Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: L’Ospite – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.88
Sabato 27 gennaio 2024 – Sant’Angela Merici, vergine
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Mc 4, 35-41)
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a sabato 27 gennaio 2024. Festeggiamo quest’oggi Sant’Angela Merici. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal quarto capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 35-41.
Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al capitolo ventottesimo, paragrafo decimo.
10 — A primo aspetto, quest’immagine vi sembrerà strana, e vi stupirete che per farvi intendere quel che dico ricorra a tale espediente. Ma il paragone può essere assai utile, specialmente per voi. Donne come siamo e senza istruzione, abbiamo bisogno di considerazioni consimili per capire che in noi vi è qualche cosa d’incomparabilmente più prezioso di quanto si vede al di fuori. Sì, dovete convincervi che nel nostro interno abbiamo veramente qualche cosa. E piaccia a Dio che siano soltanto le donne a ignorarlo! Se procurassimo di ricordarci spesso dell’Ospite che abbiamo in noi, sarebbe impossibile, secondo me, abbandonarci con tanta passione alle cose del mondo, perché, paragonate a quelle che portiamo in noi, apparirebbero in tutta la loro spregevolezza. Ma noi imitiamo il bruto animale che appena vede un’esca di suo gusto, si precipita su di essa a saziare la sua fame. — Eppure, quanto diversi dovremmo essere dai bruti!…
Santa Teresa ci invita caldamente a convincerci che nel nostro interno abbiamo qualcosa. Purtroppo, è vero che un po’ tutti ignoriamo questa verità, cioè un po’ tutti ci dimentichiamo dell’ospite che abbiamo in noi; perché, se ci ricordassimo spesso di quest’ospite divino, sarebbe difficile abbandonarci con tanta passione alle cose del mondo. Nel senso che, paragonate alla bellezza, alla verità, dell’ospite divino, queste cose del mondo apparirebbero, diciamo così, in tutta la loro inconsistenza, per cui non avrebbero più così tanta adesione su di noi. Ecco, dobbiamo stare attenti, dice Santa Teresa, a non imitare il bruto animale, che, appena vede un’esca di suo gusto, subito si precipita. Ma questo è possibile solo nella misura in cui impariamo da una parte a convincerci, dall’altra a ricordarci, di chi portiamo in noi.
11 — Alcune forse si rideranno di me, diranno che la cosa è assai chiara e ne hanno ragione. Eppure per me non è sempre stata così. Sapevo benissimo di aver un’anima, ma non ne capivo il valore, né chi l’abitava, perché le vanità della vita mi avevano bendati gli occhi per non lasciarmi vedere. Se avessi inteso, come ora, che nel piccolo albergo dell’anima mia abita un re così grande, mi sembra che non lo avrei lasciato tanto solo, ma che di quando in quando gli avrei tenuto compagnia, e sarei stata più diligente per conservarmi senza macchia. Nulla di più meraviglioso che vedere Colui, che può riempire della sua grandezza mille e più mondi, rinchiudersi in una cosa tanto piccola! Egli è il Signore del mondo, libero di fare quel che vuole, e perciò nell’amore che ci porta, si accomoda in tutto alla nostra misura.
Quindi, lei dice: sì, io sapevo di avere un’anima; credo che più o meno tutti, chi più, chi meno, chi in un modo, chi nell’altro, sappiamo di avere un’anima, a parte chi proprio non crede a niente, vabbè. Però, un conto è sapere di avere un’anima, e un conto è capirne il valore, capite? Sapere di avere un’anima e capire il valore di quest’anima, non è la stessa cosa, non è consequenziale. «Né chi l’abitava», aggiunge Santa Teresa, questo è un passaggio ulteriore: sapere di avere un’anima, capirne il valore, e capire chi la stava abitando, chi la sta abitando. Le vanità della vita rischiano di bendarci gli occhi, di non lasciarci vedere. È come se le vanità della vita fossero appunto un bendaggio, un ostacolo, a comprendere il valore e a comprendere chi abita nella nostra anima.
Ecco, quindi lei dice: se io fossi stata consapevole che in me abita un re così grande, che cosa avrei fatto, o che cosa non avrei fatto? Lei dice: certamente non l’avrei lasciato tanto solo, certamente gli avrei tenuto compagnia, certamente sarei stata più diligente per conservarmi senza macchie. Capite quanto è importante sapere di avere un’anima, conoscerne il valore, sapere chi vi abita? Quanto è importante anche ai bambini, ai nostri ragazzi, spiegare queste verità? Perché, se uno poi comprende queste cose e comprende che, in quest’anima, questo ospite è Dio, è vero che, almeno di quando in quando, gli tiene compagnia, fosse anche solo con un pensiero, con un atto di riconoscenza, con un atto di amore, sicuramente! E sicuramente farebbe più attenzione per mantenersi senza macchia. Tutto questo il Signore lo fa per l’amore che ci porta; quindi, lei dice: «si accomoda in tutto alla nostra misura».
12 — Quando un’anima comincia a battere questa via, vedendosi destinata, piccola com’è, ad accogliere Colui che è tanto grande, potrebbe forse impaurirsi. Perciò il Signore, lungi dal farsi subito conoscere, la va a poco a poco dilatando, proporzionatamente alla quantità delle ricchezze che le vuol donare. Per questo ho detto che può fare quel che vuole, perché, volendo, può ingrandire a piacere il palazzo dell’anima. L’importante per noi è di fargliene un dono assoluto, sgomberandolo da ogni cosa, acciocché Egli possa aggiungere o togliere come vuole, come in una sua proprietà. Del resto ne ha tutto il diritto, e guardiamoci bene dal contestarglielo. Se non sforza nessuno ed accetta quanto gli si dà, non si dà del tutto se non a coloro che del tutto si danno a Lui. Questo è fuor di dubbio, e lo ripeto tante volte perché è molto importante. Il Signore ama molto l’ordine e non agisce nell’anima se non allora che la vede sgombra e tutta sua. In caso contrario, non so in che modo possa agire. Se riempissimo il palazzo di gente bassa e di ogni specie di bagatelle, in che modo il Signore potrebbe stabilirvisi con la sua corte? Farebbe già troppo se fra tanto strepito si trattenesse solo per pochi istanti!…
13 — Pensate forse, figliuole, che Egli venga da solo? Non udite suo Figlio che dice: Che sei ne’ cieli? Ed è forse possibile che un Re così grande si muova senza seguito? No, i suoi cortigiani li ha sempre con sé; e poiché essi sono pieni di carità, lo pregano continuamente per noi e per i nostri bisogni. Non avviene fra loro quello che accade sulla terra, dove appena un signore o un prelato favorisce qualcuno per i suoi motivi particolari o semplicemente perché così vuole, nascono subito invidie, e il meschino che ne è favorito vien guardato di malocchio senza aver fatto nulla a nessuno!
Innanzitutto, il Signore non vuole impaurire nessuno, perciò lui dilata l’anima in proporzione alle ricchezze che vuole donare, questo è un compito suo. Che cosa è importante per noi? «Fargliene un dono assoluto, sgomberandolo da ogni cosa», scrive Santa Teresa. Ecco, quindi noi dobbiamo proprio donare tutto noi stessi a Dio, e dobbiamo tenere la nostra anima pulita, libera. Non dimentichiamoci che il Signore «non si dà del tutto se non a coloro che del tutto si danno a Lui»; vuoi avere tutto Gesù? A Gesù bisogna dare tutto.
Poi: «Il Signore ama molto l’ordine», scrive Santa Teresa; questo credo che sia un po’ una novità che sentiamo, ma è così. Ricordate quel motto latino: “Custodisci l’ordine e l’ordine custodirà te”? Il Signore ama molto l’ordine, quindi dobbiamo fare proprio in modo che ci sia sempre un grande ordine dentro di noi, che vuol dire: tutto deve essere al suo posto, tutto deve essere — appunto — “ordinato a lui”; ciò che sta al secondo, al terzo, al quarto posto, non può stare al primo. E poi deve esserci, appunto, questo ordine che nasce dalla comunione con lui, dallo stare con lui, dal vivere alla sua presenza. E lei dice: se il palazzo dell’anima è pieno di gente bassa, e di ogni specie di bagatelle; cioè, se noi riempiamo la nostra anima delle cose più basse, più inutili, delle chiacchiere, delle distrazioni, se passiamo la nostra vita sui social… Ci sono persone che trasformano i social, come se fossero il loro — non so — diario spirituale, il loro specchio, il loro luogo di sfogo, il loro amico che raccoglie le proprie confidenze; ma no!! Questo dovrebbe essere Gesù. Ciò che noi viviamo, e ciò che noi pensiamo, dovrebbe essere caratterizzato, da una sorta di grande riservatezza — appunto — di grande ordine, dovrebbe essere dedicato totalmente e unicamente a Dio.
Se vi ricordate — almeno io mi ricordo quand’ero ragazzo, che si usava ancora la carta e i quaderni, e non c’erano i social — da ragazzi c’era quello che chiamavamo il diario segreto. Io mi ricordo che, per le feste di compleanno, soprattutto, ci si regalava a vicenda questi diari, che avevano varie grandezze, vari colori, disegni, col lucchetto, io mi ricordo benissimo. C’era il diario, fatto come un quaderno, che aveva la copertina che si chiudeva, la copertina di inizio e quella di fine si chiudevano attraverso un lucchetto, per cui dopo non si poteva aprire. Certo, era un lucchettino piccolino, perché era una cosa più simbolica che altro, però c’era questo lucchettino, molto bello anche lui, con la propria chiave. poi Uno lo apriva, scriveva le proprie paginette di diario, e poi le chiudeva e le metteva nel cassetto e lui sapeva, o lei sapeva, che quel testo era assolutamente riservato.
Tutto questo, se voi notate, è stato un po’ perso; questa riservatezza, questa che potremmo definire “santa gelosia” del proprio mondo interiore, dei propri pensieri, e delle proprie riflessioni, ma anche dei propri sentimenti… Adesso è di pubblico dominio: tutti sanno tutto di tutti! E il pensiero di Tizio che può arrivare fino… Da condivisione a condivisione, quello che io scrivo adesso, sulla mia pagina, sul mio social, tra cinque minuti — anche meno — può essere letto e condiviso da uno che vive in Australia e che io non ho mai visto.
Capite come le cose sono radicalmente cambiate? Adesso io non sto qua a dire in peggio o in meglio, non voglio entrare in questa dialettica, però, quello che mi interessa sottolineare, è che questa riservatezza è un po’ sparita e adesso, anzi, c’è questo quasi “gusto” a mettere tutto in vetrina, e a fare in modo che chiunque possa leggere, che chiunque possa sapere. Questa sorta di diario spirituale, o del proprio diario segreto, non c’è più. E questo a me sembra una grande perdita, perché poi, capite, si instaurano tutte quelle dinamiche, appunto, da bagatelle di mercato, perché poi ognuno commenta, ognuno scrive, ognuno dice la sua, viene fuori veramente un disordine unico. E, quindi, lei dice: se il palazzo, se l’anima, si riempie di gente bassa, di ogni specie di bagatelle, come può il Signore stabilirvi la sua Corte? Al limite, si tratterebbe solo per pochi istanti.
Del resto, dove c’è confusione, dove c’è disordine, chi è che ama stare? E poi, come si può aprire un dialogo dove c’è tutta questa confusione? E Santa Teresa dice: non dimentichiamoci che il Signore raggiungerà quel luogo con tutti i suoi cortigiani. Ecco, e questo mi sembra una cosa molto importante da dirsi, perché il Signore non viene da solo; quindi, quando ospitiamo il Signore, ospitiamo tutto il cielo dentro di noi.
Bene, abbiamo finito anche questo capitolo e domani, a Dio piacendo, inizieremo il capitolo ventinovesimo.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.