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Riconoscere Gesù davanti a tutti

Gesù trionfante

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 16 ottobre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Riconoscere Gesù davanti a tutti

Eccoci giunti a sabato 16 ottobre 2021. Ricordiamo oggi Santa Margherita Maria Alacoque, Vergine, grande Apostola del Sacratissimo Cuore di Gesù. Consiglio a tutti la lettura stupenda della sua autobiografia, è breve ma è un testo per la vita spirituale assolutamente importante, è breve ma c’è dentro un grande insegnamento.

Il Vangelo della Santa Messa di oggi è tratto dal capitolo XII di San Luca, versetti 8-12. È un Vangelo in cui Gesù ci ricorda una cosa che, in teoria, non avrebbe avuto necessità di ricordare perché va da sé, però… 

“Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.”

È una questione di onestà. La misericordia non può mai essere: “Facciamo finta che non sia mai stato al di là del tuo pentimento”. Non può essere, perché sarebbe innanzitutto un atto di disonestà. Non è un fare la polvere, non è uno scrollare le spalle, non può essere, perché se no è evidente che questa cosa non è onesta, non è giusta ma non è neanche bella. Non saremmo contenti noi per primi se fosse così, perché vorrebbe dire che Gesù non dà nessun valore a chi invece vive conformemente a Lui, che quindi allora è irrilevante come vivi, è irrilevante la risposta d’amore. In ultima analisi questa idea di bontà di Dio è un’idea che offende Dio perché di fatto relativizza la sua Persona, il suo essere Dio e non dà nessun valore alle mie scelte, questo non è bello, non è giusto, non è onesto. Per questo dicevo che quello che dice Gesù qui, potevamo anche arrivarci da soli. In un rapporto di amicizia, in un rapporto d’amore, se tu non mi riconosci davanti agli altri vuol dire che allora ti vergogni, vuol dire che non siamo amici, e allora non puoi pensare che io poi ti riconosca davanti ai miei parenti, è ovvio. 

Perché Gesù ha sottolineato questa cosa?

Perché vedete l’onestà, l’ascolto sincero, la messa in discussione sincera, il confronto sincero, l’esame sincero della propria coscienza non è un’ evidenza così frequente, così diffusa, non lo è. 

Come si può dormire la notte quando la propria coscienza non è in pace?

Quando andavo in carcere — ero giovanissimo, quando ho iniziato avevo 22-23 anni — mi ricordo che il primo giorno che sono entrato, mi hanno portato solamente proprio all’inizio del carcere (ma avevo già passato almeno sei cancelli!) ero proprio all’inizio dove andavano gli avvocati a fare i colloqui, accompagnavo gli assistenti più esperti di me, più anziani di me, ero proprio alle prime armi, semplicemente stavo lì ad ascoltare, e mi ricordo che quando sono arrivato nella sala dedicata a noi, questa signora carissima che mi educò alla realtà del carcere, mi accompagnò — ci teneva tanto che io le parlassi di quello che sentivo, bravissima questa signora anziana, che adesso è morta, che ricorderò sempre per il suo amore grandissimo per i carcerati e per aver fatto innamorare anche me di questa bellissima opera di misericordia — mi ricordo che mi guardò, le si chiamava Giuseppina, e mi disse: “Giorgio – a quei tempi ero laico non ero ancora entrato in convento – va tutto bene?” 

E io li dissi: “No, mi sento svenire”.

“Tranquillo, è normale Giorgio”.

“Signora, mi manca l’aria, io non respiro più”.

E lei mi disse: “Sì, qui dentro è normale. Vedrai che dopo ti abitui”.

E una delle cose che mi colpì fin da subito — anche se all’inizio conobbi solamente detenuti “comuni” (diciamo così) per reati piccoli, solo dopo incontrai quelli più seri — però sempre, in quei sei anni di servizio, una delle tante domande che portavo nel cuore era: “Come si fa — perché qualcuno riconosceva quello che aveva fatto — come faranno a dormire la notte pensando al male compiuto, alla sofferenza causata?” Pensate ad un omicidio dal quale non torni indietro più, come si fa? Tu la notte sei lì nel tuo letto da solo, come fai a non risentire, a non ripensare a quell’evento? Come fai a prendere sonno?

Quando noi ci disabituiamo ad ascoltare la nostra coscienza e a confessarci con frequenza, a metterci in discussione, a smascherarci da soli, a giocare al gioco di nascondino andandoci a cercare noi stessi, ci nascondiamo negli anfratti più oscuri della nostra interiorità, dopo ci disabituiamo dal lasciarci pungere dalla coscienza perché non la vogliamo più sentire. Ecco perché Gesù ritorna a dire una cosa che è ovvia, che è normale, a dire: “Guarda che se tu non mi riconoscerai, neanche io ti riconoscerò”.

Perché vuol dire che non c’è niente. Che cosa devo riconoscere in te se tu hai rinnegato la nostra amicizia, il nostro rapporto, il nostro stare insieme? Che cosa dovrei conoscere? 

Questo, che tu hai rinnegato, tutto ciò che io ti ho offerto.

E per che cosa? Per chi?

Abbiamo tanta paura del giudizio delle persone, di quello che pensano le persone, di quello che dicono le persone, degli sguardi, delle chiacchiere, delle mormorazioni, delle calunnie, dei pettegolezzi. Abbiamo tanta paura di tutto questo, però non ci dimentichiamo che in realtà l’unico giudizio che conta è quello di Dio, non ce n’è un altro.

È bella questa espressione:

“Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire… ”

Perché uno ci pensa: “Adesso che cosa mi chiederanno? Che cosa dovrò dire? Che cosa dovrò fare?”

Anche lì stai tranquillo.

Vedete come il Signore ritorna in questo “Non temete”. 

“Non aver paura di queste cose mondane, ci pensiamo Noi, tu preoccupati di vivere in amicizia con Me, di stare, di restare unito a Me.”

“Chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.”

Non è tanto da intendersi come una bestemmia verbalmente intesa, un’offesa, quanto un’opposizione, un misconoscimento dell’opera dello Spirito Santo, che è innanzitutto Gesù, ecco perché Gesù la mette qua, subito dopo il rinnegamento, subito dopo il “non mi riconoscerà”, perché non riconoscere Gesù vuol dire rinnegare lo Spirito Santo, vuol dire non riconoscere l’opera per eccellenza dello Spirito Santo che è tutta la missione di Gesù, tutto il testamento di Gesù, Lui ci lascia il Suo Spirito. 

È chiaro, come fa ad essere perdonata questa colpa?

Vuol dire un’opposizione radicale, un no radicale a Dio, e questa cosa è brutta, perché per uno che ha dato la vita, vedersi preferire altro e altri, non è bello, e Gesù rimane lì in silenzio.

Alle volte penso che se avessimo la possibilità una volta sola di vedere proprio Gesù fisicamente, di ascoltare qualche Sua Parola, credo proprio che tante idee che abbiamo nella testa, crollerebbero. Allora impariamo a riconoscere l’unico, costante, eterno amore della nostra vita, Gesù di Nazareth.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

VANGELO (Lc 12, 8-12)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

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