Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: Desiderio e discrezione – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.61
Domenica 31 dicembre 2023 – Domenica della Santa Famiglia, Gesù, Maria e Giuseppe – San Silvestro I, Papa
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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SECONDA LETTURA (Eb 11, 8.11-12.17-19)
Fratelli, per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: “Mediante Isacco avrai una tua discendenza”. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a domenica 31 dicembre 2023. Festeggiamo quest’oggi San Silvestro I, papa.
Abbiamo ascoltato la seconda lettura della Santa Messa di oggi, tratta dall’undicesimo capitolo della lettera agli Ebrei, versetti 8 e seguenti.
Oggi è l’ultimo giorno dell’anno, quindi dovrebbe essere un giorno in cui ci fermiamo davanti a Dio, davanti al nostro presepe, e valutiamo questo anno appena trascorso. Ma non da soli con un’autoanalisi, no, davanti al crocifisso, davanti al Cuore Eucaristico di Gesù. Che cosa ne ho fatto di questo anno? Come l’ho ricevuto, vissuto e ridato al Signore? Quali sono stati gli eventi più importanti di questo anno?
Ed è per questa ragione che, a Dio piacendo, quest’oggi, alle diciassette, per chi potrà, per chi vorrà, reciteremo insieme il Te Deum, perché, insomma, è proprio un momento solenne, dove dobbiamo, in modo solenne, ringraziare il Signore, anche per prepararci al nuovo anno. Sono sicuro che vivrete, anche in modo cristiano, la sera di questo giorno, questa domenica sera, non perdendovi in gozzoviglie e ubriachezze, come dice l’apostolo, ma preparandoci bene a vivere il giorno di domani, primo giorno dell’anno, tutto dedicato alla Vergine Maria, ovviamente.
E allora, ci vedremo oggi alle diciassette, attraverso la diretta sul canale Telegram e, come sempre, come nel nostro stile, faremo questo brevissimo momento di preghiera insieme; poi vi darò la benedizione, così finirete l’anno benedetti. Poi, a Dio piacendo, vi dirò, anche per domani, quale sarà il momento nel quale ci rivedremo per la diretta, per rendere omaggio alla Vergine Maria.
Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al paragrafo nono del capitolo diciannovesimo.
9 — Si vede da questo che, come non vi è nulla nel sommo Bene che non sia perfetto, così non vi è nulla di quanto egli ci manda che non sia per il nostro vantaggio. E così, per abbondante che possa essere quell’acqua, non sarà mai eccessiva, non essendovi nulla di eccessivo in ciò che procede da Dio. Se ne dà molta, sa pure abilitarci a bere molto, a quel modo che il vetraio nel fare un vaso gli dà la capacità necessaria per contenere ciò che intende di mettervi. Quando il desiderio procede da noi, è ben difficile che sia senza imperfezione. Se contiene qualche cosa di buono, è per l’assistenza di Dio: quanto a noi, siamo così privi di discrezione che per la dolcezza, di cui è fonte la pena di quel nostro desiderio, non pensiamo mai di dichiararcene sazi. Perciò beviamo senza misura, stimoliamo quel desiderio con tutte le forze, e così qualche volta si muore davvero. Morte felice, non lo nego; ma continuando a vivere, forse si sarebbero aiutati molti altri a morire dal desiderio di tale morte. Perciò temo che sia un’astuzia del demonio, il quale, vedendo il danno che tali persone gli possono fare restando sulla terra, le induce a rovinarsi la salute con indiscrete penitenze, ciò che per lui non è poco.
Quando il Signore ci manda qualcosa, che sia una croce, che sia una grazia, è sempre perfetto, è sempre il meglio; anche quando è una croce… e, anche quando è una grazia “super grande”, è sempre il meglio, ed è sempre a nostro vantaggio.
Da Dio, non procede nulla di eccessivo, mai! Neanche quando si tratta di soffrire. A noi forse può sembrare, alle volte, una croce pesantissima, a causa della quale, magari, diciamo: “Signore, basta, Signore, basta, Signore, perché a me? Signore, perché non me la togli? Signore, perché non mi dai un’alternativa? Perché non mi apri una porta di uscita?”.
Ecco, non c’è mai nulla di eccessivo in Dio, e nulla di eccessivo procede da Dio.
Quando il desiderio — guardate, qualunque — procede da noi, è molto difficile che sia senza imperfezione; c’è sempre un’imperfezione, grande o piccola che sia, dentro ai nostri desideri. Dobbiamo stare attenti ai nostri desideri: belli, bellissimi; abbiamo dei desideri bellissimi, dei desideri che, secondo noi, sono anche giusti, santi, innocenti (potremmo dire); benissimo, non dimentichiamoci mai che ogni desiderio, anche il più santo — come vedremo tra breve, come abbiamo già sentito — che abbiamo nel cuore, è imperfetto, perché viene da noi, che siamo creature piene di imperfezioni.
Intanto, visto che è l’ultimo giorno dell’anno, vi chiedo anche una preghiera per il nuovo ciclo di meditazioni che ho pensato di fare, quando finiremo Santa Teresa di Gesù. Sarà un ciclo di meditazioni molto impegnativo, molto impegnativo… È la prima volta che tratterò questo santo, non l’ho mai trattato nelle mie meditazioni, se non vagamente con qualche accenno qua e là. Sarà, credo, un percorso molto interessante, ma anche molto difficile, per me che dovrò spiegarlo, e quindi dovrò viverlo. Perché, sapete, quando uno predica e poi non si impegna, almeno un pochino, a praticare ciò che predica, quella predicazione è assolutamente vuota, sterile, inutile, è tempo buttato via. Quindi, la predicazione è sempre un atto estremamente impegnativo per il predicatore: qualunque predicazione, chiunque esso sia. È per questo che, essendo l’ultimo giorno dell’anno, vi chiedo di cominciare a pregare per quel giorno, in modo tale che prepariamo i cuori, e le menti, ad accogliere quell’argomento che tratteremo, e che ha che fare, appunto, con quello che ho appena letto, perché me l’ha fatto venire subito in mente.
Quindi, facciamo attenzione al desiderio, a tutti i nostri desideri; sapete, mi verrebbe da dire: soprattutto ai più santi. Perché i desideri che non sono santi, li riconosciamo subito, e riusciamo subito a dire: “Mhmm, non va bene”. I desideri che sono belli, santi, sono i più rischiosi, perché con più facilità il nemico si nasconde lì, e rischia di farci cadere, dobbiamo stare molto attenti.
Perché è vero che proprio un dono che ci manca è il dono della discrezione, potremmo dire “il tanto quanto” — la discrezione è: tanto quanto basta. Siccome ci manca la discrezione — chi più, chi meno — allora dobbiamo stare attenti. Perché, sapete, mancando la discrezione, tagliamo una fetta di panettone talmente buono che lo mangiamo tutto. Però il nostro stomaco dice: no, per me è troppo; il cuore pure, dice: non va bene; il sangue anche; il fegato non ne parliamo; lo stomaco geme. Vedete? Manca la discrezione! Apriamo un vino, buonissimo; manca la discrezione, lo beviamo tutto. Che poi c’è un po’ questa tecnica che ho scoperto ultimamente: per berne di più, bisogna riempire meno il bicchiere — ci inganniamo — allora, invece di fare un bicchiere pieno, ne facciamo quattro a metà, che così vengono fuori due bicchieri. Ormai siamo furbi, eh! Questa era “una” che mi mancava, ma siamo capaci di arrivare anche lì, e siamo capaci di fare molto di più, ovviamente: perché manca la discrezione, e perché il desiderio è molto imperfetto.
E questo riguarda anche Dio. Ecco perché nei desideri santi dobbiamo avere qualcuno, un confessore — abbiamo già trattato questo argomento — come dice Santa Teresa, che sappia dire sì/no; che sappia dire: fin qui, sì; da qui in avanti, no. “Eh, ma questo è un desiderio santo!” — “Appunto, per questo ti dico no” — “Eh, ma io penso…” — “Eh, allora auguri, arrivederci, vai per la tua strada. Non dire che hai un confessore”, dobbiamo essere molto precisi…
Ai tempi di quando ero adolescente, andava molto di moda la figura del padre spirituale. Tutti noi, ragazzi dell’oratorio, avevamo il nostro padre spirituale, era fondamentale. Adesso se ne parla molto poco, ma è sempre stato fondamentale, nel cammino di fede, avere un padre spirituale. Ognuno sceglieva il sacerdote che preferiva, ovviamente, però bisognava avere il padre spirituale, e a lui si diceva tutto quello che si doveva dire, e poi si seguiva quello che ci veniva detto. Certo, poi ognuno diceva le sue perplessità, i suoi dubbi… eh, però poi basta; se ti diceva: “Questa cosa no”: no, fine. Invece oggi è: “Sì, ma, però, forse, dunque, allora vediamo”, però… faccio quello che voglio. Ecco, questo è un inganno e fa perdere tempo al confessore, che di solito ne ha molto poco, e alla persona. Quindi, come dice Santa Teresa, bisogna stare attenti, ma soprattutto nelle cose di Dio, perché lei dice che si può anche morire davvero.
E allora lei poi parla dell’astuzia del demonio. E cosa fa il demonio? Dice: “Questo santo, quest’uomo devoto, amante del Signore, io non lo posso sedurre con i peccati normali, perché questo, figurati, chi è che lo va a prendere, mi ride in faccia! E non lo posso andare a prendere col male, e allora, come faccio? Allora io gli metto nella testa l’idea che amare Dio vuol dire massacrarsi di penitenze”. È un esempio, ma poi il demonio ne ha tantissimi, di modi, attraverso i quali va a distruggere le vite delle persone amiche di Dio. E quindi gli suggerisce delle penitenze indiscrete, senza discrezione; penitenze talmente indiscrete, talmente pesanti, che così gli rovinano la salute. Rovinandogli la salute, muore prima del tempo, e, così, tante persone che avrebbero potuto beneficiare di quell’uomo santo, di quella donna santa, resteranno senza, perché lui si è fatto ingannare dal demonio.
Un modo certo per non farsi ingannare è il padre spirituale. Perché, sapete, uno sguardo esterno vede sempre meglio. Padre Pio ha avuto il padre spirituale fino al giorno della sua morte, pensate un po’! Un uomo santo come lui… e Santa Gemma Galgani: uguale. Pensate al rapporto strettissimo tra San Francesco e Santa Chiara; Santa Teresa di Gesù e San Giovanni della Croce… È un aiutarsi a vicenda, per smascherare le insidie del demonio che, purtroppo, vanno a colpire anche le persone sante.
Certo, fa la differenza se uno sta qui quarant’anni o ne sta qui ottanta. Se un uomo santo sta sulla terra quaranta o se ne sta ottanta, fa la differenza, perché quei quarant’anni in più, quante vite vogliono dire in più? Facciamo un esempio: se io oggi ho quarant’anni, un bambino che nasce oggi, tra vent’anni, quando io ne avrò sessanta, potrò ancora incontrarlo. La mia persona (dico la mia persona, ma nel senso generico: chiunque) potrebbe avere un effetto positivo su quel ragazzo, su quella ragazza. Ma non ce l’avrà se io sono morto. Se io sono vivo, invece, potrà avere un grandissimo effetto positivo.
Quindi, bisogna sempre stare attenti ai desideri e alla discrezione, perché il demonio andrà ad agire sempre su quelli. E credetelo, guardate, ci vuole tempo per scegliere un bravo confessore, un bravo padre spirituale; ci vuole tempo, ci vuole preghiera, ci vuole proprio tanta supplica davanti al Signore. Però possiamo anche chiedere qualche segno santo, dire, magari: “Signore, se è lui, fammelo capire, aiutami a capire proprio che è lui”. E quindi, dopo, se capiamo che è lui, basta, poi ci si fida. Come diceva Padre Pio: “Io da chi ti porto?” — “Da Gesù” — “E allora basta”. E allora basta, non continuare con: se, ma, dunque, però, allora; no! Se il Signore me l’ha messo davanti, se io ho visto che è affidabile, se io ho visto che il Signore opera attraverso la mediazione di questa persona, mi fido; mi fido e mi lascio condurre; e, in questo modo, è molto probabile che le astuzie del demonio vengano ampiamente sgominate. E, su questo, i padri del deserto sono di un grandissimo insegnamento, eh! Ma tutti i santi, guardate, tutti! Pensate al rapporto tra Sant’Ambrogio e Sant’Agostino. Tutti i santi! Nessuno si è mai fatto da solo!
Ecco, allora io vi auguro, davvero di cuore, una santa giornata, ci vedremo, per chi vuole, per chi potrà, oggi alle diciassette, e andiamo, magari, se possiamo, davanti a un bel santuario dedicato alla Vergine Maria a dirle il nostro grazie, attraverso l’Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. E stasera, penso proprio che, tra le preghiere che vi suggerirò, sicuramente reciteremo (sia stasera, sia domani, a Dio piacendo) l’Atto di Consacrazione ai Sacratissimi Cuori di Gesù e Maria.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.