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Stanche e sfinite come pecore senza pastore

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 6 luglio 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Stanche e sfinite come pecore senza pastore

Eccoci giunti a martedì 6 luglio 2021. Ricordiamo oggi la carissima Santa Maria Goretti, Vergine e Martire della sua verginità, questa fanciulla che preferì morire — e non morì neanche subito ma dopo una buona agonia — preferì morire “piuttosto che offendere il Signore”, così disse al suo assassino, che poi si è convertito grazie a Santa Maria Goretti e ha trascorso una vita di penitenza. 

Dobbiamo chiedere a questa Santa la grazia di condurre una vita verginale. Verginale vuol dire tante cose, non vuol dire semplicemente non fare i peccati impuri. Verginale vuol dire una vita tutta dedicata a Dio, secondo il nostro stato di vita, per cui chi è sposato da sposato, chi è Sacerdote da Sacerdote, chi è studente da studente. Verginale vuol dire che si sceglie Dio al di sopra di tutto e di tutti, lo si sceglie, lo si vuole. Verginale vuol dire che dobbiamo fare delle scelte, dobbiamo dire dei no a tutto ciò che in qualche modo può intaccare, può fare del male, può insultare proprio nel senso etimologico del termine, può offendere il nostro rapporto con Gesù, la grazia messa in noi da Gesù, la grazia santificante, che può in qualche modo far fuggire lo Spirito Santo da noi. Lo Spirito Santo è come la colomba di Noè, lei non ha appoggiato i suoi piedini sulla terra, è tornata con nel becco un ramo di ulivo, questo vuol dire molto. È la logica della favola dell’ermellino, che piuttosto che macchiare con la terra la sua livrea, arrivato al limite del ghiacciaio, all’ultimo brandello di neve, con il cacciatore dietro, piuttosto che macchiarsi di terra, decide di farsi uccidere, e quindi imporpora la sua livrea bianca non di terra ma di sangue. Quello che ha fatto Santa Maria Goretti, che potremmo chiamare “meraviglioso ermellino”. 

Il Vangelo che abbiamo ascoltato è tratto dal capitolo IX di San Matteo, versetti 32-38.

Forse anche oggi Gesù, vedendo le folle sente compassione, perché sono stanche e sfinite.

“Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore.”

Loro avevano gli scribi e i farisei. Ci sono sempre i farisei, notate? Sembrano queste mosche che qualunque cosa tu faccia sono sempre lì, tremende. I farisei sono sempre lì, tutto quello che fa Gesù sono sempre lì a guardare, a vedere, a dirne una. Loro avevano i loro pastori, gli scribi, i farisei, i dottori della legge, li avevano, ma Gesù dice:

“Sono stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore.”

Non basta essere ordinati Sacerdoti o Vescovi per essere Pastori, non basta, ce lo dice il Vangelo. Non basta avere un Ministero ordinato, un ruolo pubblico, un ruolo ecclesiale per essere un Pastore. Un Pastore o è come Gesù, che è il “bel Pastore”, o non è Pastore. Il Pastore ha a cuore la vita delle pecore, vive con le sue pecore, per il Pastore le pecore sono tutto, non c’è un momento in cui il Pastore non è pastore, soprattutto quando c’è la transumanza, non so se l’avete mai vista, tutti questi greggi di pecore che da una parte vanno all’altra, che fanno viaggi lunghi, e il pastore vive in mezzo a loro in quella sorta di roulotte che si portano dietro in mezzo ai campi. 

È vero che oggi ci sono tante persone che sono stanche e che sono sfinite. Tanti che dicono: “Siamo stati lasciati soli. Siamo soli. Non abbiamo più punti di riferimento. Non abbiamo più una guida sicura. Non abbiamo più qualcuno di cui veramente fidarci.”

Delle volte noi Pastori diventiamo più mercenari e aguzzìni che Pastori. E forse anche oggi Gesù prova tanta compassione. 

Come fecero Santa Maria Maddalena, Zaccheo, Matteo, dobbiamo cercare un bravo Pastore, e ci sono, ci sono bravissimi Pastori, e poi bisogna un po’ seguirli, attaccarci, farci condurre, farci portare, perché abbiamo bisogno di essere condotti, perché è vero che si è stanchi e sfiniti. Siamo stanchi e sfiniti non perché ci abbiamo tante cose da fare, ma perché ci si sente come spaesati, come persi, come se non avessimo più un punto di riferimento, è come se fossimo disorientati. Il Signore ha compassione di noi, ci manda sempre un aiuto. La persona giusta al momento giusto arriva sempre e a quel punto ci si unisce, ci si presenta, si stringe quel legame tra l’operaio e la messe.

 “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!”

Allora, probabilmente, come oggi. Dobbiamo chiederla a Gesù questa grazia grandissima 

Per riconquistare la pace, invocare il Sangue

Invochiamo il Sangue prezioso di Gesù che ci mandi operai santi. 

Allontanatosi da Dio, l’uomo perde la pace: per riconquistarla, non occorrono trattati diplomatici, non convenzioni, non decreti. 

Basta ritornare a Lui con la fede, con la pietà, con la giustizia, con l’amore; basta mettersi sotto la Croce e invocare il Sangue prezioso di Gesù ed i meriti della sua Redenzione. 

Suor Maria Antonietta Prevedello.

San Gaspare del Bufalo:

Questa devozione dirò così, apre le porte della divina Misericordia ed addita l’unico mezzo stabilito alla conciliazione: 

Giustificati nel suo Sangue saremo per esso salvi dall’ira. 

“Agnello di Dio, che col tuo Sangue togli i peccati del mondo, abbi pietà di me!”  

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

 

Martedì della XIV settimana Tempo Ordinario – Anno B

VANGELO (Mt 9, 32-38)

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».

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