Scroll Top

Andiamo tutti a Betel…

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 5 luglio 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Scarica il testo della meditazione

Andiamo tutti a Betel…

Eccoci giunti a lunedì 5 luglio 2021. Abbiamo appena ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal capitolo XXVIII di Genesi versetti 10-22.

Voi mi chiederete o forse vi starete chiedendo per quale motivo ho scelto di leggervi questo testo, può darsi che qualcuno si chieda qual è la ragione. La ragione è legata al fatto che forse anche noi abbiamo bisogno di trovare nella nostra vita un Betel, un luogo terribile, un luogo che per noi è la Casa di Dio, che è la Porta del Cielo.

«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo».

Bellissima questa espressione. Un luogo memoria, un luogo da ungere con l’olio della memoria, denso di promessa, di incontro, un luogo dinamico, perché avete visto che c’è un andare e un venire, un salire e un scendere, c’è una scala, ci sono presenze, ci sono Angeli, e c’è Dio, che appena può, appena gli uomini hanno un briciolo di fede, Dio fa delle promesse meravigliose, Dio è proprio l’inaspettato per eccellenza.

“Quanto è terribile questo luogo!”

“Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo”

Sarebbe bello se noi potessimo scrivere sul Tabernacolo della nostra Chiesa: “Betel, il luogo, la porta del Cielo, il luogo terribile, la Casa di Dio”.

Come non pensare al Tabernacolo che per noi è Betel per eccellenza, dovrebbe essere Betel per eccellenza, dovrebbe essere per noi la porta sull’Eternità. Vi ricordate quando anni fa vi parlai proprio di questo del Tabernacolo come la porta sull’Eternità? Il Tabernacolo è la porta sul lato oscuro della luna, quello che è rivolto all’Infinito, all’Eterno, quello che non vede nessuno, se non coloro che abitano l’Eternità, è il lato oscuro della luna e noi potremmo dire che il Tabernacolo è la porta che apre su ciò che per noi è oscuro, perché noi non abitiamo quella luce, non siamo pronti per abitare quella luce. La luce o illumina o acceca. Però noi dobbiamo costruirci lì e dobbiamo sempre far riferimento a quel luogo. Mi verrebbe da dire che ci dobbiamo proprio dormire, che vuol dire che il nostro cuore ritorna assetato, affamato, stanco, sofferente, doloroso, addolorato, solo, abbandonato, crocifisso, malato e ritorna lì, sempre lì alla porta del Cielo, alla Casa di Dio. Ritorna lì. Sempre. E anche quando è a casa, il suo cuore e la sua mente anelano Betel.

“Cos’è che desideri?”

“Io desidero Betel”

“Dove vai?”

“Vado a Betel”

“Cosa fai oggi?”

“Oggi riposo un po’ a Betel”

Perché Dio veramente è con noi, Dio veramente è con te, ti protegge nel cammino della tua vita, in questo viaggio, e quando arriverà la fine, quando sarai su quel letto di morte, tu non devi temere. Noi non dobbiamo seguire la logica di questo mondo che ci fa aver paura della morte, perché noi siamo cristiani! Non dobbiamo temere la morte, dobbiamo temere il peccato, dobbiamo temere di offendere Dio, di perdere l’amicizia con Dio, di infrangere questa porta, dobbiamo temere di rinnegare questa porta, di abbandonare questa porta, non di morire, perché noi moriremo, tutti moriremo, chi per un verso, chi per un altro dobbiamo tutti morire. Questo mondo ci vuole terrorizzare, vuole terrorizzarci con la paura della morte, ma noi non dobbiamo avere paura della morte, perché la morte, comunque, è un passaggio e per colui che è credente la morte non è altro che un cambio di condizione, cioè un passare quella porta. Se tutta la mia vita l’ho passata di qua, ora quel segno diventerà realtà, io diventerò parte di quel sogno, entrerò nel lato oscuro della luna. Non dobbiamo vivere terrorizzati dalla morte, che sembra quasi che viviamo già morti, ancora prima di morire, pieni di paura, di angoscia, di terrore, di depressione. “Cosa ci accadrà?” Ma cosa ci può accadere?

“Se Dio sarà con me” 

dice Giacobbe e fece il suo voto a Betel.

Anche noi dobbiamo andare a Betel e fare questo voto: uscite, usciamo immediatamente oggi, andiamo al Tabernacolo e facciamo questo voto alla nostra Betel.

“Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio”

E Dio farà tutto questo. E noi ci dobbiamo fidare, dobbiamo proprio fidarci del Signore. Credere profondamente che a Betel noi dobbiamo andare.

“Dove stai andando?”

“A Betel. Devo andare a Betel”

Facciamo della nostra Chiesa, facciamo del nostro Tabernacolo, facciamo dell’Eucarestia, la nostra Porta del Cielo, perché lo è. Non dobbiamo avere paura di niente e di nessuno, se no facciamo cose che neanche sappiamo perché le stiamo facendo. 

Oggi una persona mi ha scritto: “Padre ho mangiato le more. Mi hanno detto di mangiare le more e ho mangiato le more. Mi hanno chiamato per mangiare le more e io le ho mangiate, ma adesso mi è venuto lo scrupolo! Non è che forse ho sbagliato a mangiare le more? Perché ho pensato che quelle more…”

Figlia mia, dovevi pensarci prima! Prima di compiere le scelte dobbiamo informarci, verificare, e studiare, non dopo.

“Ma io non lo sapevo, l’ho saputo dopo, nessuno me l’ha detto”

Come disse quel Padre esorcista a Padre Giorgio Maria che qui vi parla, quando gli dissi: 

“Ma Padre, ma se uno non sa queste cose, ma il demonio può fargli male lo stesso?”

E lui mi rispose: “Caro Padre, se le metto qui una bottiglia di acqua con dentro 5 gocce di veleno e lei non lo sa e lo beve, lei muore”

“Si Padre”

“Eppure non lo sapeva”

“È vero Padre”

“Ma lei muore lo stesso”

Non è più il tempo nel quale possiamo permetterci di non sapere, e mai, ve l’ho già detto mille volte, dobbiamo compiere un gesto, un’azione, una parola, un pensiero, senza sapere bene quello che stiamo facendo. Non si fanno gesti improvvidi, non si compiono scelte senza esserci consigliati. Io posso anche dire: “Non so tutto della coltivazione delle more”, certo, ma posso dire: “Conosco qualcuno che conosce bene la coltivazione delle more, aspetta che lo chiamo. Prima di andare a prendermene un chilo e mangiarmele tutte, aspetta che lo chiamo”

“Senti un po’, parliamo un po’ della coltivazione delle more, com’è che funzionano? Voglio capire bene se mi possono piacere oppure no”

“Aspetta che te ne parlo”

Uno potrebbe dire: “Pensa non lo sapevo, adesso che me l’hai detto, che so che tu con le more hai a che fare, adesso ci ho ripensato, non vado più a prendere le more anche se me le regalano” 

Scrive Suor Maria Antonietta Prevedello:

Dammi la Croce, o Signore! 

“Dammi la Croce, o Signore!”.

Lo so che la croce è martirio, e che il martirio, sebbene lo chieda a Te ogni mattina come grazia, mi spaventa.

Dammi la croce, ma dammi, o Gesù, la tua grazia; dammi la croce, ma dammi il tuo amore; dammi la croce, ma dammi la pazienza, il fervore, la costanza. 

Per favore dammi la croce, quella che pare a Te, quella che mi guiderà alla perfezione, alla santificazione, al tuo regno. 

Dammi la croce, ma che io, conoscendola, l’apprezzi, la tenga cara, la porti alta come vuoi tu; la tenga nascosta, tutta, nel cuore, perché Tu solo abbia la fragranza de’ miei sacrifici e delle mie pene. 

Così si chiede la Croce.

San Gaspare del Bufalo:

Le altre devozioni sono tutti mezzi a facilitare la pietà cattolica, ma questa si è la base, il sostegno, l’essenza. 

  “Salve, o Sangue Prezioso, che scaturisci dalle piaghe di nostro Signor Gesù Crocifisso e lavi i peccati di tutto il mondo!” 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

 

Lunedì della XIV settimana Tempo Ordinario – Anno B

PRIMA LETTURA (Gn 28, 10-22)

In quei giorni, Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo.
Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto».
Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo». Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo».
La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz.
Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio».

Post Correlati