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Il manoscritto del Purgatorio, parte 44

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di mercoledì 11 gennaio 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mc 1, 29-39)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse loro: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”.
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 11 gennaio 2023: oggi festeggiamo sant’Atanasio, abate. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal primo capitolo del Vangelo di San Marco, versetti 29-39.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione sul Manoscritto del Purgatorio. Siamo arrivati alla bella riflessione sull’amicizia che la suora del Purgatorio ci sta offrendo; ieri abbiamo visto le prime due righe e ci siamo lasciati con una domanda: “Qual è la ragione per la quale bastano un contrasto, una parola, una mancanza di riguardo, un niente per distruggere delle amicizie che durano da tempo o addirittura dei matrimoni? Perché, qual è la ragione?” 

Noi che siamo abbastanza materiali cerchiamo sempre delle ragioni psicologiche, naturali, alla base di certi comportamenti, se non di tutti. Certamente la natura e la psicologia hanno la loro importanza e il loro rilievo, ma non è questa la causa. Non è che solo le persone forti, psicologicamente equilibrate possono permettersi una vita affettiva, affettuosa, di amicizia con qualcuno. L’amore non è riservato ai più equilibrati e questo è importante dircelo: non cerchiamo le cause dei nostri fallimenti nella psicologia, perché non sta lì la ragione. Può avere un’importanza, può averla, ma non è certamente il fattore determinante. Allora sentiamo dalla suora che sta nel Purgatorio, qual è la ragione (ieri vi ho suggerito: “Pensate alla ragione per cui questi castelli di sabbia crollano, queste amicizie spariscono”). Sentiamo.

Un lieve contrasto, una parola, una mancanza di riguardo talvolta disunisce amici che sembravano inseparabili. Questo, perché (ecco la ragione) Dio non possedeva abbastanza bene il loro cuore; in vero, solo i cuori, in cui sovrabbonda l’amore di Gesù, possono dare della loro pienezza agli amici. Ogni amicizia, non fondata in tal modo in Dio, è falsa, non è durevole.

Ma quando Gesù possiede un cuore, codesto cuore può amare e far del bene agli amici, perché vi è in esso la sorgente dell’amicizia pura e senza mescolanze. È questo un piccolo riflesso dell’amicizia del Cielo. Tutto il resto è affetto naturale e nient’altro.

Capito? Chiarissimo, più chiaro di così è impossibile: se Dio non possiede il nostro cuore, se nel nostro cuore non sovrabbonda l’amore di Gesù, noi non possiamo garantire amicizia a nessuno. Se le nostre relazioni più importanti, quale l’amicizia, non sono fondate su Dio, sono false, non durano. Allora ripensiamo alle nostre amicizie, ai nostri rapporti falliti: non è forse vero che è andata così? Tra le mille ragioni che noi abbiamo tirato fuori, probabilmente abbiamo dimenticato l’unica vera e importante: mancava Dio! Questa è la ragione. Se voi ci pensate bene, troverete che in quelle relazioni fallite Dio non c’era, non era al primo posto. Dio magari era vissuto a senso unico da uno oppure non era vissuto da alcuno dei due.

Ho in mente un ragazzo che tanti anni fa mi disse: “Per l’amicizia con queste persone, io ho sacrificato la verità!” E io ho risposto: “No, caro: nel momento in cui tu hai sacrificato la verità, tu hai distrutto ogni possibile amicizia. Non può esserci amicizia dove non c’è la Verità, dove non c’è Gesù Cristo!”. Tu credi che quella sia amicizia, ma in realtà – la suora lo dice bene – è solo affetto naturale. Non è che non sia affetto, ma è solo affetto naturale, quindi non ha costanza, non ha durevolezza. Potremmo dire meglio: non ha consistenza. C’è, ma fintanto che c’è e capite, costruire su un “fintanto che c’è” non è una garanzia. 

Così, nella stessa maniera accade anche nei fidanzamenti, anzi, nei fidanzamenti accade anche di peggio perché c’è la mania della crocerossina per cui diciamo: “No, non ha molta fede, ma alla fine ci penserò io a fargliela venire!”. Ma vedete: la fede non è la febbre che io posso far venire se prendo freddo o se mangio un po’ troppo. Non funziona così: non è che la fede gli viene; non è che gliela attacco come un raffreddore e soprattutto non sono io l’origine che sostiene, scatena e fa nascere la fede! La fede non viene da me, da nessuno! “No, ma prima non andava mai in chiesa, non pregava mai e adesso viene in chiesa con me alla domenica e diciamo insieme qualche preghiera!”. Sì, ma lo fa perché adesso siete fidanzati e va bene così: vedremo quando sarete sposati, avrete dei figli, tornerà a casa tardi la sera dal lavoro e… e… e… Vedremo se ti verrà ancora dietro per andare alla Messa! Se la fede non c’è, non sono io che la metto! Non è come dire: “O mamma, ho dimenticato di metter il sale nella pasta! Aspetta che gliene metto dentro ancora un po’!” No, non funziona così!

 “No, ma io…” Fai quello che vuoi, ma poi non lamentarti: l’importante è che poi non ci lamentiamo e non andiamo a fare i piangenti: “Ecco non mi capisce; sono perseguitato/perseguitata. Ecco io non riesco ad avere la comprensione… ecco io…”. E beh… voglio dire… Certe persone, in realtà, non sono mai cambiate! Siamo noi che dal “Non voglio vedere la realtà”, siamo passati a “La realtà mi costringe a essere guardata!”. Ecco, funziona così e scopro che a quella persona, in realtà, non è mai interessato niente di venire in chiesa, di dire una preghiera… lo faceva per me, per farmi contento/a perché non mi voleva deludere, non voleva rattristarmi, amareggiarmi, dirmi: “No, a me non interessa niente, non ci credo, lo faccio solo per te”. 

Quando però noi ci mettiamo in testa che una cosa deve essere bianca, diventa bianco anche l’asfalto che c’è in strada e quando scopriamo che era nero, ci arrabbiamo con l’asfalto che è sempre stato nero, mentre noi vedevamo una cosa che non c’era. 

E questo perché la bocca parla dalla pienezza del cuore per cui io posso dare agli altri qualcosa di questo amore solo se esce dal mio cuore che sovrabbonda amore. E quindi, quando Gesù possiede un cuore, questo cuore sarà capace di un affetto e di un amore soprannaturale, contraddistinto dal sacrificio, dall’oblatività, dalla donazione, da tutte le belle realtà evangeliche che tutti vorremmo avere. Queste righe che abbiamo lette sono bellissime: noi dovremmo guardare sempre lì!

Abbiate sempre delle vedute più alte della terra. Non conciliatevi mai né la stima né l’amicizia di alcuno. Gesù solo è vostro e vi vuole parimenti sua per sempre. Non sarebbe troppo se Gli deste tutto il cuore. Amate… ma per Lui solamente…

Già ne parlavamo: dovremmo avere queste vedute molto più ampie e non perderci in tante sciocchezze, in tante stupidaggini di questo mondo, in tante diatribe inutili, in tante polemiche e parole per tutto! Non si può litigare persino sulla questione: “sulla pizza ci vogliono le olive verdi o nere?” . Metti quello che vuoi! No! “Aspetta che andiamo a prendere i libri di cucina che dicono”. Ma mangia la pizza in pace e le olive, se vuole le mette, se no non le mette! Smettiamo fare di ogni cosa un caso metafisico: stiamo sereni e non creiamo problemi dove non ci sono! Capisco che noi non abbiamo problemi, quindi abbiamo i problemi del “brodo grasso”… chi non ha problemi, ha i problemi del “brodo grasso”, deve inventarseli; altrimenti, non c’è tempo di pensare alle olive sulla pizza… metti quello che vuoi!)

Quando ero bambino, mi potevo permettere il lusso di dire: “Ah, che bello, oggi c’è la pastasciutta e io vorrei le farfalle!” Ai miei tempi c’erano solo le farfalle grandi e probabilmente – ma non ne sono certo – non c’erano le farfalline piccole come oggi. Io amavo solo le farfalle e avrei mangiato quelle mattina e sera. Ero bambino e ci stava che io chiedessi le farfalle, ma adesso? Adesso fai quello che vuoi: farfalle, fusilli… quello che vuoi, non perdiamo il tempo e lo spazio interiore dietro a queste cose! Assolutamente! E soprattutto non stiamo lì a pensare a come fare ad avere la stima e l’amicizia degli altri!

Qualcuno mi chiede (non adesso): “Ma secondo te, sono abbastanza bello?” (Anche i ragazzi sono vanitosi e non solo le ragazze) e io rispondo sempre: “Ah, sei bellissimo! Stupendo, meraviglioso!” In effetti siamo figli di Dio e chi può essere brutto? Possiamo dire che un’opera di Dio è brutta? Sì, magari, forse, qualcuno… ecco… ma intimamente, complessivamente siamo tutti un po’ belli! Non ci deve interessare quello che pensano gli altri, quanto gli altri apprezzino… lasciamo perdere. Noi preoccupiamoci di dare il nostro cuore a Gesù, di amare, ma “per Lui”!

Poi dice:

M.L. non si scoraggi mai! Potrà avere dei momenti di disgusto, di stanchezza, ma egli ha il tabernacolo; lì dischiuda la propria anima dinanzi a Gesù e chieda con una grande fiducia i suoi lumi, al fine d’essere egli stesso la luce delle anime che gli sono affidate. Gesù lo ama, e gliene darà prova. In contraccambio, mai egli potrà far troppo per un Dio sì amabile!

Invece di piangere tanto, impariamo ad andare al Tabernacolo: impariamo a dire tutte le nostre fatiche a Gesù Eucarestia, a Lui, non agli altri, perché serve a niente, visto che nessuno può farci niente. Sì, ci possono ascoltare, ma chi può risolvere? Solo Gesù!

E poi impartiamo ad avere sotto gli occhi, sempre, la bellissima riflessione e preghiera di don Dolindo Ruotolo: 

Gesù, pensaci tu!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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