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L’esame pratico – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.75

L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati - San Manuel Gonzales Garcia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: L’esame pratico – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.75
Lunedì 3 giugno 2024 – San Carlo Lwang e Compagni, Martiri

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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PRIMA LETTURA (2 Pt 1, 1-7)

Carissimi, grazia e pace siano concesse a voi in abbondanza mediante la conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro.
La sua potenza divina ci ha donato tutto quello che è necessario per una vita vissuta santamente, grazie alla conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua potenza e gloria. Con questo egli ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro mezzo diventiate partecipi della natura divina, sfuggendo alla corruzione, che è nel mondo a causa della concupiscenza.
Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 3 giugno 2024. Oggi festeggiamo san Carlo Lwanga e compagni, martiri.

Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi, tratta dalla seconda lettera di san Pietro apostolo, capitolo primo, versetti 1-7.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Siamo arrivati a pagina 156, vediamo il paragrafo di oggi che si intitola:

La presenza spirituale

Ma andiamo avanti in questo desolato interrogatorio: quel cinque, dieci, venti per cento di coloro che si recano ogni giorno, o molto frequentemente, al loro Tabernacolo e gli danno l’aspetto e quasi il titolo di Tabernacolo accompagnato, ossequia e onora il Gesù che vi abita, con tutta la presenza che Egli ha il diritto di attendersi e che essi hanno l’obbligo di offrire? Ed ecco alcune domande: Gesù è nel Tabernacolo, non in alcuni momenti del giorno o della notte, ma ogni minuto del giorno e della notte… e non è nella rappresentazione di un’immagine o in una reliquia del suo corpo o in una parola della sua bocca, ma è presente, intero e vivo in Corpo, Sangue, Anima e Divinità… Ebbene, non domando se coloro che conoscono questa dolcissima presenza di tutto Gesù nel suo Tabernacolo, gli corrispondono con la loro perenne presenza di corpo e di anima, so già che non può essere, né Lui lo esige, ma solo questo chiedo: coloro che conoscono la reale e perenne Presenza di Gesù nel Tabernacolo, corrispondono a Lui con tutta la presenza corporale e spirituale, compatibile con le loro altre occupazioni? Se l’amore si rallegra della presenza, coloro che affermano di amare Gesù Sacramentato con tutta l’anima e al di sopra di ogni cosa, trascorrono più tempo con Lui che con altre persone e cose che affermano di amare meno di Lui? So già che, anche se lo volessimo, non potremmo dare al nostro Tabernacolo tutta la presenza corporale che Egli merita e che ha guadagnato con la sua permanente presenza corporale in esso; la difficoltà del tempo, della distanza, delle occupazioni, della porta chiusa della Chiesa, della salute, ecc., ecc., limita certamente la soddisfazione dei nostri desideri… Però torno a domandare: se al posto di questo nome “Casa di Gesù Sacramentato” mettessimo quest’altro: “Casa dei miei figli, di mia moglie o di mio marito, del mio amico, della mia attività o del mio divertimento”, domando: lascerei di visitarla e di frequentarla nella stessa misura in cui quelle difficoltà mi impediscono di visitare il mio Tabernacolo? Ancora una domanda: Do per certe e insormontabili tutte le difficoltà che diminuiscono la mia presenza corporale davanti al Tabernacolo; ma con la mia presenza spirituale o in spirito chi può interferire? Lavorare, camminare, riposare, ridere, piangere di fronte al Tabernacolo, guardandolo come se fossi davanti ad esso… possono esserci molte difficoltà esteriori per far questo? Coloro che si amano veramente non vivono forse in quella presenza reciproca, spirituale, nonostante le difficoltà del tempo, della distanza e del lavoro?

Anime che vi comunicate quotidianamente e che ogni giorno visitate il Tabernacolo di Gesù, portate con voi queste domande durante una di queste visite, e lì, guardando attentamente la porticina che lo racchiude notte e giorno, mesi e anni, cominciate a rispondere… Quanto vi sarà utile un esame pratico su questo punto: Do tutta la compagnia di presenza corporale e spirituale che devo e posso a Gesù, realmente e perennemente presente nel mio Tabernacolo? Non devo pentirmi di nessun abbandono…?

Vediamo nel dettaglio queste domande che, come avete capito, sono domande che mettono tutti in discussione, a partire da me, ovviamente. Sono domande che — lui ha ragione — ci farebbe bene portare davanti al Tabernacolo.

Vediamo, cominciamo dalla prima. Gesù è nel Tabernacolo, non in alcuni momenti, ma sempre, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Coloro che conoscono la reale perenne presenza di Gesù nel Tabernacolo, corrispondono a Lui con tutta la presenza corporale e spirituale, compatibile con le loro occupazioni? S. Manuel chiede se c’è questa corrispondenza: Gesù è presente per me lì, sempre e totalmente, e io sono presente totalmente, e io sono totalmente corrispondente a questa presenza? Prima domanda.

Seconda domanda: «Se l’amore si rallegra della presenza, coloro che affermano di amare Gesù Sacramentato con tutta l’anima e al di sopra di ogni cosa, trascorrono più tempo con Lui che con altre persone e cose che affermano di amare meno di Lui?» Noi diciamo di amare Gesù sopra ogni cosa, allora dovremmo trascorrere più tempo con Lui che con tutto il resto; è vero questo? Noi diciamo di amare le persone meno di Gesù e amare le cose meno di Gesù. Quanto tempo dedichiamo alle cose? Quanto tempo dedichiamo a Gesù? Quanto tempo trascorriamo con Gesù? E guardate, si potrebbe benissimo prendere un foglietto di carta e scriverlo, proprio per capire.

San Manuel dice che ci sono delle difficoltà di tempo, di distanza, di occupazione, la porta chiusa della Chiesa, la salute; ci sono delle difficoltà oggettive, che non ci permettono di dare, al nostro Tabernacolo, tutta la nostra presenza corporale che merita. Questo è vero, è oggettivo, però lui dice: «se al posto di questo nome “Casa di Gesù Sacramentato” mettessimo quest’altro: “Casa dei miei figli, di mia moglie o di mio marito, del mio amico, della mia attività o del mio divertimento”, domando: lascerei di visitarla e di frequentarla nella stessa misura in cui quelle difficoltà mi impediscono di visitare il mio Tabernacolo?».

Questa è una domanda che credo sia molto utile. S. Manuel dice che concretamente ci sono delle difficoltà e quindi non posso dare quella presenza corporale che dovrei (e, speriamo, vorrei); però, se al posto del Tabernacolo — che per tutte le difficoltà che abbiamo citato, non posso andare fisicamente a visitare — ci fosse: la casa dei miei figli, ci fosse mio figlio, ci fosse mia moglie, mio marito, il mio amico, la mia attività, il mio lavoro, il mio divertimento, avrei le stesse difficoltà? Sarebbero insormontabili comunque? Questa difficoltà, questo limite che mi impedisce di andare a fare compagnia a Gesù nel Tabernacolo, mi impedirebbe anche di andare a trovare il mio migliore amico, di stare insieme alla mia fidanzata / al mio fidanzato, di andare a fare il mio sport preferito, di fare il mio divertimento preferito? Sarebbe la stessa cosa? Quell’impedimento è insormontabile, qualunque sia la cosa o la persona che dovrei frequentare?

San Manuel chiede: è così? Oppure: per Gesù, per andare a trovare Gesù, a far compagnia a Gesù, quell’impedimento è insormontabile; ma se al posto di dover andare a trovare Gesù, ci fosse il dover andare a trovare mio figlio, la mia fidanzata, fare il mio sport, fare il mio lavoro, “le mie cose”, questo impedimento, beh, insomma, non sarebbe proprio insormontabile, riuscirei a trovare una soluzione. Ecco, se è così, dobbiamo dircelo.

Terza domanda: «Do per certe e insormontabili tutte le difficoltà che diminuiscono la mia presenza corporale davanti al Tabernacolo; ma con la mia presenza spirituale, o in spirito, chi può interferire?». Quindi, ammettiamo che ci sono delle insormontabili difficoltà per la presenza corporale, ma per la presenza spirituale? Ci possono essere delle difficoltà esteriori: se sto camminando, se sto lavorando, se sto facendo non so quali altre cose, non posso andare fisicamente al Tabernacolo; ma posso fare tutto quello che faccio portandomi spiritualmente davanti al Tabernacolo. Questo lo posso fare, chi me lo impedisce? Chi mi impedisce di lavorare, camminare, riposare, ridere, piangere, di fronte al Tabernacolo, spiritualmente?

Tra l’altro, voi sapete, che in streaming ci sono tantissimi link a cui ci si può collegare, perché tante chiese o capelline, dove c’è l’adorazione eucaristica perpetua, fanno un collegamento 24 ore su 24. Quindi, sparsi in tutto il mondo, uno si può collegare mentre è in ufficio, fa un riquadro piccolino e si collega e appare sul suo computer l’adorazione eucaristica in streaming. Si può fare, chi lo impedisce? Avere sul proprio computer, al lavoro, un francobollo, un quadratino — in alto a destra, a sinistra in basso, dove volete — dove voi siete collegati all’adorazione, e intanto fate le vostre cose: studiate, lavorate, parlate al telefono, ridete, di fronte al Tabernacolo, come se foste davanti ad esso. Beh, al tempo di S. Manuel questa possibilità non c’era, adesso c’è. Io posso essere in casa mia, fare i mestieri, stirare, cucinare, posso fare tutto quello che voglio, mi metto il mio cellulare, il mio iPad, quello che è, me lo metto lì, dove cucino, mi apro il link dell’adorazione eucaristica e faccio quelle cose con Gesù esposto. Certo, non sono fisicamente presente, ma spiritualmente sì, ci sono, niente mi può impedire questo. Tra l’altro, alle volte, si vede il sacerdote che mette l’ostia o che la toglie perché deve dire la Messa, poi si vede che vanno a cambiare i fiori, che puliscono un po’… si vede che c’è un movimento, non è un’immagine morta, non è una foto, è proprio una ripresa video costante, si vede vita che gira attorno a quella adorazione eucaristica. 

Anche se sto camminando, se sto andando a prendere il treno, spiritualmente posso raccogliermi e portarmi davanti al Tabernacolo della mia parrocchia. Questo, spiritualmente lo posso sempre fare, chi me lo impedisce?

San Manuel dice: «portate con voi queste domande» — certo, dobbiamo portarle con noi — «portate con voi queste domande durante una di queste visite, e lì, guardando attentamente la porticina che lo racchiude notte e giorno, mesi e anni, cominciate a rispondere…» 

Ecco, a me viene da dire: quando verrete — sperando che verrete — il 7 di giugno a fare la nostra adorazione eucaristica notturna, portate queste domande e anche quelle che seguono. Portate queste domande davanti a Gesù — lì non ci sarà la porticina, lì ci sarà proprio Gesù esposto solennemente sull’altare — e cominciate a rispondere, cominciamo a rispondere a queste domande; cominciamo proprio da affrontarle e dire: “Che cambio di vita posso fare a questo punto? Come posso impostare, da domani mattina in poi, la mia vita eucaristica, perché sia veramente una vita eucaristica notte e giorno?

Vado a riposare, vado a dormire, e perché non posso portarmi con la mia anima davanti al Tabernacolo e dire: Gesù, io adesso vado a dormire fisicamente, ma la mia anima è qui, tutta la notte, a tenerti compagnia, anche se io fisicamente riposo. Perché no? 

Abbiamo questa grazia di poter passare una notte intera davanti a Gesù. Come vi ho già detto, c’è ampia possibilità di parcheggio, qualcuno mi ha chiesto se sia possibile parcheggiare il camper nei pressi del convento. Certo, c’è un parcheggio amplissimo; peraltro, il giorno dopo è sabato, quindi, non c’è neanche il problema della gente che va a lavorare, avete tutto il parcheggio per voi, un parcheggio molto ampio, chiuso dai muri del convento, quindi è proprio un bel parcheggio, e chi vuol venire col camper può farlo, perché no? 

Come già vi dicevo, se questa esperienza riscuote da parte vostra un ampio successo, sarà molto più facile riproporla; sarà molto più facile dire: “Beh, visto che è venuta così bene, perché non fare prossimamente un’altra esperienza del genere?” Capite? È logico no, che lo capite benissimo anche voi, tutti noi lo capiamo. Se una cosa funziona, se una cosa riscuote una risposta ampia e condivisa, è chiaro che poi è anche più spontaneo dirsi, tra noi sacerdoti: “Beh, allora rifacciamolo, non aspettiamo l’anno prossimo alla solennità del Sacro Cuore di Gesù, si può fare molto prima, la si può fare molto più frequentemente, perché la risposta che ha ottenuto è una risposta ampia”.

E poi la si può organizzare ancora meglio, perché poi, sapete: da cosa nasce cosa. Ecco perché io fino all’ultimo giorno, fino al 6, o al 7 stesso, continuerò ogni giorno a ricordarvi questo appuntamento, perché veramente, credetemi, lo ritengo importantissimo. E più leggo con voi san Manuel González, più mi sembra che questa sia la via. 

So che tanti di voi hanno comprato il libro — adesso però mi han detto che è andato nuovamente in esaurimento — chi l’ha comprato lo porti, perché mi sembra proprio un momento opportuno di portare questo libro davanti a Gesù Eucarestia, anche per ringraziare San Manuel e dire: san Manuel, siamo qui tutti con il tuo libro; grazie. Grazie che l’hai scritto, grazie per la fatica che hai dedicato, grazie che ci hai fatto conoscere tutte queste belle riflessioni.

E poi san Manuel scrive: «Do tutta la compagnia di presenza corporale e spirituale che devo e posso a Gesù?» quindi, sia quella corporale che quella spirituale. Quella corporale: tanto quanto posso, tutto quello che posso; e quella spirituale, come vi ho detto, la posso fare sempre. 

Poi: «Non devo pentirmi di nessun abbandono…?». E qui credo che un po’ tutti dobbiamo pentirci di qualche abbandono. Ecco: pentirci per non rattristare più il Signore, per essere veramente i suoi amici. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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