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Come prepararsi all’incontro col Signore

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Omelia sulle letture del giorno

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di domenica 15 novembre 2015 (S. Messa del giorno)

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Approfondimenti

Parole del Card. Müller all'Assemblea dei Vescovi del Cile

“La fede non è un'opinione. Fermiamo la deriva protestante della Chiesa”

Il Card. Gerhard Ludwig Müller è l’attuale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede

Card. Gerhard Ludwig Müller

Link al discorso integrale del Card. Müller in spagnolo

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Come prepararsi all’incontro col Signore

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Il Signore Gesù, nel Vangelo di questa XXXIII domenica del tempo ordinario, l’ultima prima della Festa di Cristo Re e prima che inizi l’Avvento, ci chiama a valutare i segni dei tempi. Come siamo capaci di capire quando arriva la stagione dei fichi, quando vediamo le foglioline tenere spuntare e i rami farsi più turgidi e  capiamo che è vicino il momento in cui mangeremo i fichi, così il Signore ci chiede di saper valutare il tempo nel quale noi viviamo, di saper vigilare e di saperci preparare al Giudizio di Dio, momento, giorno, ora, che nessuno conosce, se non  Dio Padre.

Noi però sappiamo che ci sarà, Gesù ci avvisa che arriverà questo momento dell’incontro col Signore.

Ci sarà un Giudizio particolare, che avviene ogni volta in cui uno muore. Nell’istante in cui muore, subisce, vive, il Giudizio particolare; poi ci sarà il Giudizio universale, con la resurrezione dei corpi, dove anima e corpo si congiungeranno per avere questo Giudizio davanti a tutti e andare, con il proprio corpo unito alla propria anima, o in Paradiso o all’Inferno.

Allora, questa domenica vorrei proporre alla vostra attenzione fondamentalmente tre spunti, che ricavo dall’omelia che ha fatto il Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, l’ex Sant’Uffizio, Cardinal Müller, in Cile, in questi giorni all’assemblea dei Vescovi del Cile.

Lui ha tenuto un’omelia molto bella, con un testo molto ampio, nella quale ha parlato di diverse cose, alcune credo che possano e debbano essere anche oggetto della nostra riflessione, seppure non siamo Vescovi e seppure non siamo in Cile.

La struttura che stiamo vivendo oggi della società e della fede, nel senso della Chiesa, è la stessa, quindi le cose che ha detto sono cose che sono importanti per tutti.

Lui ha parlato delle sfide che riguardano oggi la Chiesa, i Cristiani e i Vescovi.

La prima cosa che ha detto è stata che tutte le sfide derivano da un punto comune.

Noi parliamo tanto oggi delle sfide che riceviamo dal mondo, da chi ci circonda, dalla politica, dal lavoro, dal nostro vivere la fede, e lui dice che le principali sfide derivano dall’ignoranza e, se lo dice il Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, credo che nessuno possa dire niente; se lo dice lui…

Il testo lo trovate su internet, non me lo sto inventando.

Lui dice che è necessario lavorare con maggiore sforzo nell’evangelizzazione e nella missione, poi, siccome qualcuno potrebbe dire: «Ah, sì, ho in mente io cosa vuol dire evangelizzare», perché ognuno ha la sua idea di evangelizzazione, più o meno consona, allora il Cardinale precisa bene, per tutti, che cosa vuol dire evangelizzare.

Lui dice: «È necessario insistere che la nostra riflessione teologica e le conseguenze pastorali (cioè il pensiero teologico e quello che concretamente facciamo nella vita di tutti i giorni per la fede) devono partire dal dato rivelato (cioè da Gesù, dalla Rivelazione, questo lo ha detto chiaramente il Concilio Ecumenico Vaticano II, quindi devono partire dalla Scrittura, non dalle nostre idee); da qui l’importanza di un insegnamento adeguato dei contenuti del Catechismo della Chiesa Cattolica, che Giovanni Paolo II ha dato alla Chiesa, come norma sicura per l’insegnamento della fede».

Tu guarda, il Perfetto della Congregazione della Dottrina della Fede richiama i Vescovi sul Catechismo della Chiesa Cattolica, è incredibile!

È incredibile che noi dobbiamo essere richiamati a studiare e a evangelizzare partendo dal Catechismo, che tradotto vuol dire dalla Dottrina, non dalle idee, non dai gusti, non dalla filantropia, non dal buonismo… no!  Dal Catechismo!

Questo cosa vuol dire? Vuol dire che uno è tanto più vero teologo, quanto più usa la teologia per insegnare il catechismo.

Uno dice: «Ma che umiliazione! Il catechismo lo fa una mamma, tranquilla a casa, che va in Parrocchia e fa il catechismo e insegna il catechismo…»

No! Già San Pio X diceva quanto era importante il ruolo dei catechisti!

Il catechista trasmette i fondamenti della fede, quindi l’evangelizzazione parte da qui, parte dal prendere il Catechismo e declinarlo per le persone.

Compito di ciascuno di noi, quindi, è studiarlo!

È bello che ciascuno di noi dica le preghiere che vuole, studi le cose che vuole, approfondisca le cose che vuole, certo, ma la prima cosa che deve approfondire che cos’è? È il Catechismo!

Noi dobbiamo studiare il Catechismo!

Dobbiamo avere a casa il Catechismo della Chiesa Cattolica e dobbiamo parlare partendo da lì, partendo dal Catechismo!

Perché sul Catechismo c’è tutto: ci sono i Sacramenti, ci sono i Dieci Comandamenti…

Quante volte si sente dire: «Io non so pregare, come si fa a pregare?»

Voi lo sapete che nel Catechismo della Chiesa Cattolica c’è una sezione in fondo che insegna a pregare?

C’è una sezione, una sezione intera sul come si prega… non so quanti di voi lo sapevano, però magari sappiamo tutto su altre sciocchezze, ma questo, che è il fondamento, noi non lo abbiamo neanche mai sfogliato, forse, mai neanche approfondito, mai tematizzato…

Uno dice: «Oh il Catechismo, dogmatismo, fondamentalismo, dottrinalismo, nozionismo…» Sì, sì, sarà anche vero, ma senza le nozioni, senza la teoria, non c’è la pratica!

Forse non abbiamo bene in mente che, proprio lì dentro, ti insegnano anche a pregare! Uno dice: «Non so pregare…», prende il Catechismo della Chiesa Cattolica e impara a pregare.

Noi dobbiamo impostare un insegnamento adeguato e dei contenuti di questo Catechismo della Chiesa Cattolica, quindi dobbiamo volergli bene.

San Giovanni Paolo II, l’ha voluto, pensato e dato a noi per questo!

Amare Giovanni Paolo II, vuol dire amare il lavoro che ha fatto, non amare l’idea del Papa, ma amare il lavoro che gli è costato tanta fatica e tempo.

Dice il Cardinale: «In questa maniera, noi avremo una norma».

Una vita senza norme è una vita anarchica, di pazzia! I pazzi non hanno norme!

Tutta la nostra vita è normata: se io vado in strada, devo rispettare la riga bianca, il semaforo rosso, il verde, i segnali, mettere la cintura, evitare l’uso del telefono, sono norme, se tu non le rispetti, ti ritirano la patente.

Se devo fare così per una macchina, immaginatevi per l’anima!

Ci sono delle norme e queste norme sono sicure, sono fondamentali per l’insegnamento della fede, soprattutto, come precisa il Cardinale, sul tema della teologia morale.

Cioè questa moralità, cioè come vivere la vita di tutti i giorni nelle cose più concrete, trova la sua luce all’interno del Catechismo della Chiesa Cattolica.

Lui dice: «Il lavoro della Chiesa non è quello di riflettere l’opinione dei suoi membri, ma di riflettere il punto di vista del Suo Capo e Fondatore, Gesù Cristo».

Se noi vivessimo così la nostra fede, la nostra Chiesa sarebbe decisamente migliore!

Dopo, capite, è inutile che noi ci turbiamo e angosciamo perché nella Chiesa ci sono gli scandali; in questi giorni tutti che sembrano Catone il censore, su quello che ha i soldi, su quell’altro che fa le cose sbagliate, su quell’altro di qui e di là…

Tutti che siamo scandalizzati: «Oh, la Chiesa, deve essere povera e non è povera, deve essere pura e non è pura, e i suoi membri sono i primi che devono dare l’esempio…»

Ma di che cosa ci scandalizziamo? Non c’è niente da scandalizzarsi!

Questi sono i frutti di ciò che noi abbiamo impostato in teoria, basta.

Se io prendo una Bibbia e la lancio in quella direzione, la Bibbia parte e va contro quel muro, non è che si gira e va da un’altra parte!

Il problema è che noi non abbiamo più, o poco, riflettuto il punto di vista del Suo Capo, del Fondatore della Chiesa, che è Gesù Cristo, ma ci siamo messi a lavorare per riflettere l’opinione nostra.

Non si può educare alla fede proponendo le nostre opinioni! Non si può!

Le nostre opinioni sono mortali, le nostre opinioni sono vaghe, e infatti il Vangelo di oggi cosa dice? “Tutto passa, ma le mie parole non passeranno!”

Se “le mie parole non passeranno”, dice Gesù, è ovvio che il Cardinal Müller dica: «Per quale motivo noi dobbiamo riflettere su ciò che passa e non su ciò che è eterno?»

La logica vuole che tu debba riflettere sulle parole di Gesù, che tu debba riflettere il punto di vista del Suo Capo Fondatore.

Il mondo di oggi ha bisogno di sentir parlare di Gesù, non delle nostre idee, ha bisogno di sentir parlare secondo l’esigenza radicale del Vangelo, che ti dice: «Segui Gesù!»

Uno dice: «Eh, ma seguire Gesù costa fatica, perché impone un profondo radicalismo».

È vero! Costa fatica e produce un profondo radicalismo, però questo radicalismo è quello che ha fatto i Santi, questo radicalismo è quello che seduce e ha sedotto miliardi di persone.

Per quale motivo uno dovrebbe accettare di perdere la vita per Gesù, se la richiesta di Gesù non è radicale?

Proprio perché la richiesta di Gesù è radicale, i Martiri sono morti martiri, perché hanno sentito nell’anima che non potevano scendere al compromesso, non potevano dire “Sì” quando era “No”, è per questo che sono morti!

Guardate che molte persone, decine e decine di persone, migliaia di persone, sono morte al tempo di Nerone e al tempo di Diocleziano e di tanti altri, perché, ad esempio, non accettavano di prendere un pugnetto di incenso e buttarlo nel braciere.

Perché questo? Perché la loro anima diceva loro di non farlo, infatti qualcuno diceva a questi prossimi Martiri: «Ma tu fallo lo stesso!»

Ce n’è uno in particolare, di cui adesso mi sfugge il nome, un grande Martire, un grande Santo, se non ricordo male un Vescovo o un Papa, a cui dicono: «Metti dentro un po’ di incenso nel braciere, tanto tu nel cuore dici di amare Gesù, questa è una cosa sciocca, pagana, non ci credi, ma fallo lo stesso, almeno ti salvi la vita!»

Lui risponde: «Eh no! Se io che sono anziano compio questo gesto davanti ai giovani, loro non vedono il mio cuore, vedono il gesto e io sarei di scandalo per loro, perché loro penserebbero che io lo faccio perché ci credo e invece non è vero, io non ci credo, non posso farlo con una riserva mentale, io devo dire di no e quindi non lo faccio».

E muore Martire…

È molto importante che questi tre spunti, di tanti altri che il Cardinal Müller dà ai Vescovi e che ovviamente non possiamo ripetere tutti, costruiscano la nostra conversione.

Tra poco inizia l’Avvento, settimana prossima, perché non iniziare l’Avvento dicendo:

«Bene, in questo Avvento seguo quello che il Cardinale dice a questi Vescovi, mi concentrerò sul Catechismo. Mi compro in questa settimana il mio bel Catechismo della Chiesa Cattolica, me lo ricopro bene, me lo metto sul comodino, vado all’indice a guardare un po’ cosa dice e mi scelgo dall’indice quelle cose che magari sento più forti».

Sono sposato? Perché non uso il Catechismo della Chiesa Cattolica per leggere tutto quello che dice sul Matrimonio?

Devi confessarti? Perché non usi il Catechismo della Chiesa Cattolica per leggere tutto quello che dice sugli atti morali, gli atti umani e il Sacramento della Riconciliazione o Penitenza?

Devo accostarmi all’Eucarestia… vado a leggere cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica sul Sacramento dell’Eucarestia! E avanti di seguito!

I Dieci Comandamenti noi li conosciamo tutti perfettamente?

Sappiamo bene cosa vogliono dire?

C’è una sezione ampissima sui Dieci Comandamenti, perché non devo andare a vedere?

Sulle Virtù Teologali…

Sui Novissimi…

C’è una ricchezza incredibile…

Non sai pregare? Non riesci a pregare bene?

Vai a prendere il Catechismo della Chiesa Cattolica e lì troverai una quantità incredibile di spunti, di suggerimenti, di indicazioni, di metodologia su come imparare a pregare bene, su cosa vuol dire pregare bene.

Chissà quante poche volte abbiamo riflettuto sul Sacramento del Battesimo, che è il Sacramento che ci ha aperto la vita della Grazia e ci ha inseriti in Cristo e nella Chiesa.

Quante poche volte abbiamo pensato a questo Sacramento che abbiamo ricevuto per la mano dei nostri genitori, che però oggi ci permette di essere qui in chiesa e di poter fare la Comunione ed essere in comunione con Dio,  con la Chiesa  e con tutti.

Andiamo a rileggere queste cose!

Ricordiamo quello che dice Gesù oggi nel Vangelo: «Le mie parole non passeranno…

Passerà il cielo è la terra, passerà la scena di questo mondo, ma le mie parole no, perché sono eterne».

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Prima lettura

Dn 12,1-3 – In quel tempo sarà salvato il tuo popolo.

In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

Salmo responsoriale

Sal 15

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Seconda lettura

Eb 10,11-14.18 – Cristo con un’unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.

Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.

Canto al Vangelo

Lc 21,36

Alleluia, alleluia.
Vegliate in ogni momento pregando,
perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.
Alleluia.

Vangelo

Mc 13,24-32 – Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

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