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Le Litanie Lauretane: Salus infirmorum e Refugium peccatorum

Litanie Lauretane

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 22 maggio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

Le Litanie Lauretane: Salus infirmorum e Refugium peccatorum

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a domenica 22 maggio 2022.

Oggi festeggiamo Santa Rita da Cascia e quindi consiglio, alle ore 12.00, di leggere la Supplica a Santa Rita da Cascia.

Don Giuseppe Tomaselli ha scritto anche una bella preghiera, che potete tranquillamente trovare su Internet.

Poi, avviso anche che inizia oggi la Novena per la Visitazione di Maria Santissima, che sarà il 31 di questo mese.

Abbiamo letto il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XIV di San Giovanni, versetti 23-29.

Siccome vogliamo vivere, ogni giorno sempre di più, dentro a questo bellissimo amore di Gesù, continuiamo la nostra lettura del commento alle Litanie Lauretane, fatto da Don Giorgio Basadonna.

Oggi vediamo “Salus infirmorum” e “Refugium peccatorum”.

Salute degli infermi

“Maria viene invocata come la «salute degli infermi».

È un atto di fede, un atteggiamento che ripete quanto avveniva ai tempi di Gesù: «Dovunque giungeva Gesù in villaggi, in città e campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello, e quanti lo toccavano erano guariti» (Mc 6,56).

Così è sempre stato nella tradizione cristiana: non tanto la voglia di miracoli o la pretesa di ottenere da Dio ciò che ciascuno desidera, quanto invece la certezza che Dio è sempre attento alle sue creature e le ama con un amore infinito.

Maria diventa il segno vivo e commovente dell’amore di Dio, e offre la certezza che nessuno è abbandonato e che il dolore, anche quello più pesante e insopportabile, trova un sollievo”.

Questa è esperienza, credo, di tutti.

“È questa la storia dei santuari mariani di tutti i tempi e di tutti i luoghi, è questa anche la fede che si tramanda di epoca in epoca: qualche volta c’è l’illusione o forse anche l’inganno, come se venisse cancellato il mistero e accettata una magia: nella fede autentica della Chiesa, però, rimane la certezza di un intervento paterno e materno di Dio anche attraverso Maria.

Ed è risaputo che, nei Santuari, gli ammalati vengono condotti non tanto per essere guariti, per ottenere miracoli strepitosi quasi a dimostrare la potenza di Dio, ma per sentirsi accompagnati dall’amore di Dio, per cogliere il significato misterioso della sofferenza, per ritrovare forza e capacità di continuare a portare una croce.

La preghiera quotidiana, quella «Ave Maria», che è diventata quasi il distintivo della devozione alla Madonna, chiede molto chiaramente l’assistenza sua nel momento della morte (cioè nel momento del dolore più forte), sia propria che per la perdita delle persone più care. Non è la richiesta di essere liberati da questa ultima sofferenza e dalle sue terribili conseguenze, ma di avere il coraggio e la forza di accettarla e di ricavarne un bene per noi e per gli altri.

Se Maria è la «salute degli infermi», se a lei possiamo chiedere un aiuto particolare nel momento della malattia e della sofferenza, Maria è anche colei che ci garantisce il valore della nostra vita al di là del benessere materiale, di una salute sempre buona, di un successo sempre brillante”.

La Vergine Maria ci insegna a portare la nostra croce, il nostro dolore, la nostra sofferenza.

“Maria offre la sua intercessione. La «consolazione» che Maria offre diventa anche un dono da offrire a chiunque ne ha bisogno”.

E quindi dobbiamo anche imparare ad essere noi questi portatori ai malati, del conforto della Vergine Maria.

Dobbiamo proprio invocarla come “Salus infirmorum”, perché veramente ci aiuti a saper soffrire come Gesù.

Ora vediamo “Refugium peccatorum”.

Rifugio dei peccatori

“È sempr confortante sapere che c’è un Dio che perdona, e che il vero volto di Dio non è quello di un giudice terribile, ma di un padre che aspetta il ritorno del figlio disperso, gli corre incontro per fare festa con lui”.

Certo, qui su questa terra.

L’abbiamo già detto e ripetuto tante volte, è il messaggio di Santa Faustina Kowalska ed è molto chiaro a questo proposito.

Quindi, è il Dio buono, è il Padre buono, è il Padre misericordioso, è il Padre che perdona, certo, se noi usiamo i mezzi che Lui ci ha lasciato, che sono i troni dell’Eucarestia (il tabernacolo) e il confessionale.

Questi sono i due troni della Misericordia.

“Questo serve per condurre sempre a una conversione e ad un ripensamento, alla voglia di riparare e correggere il malfatto e ritrovare la propria grandezza morale.

La figura di Maria, la madre di questo Dio fatto uomo proprio per salvare l’uomo e ricondurlo alla sua verità e alla sua bontà, è precisamente la figura di colei che offre la bontà di Dio al peccatore pentito, a colui che riconosce il male compiuto e vuole liberarsene.

Non si vuol dire che il perdono è offerto senza che nella persona che ha sbagliato non ci sia il rincrescimento per il proprio errore”.

Dobbiamo stare attenti ai termini, perché qui il tema non è né il rincrescimento né l’errore, qui il tema è il pentimento per il proprio peccato e il proponimento di non peccare più, perché gli errori non sono un problema, non è un problema fare gli errori.

Se io per andare a Venezia giro per Milano, va bene, sì, non è proprio la cosa migliore da fare, è un errore, però non è un peccato.

Se mi cadono le uova per terra, è un errore, non è un peccato.

Dobbiamo stare attenti.

Maria infatti si chiama “Refugium peccatorum”, non “Rifugio degli erranti”; non è il rifugio di coloro che errano, che sbagliano, no, no, è il Rifugio dei peccatori, è chiaro.

Noi oggi abbiamo paura di dire la parola “peccato”. È questa la cosa strana. Abbiamo paura di dire la parola “peccato”, abbiamo paura di pronunciare la parola “peccato”, come se dire “peccato” volesse dire chissà che cosa. Il peccato è il peccato, punto.

Rispettiamo la libertà degli unomini.

Gli uomini possono peccare?

Sì, certo. E allora chiamiamo le cose con il loro nome!

Non dobbiamo chiamare “peccati” gli errori, e viceversa. No, i peccati sono i peccati, gli errori sono gli errori, fine.

“Maria, sotto la croce, riceve da Gesù l’investitura di  madre di tutti gli uomini, madre dei peccatori per i quali Gesù sta morendo.

La devozione alla Madonna conduce anche a questa certezza, quella di poter essere perdonato, di poter ritrovare ancora quella santità a cui tutti sono chiamati e di cui tutti hanno una immensa nostalgia”.

È sì, molto semplice: basta andarsi a confessare! Capite?

Non è che ci voglia chissà cosa: si prende, si va, e ci si confessa.

Questo lo ripeterò fino alla morte: come quando bisogna curare il corpo e non si va al primo ospedale, dal primo dottore che inciampando incontrate, la stessa cosa, anzi molto di più, dovete farla con l’anima.

Uno dice: «Sì vabbè, ma tanto…»

No… no, devi scegliere il Sacerdote più adatto alla tua situazione, al tuo cammino di fede, perché se no quella confessione si trasformerà in una grande incomprensione, in un grande dolore, in una grande confusione.

Uno deve scegliere con oculatezza.

Come quando mi viene il mal di stomaco, se devo cercare un bravo gastroenterologo non vado a caso, non lo cerco sulle pagine gialle, la stessa cosa deve essere con il Sacerdote; non è che tutti noi Sacerdoti andiamo bene per tutti, perché ognuno ha il suo cammino, ognuno ha la sua spiritualità, ognuno ha la sua sensibilità. Siamo anche noi esseri umani, quindi…

Non è che tutti andavano a confessarsi da Padre Pio, no, non tutti sono andati. Eppure Padre Pio era Padre Pio… ciononostante non tutti sono andati da Padre Pio, ai tempi di Padre Pio, perché per alcuni Padre Pio non andava bene, e lo dicevano chiaramente: «Io da questo Frate non ci vado, perché è troppo duro, perché è troppo severo, mi tratta male, poi mi legge nell’anima… no, no, io non me la sento».

Benissimo, c’erano tanti Preti al tempo di Padre Pio, non c’era solamente lui: andavano da un altro, punto.

L’importante è scegliere con oculatezza, non con gli occhi bendati, non a caso perché tanto… no, non è giusto, non è giusto per la nostra anima.

Sapete, uno va da due medici con la stessa specialità, due gastroenterologi, due neurologi, due… e del primo dice: «Ah che bravo, come mi sono trovato bene!»

Uno va da due dentisti e del primo dice: «Ah che bravo, proprio bravissimo, una mano fatata! Veramente bravo. Non ho sentito niente, non mi si è gonfiata la bocca. Ma come ha lavorato bene! È stato preciso, calmo, mi ha spiegato tutte le cose».

Poi va da un altro e dice: «Oh mamma che brutto… no, non ci torno più. Mi sono trovato malissimo».

Eppure sono tutti e due dentisti, no?

Sì, ma uno lo è in un modo, uno lo è in un altro… il mal di denti è sempre quello, ma noi non siamo dei computerini da aggiustare, noi siamo persone.

Ciascuno di noi deve sentirsi sempre a casa con la Vergine Maria.

La Vergine Maria accoglierà sempre il peccatore pentito, mai il peccato. Per il peccatore pentito la Vergine Maria sarà sempre un luogo di rifugio, per il peccato mai. Questo deve essere chiaro.

La Vergine Maria ci condurrà di necessità alla conversione, al pentimento, e quindi ad andare a chiedere perdono a Dio nella Confessione.

Non ci dirà mai: «Sì, vabbè, dai… Fa niente, non ti preoccupare… Ma sì, non esagerare, Dio è buono».

La Vergine Maria non ha mai detto nelle sue apparizioni queste frasi, quindi, un motivo ci sarà…

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

VANGELO (Gv 14, 23-29)

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

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