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Il Sacerdote non si appartiene, di Mons. Fulton Sheen: 14° parte

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 15 giugno 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Il Sacerdote non si appartiene, di Mons. Fulton Sheen: 14° parte

Eccoci giunti a martedì 15 giugno 2021. Abbiamo ascoltato la prima lettera della Santa Messa di oggi, tratto dalla Seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi capitolo VIII, versetti 1-9.

È un elogio che San Paolo fa alle Chiese di Macedonia perché, nonostante la sofferenza, non hanno chiuso il cuore. Ci sono persone che, nonostante il dolore che vivono, nonostante la croce che portano, sono capaci sempre di grandi generosità. Ricordate la frase: “Se c’è posto per uno, c’è posto anche per due”

E questo si applica fino a dieci, trenta, cento. Quando c’è la generosità, c’è sempre qualcosa per qualcuno, fosse anche un solo pezzo di pane. Non è difficile trovare persone generose, ce ne sono, però stiamo attenti, già ve lo dissi in passato, stiamo attenti a non fare la carità “pelosa”, la carità o si fa bene o non si fa, se decido di fare la carità non dò gli avanzi a nessuno, dono all’altra persona le cose belle, non gli dò le calze bucate, non gli dò le camice mezze rotte, o dò una cosa decorosa, o non dò niente. Se ti dò da mangiare, non ti dò il cibo avariato, non ti dò il cibo scaduto, questa non è carità, perché l’altra persona non è una bestia, è una persona come me. 

Girando per Milano quante volte mi è capitato di vedere, dopo i mercati, tante persone anziane andare a racimolare nei cartoni dei fruttivendoli la verdura e la frutta buttata perché non era più particolarmente bella. Che umiliazione, poverini! Poi magari gli stessi venditori sono quelli che non riescono a vendere tutto e lo buttano. “Questo è in più, non è andato, non lo posso più vendere, cosa facciamo? Lo butto!”

C’è gente — non sto pensando all’Africa — che veramente ha fame, che veramente vive di provvidenza e di carità. Perché devo aspettare che la roba diventi marcia, gialla, butterata? Se mi rendo conto che — per esempio — chiudo il venerdì e poi sabato e domenica non faccio nulla, se so che ora di lunedì non sarà più bella, perché non preparo dei sacchettini in modo che, quando vedo una persona anziana che viene a comprare, se prende tre arance gliene regalo altre tre? “È un dono da parte mia, le mangi pensando a me, benedicendomi.”

Tutte le volte che mi donano qualcosa, tutte le volte che mi portano le ciliegie, io quando le prendo prima di mangiare, le benedico e al Signore dico: “Benedici Signore questo cibo che sto per prendere e colui, o colei, o coloro che me lo hanno donato.”

Sono sicuro che una cosa simile fanno anche altre persone, i poveri, quelli della porta accanto. Impariamo a non essere gretti. 

Sapete che la Scrittura diceva quando raccogli il grano, l’uva,  di non tornare indietro a prendere gli ultimi acini rimasti, a prenderne le pannocchie cadute. Quello è per il povero e il forestiero. Tu prendi quello che puoi prendere, quello che tralasci, lascialo lì, quello è per qualcun altro, non essere avaro, non essere ingordo, perché se non lo sarai, sarai benedetto da Dio. Dio vede tutto quello che noi facciamo per i poveri, per gli altri, per chi soffre. Ci costa proprio niente essere generosi.

Sapete che l’elemosina copre una moltitudine di peccati, dice la Scrittura, è un modo di fare penitenza, del quale non si parla molto.  

Continuiamo la nostra lettura del testo “Il Sacerdote non si appartiene” del Venerabile Mons. Fulton Sheen. Stiamo trattando la figura di Giuda.

Il tradimento e la festa di Pasqua

“Si direbbe che i Vangeli si facciano un dovere di associare Giuda alla Pasqua ebraica. L’avidità, una delle cause della sua incapacità a essere eucaristico, è menzionata per la prima volta a questo proposito:

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània (Gv 12,1).”

L’avidità è una delle cause dell’incapacità di Giuda a essere eucaristico. La carità che io faccio al povero, al bisognoso, che non è detto che sia poverissimo, io la faccio a Gesù. 

Tu a Gesù regaleresti mai le fragole marce? Gli regaleresti mai le ciliegie passe? I carciofi spuntati? Il pane raffermo? Gli regaleresti mai una camicia rattoppata? No. E allora perché lo devi donare ad un bisognoso? Perché lo devi umiliare? Perché gli devi fare vedere che è bisognoso, dandogli lo scarto? Questa non è carità, è avidità, e l’avaro non entrerà mai nel Regno di Dio. Si illude con questa ipocrisia, in realtà è un avaro. Conta anche il modo di fare la carità, di presentare le cose bene, ordinate, con decoro. Facciamola questa carità, facciamola bene. Impariamo ad essere generosi. Sappiamo che a una persona piacciono determinate cose, ad esempio il gelato alla stracciatella, ma prendiglielo questo gelato alla stracciatella, fagli una sorpresa. 

Vi confido una speranza che ho avuto, tanto ormai è passata e ve la posso dire, ho avuto una speranza nel giorno del mio onomastico, il 23 aprile, mi sono detto: “Chissà se oggi qualcuno mi porta qualche ciliegia”. Non erano ancora arrivate quindi la voglia era tanta. “Magari qualcuno va da qualche parte e dice: facciamo una sorpresa a Padre Giorgio, gli porto 5 ciliegie da assaggiare un po’ fuori tempo”. Gesù ha provveduto a farmi fare penitenza. Ha detto: “Padre Giorgio tu sei troppo goloso di ciliegie, quindi, no, se no tu andrai chissà dove, altro che Paradiso!” Allora niente ciliegie, sono arrivate altre cose ma non le ciliegie. Va bene. Ogni tanto sorridiamo un po’ perché questa cosa di Giuda è veramente tremenda. 

“Sono queste le parole con le quali l’Apostolo prediletto alza il sipario sulla tragedia del Golgota. E chi nomina per primo? Giuda! Mentre Maria, sorella di Lazzaro, mostra la sua devozione per il Corpo e il Sangue del Salvatore profumandolo con l’unguento riservato al giorno della sua sepoltura (Gv 12, 7), Giuda tradisce la propria avidità e si prepara a vendere quel Corpo e quel Sangue.”

Attenti adesso perché credo che non abbiate mai notato questa cosa:

“L’ipocrisia dimostrata da Giuda nel fingersi preoccupato per i poveri è messa in rilievo dalle parole con le quali il Cristo, proprio in quella settimana, identifica Se stesso con i poveri (Mt 25, 35 e seg.).”

Era tutto falso, si usano i poveri per altro. Attenti bene ora:

 “Quando Gesù rimproverò Giuda dicendogli di «lasciarla stare» (Gv 12, 7), il falso apostolo decise di consumare il suo tradimento:

Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo (Mt 26,14-16).”

In Giovanni 12, quando Gesù risponde a Giuda di lasciare stare Maria, che il suo gesto sarà ricordato ovunque sarà predicato il Vangelo, c’è scritto che lì Giuda decise di tradirlo.

La decisione del tradimento di Gesù è una decisione antieucaristica, si colloca esattamente, precisamente nel momento dell’Eucarestia. Ve l’ho sempre detto: “Volete vedere l’inferno scatenarsi? Due sono gli argomenti: la Vergine Maria e l’Eucarestia”

Capite immediatamente uno chi è da come si comporta nei confronti della Vergine Maria e dell’Eucarestia. Chi ha l’orticaria al Rosario e in generale alla Vergine Maria, chi non ha devozione nei confronti dell’Eucarestia, chi è grossolano senza pietas, senza devozione, senza amore, senza tenerezza, senza delicatezza verso l’Eucarestia… da questo si è già capito tutto, ma non perché lo dico io, perché lo diceva il Montfort. Andate a leggere “Il trattato della vera devozione alla Vergine Maria”.

“La Croce unì non soltanto gli amici di Nostro Signore, ma anche i suoi nemici. I Sadducei e i Farisei, Giuda e il Sinedrio, Roma e i sacerdoti del Tempio, Erode e Pilato: tutti coloro che avevano inimicizie di piccolo conto si coalizzarono in un’unica, enorme ostilità verso Gesù, il Salvatore del mondo.”

Diventano tutti amici nell’ostilità, si coalizzano. Quando c’è da odiare il Signore Gesù diventano tutti amici. 

“Il male è iper­ sensibile alla bontà. In essa scorge una minaccia alla propria esistenza.”

Cos’è che c’è di più buono dell’Eucarestia? “Oh bone Jesu, esto mihi Jesus”

E quando riceviamo l’Eucarestia, chi la riceve Sacramentalmente, vi prego non torniamo al posto masticandola come una cicca, comportandoci come se avessimo mangiato pane e prosciutto. È vero che la dobbiamo mangiare, ma c’è modo e modo, si può mangiarla gustandola, lasciandola sciogliersi lentamente, tenendola il più possibile con noi. La dobbiamo mangiare, è vero, ma non come mangiamo tutto il resto. 

Giuda all’Ultima Cena

“I dodici Apostoli sono raccolti intorno al Signore. A questa prima Messa, dove sedeva Giuda?”

Dove stava Giuda a questa prima Messa? All’ultima Cena, dove stava Giuda seduto? Ve lo siete mai chiesti?

“Giovanni era certamente dalla parte del Cuore di Gesù. Chi c’era dall’altra parte? Pietro, forse, benché un particolare suggerisca il contrario:

Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Di’, chi è colui a cui si riferisce?» (Gv 13, 23-24).

Se Pietro fosse stato alla destra di Gesù, è improbabile facesse il gesto che ci è stato descritto. Poteva essere Giuda che sedeva vicino a Nostro Signore? E concepibile, perché Gesù Cristo fa molti tentativi per salvare quelli che ha scelti. Matteo sembra volerlo suggerire; altrimenti, come avrebbe potuto il Cristo dire a Giuda di conoscere le sue intenzioni, mentre gli altri continuavano ad avere l’impressione che egli andasse in giro ad aiutare i poveri (Mt 26, 22-25)?”

Pensate, Giuda è stato presente in questo momento supremo dell’Istituzione dell’Eucarestia stando al fianco di Gesù. Ma ci rendiamo conto! Ci pensi toccasse a te una cosa del genere? Tu al fianco di Gesù che lo vedi istituire questo Sacramento e in quel momento tu stai covando nel cuore la decisione di tradirlo. Incredibile! Incredibile!

 “I delatori e i traditori s’accorgono ben di rado di essere scoperti. Dunque, se a Giuda era stato assegnato quel posto come prova dell’Amore divino, nel suo cuore indurito deve avere pensato… ”

Sentite cosa dice. Ci sono persone che sono capaci di sporcare ciò che veramente di più bello può esistere. 

 «Se Egli sapesse che cosa sto per fare, non mi avrebbe mai dato un tal posto».

Tutto al contrario! Perché in quel cuore e in quella mente c’era dentro Satana. Questa è la ragione. E quando c’è Satana non c’è più spazio per nessuno, qualunque esempio, non dimentichiamolo mai, qualunque esempio, qualunque consiglio, qualunque amicizia è senza frutto per chi intende fare il male. Quando uno ha deciso di fare il male, non esiste amicizia, non esiste esempio, non esiste consiglio. Noi che perdiamo tempo, ore, energie, preghiere a convincere gli altri. Quando uno ha deciso di fare il male, qualunque cose tu dica, qualunque cosa tu faccia, qualunque cosa tu provi, qualunque amore tu dai, è senza frutto.

Impariamola questa lezione solenne. Impariamo a non buttare tempo ed energie laddove è inutile spenderle, stiamo piuttosto con Gesù e con Maria, che con loro sono usate bene. 

Mi fermo qui.

Tema di oggi: Cuore focolare di nuove grazie.

Fioretto: Proponi di sempre partecipare alle manifestazioni pubbliche, specialmente eucaristiche, e contribuisci quanto più puoi al loro trionfale successo.

Ormai non si vedono neanche più, però se ci fossero, se sapete che ci sono, fatele.

Ossequio: Procura di conoscere la devozione al Cuore Eucaristico e di coltivarla con amore.

Giaculatoria: Cuore Eucaristico, – da mane a sera. Ti volgo supplice – la mia preghiera.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

 

 

 

Martedì della XI settimana del Tempo Ordinario

PRIMA LETTURA (2Cor 8, 1-9)
Cristo si è fatto povero per voi.

Vogliamo rendervi nota, fratelli, la grazia di Dio concessa alle Chiese della Macedònia, perché, nella grande prova della tribolazione, la loro gioia sovrabbondante e la loro estrema povertà hanno sovrabbondato nella ricchezza della loro generosità.
Posso testimoniare infatti che hanno dato secondo i loro mezzi e anche al di là dei loro mezzi, spontaneamente, domandandoci con molta insistenza la grazia di prendere parte a questo servizio a vantaggio dei santi. Superando anzi le nostre stesse speranze, si sono offerti prima di tutto al Signore e poi a noi, secondo la volontà di Dio; cosicché abbiamo pregato Tito che, come l’aveva cominciata, così portasse a compimento fra voi quest’opera generosa.
E come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest’opera generosa. Non dico questo per darvi un comando, ma solo per mettere alla prova la sincerità del vostro amore con la premura verso gli altri.
Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.

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