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La Messa parrocchiale – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.68

L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati - San Manuel Gonzales Garcia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: La Messa parrocchiale – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.68
Lunedì 27 maggio 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mc 10, 17-27)

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 27 maggio 2024. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal decimo capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 17-27. 

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Siamo arrivati a pagina 135.

La Comunione nella Messa parrocchiale

E il frutto di queste disposizioni diventa ancor più prezioso se la Messa a cui si assiste è quella solenne che il parroco celebra ogni domenica e giorno festivo per il suo popolo e alla quale il fedele partecipa attivamente come vuole la Chiesa. — non dimentichiamoci il periodo in cui scrive san Manuel; credo che forse siano cambiate un po’ di cose — Quale bella e viva rappresentazione dell’unità, della santità e della cattolicità della Chiesa è l’unione e la collaborazione attiva dei fedeli con il loro Pastore nell’atto centrale ed essenziale del culto, l’offerta del Sacrificio alla maggior gloria di Dio, ovvero nella partecipazione ad esso attraverso la Comunione, che è la maggior grazia di Dio! Assista il più gran numero di parrocchiani possibile, altolocati e non, occupati e disoccupati, alla Messa parrocchiale, prenda parte al canto, si adorni e si riempia di purificazione delle proprie colpe, di illuminazione grazie alla predicazione degli Inviati di Dio, di rinuncia a tutto ciò che è proprio, di immolazione del cuore e della vita con Gesù Immolato, di unione a Lui attraverso la Comunione e ringraziamento per il Sacrificio e della di Lui partecipazione, come insegna e pratica la sua Liturgia… e così facendo la Comunità cristiana farà passi da gigante, non solo nella perfezione individuale, ma anche nella pace, carità e giustizia sociale.

San Manuel ci dice l’importanza di partecipare alla Messa parrocchiale. Certo, so che molti di voi adesso diranno o penseranno: “È vero padre, ma se non c’è? E se noi la domenica non abbiamo neanche una Messa? Non c’è più la Messa, nella nostra parrocchia!”. Magari non c’è più neanche la parrocchia e quindi ci sono zone dove la Messa, la domenica, non viene più celebrata. Non dico durante la settimana che, ormai, in tanti posti non c’è più, ma neanche la domenica, neanche una. E lo dico perché ricevo le vostre e-mail, i vostri messaggi, e so che per tantissimi di voi, giustamente, è una grandissima sofferenza. 

Non tutti possono permettersi di fare i chilometri per andare in un’altra parrocchia; le persone anziane, le persone malate e le persone che non hanno la macchina non possono… perché comunque la macchina è un bene di lusso, sapete? Oltre ad inquinare — certamente — è un bene di lusso, non tutti possono permettersi la macchina; costa, la macchina! Oltre all’acquisto, costa: il mantenimento, la benzina, l’assicurazione, il meccanico e quant’altro. Mio nonno diceva: “La macchina è un debito”, è vero, è un debito. E chi non ce l’ha, non può prendere la bicicletta o, peggio, andare a piedi; anche perché una persona anziana non può andare in bicicletta a fare trenta o quaranta chilometri, è impossibile! E quando piove? E quando c’è la neve? E quando ci sono questi diluvi che vengono dal cielo, questi acquazzoni terribili, questi temporali che allagano mezza Italia, cosa fa? Prende la bicicletta e deve fare chilometri e chilometri e chilometri per andare a Messa? Non può! Non è umanamente possibile! E quindi rimane senza Messa.

E poi pensiamo anche solo cosa voglia dire, per questi fratelli e sorelle nella fede, vedere la propria chiesa chiusa. Sapete, molti altri di noi sono abituati a uscire di casa — non so, vanno a fare la spesa, vanno al lavoro — e sanno che in quella chiesa c’è il sacerdote, quantomeno in alcuni orari; o che in quella casa parrocchiale abita il sacerdote: c’è! Anche questo è un conforto che non tutti hanno! Ci sono case parrocchiali abbandonate, perché magari c’è un sacerdote per tre/quattro/cinque parrocchie, e — siccome non è così diffuso il dono della bilocazione — questo vuol dire che  non può abitare contemporaneamente in cinque canoniche diverse. 

Quindi, quello che scrive san Manuel González sembra qualcosa di tanto lontano; di tanto bello, di tanto vero, ma di tanto lontano, che magari qualcuno di noi non ha neanche mai conosciuto; pensiamo alle persone più giovani, per esempio. E quindi, certi doni, come questo, vanno conservati. Avere la possibilità di una Santa Messa almeno domenicale, poi se ce l’abbiamo anche durante la settimana: mamma mia! Avere la possibilità di confessarsi, sapere che c’è la disponibilità di un sacerdote alla confessione. Per chi ha questo dono, quanto dovrebbe cambiare la nostra vita! Perché probabilmente, nel giorno del giudizio, ci verrà chiesto conto di cosa abbiamo fatto di questi doni, di come li abbiamo usati, rispetto a tanti altri che non li hanno più, o non li hanno mai avuti.

Quindi mi viene da dire: quest’oggi fermiamoci a riflettere su questa grazia, per chi ce l’ha, e a pregare per chi non ce l’ha più; perché si può capire molto bene quale sia la sofferenza di questi cristiani. Quanti vorrebbero poter avere quelle belle processioni mariane (penso che molti di voi le ricordino), in questo periodo c’è il Corpus Domini, quelle belle processioni cittadine nei paesi con l’ostensorio, con l’Eucarestia, con i bambini davanti che gettavano i petali di rose al passaggio del sacerdote con l’ostensorio; nei mesi di maggio, quando ci si trovava nei condomini, nelle cascine, nelle case, nelle ville o in alcuni punti delle strade del paese o della città. Oppure in città si facevano questi mini-pellegrinaggi, penso a Milano per raggiungere il Duomo, magari recitando il Rosario. Oppure per raggiungere altri santuari vicini. Bei tempi!

Si, probabilmente, da qualche parte, ancora qualcosa si è conservato, ma non è più così diffuso come un tempo. Ad esempio, dove sono vissuto io, so che non si fa più. Nel posto dove sono vissuto io, mi ricordo che, a maggio, si scendeva di casa alla sera a dire insieme il Rosario i bambini, le famiglie; poi noi giocavamo — perché per i bambini, sapete, è sacro, il gioco — però pregavamo, avevamo tutti la nostra corona del Rosario, dicevamo il Rosario tutti insieme e poi noi andavamo a giocare perché ormai a maggio avevamo già abbastanza caldo (a quei tempi anche il clima era diverso, quindi maggio era maggio, non era novembre), poi le giornate erano lunghe, c’era ancora la luce, quindi si giocava volentieri: anche se poi si andava a scuola, però si giocava un po’. Adesso passi per le vie e c’è un gran silenzio: tutti chiusi e rintanati nelle proprie case. Prova tu, in alcuni posti, a dire: adesso facciamo una processione cittadina… Si sono perse queste sante e belle abitudini, che non sono devozionistiche, ma sono devozionali; che rinsaldano i rapporti nella comunità, perché pregare insieme è diverso che pregare da soli, molto diverso.

Allora vi ricordo il nostro bellissimo appuntamento, che avremo il giorno del Sacratissimo Cuore di Gesù — il 7 di giugno alle 19:30, presso il Carmelo di Monza, in via Cesare Battisti 52 — dove faremo la Santa Messa solenne in onore del Sacrassimo Cuore di Gesù, poi l’adorazione eucaristica tutta la notte, e poi la Santa Messa del mattino, del sabato, alle 7:30, in onore al Cuore Immacolato di Maria. Sono ormai quasi quattro anni che non faccio più e che non vivo più un’adorazione eucaristica notturna perché a Roma non è stato poi possibile farla. E, quindi, veramente con tanta emozione, tanto, tanto, tanto, tanto ringraziamento a Dio per questo dono che mi concede — a Dio piacendo, se sono ancora vivo il 7 — di poter rivivere dopo tanti anni. Per me son tanti! Voi direte: “Vabbè, ma padre, quattro anni non sono niente!”; dipende, dipende, dipende da tante cose. Quattro anni possono essere un’eternità.

Poter rivivere, poi, nel Sacratissimo Cuore di Gesù e nel Cuore Immacolato di Maria, questo momento così bello, come l’adorazione notturna… 

Potremo veramente godere del nostro Gesù, potremo veramente goderlo profondamente, proprio: godere profondamente e radicalmente di lui. Sarà proprio qualcosa di bellissimo, come fu, come sempre è stato. Tutte le adorazioni eucaristiche notturne che ho fatto nella mia vita sono sempre state tutte estremamente belle e significative.

Io vi aspetto numerosi, siate generosi con i Sacri Cuori, e viviamo bene questo momento; e poi vi aspetto al ritiro che faremo a luglio, al quale vi invito ad iscrivervi e vi invito a diffonderlo, a venire, a esserci. Uno magari dice: “Eh, ma io magari posso un giorno, non tutti”; e vieni quel giorno che puoi! Però iscriviti; iscriviti, perché ci serve. Voi direte: “Ma perché serve iscriverci?” Perché ci sarà una sorpresa, che sapranno coloro che si iscrivono. Quando vi iscriverete, vi verrà fatta una domanda precisa — a chi si è già iscritto non è ancora stata fatta, perché in questi tempi la stiamo concludendo, diciamo così, ma comunque vi verrà fatta o vi è stata fatta in questi giorni; adesso non so come si sono mossi gli altri organizzatori che mi aiutano — perché ci sarà un dono, un dono bello, credo molto bello, e quindi dobbiamo sapere quanti siete e, poi, se lo volete, questo dono; un dono che rimanga a perpetua memoria; ed è un dono anche che serve da testimonianza per coloro che vi incontreranno, molto visibile e molto bello, molto elegante, molto bello.

Ecco, allora: iscrivetevi, venite, venite con qualche amico o amica. Diffondetelo tra tutti, non dico tra i giovani, “tutti”, perché non solo i giovani hanno l’anima; tutti abbiamo un’anima, anche le persone un po’ più avanti negli anni. Iscrivetevi, è aperto veramente a tutti: sacerdoti, suore, frati, preti, sposati, non sposati, mamme, non mamme, sani, non sani, tutti! Aperto a tutti! Perché sarà una riflessione proprio sulla nostra vocazione, sulla preghiera e sulla nostra vocazione alla santità. Poi, certo, anche, per chi vorrà, per chi ha bisogno, un discernimento magari più preciso, però è aperta proprio tutti, perché è a 360 gradi, e poi ci sarà la vestizione degli scapolari per chi non l’ha ancora ricevuto. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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