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“Comunione spirituale e comunione psichica” da “Vita comune” di D. Bonhoeffer. Parte 16

Comunione spirituale e comunione psichica

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Comunione spirituale e comunione psichica” tratta dal testo “Vita comune” di Dietrich Bonhoeffer.
Lunedì 30 gennaio 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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PRIMA LETTURA (Eb 11, 32-40)

Fratelli, che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuèle e dei profeti; per fede, essi conquistarono regni, esercitarono la giustizia, ottennero ciò che era stato promesso, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, sfuggirono alla lama della spada, trassero vigore dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri.
Alcune donne riebbero, per risurrezione, i loro morti. Altri, poi, furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono insulti e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, tagliati in due, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – di loro il mondo non era degno! –, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra.
Tutti costoro, pur essendo stati approvati a causa della loro fede, non ottennero ciò che era stato loro promesso: Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 30 gennaio 2023. Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal capitolo undicesimo della Lettera agli Ebrei, versetti 32-40.

Continuiamo la nostra meditazione sul libro di Bonhoeffer, Vita Comune. Oggi vedremo le caratteristiche dell’amore spirituale.

Perciò l’amore spirituale si dimostra nel fatto di affidare a Cristo l’altro, qualunque cosa dica o faccia. 

Se noi vivessimo così le nostre relazioni, soprattutto quelle più importanti, credo che avremmo risolto almeno la metà dei nostri problemi. 

Qualcuno nei giorni scorsi mi ha scritto: “Padre Giorgio, lei ci ha consigliato di fare un’ora di Adorazione al giorno all’interno della famiglia come marito e moglie, ma se mio marito o mia moglie non vuole, io che cosa faccio?”.

Oppure: “Ci ha consigliato di fare un’ora di Adorazione al giorno davanti al Tabernacolo, davanti a Gesù esposto, oppure in casa davanti al Crocifisso: io l’ho proposto a mio marito/a mia moglie e mi ha risposto male! Allora che cosa facciamo?”.

A parte che tantissime volte vi ho già detto che ci dobbiamo muovere sempre con grande prudenza che significa “la scelta dei mezzi giusti per il fine”, quindi, se io so che mia moglie, mio marito, i miei figli, mia mamma, mio padre non hanno un cammino di fede come il mio, non vado a proporre un’ora di Adorazione davanti al Santissimo Sacramento, no? Non è logico, perché è chiaro che probabilmente non avrò la reazione che vorrei. Quando facciamo le cose, innanzi tutto dobbiamo usare la testa! 

Là dove è possibile, certo, è bellissimo poter fare un’ora di Adorazione al giorno e io l’ho proposto per quelle coppie e per quelle famiglie dove è possibile, perché ci sono famiglie dove è possibile. Dove, invece, non è possibile, non è possibile! Se prendo l’erba dei prati e la tiro, non diventa più lunga ma si spezza! Quindi, se voglio che cresca, al massimo bisogna darle l’acqua, aspettare con pazienza. Una virtù che oggi i cristiani sembrano aver perso perché hanno tutti fretta: tutti hanno fretta di diventare santi; di diventare perfetti; di fare miglioramenti; di vedere che non peccano più; di essere bravissimi; di amare Dio più di un Serafino tutti hanno fretta. La pazienza non esiste più!

Non si ha neanche la pazienza di leggere e di ascoltare! Quando io ricevo alcune e-mail o alcuni messaggi, da quello che c’è scritto io capisco che la persona non ha letto o non ha ascoltato o non ha letto minimamente ciò che ho detto, se no, non farebbe mai quelle domande! Oppure lo ha letto talmente velocemente che non ha capito o ha capito il contrario! E questo non va bene. A queste domande io, di solito, non rispondo, perché io ci metto fatica e tempo per fare queste meditazioni tutti i giorni, per prepararmi, per studiare, per trovare i testi e quant’altro. Ma dico: almeno mettere un po’ di fatica a leggere quello che io dico o ad ascoltare quello che io dico! Almeno un po’ di questo vogliamo metterlo, o no? No: uno non legge niente o legge male; l’amica gli dice che il Padre Tal dei Tali ha detto questo e, senza leggere niente, immediatamente parte con la domanda! 

Infatti, oggi non si studia più: si vive per immagine, è difficile trovare un cristiano con in mano il Catechismo della Chiesa Cattolica… «Perché noi preghiamo!»

Poi farò un intervento su queste false devozioni che non riguarderà quali preghiere sì e quali preghiere no: sarà piuttosto sulla devozione falsa, sui devozionismi, sull’essere bigotti. A suo tempo, farò un intervento! Vi leggerò un testo bellissimo di don Dolindo Ruotolo che spiega benissimo come sia facile cadere nelle false devozioni, nei devozionismi, nell’essere bigotti. È inutile che ci riempiamo di mille devozioni: impariamo a conoscere i fondamenti della nostra fede, se no, le nostre mille devozioni servono a niente! 

Quindi io direi: prima di avere in mano i libri con le mille preghiere e le mille devozioni, io terrei in mano il libro del Catechismo della Chiesa Cattolica e comincerei a studiarlo! Matita rossa e matita blu e matita normale, i tre colori: con la matita normale si sottolineano le cose belle, interessanti; con la matita rossa si sottolinea il concetto fondamentale e con quella blu si sottolineano le declinazioni importanti per ricordarsi il concetto fondamentale e… studiare, studiare, studiare!

“Ma io quando prego?”. Ma questa è preghiera. Che cosa pensate che facesse san Tommaso d’Aquino che andava ad appoggiare la testa sul Tabernacolo per chiedere a Gesù di illuminarlo quando scriveva la Summa? 

Noi vogliamo tutto subito e tutto facile, senza minimamente impegnarci: non va bene! Quindi cerchiamo di capire bene quello che ci viene detto; le omelie e queste meditazioni sono anche tutte trascritte e, se non le capisco, vado su Telegram o sul sito veritatemincaritate.com,. Mi scarico lo scritto dell’omelia e me lo leggo cento volte, se ho bisogno di capire, perché non c’è niente di segreto o di astruso, sono tutte cose comprensibili. Certo, bisogna studiare, metterci la testa!

L’amore spirituale, quindi, non è: prendo il marito, la moglie, i figli per i capelli, li porto in chiesa e li lego con il Rosario, no! È piuttosto affidare a Dio l’altro, qualunque cosa faccia! Cominciamo da qui: affidiamo il coniuge, i figli, l’amico, l’amica, il fidanzato, la fidanzata a Gesù. Faccia bene, faccia male, si comporti bene, si comporti male non è importante: cominciamo ad affidarlo a Dio, si parte da qui! Poi, se arriverà il momento in cui si pregherà anche insieme, benissimo, ma nel frattempo dimostro il mio amore affidando tutti a Dio.

Prosegue:

Non cercherà di suscitare emozioni psichiche nell’altro, intervenendo in modo troppo personale e immediato, ingerendosi scorrettamente nella vita dell’altro, non si compiacerà di un eccessivo entusiasmo devozionale di natura psichica, ma porterà all’altro nell’incontro la limpida Parola di Dio, e sarà pronto a lasciarlo a lungo solo con questa Parola, sarà pronto a congedarsi da lui, in modo da consentire l’intervento di Cristo in lui. 

Io sottoscrivo tutto quello che Bonhoeffer da detto, tutto quello che c’è scritto e, quando vi leggerò don Dolindo Ruotolo che, certo, userà altre parole, troveremo esattamente gli stessi concetti, concetti uguali perché la verità è una: che la dica Tizio o Caio (lo abbiamo visto ieri con san Tommaso); che la dicano i demoni, che la dica Satana in persona, la verità è una e non ha importanza chi la dica, l’importante è che sia verità. Questa cosa è vera? Sì! Allora va bene, chiunque la dica. Questa cosa è falsa? È falsa chiunque sia a dirla: se è falsa, è falsa!

Quindi: l’amore spirituale non suscita emozioni psichiche, non ha come scopo il far battere il cuoricino nell’altro. Non è questo lo scopo! Invece noi cerchiamo questo, queste emozioni, questi “sollucheri” spirituali e cerchiamo anche di scatenarli nell’altro: andiamo a fare quelle belle “pregate” di tre, quattro ore con salti, danze e balli dove sembrano tutti invasati! Non è questa la preghiera, non è questo l’amore spirituale!

Ma voi vi immaginate Gesù, Maria e Giuseppe che pregano così? Ve li immaginate? Io no! Io non immagino la Vergine Maria che si mette a saltare, ballare, gridare, fare versi. Io immagino la Vergine Maria che, quando prega, è assolutamente composta, silenziosa, raccolta, veramente devota. Io immagino così la Vergine Maria, non riesco a immaginare la casa di Nazareth segnata dal frastuono, dal disordine, dai salti e dai balli e dalle danze, così non riesco a immaginarla! Me la immagino, invece, assolutamente decorosa, silenziosa, rispettosa, riservata, prudente, ordinata! La famiglia di Nazareth non va in cerca di emozioni psichiche che non le interessano. Immaginate la Vergine Maria che cerca di suscitare emozioni psichiche in Gesù? Oh, per amor del Cielo! Solo a dirlo, mi viene male.

“intervenendo in modo troppo personale e immediato”

È quello che vi dicevo prima: nella vita dell’altro non bisogna essere invadenti! Mai, mai! Nella vita dell’altro bisogna proporre una volta, mai imporre, e poi andar via: “Ti lascio questa proposta, poi fai come vuoi, pensaci. Vieni o non vieni; fai o non fai, non ha importanza!

 Quando io propongo qualcosa ai giovani, faccio sempre così: mai di persona, mai a voce, mai al telefono, mai! Sempre con un messaggio, perché, se lo faccio di persona o a voce, è chiaro che diventa più personale e più immediato e c’è un peso diverso: è più difficile dire di no a voce, davanti alla persona. Allora mando un messaggio breve, come è mio tipico, con pochissime parole e alla fine concludo sempre così: “liberamente, se non te la senti, se non vuoi, va bene lo stesso”. E guardate che non è una conclusione falsa o di circostanza o per “salvare capre e cavoli”: no, è una conclusione vera. Io ti faccio la proposta e tu ti devi sentire assolutamente libero e se non ti senti di venire, di fare o di corrispondere alla mia proposta, va benissimo, va benissimo lo stesso, non ha importanza, perché il mio compito non è quello di “ingerirmi” scorrettamente nella vita dell’altro. Vedete: ingerendosi scorrettamente nella vita dell’altro, ci sono troppe invadenze nella vita dell’altra persona; troppo “mettere il naso” nella vita dell’altra persona 

“Perché fa questo, perché fa quell’altro ?” 

Ma a te che cosa interessa? Ma perché stai a guardare gli altri? 

“Ma arrivano presto, arrivano tardi, e perché si mettono in ginocchio, perché si appiccicano con i piedi al soffitto, perché camminano sui muri?”

Ma a te che cosa interessa? L’importante è che tu sia in grazia di Dio; che tu abbia una vera vita spirituale; che tu abbia un vero amore spirituale! Punto! Lascia gli altri a se stessi, non stare a guardare la vita degli altri non è affar tuo!

“No, ma io devo salvarli ”

Ma stiamo scherzando? Queste cose non solo non vanno dette, ma non vanno neanche pensate!

“No, sono preoccupato perché poi vanno all’Inferno ”

Comincia a pensare di non andare all’Inferno tu! Invece di preoccuparti che non vadano all’Inferno gli altri, comincia a pensare di non andarci tu! Affida a Dio!

“Che cosa devo fare? Disinteressarmi?”.

No: affida a Dio. Affida l’altro a Dio, punto! E tu stai ben attento a stare al tuo posto. 

“ingerendosi scorrettamente nella vita dell’altro, non si compiacerà di un eccessivo entusiasmo devozionale di natura psichica”

È quello che vi dicevo prima: “Ah, abbiamo fatto delle belle pregate!”. Come andare a fare le cordate in montagna. Ma non funziona con la preghiera!

“Ci siamo messi lì e abbiamo fatto quattro ore di preghiera bellissima dicendo quattro milioni di Rosari!”.

Stiamo attenti all’entusiasmo devozionale! La devozione è importante: vi già detto e vi ho già dimostrato in mille modi quanto io creda nella bella, giusta e vera devozione, ma non nel devozionismo!

“ma porterà all’altro nell’incontro la limpida Parola di Dio”

Questo è un altro tema! Sappiamo tutte le Novene del mondo, tutte le devozioni del mondo e siamo totalmente ignoranti della Parola di Dio, non abbiamo mai in mano la Scrittura! Quindi dovremmo avere in una mano il Catechismo della Chiesa Cattolica e nell’altra la Sacra Scrittura e il Santo Rosario, punto! Passare da una parte all’altra perché questi sono gli alimenti della nostra fede. Poi, se avanzano tempo e modo, le devozioni più importanti. 

Sentite che cosa scrive adesso, importantissimo!

e sarà pronto a lasciarlo a lungo solo con questa Parola, sarà pronto a congedarsi da lui, in modo da consentire l’intervento di Cristo in lui”.

Dobbiamo essere pronti a uscire di scena, a dire: “Caro mio amico, io ti voglio bene ed è per questo che adesso me ne vado ciao, ciao!”.

Dobbiamo imparare a lasciare l’altra persona da sola con Cristo!

Noi siamo come i testimoni di nozze: i testimoni di nozze non seguono gli sposi in luna di miele! I testimoni di nozze fanno i testimoni: finito il matrimonio, ognuno a casa sua! Così noi che siamo chiamati a essere collaboratori della grazia, testimoni di nozze tra Gesù e quest’anima (bellissimo!). Ma poi, ognuno a casa sua. Poi dobbiamo lasciare l’altro solo con Gesù, solo con la Parola di Dio perché il Signore lavori! Dobbiamo essere pronti a congedarci lasciandolo quest’anima sola con la Parola, non stare sempre lì a fare “pressing”, non sempre lì presenti! Affinché, a tempo e luogo debiti, lo Spirito Santo intervenga e lavori nell’anima di questa persona; poi questa persona si rifarà viva, ci rincontreremo, va bene ma, intanto, pronti a lasciarla sola!

Ci sarà rispetto del limite, che Cristo ha posto fra noi e l’altro, e la piena comunione sarà trovata in Cristo, l’unico legame che si stabilisce fra noi e ci unifica. 

Rispettiamo il limite: c’è un limite tra me e te che non siamo come l’acqua e il vino che si confondono l’una nell’altro. No: c’è un limite, un limite chiaro, quindi la nostra comunione sarà trovata in Gesù e non in me o in te! E in Gesù ci sarà un vero legame che unisce, quindi rispettiamo il limite. Ecco perché Bonhoeffer dice di non fare ingerenze, di non mancare di rispetto e di rispettare il limite. Tra me e te, nella nostra relazione, c’è un limite che non va superato: il limite della discrezione, del rispetto, della distanza. Ci sono tanti modi per esprimere questo limite! E va rispettato!

E adesso una frase bellissima da scrivere sul proprio diario spirituale:

Per cui sarà preferibile parlare con Cristo del fratello che non parlare col fratello di Cristo. 

Capito? Bellissima questa cosa! È meglio parlare con Gesù di mio marito che non parlare con mio marito di Gesù! Ecco che torniamo all’inizio, per cui affidiamo l’altro a Gesù; non ossessioniamo l’altro: “Devi fare; devi venire; devi accompagnarmi!” No: parliamo a Gesù del nostro fratello, della nostra sorella. Parliamo di più a Gesù di loro che non con loro di Gesù! 

L’amore è consapevole che la via più breve verso l’altro passa attraverso la preghiera a Cristo 

Sono cose bellissime! Se vuoi raggiungere l’altro più velocemente, tu sai che devi passare attraverso Gesù e sai

che l’amore per l’altro dipende interamente dalla verità in Cristo. È nella prospettiva di questo amore che Giovanni dice: «Non ho gioia più grande che sapere come i miei figli camminino nella verità» (3 Gv 4).

Se ami, tu sai che il modo più breve, la via più breve per raggiungere l’altro deve passare attraverso la preghiera e che il mio amore per te è legato inscindibilmente alla verità: se non c’è verità, non ci sarà mai amore; senza la verità non ci sarà mai amicizia e saremo amici tanto quanto saremo veri e fedeli alla verità. Ecco perché san Giovanni dice: «Non ho gioia più grande che sapere come i miei figli camminino nella verità» (3 Gv 4). Questo è l’amore; non c’è atto di amore più grande che seguire l’altro nella verità.

Mi fermo qui perché mi sembra che abbiamo detto già tantissimo.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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