare del loro potere per far star male gli altri, per far dipendere gli altri da sé, per avere in mano la vita degli altri, il gusto di gestire la vita altrui. Terribile! Quel cuore lì deve essere un deserto dei tartari. 

E ci sono persone che invece fanno della loro vita veramente un’oblazione, veramente un sacrificio, veramente un’offerta a Dio e agli altri. Ci sono a questo mondo, molte persone buone, molte persone gentili, molte persone capaci di testimoniarci questa bontà di Dio padre, questa amicizia sincera di Gesù, questo spirito d’amore che li investe, che li riempie. Se noi siamo in pace, se il nostro cuore è attaccato al vero Tesoro, quello con la T maiuscola, mah… noi siamo le persone più serene del mondo! Qualunque cosa dovesse capitare siamo tranquilli! A tutto c’è rimedio! Quando il cuore è in pace, a tutto c’è rimedio, si trova una soluzione a tutto. Ma quando il cuore è in tormento, quando il cuore ci è nemico, allora lì… fossimo anche coperti d’oro e fossimo pieni di ogni potere, quella vita è un inferno. E guardate, è vero quello che dice Gesù — non perché Gesù ha bisogno che io gli dica che è vero — è una constatazione a voce alta che faccio:

La lampada del corpo è l’occhio

È vero! Se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo cuore sarà luminoso. Guardate lo sguardo di un bambino! Uno lo guarda e dice: “Che bello!”. C’è un mondo di semplicità, un mondo di bellezza, accanto a tanti altri mondi che così non sono. Ma ci sono anche persone adulte che sono così: ragazzi, ragazze, papà, mamme, sacerdoti, suore. Ci sono tante persone che hanno un occhio semplice e allora sono luminose. E noi dobbiamo puntare su questo, sull’essere persone luminose, sull’essere portatori di luce nella vita degli altri. Portiamo luce, regaliamo gioia alle persone, regaliamo serenità. Non facciamole mai andare via tristi, sofferenti, … basta così poco! Però… dobbiamo essere semplici, e allora questo è possibile. Bene, questo credo che sia un bell’impegno per oggi.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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