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L’amore guarisce – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.50

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: L’amore guarisce – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.50
Mercoledì 20 dicembre  2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 1, 26-38)

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 20 dicembre 2023. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal primo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 26-38.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro Cammino di perfezione, di Santa Teresa di Gesù. Siamo arrivati al paragrafo sesto del sedicesimo capitolo.

Se vi ricordate, proprio ieri avevamo letto questo paragrafo e la sua nota, ecco quindi adesso io pensavo, appunto, di commentare direttamente, senza rileggere. Lei dice: è fondamentale che si pratichi come si deve questa orazione mentale; e, praticare l’orazione mentale, va di pari passo con l’arricchirsi di virtù. Cioè, se faccio l’orazione mentale e, nel frattempo, insieme a questa, io non cerco anche di crescere nel cammino di perfezione — appunto — e, quindi, di crescere nelle virtù, lei dice che questo è segno che questa orazione mentale non è fatta troppo bene.

Allora, da una parte, queste virtù non bisogna possederle in grado così alto come per la contemplazione; però, è fondamentale che quelle che noi — diciamo così — riusciamo ad ottenere, come grazia di Dio e come collaborazione con la nostra volontà, vanno ottenute e vanno mantenute come qualcosa di solido, devono essere delle vere virtù; quindi, delle virtù importanti, delle virtù, appunto, vissute in maniera solida. Altrimenti il Re della Gloria, dice Santa Teresa, non verrà nell’anima. 

Quindi dobbiamo praticare l’orazione mentale, unita all’esercizio delle virtù, che devono essere acquistate in modo serio e devono essere solide, cioè ben formate, per poter vivere l’unione col Signore.

Ecco, il Signore concede, talvolta, questo grande favore, anche ad anime in cattivo stato, per strapparle al demonio. La nota diceva che in cattivo stato non significa in peccato mortale (sapete le tre condizioni perché si commetta un peccato mortale: la piena avvertenza, il deliberato consenso e la materia grave). Quindi, dal “cattivo stato” è escluso il caso del peccato mortale. Questa anima che si trova in questo cattivo stato, dunque, può anche avere delle vere visioni, ma non può giungere alla contemplazione. 

Nella nota diceva:

…non è possibile che una creatura insozzata si diletti con la purezza dei cieli, e che la delizia degli angeli goda della compagnia di un’anima non sua. Sappiamo che chi commette un peccato mortale cade sotto l’impero del demonio.

Ecco, perché non sta parlando di un’anima in peccato mortale. Quindi, se io mi sono insozzato, non posso dilettarmi della purezza dei cieli, e non posso pensare di entrare in compagnia con gli angeli. Quest’anima non appartiene più a Dio, appartiene al demonio, cioè, cade sotto l’impero del demonio, a motivo del peccato mortale. Innanzitutto, sapete che il peccato mortale si chiama “mortale” perché uccide lo stato di grazia; quindi, muore la vita divina in quell’anima. Ecco perché il sacramento della confessione è chiamato anche sacramento dei morti. I sacramenti si dividono in: sacramenti dei morti e sacramenti dei vivi. L’Eucarestia, per esempio, è il sacramento dei vivi, cioè di coloro che sono in grazia di Dio; la confessione è il sacramento dei morti, cioè, è pensato per coloro che sono morti alla grazia, a causa del peccato mortale. Quindi, la confessione ridona lo stato di grazia. Quest’anima che cade nel peccato mortale, oltre a essere morta, a vivere questa esperienza di morte (mortale), oltretutto cade anche sotto l’impero del demonio; quindi, non appartiene più a Gesù. Lei scrive:

Ora chi ha contentato il demonio ha diritto di consolarsi con lui…

tu hai fatto contento il demonio, allora: consolati col demonio.

…e noi sappiamo che le soddisfazioni del demonio non sono che continui tormenti fin da questa vita.

E Santa Teresa dice: Gesù cosa farà?

Egli farà come il solito: strapperà al demonio anche quelli. 

Gesù cercherà di strappare al demonio più anime possibili. E per questo alle volte succede che fa delle grazie speciali anche a chi è in uno stato non buono nell’anima. Andiamo avanti.

7 — Quante volte, Signor mio, vi mettiamo alle prese col demonio! Non vi è forse bastato che, per insegnarci a vincerlo, vi lasciaste prendere fra le sue braccia e portare sul pinnacolo del tempio? Che spettacolo, figliuole mie, contemplare il sole congiunto alle tenebre! Che terrore in quello spirito maledetto senza che tuttavia ne comprendesse il motivo, non permettendoglielo Iddio!4 Sia benedetta tanta pietà e misericordia! Quale orrore intanto che ogni giorno i cristiani lo mettano alle prese con una bestia così immonda! Allora le vostre braccia, Signore, dovevano essere ben forti, ma dopo tanti tormenti sofferti sulla croce, come mai non vi sono rimaste indebolite? Ah, com’è vero che da quanto si soffre per amore si guarisce assai presto! Credo che se Voi non foste morto, sareste guarito di ogni vostra ferita solo per l’amore che ci portavate senza alcun’altra medicina.5 Signore degnatevi di spargere questo balsamo sovrano su tutto quello che mi dà pena e travaglio! — Con quanto ardore bramerei di soffrire se fossi sicura di venir medicata con un unguento così soave!

Sì, è vero che noi mettiamo alle prese, tante volte, il Signore col demonio. Perché? Perché lo costringiamo ad intervenire verso una coscienza, verso un’anima, che si è compromessa col peccato. Forse, non abbiamo riflettuto mai abbastanza sul fatto che il Signore si è fatto prendere fra le braccia del demonio per poter essere portato sul pinnacolo del Tempio. E gliel’ha lasciato fare… 

…contemplare il sole congiunto alle tenebre…

Vedete i santi?

E qui, nuovamente, richiama questo tema del dell’orrore, dovuto al fatto che i cristiani mettono il Signore alle prese con questa bestia così immonda. Pensate, c’è questa nota, la nota 4, dove c’è questa frase che è stata cancellata dalla stessa santa (però l’ha scritta), che aveva scritto a seguito di quando lei dice:

Che terrore in quello spirito maledetto senza che tuttavia ne comprendesse il motivo, non permettendoglielo Iddio!4

4 E come meritava che, in punizione di tanta audacia, Dio creasse per lui un altro inferno!

Eh, certo, certo, perché, se noi ci pensiamo: Lucifero, che prende tra le braccia Gesù e lo porta sul pinnacolo del Tempio… è un’immagine terribile, veramente terribile; così come è tremendo immaginare che “Gesù si lascia portare”, terribile, “e lo lascia fare”. 

E poi, è molto bello quando lei dice che, quando noi soffriamo per amore, si guarisce assai presto.

Poi lei dice: se Voi non foste morto, tutte le vostre ferite sarebbero guarite grazie all’amore che voi avevate in cuore; questo amore… L’amore come è capace di sanare tutte le ferite, del corpo e dello spirito! Ecco perché Gesù ci chiama a perdonare gli altri, perché nel momento in cui noi perdoniamo, nel momento in cui noi amiamo gli altri, noi curiamo le nostre ferite interiori, quelle sicuramente. E lei lo chiama appunto questo “balsamo sovrano”. Del resto, è vero, no? E poi, lei scrive (nota 5):

5 Mi sembra di dire uno sproposito, eppure è così. L’amore divino può far cose assai più grandi. Ma per non parere curiosa, come veramente sono, e per non darvi cattivo esempio, non dirò più nulla.

Eh, ma lei avrebbe avuto tanto da dire in più… Di fatto è così: quando qualcuno ama, anche umanamente, è esperienza che questo amore guarisce; immaginiamoci l’amore di Dio! Immaginiamoci l’amore di Dio che potere ha.

8 — Tornando a quello che vi dicevo, vi sono anime che Dio intende guadagnare con il soccorso di cui ho detto. Vedendole tanto dissipate, non vuole che da parte sua si tralasci alcun mezzo; e benché si trovino in cattivo stato e prive di virtù, le inonda di consolazioni, delizie e tenerezze, affinché si muovano a qualche buon desiderio. Talvolta anzi, ma raramente e per poco tempo, le fa anche entrare nella contemplazione. Tutto ciò per vedere se, allettate da quelle grazie, vogliano mettersi in grado di goderne più a lungo; ma se non si dispongono — mi perdonino se parlo chiaro, o meglio, perdonatemi Voi, o Signore — è assai lagrimevole che anime, a cui Voi vi siete tanto avvicinato, vi abbandonino per tornare alle cose del mondo e attaccarsi ad esse.

Ecco perché lei parla tanto del distacco. Quindi, a queste anime dissipate, queste anime distratte, queste anime disperse, queste anime randagie, che versano in questo cattivo stato, che sono prive di virtù — lei dice — il Signore fa queste grazie, “le inonda di consolazione e di tenerezze, perché ritornino o si muovano verso qualche buon desiderio”. Può anche darsi che le faccia entrare nella contemplazione, dice Santa Teresa, però per breve tempo, per vedere se effettivamente tornano. E quando succede che, dopo che sono state così tanto avvicinate dal Signore, abbandonano il Signore per tornare alle cose del mondo e attaccarsi ad esse, ecco… questa è una cosa veramente brutta, veramente pessima. Ci fermiamo qua.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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