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La testimonianza della buona coscienza

Gesù guarda in alto

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 12 ottobre 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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LA TESTIMONIANZA DELLA BUONA COSCIENZA

Eccoci giunti a lunedì 12 ottobre 2020, abbiamo ascoltato il Vangelo di oggi tratto dal cap. XI di San Luca.

Le folle si accalcano attorno a Gesù e Gesù non cerca di circuirle, di conquistarle, di andargli incontro facendo loro un discorso morbido, politicamente corretto, pacifico.

“Questa generazione è una generazione malvagia”

Non so se noi siamo abituati nella nostra vita ad avere a che fare con la chiarezza, un tempo si diceva: “pane al pane, vino al vino”

Avere davanti una persona che chiama le cose con il loro nome, che dice quello che pensa sempre, una persona che non fa giri di parole, e se deve chiamare il male, male, lo chiama tale.

“Questa generazione è una generazione malvagia”

Parole più sintetiche, più sferzanti e più dure di queste non poteva dirle Gesù. E’ raro trovare persone che imitino, che seguano l’esempio di Gesù, che siano così vere. Si ha spesso a che fare con persone  che ti lusingano e fanno giri di parole.

Cosa pensano le persone che abbiamo accanto? Cosa pensano veramente nel loro cuore? Che cosa hanno veramente nel loro cuore? Che cosa cercano veramente nel loro cuore? Qual è il pensiero radicale che li muove quando chiamano, quando scrivono, quando ti cercano, quando ti parlano, che cosa hanno nel cuore, che cosa portano nel cuore?

Ce lo siamo mai chiesti?

Gesù porta nel cuore solo l’amore, solo il voler fare del bene, il voler condurre l’uomo a sé, al suo Creatore, Gesù è immediatezza, semplicità, Verità.

Ma noi quanti secondi fini portiamo nel cuore? E quante volte facciamo buon viso e cattivo gioco? Quante volte sorridiamo quando invece vorremmo fare altro, fuggire, arrabbiarci, insultare, disprezzare, criticare?

Lo capiamo perché poi appena la persona si gira, se ne va, non è più presente, subito si comincia a sparlare, ma noi questo sparlare lo chiamiamo confronto. La mormorazione oggi si chiama confronto, non si chiama più mormorazione.

“Noi ci parliamo per confrontarci. Noi parliamo male dell’altro, diciamo quello che di negativo pensiamo, per avere una luce, per essere illuminati, per avere un parere, per correggere il nostro pensiero, ma non perché vogliamo parlare male”

Ma se noi volessimo veramente queste cose, e se questa persona non è morta, perché non farlo direttamente con il soggetto? Perché non parlare direttamente col marito, con la moglie, con i figli, con l’amico, con l’amica, col collega? Perché non dire chiaramente il pensiero?

Sarebbe sicuramente più istruttivo, più proficuo, più vero, più da Gesù, più cristiano.

“Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.”

E’ un grido di amarezza di Gesù, di tristezza, di delusione. Questi vanno a cercare segni, come noi che siamo sempre alla ricerca di segni.

“Il Signore mi parla, mi dice, mi dà un segno, mi ha fatto capire, per la strada ho trovato una rosa, un altro segno..”

Noi abbiamo tanti di quei segni perché noi siamo alla ricerca di segni, perché noi non vogliamo vivere nel Mistero di Dio, noi non vogliamo stare nel silenzio di Dio, non vogliamo abitare l’indefinibile, l’inconoscibile, l’ineffabile. No. Noi vogliamo possedere Dio. E allora vogliamo segni.

  • Ma i segni bastano?

No, perché ogni segno finisce, e fa venire fame di un altro segno, perché quello è il segno di ciò che c’è stato, non di ciò che sarà. Il segno per ciò che c’è stato è fino a oggi, ma tra due minuti ci vuole un altro segno, e come un tossicodipendente, come un “segnodipendente” andiamo in cerca di segni.

“La nuvole che prende una forma, la luce che appare, il riflesso..”

Gesù dice:

“Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.”

  • Perché voi non mi ascoltate? Perché voi non godete di questa mia presenza e non la vedete?

Noi cerchiamo segni che piacciono a noi, che vogliamo noi, secondo il nostro uso e consumo, secondo il nostro gusto, secondo le nostre attese e aspettative, e non sappiamo cogliere i segni che Dio vuole darci e che ci dà.

Lui è il primo segno.

Come trattiamo la Presenza di Gesù nella nostra vita? La Presenza di Gesù nell’Eucarestia, nel Tabernacolo, da vivere e da incontrare nella preghiera?

La Regina del sud si alzerà e condannerà.

  • Perché?

Perché lei ha fatto, per molto meno, quello che noi non facciamo per molto di più. E così non sappiamo cogliere nella nostra vita il momento  presente, gli eventi grandiosi che abbiamo, che poi passano. Noi siamo alla ricerca di altro. Poi piangiamo perché non abbiamo più, perché vorremmo avere, perché il Signore ci ha portato via quella persona, quella situazione, quelle cose, quegli eventi.

Ma questo vuol dire fidarsi, affidarsi alla Volontà di Dio? Fidarsi della Sapienza, della Divina Provvidenza?

Invece di piangere dopo, quando non abbiamo più quella situazione, quella persona, quelle persone, pensate alla figura della mamma e del papà per esempio, invece di piangere dopo e di portare i fiori alla tomba, che è importante, ma cerchiamo di vivere prima, di sfruttare prima l’occasione che abbiamo di avere accanto quelle persone, di saper sfruttare il momento presente, quello che Dio ci dona oggi, fino in fondo. Non viviamo come dei frustrati che vivono nel ricordo, nella nostalgia del passato, in quello che era e non è più, in quello che ora vorremmo avere e non abbiamo. Il passato non c’è più, guardiamo il momento presente. Questo momento presente lo ha fatto Dio esattamente come ha fatto il momento passato.

Quel momento passato come lo hai vissuto? Lo hai vissuto in pienezza? Totalmente? Ci sei sempre stato? Lo hai vissuto bene?

Ninive si è convertita alla predicazione di Giona.

“Essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona”

C’è molto più di Giona, e questi si convertono? Colgono l’occasione per questa conversione?

Ma quando noi moriremo, e moriremo tutti, che cosa racconteremo a Dio? Che cosa gli diremo? Tutte le occasioni che abbiamo avuto come le abbiamo vissute? Tutte le opportunità che Dio ci ha dato, tutti i segni che Lui ha voluto darci, noi come li abbiamo vissuti?

Penso che di fatto questa sia la domanda essenziale che dobbiamo portarci dentro.

C’è un testo di Santa Teresa D’Avila che dice così:

“Figlia mia, la luce è molto diversa dalle tenebre. Io sono fedele. Nessuno si perderà senza saperlo. S’ingannerà chi si ritenga sicuro a motivo delle consolazioni spirituali. La vera sicurezza sta nella testimonianza della buona coscienza, ma nessuno pensi di poter vivere nella luce con le sole sue forze, così come non potrebbe evitare il sopraggiungere della notte, perché la grazia è opera mia. Il mezzo migliore per trattenere la luce è capire che essa viene da Me e che l’anima è del tutto impotente a tale riguardo. Infatti, anche se ne gode, basta che per un attimo io mi allontani, perché si faccia notte. La vera umiltà consiste, per l’anima, nel conoscere quello che essa può e quello che posso Io”

Parole bellissime di Gesù a Santa Teresa, questo vorrei dire:

“La vera sicurezza sta nella testimonianza della buona coscienza”

Noi lo sappiamo quando la nostra coscienza ci dice che non va bene, che è male, noi lo sappiamo. Lo sentiamo quando ci stiamo perdendo.

Chiediamo al Signore la grazia in questo giorno di maturare una vera e buona coscienza, di illuminarla tanto, e di aiutarci ad essere persone che sanno corrispondere al loro Dio sempre, con un grande amore e una grande conversione.

E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo.

Lunedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

VANGELO (Lc 11,29-32)
Non sarà dato alcun segno a questa generazione, se non il segno di Giona.

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

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