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Il Sogno delle due Colonne di S. Giovanni Bosco

SognoDueColonne

Omelia sulle letture del giorno

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture della memoria Carmelitana di tutti i defunti dell’Ordine.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Approfondimenti

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Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Il Sogno delle due Colonne di S. Giovanni Bosco

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Pensando alla morte, al momento del Giudizio, come abbiamo sentito nella prima lettura di questa mattina per la commemorazione dei defunti dell’Ordine Carmelitano, mi è venuto alla mente un sogno, che fece San Giovanni Bosco e che il 30 marzo 1862 raccontò ai suoi ragazzi.

Certo, lo dice lui stesso che è un sogno, è vero, però… che sogno! Sembra quasi una visione. È certamente un sogno che dice quali sono i fondamenti per noi Cristiani, a che cosa dobbiamo legare la nostra vita umana e cristiana, se vogliamo presentarci al Giudizio di Dio ed essere salvati.

San Giovanni Bosco sogna un mare molto vasto e in questo mare lui vede una grande nave; sopra questa nave vede il Papa, che sta a prua della nave, poi vede tante navi più piccole intorno a questa grande nave e, in lontananza, delle navi nemiche che hanno sulla prua un rostro molto appuntito, che distrugge tutto ciò che colpisce. I nemici hanno delle munizioni: tanti libri. Parlano e le loro parole servono come munizioni per gli attacchi.

Ad un certo punto, lui vede anche due colonne, poste una di fronte all’altra: su una c’è la statua della Vergine Maria, e sotto, ai piedi della statua, c’è scritto “Auxilium Christianorum” (Aiuto dei Cristiani); sull’altra colonna, molto più alta e più grossa, è collocata l’Eucarestia, un’Ostia, e sotto all’Ostia c’è un altro cartiglio con scritto “Salvezza dei credenti”.

Lo scopo del Pontefice, in questo sogno, è quello di condurre questa nave molto grande a potersi agganciare alle due colonne, perché da esse scendevano delle catenelle, dove si capiva che si potevano agganciare l’ancora o le cime a queste due colonne; mentre il mare infuriava molto forte, i nemici si avvicinavano sempre più lanciando i loro libri, le loro parole, le munizioni, il rostro contro la nave del Papa.

Dopo una battaglia molto aspra tra le navicelle, la nave del Papa e tutte le navi circostanti, alla fine il Papa — non quello dell’inizio del sogno, perché viene colpito due volte e muore, ma quello successivo — riesce ad ancorare la nave alle due colonne e, a quel punto, tutte le altre navi nemiche cadono nella confusione, si distruggono a vicenda, alcune affondano e spariscono, e le navicelle più piccole, che stavano attorno alla nave grande del Papa, anche loro si avvicinano e tutte si agganciano alle due colonne.

A questo punto è Don Bosco stesso che chiede a Don Rua, il suo braccio destro, quale sia la spiegazione del sogno, perché un sogno va spiegato.

Quindi Don Rua spiega esattamente che la nave dove sta il Papa è la Chiesa, della quale lui è il capo; il mare è questo mondo; le navi più piccoline sono gli uomini che difendono la grande nave che è la Chiesa, a cui sono affezionati; le altre navi sono invece i nemici che tentano di distruggerla; le due colonne a lui sembrano essere la devozione a Maria Santissima e al Santissimo Sacramento dell’Eucarestia.

Don Bosco tace sulla questione del Papa che muore e il fatto che poi ne arriva un altro, su questo non dice niente, mentre invece dice, correggendo Don Rua, che le navi dei nemici sono le persecuzioni, e dice: «Si preparano gravissimi travagli per la Chiesa. Quello che finora fu è quasi nulla, rispetto a ciò che deve accadere. I suoi nemici sono raffigurati dalle navi che tentano di affondare, se riuscisse loro, la nave principale. Due soli mezzi restano per salvarsi fra tanto scompiglio: la devozione a Maria Santissima e la frequenza alla Comunione, adoperandoci ogni modo e facendo del nostro meglio per praticarli e farli praticare, dovunque e da tutti».

Ecco, io credo che, quando si riflette sulla morte e sul Giudizio di Dio, dovremmo tenere sempre in mente questa immagine bellissima (su internet si trova anche il dipinto, che raffigura questo sogno bellissimo), da una parte, la devozione alla Vergine Maria, alla quale dobbiamo ancorare la nostra vita, e dall’altra l’Eucarestia.

Dobbiamo stare molto attenti a non sottovalutare la devozione eucaristica, che si esprime in tanti modi, innanzitutto con la Comunione tutti i giorni.

Noi dobbiamo andare tutti i giorni a Messa, non solo una volta alla settimana alla domenica, non possiamo vivere di precetti!

Su questo punto il Papa ha ragione, su tutto, ma in questa cosa qui ha una ragione enorme! La vita del Cristiano non può essere una vita di norme! Non è una vita di norme, è una vita di amore normato, è diverso!

Non siamo dei farisei che diciamo: «Ah sì, sono andato a Messa alla domenica, adesso sono a posto». No, perché questa è una vita farisaica! Siccome il Comandamento dice di andare a Messa alla domenica, io vado a Messa alla domenica e mi sento a posto. No! Non è vero!

Io sono chiamato a capire lo spirito della Legge!

Qual è lo spirito della Legge?

È che l’Eucarestia è il centro della vita cristiana, quindi tutti i giorni sono chiamato ad andare a Messa, ed è grave tralasciare la Messa un giorno. È grave, non perché ci sia un precetto che mi obbliga — la vita non può essere fatta di obblighi e di precetti! — è grave perché mi tolgo, da solo, il nutrimento del Cibo e della Bevanda, del Corpo e del Sangue di Cristo.

Questo non deve succedere, perché il mare si infuria, il mondo è furioso, i nemici sono tantissimi e noi dobbiamo ancorarci a ciò che è vero, che sono la Madonna e l’Eucarestia.

Combiniamo un peccato per cui non possiamo ricevere l’Eucarestia?

Veramente bisogna essere stolti, per rimanere lì fermi come imbambolati e aspettare chissà quale data per andarci a confessare!

Se tu cadi per terra e ti sbucci un ginocchio, cosa fai? Rimani lì per terra con la gamba piegata e col ginocchio sanguinante dicendo: «Aspetto che dal cielo piova»? Ti alzi, vai a casa, ti disinfetti, ti curi.

Se hai il mal di testa non prendi una medicina? Se hai il mal di denti non prendi una medicina?

Commettiamo un peccato? Andiamo a confessarci subito!

Il mio Padre Maestro di postulandato ci diceva: «Se cadete in un peccato che vi toglie la Comunione, entro il tramonto del sole, andate a confessarvi! Cercate un sacerdote per confessarvi, ma non dovete permettervi di andare a dormire con un peccato che vi angustia e che vi toglie l’Eucarestia!»

Quindi, in relazione a questo, dobbiamo ordinare la vita, cambiare la vita!

Dobbiamo sviluppare una vera spiritualità eucaristica!

Durante il giorno, perché non prendere una pausa per andar a fare una visita al Santissimo Sacramento?

Guardate che questi sono i fondamenti della vita cristiana, la teologia si costruisce così, e i Santi ci hanno insegnato questa teologia.

Se avessimo il tempo e la possibilità, per esempio, alle 3.00 del pomeriggio, che è la memoria della Passione di Gesù e della Sua morte, perché non prendiamo ed andiamo in chiesa a fare un saluto a Gesù?

Non dobbiamo stare dentro tre ore, bastano cinque minuti, ma sapete come cambia la giornata una cosa del genere?

Se non possiamo alle 3.00 del pomeriggio, scegliamo un’altra ora, scegliamo la pausa pranzo, scegliamo qualsiasi altro momento.

La frase tipica: «Oh, ma la chiesa è chiusa!»

Charles de Foucauld pregava in ginocchio sui gradini della chiesa chiusa.

La chiesa è chiusa? Ma Gesù, dentro, è aperto! Ma Gesù, dentro, ti vede!

Non puoi entrare perché la chiesa è chiusa?

Ma scusate, i musulmani si mettono prostrati per terra rivolti alla Mecca a pregare, non ho capito perché un Cristiano non si può mettere davanti a un tabernacolo chiuso, dietro ad una porta.

È la cosa più logica! Possibile che dobbiamo farci bagnare il naso da tutto e da tutti? Dov’è la nostra fede?

«Oh… non mi metterò mica in ginocchio lì, su una strada, davanti alla chiesa!»

Perché? Qual è il problema? Che cosa succede se ti metti in ginocchio davanti alla chiesa sulla strada?

Chissà quante persone passando con la macchina, vedendoti, avrebbero chissà quale luce nell’anima!

Direbbero: «Guarda che Cristiano!»

Ma chi direbbe: «Guarda che stupido!»?

Chissà quanti direbbero: «Però… non ho mai visto una roba del genere…»

E perché non farlo?

Se non possiamo entrare in chiesa, lo facciamo da fuori, così magari mediteremmo il brano di quelle vergini stolte che rimangono fuori dalle nozze del Re e diremmo: «Mamma, come è umiliante rimanere chiusi fuori! Mamma, che grazia che è potere entrare in una chiesa!»

Dobbiamo veramente chiedere a noi stessi questo sforzo sincero di una spiritualità sincera, di una vera spiritualità eucaristica, perché la Madonna e l’Eucarestia sono l’unica salvezza che a noi rimane, altro non abbiamo.

Non perdiamo il tempo in tante sciocchezze!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Lettura

VANGELO (Mt 25,31-46)

Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi». Allora i giusti gli risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?». E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato». Anch’essi allora risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?». Allora egli risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me». E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

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