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La direzione spirituale

Starec

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 19 gennaio 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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La direzione spirituale

Eccoci giunti a martedì 19 gennaio 2021, abbiamo appena letto il Vangelo di oggi, tratto dal cap. II, vv 23-28 di S.Marco.

Quest’oggi cominciamo a trattare un tema molto importante che è quello della Direzione Spirituale, che è ben diverso dall’accompagnamento spirituale. Abbiamo bisogno di padri spirituali e di essere figli, perché se noi non sperimentiamo l’essere figlio non potremo mai diventare fratelli e padri. Chi ha l’orticaria verso la Direzione Spirituale è perché non ha una grande voglia di essere figlio e di sicuro non sa essere fratello. Non dimenticate il peccato peggiore che abbiamo visto in questi giorni che è proprio quello dell’orgoglio.

Prendiamo il Vangelo di oggi:

«Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

Ci sono molti modi di intendere e interpretare questo versetto e da come interpretiamo questo versetto poi, di conseguenza, viene fuori l’indicazione per una vita.

Andiamo avanti con la lettura del nostro libro: “L’inconscio Spirituale” di J.C.Larchet che parla appunto della Direzione Spirituale:

“In relazione con l’argomento di cui qui ci occupiamo, cioè la terapeutica delle malattie psichiche legate alle malattie spirituali, la Confessione presenta molti vantaggi, per un verso essa permette, con l’assoluzione dei peccati di curare in maniera radicale il senso di colpa fondato oppure no che sia, e l’angoscia che ne deriva, che sono legate anche ad un certo numero di malattie psichiche. I peccati sono estinti e l’uomo ha la certezza del perdono da parte di Dio, per altro verso nella Confessione l’uomo riceve essendo esso un Sacramento, una grazia che l’aiuta a combattere contro il ritorno di quei medesimi peccati.”

C’è un legame tra peccato e angoscia, peccato e senso di colpa. Il senso di colpa è fondamentale, è giusto sentirsi in colpa quando si commette a qualcosa di male, senza ovviamente cadere nella disperazione. Anche San Pietro e il Re Davide hanno sentito l’angoscia e i sensi di colpa, così come tanti altri. Siamo strutturati così. Il peccato produce il senso di colpa e di angoscia, invece di rimuovere queste vere manifestazioni legate al peccato, occorre rimuovere il peccato. Rimuoviamo i peccati con la Confessione frequente, con l’esame di coscienza quotidiano. La Confessione non solo rimuove la causa del senso di colpa e dell’angoscia ma combatte anche, attraverso la grazia di Dio, il ritorno di quei peccati.

“Tuttavia questa pratica della Confessione presenta, sempre e soltanto dal punto di vista di cui qui ci occupiamo (dal punto di vista terapeutico), dei limiti, in primo luogo perché essendo la Confessione un Sacramento non possiamo strumentalizzarla e servircene come fosse un semplice mezzo terapeutico”

La Confessione è anche terapeutica ma, essendo un Sacramento, non la posso strumentalizzare a mio uso e consumo per ragioni terapeutiche. La Confessione non è una seduta psicoanalitica, devo andare in Confessionale per chiedere perdono a Dio dei miei peccati. Non strumentalizziamo mai la Confessione.

“In secondo luogo prendendo la Confessione in un tempo relativamente breve ed essendo le Confessioni relativamente spaziate l’una dall’altra, non permettono di seguire in modo continuo la situazione e il divenire del malato”

Il tempo in Confessionale è breve, non è pensabile che io stia tanto tempo, se devo dire i peccati non serve tanto tempo, se ho le idee chiare e se ho fatto bene la preparazione durante il tempo della settimana, se ogni giorno mi sono appuntato i miei peccati, li ho segnati, e ho cercato i propositi per combatterli e guarire, il tempo sarà breve per dirli.

“In terzo luogo non tutte le turbe psichiche sono peccati o manifestazioni di peccati personali e quindi non diventano necessariamente oggetto di Confessione”

La malattia psichica non è sempre e per forza frutto del peccato o peccati.

“La manifestazione dei pensieri o direzione spirituale”

Non dimentichiamoci mai questa “o”.

“La manifestazione dei pensieri o direzione spirituale è dunque chiamata a svolgere accanto alla Confessione un ruolo complementare.”

Sono due realtà diverse che devono stare insieme. Abbiamo bisogno di tutte e due perché nella loro specificità e diversità sono fondamentali.

“Questa pratica risale ai primi secoli del Cristianesimo. Nella Chiesa Ortodossa è tuttora in vigore, benché spesso limitata agi ambienti monastici e ai laici di intensa vita spirituale.”

In ambito Cattolico è diffusa ma non molto diffusa, anche perché non è facile trovare un padre spirituale, è più facile trovare un Confessore, comporta una responsabilità grave sotto tanti punti di vista, sia per il Sacerdote che per il fedele. La direzione spirituale è aprire il proprio cuore, manifestare i propri pensieri, confidarli, e donarli a qualcuno e poi da questo qualcuno ricevere le indicazioni necessarie.

“La manifestazione dei pensieri si può accostare alla Confessione e tuttavia se ne distingue ampiamente, in primo luogo perché mentre la Confessione è un Sacramento, la direzione spirituale non lo è, non è dunque assolutamente necessario che venga riservata ad un Sacerdote ma piuttosto ad un padre spirituale, che può sì anche essere un Sacerdote ma pure un semplice monaco autorizzato a questa funzione per le sue qualifiche spirituali. E se spesso è alla stessa persona, padre spirituale e Sacerdote, che si manifestano i propri pensieri e si fa la Confessione, a volte è a due persone diverse che si ricorre per due funzioni ben distinte fra di loro.”

Pensate che in Grecia nella Chiesa Ortodossa la funzione di Confessore è riservata dal Vescovo solamente a taluni Sacerdoti che vengono chiamati “pneumatikoi”. Questi Sacerdoti sono “pieni di spirito”.

E’ una realtà che richiede veramente delle qualifiche spirituali. Essere padre spirituale di qualcuno richiede delle competenze innanzitutto spirituali e psicologiche.

“In secondo luogo, mentre la Confessione è ammettere i propri peccati davanti a Dio alla presenza del Sacerdote per ricevere l’assoluzione, la manifestazione dei pensieri consiste invece nel far parte al padre spirituale stesso dei pensieri che non necessariamente sono peccati in maniera da far riconoscere il proprio stato interiore.”

Manifesto tutti i miei pensieri, almeno i più importanti, non in funzione dell’Assoluzione ma in funzione che lui possa conoscere il mio stato interiore. Più manifesto, più racconto e più mi conoscerà.

“E così ricevere dei consigli spirituali appropriati per avanzare nella via della guarigione spirituale e della salvezza. I pensieri da manifestare al padre spirituale sono dei pensieri attuali, non importa quali siano, che si ripetono o hanno una certa consistenza nell’anima. In verità sono questi pensieri che potranno dare al padre spirituale indicazioni significative sulla situazione, sulle tensioni, sugli impulsi, sulle disposizioni e tendenze interiori del suo figlio spirituale, sulle tentazioni che lo assillano provengano esse dalla propria cupidigia o dalla diretta attività de demoni”

Sono chiamato a manifestare quei pensieri che si ripetono, che attualmente sono molto insistenti o che hanno una certa consistenza e densità.

“I pensieri di tale natura sono pure rivelatori dei punti deboli dell’anima, delle sue zone di fragilità, cui più volentieri i demoni si attaccano, delle sue zone di convalescenza e quindi più facilmente a rischio di ricadute o più comunemente delle sue parti ancora malate. La manifestazione dei pensieri consiste nel far parte al Padre Spirituale di ogni pensiero che turbi, di ogni stato insolito, di ogni dubbio e tutto ciò che può inquietare e dare ansia.”

Se non lo dico al Padre Spirituale a chi vado a dire queste cose?

Se non dico a nessuno questi pensieri, ci muoio dentro e perdo la testa, perché queste cose corrompono, corrodono. Questi pensieri ricorrenti, che turbano, che portano dubbi, vanno detti. Il dubbio se non viene risolto scava, scava e poi arriva alla carne. Tutto ciò che mi inquieta e mi dà ansia va manifestato, senza paura, perché vengono dal diavolo, dobbiamo dirli, perché solo così veniamo curati.

“Si può anche, allo stesso tempo, fargli conoscere certi particolari del proprio modo di vita, così da essere sicuri della loro validità, tenuto conto della loro incidenza sulla vita spirituale.”

Queste cose vanno dette. Penso che quanto abbiamo ascoltato ci aiuti a capire bene cosa dire e il perché dirlo. Per queste ragioni  è necessaria una frequentazione di presenza, non si può fare Direzione tramite mail o messaggi. Chiediamo quest’oggi al Signore la grazia di donarci un bravo padre spirituale e una volta che lo abbiamo ricevuto facciamo di tutto per non perderlo.

Vi auguro una santa giornata e vi auguro di diventare santi e la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

 

Martedì della II settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Vangelo (Mc 2,23-28)
Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

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