Meditazione
Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Le Passiflore Eucaristiche: Beata Alexandrina Maria da Costa, Serva di Dio Teresa Neumann, Beata Anna Caterina Emmerick, Venerabile Marta Robin” di mercoledì 2 novembre 2022, Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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PRIMA LETTURA (Gb 19, 1.23-27)
Rispondendo Giobbe prese a dire:
«Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
fossero impresse con stilo di ferro e con piombo,
per sempre s’incidessero sulla roccia!
Io so che il mio redentore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle sarà strappata via,
senza la mia carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò, io stesso,
i miei occhi lo contempleranno e non un altro».
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a mercoledì 2 novembre 2022, commemorazione di tutti i fedeli defunti.
Abbiamo ascoltato la Prima Lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal libro di Giobbe, versetti 1; 23-27.
Continuiamo la nostra lettura e meditazione sulla beata Alexandrina Maria da Costa, la nostra prima Passiflora Eucaristica.
Diario, 8-4-1949): “Apparve a questo punto la Madre dei dolori, con un manto violaceo…
Mia figlia, vengo a confortarti in questo giorno anniversario per la liturgia della Santa Chiesa in cui il mio divin Figlio ha modificato in te la sua santa Passione, affinché tu la continuassi profondamente e misticamente nascosta; vi ha aggiunto il tuo digiuno come richiamo all’umanità per attirarla al suo divin Cuore con tale meraviglia… Quando sarai in cielo ti invocheranno come martire dei dolori per conforto e balsamo dei dolori umani.”
‘digiuno come richiamo all’umanità’: attraverso il digiuno della beata Alexandrina che, abbiamo visto, le costa una grande sofferenza perché lei aveva una grande fame e una grande sete, il Cielo ci sta dicendo la centralità della Santissima Eucarestia, che non è un dettaglio…
(Diario, 1-4-1950): “Figlia mia, voglio dirti che questo tuo anniversario, inizio del digiuno, è un anniversario molto glorioso… La data in cui hai tralasciato di alimentarti, con tutto il tuo martirio, è segnata in Cielo nel Libro divino… Significato profondo! Ti senti sazia da non poterne più e hai nostalgia dell’alimento: anch’Io sono sazio dei crimini di tutta l’umanità, eppure bramo possederla, ne sento nostalgia, ho fame e sete di essa. La tua vita assomiglia alla Mia: tutta questa sofferenza è sofferenza della vittima. Confida, confida, figlia mia…”
Non so voi, ma io faccio fatica a leggere ad alta voce queste parole, perché le trovo tanto dense di vita, di dolore, di amore, di esperienza, di sangue che mi sembra di profanarle. Mi verrebbe da dire che sono parole che vanno lette in un silenzio incredibile e con una grande devozione; non so se riesco a trasmettervi tutto questo.
‘Ti senti sazia da non poterne più e hai nostalgia dell’alimento’: da una parte è sazia e da una parte ha fame e sete. Quando sto seduto accanto al mio letto sulla mia sedia e guardo il mio letto vuoto, ci sono dei momenti in cui mi sembra di vedere la beata Alexandrina e dico “Pensa ad essere lì come don Pasquale accanto a questa anima vittima stesa su questo letto!” Sto guardando la foto che riprende don Umberto Pasquale, il suo confessore, seduto accanto alla beata tutto composto e un po’ lo invidio… come sacerdote non credo che sarei riuscito a essere così composto: con l’iPad riesco a ingrandire il volto della beata Alexandrina e dico: “Pensa a quest’anima vittima!” Sì, sì a me verrebbe proprio di abbracciarla; l’abbraccerei proprio fortissimo al pensiero di quanto questa donna stava patendo, al pensiero di tutto il male che le veniva fatto dagli uomini, di tutte le cattiverie, spietatezze, disumanità… quanto dolore e quanto amore!
Quattro anni dopo erano passati dodici anni senza mangiare e senza bere… rimango veramente interdetto… non riesco a rendermi conto che cosa siano dodici anni senza bere! Dodici anni… ma io non riuscirei neppure un’ora!
(Diario, 2-4-1954): “… Non potrò mai dire cosa sentì la mia anima nel giorno 27 marzo, dodicesimo anniversario del mio digiuno completo. Una fame molto forte, infinita, ma non fame di cibo. Era come se avessi il petto ed il cuore aperti e venisse il mondo verso di me, come onde del mare; quante più onde avevo ricevute, tante più ne venivano e tanto più andavo incontro ad esse e tanto maggiore era l’ansia di possederle. L’ umanità era il mare e tutto quel mare era mio e poteva essere contenuto nel mio petto e nel mio cuore. Ho sofferto amaramente, infinitamente, perché tutto quel mare non entrava in me. Ho sofferto sola, in silenzio…”
“.. Trascorsi l’anniversario dei miei 29 anni di letto [14-4-1925]. Non so dire i tristi ricordi portati da questa data, anche se con gli occhi al Cielo accetto tutto gioiosamente e voglio soltanto la volontà di Gesù… Ho vissuto giorni e ore nella mia vecchiaia eterna e nel compito di scavatore, abbandonandomi fiduciosa nelle braccia di Gesù tramite Mammina, senza minimamente sentire di essere da Loro accolta. Questa notte sono stata male, con le più grandi sofferenze del corpo; non ho potuto dormire. Così mi è stato possibile accompagnare Gesù dalla prigione ai tribunali. Quanto agonizzava la mia anima! L’ho accompagnato anche stamani, ma ero ribelle: chiedevo la Sua condanna. Sono stata io a dargli la morte. Questa stessa mattina, una visita di persona raccomandata è venuta ad aumentare il mio calvario: mi ha lacerato il cuore accennando ad un punto che è il maggior tormento della mia vita. Ho pianto molte lacrime, proprio molte; ma tutte avevano un fine: andare a Gesù. Solo Tu, mio Dio, sai quanto fu grande il mio dolore. Nell’intimo del cuore gridavo costantemente «basta, basta!» e con le labbra dicevo: «Gesù, non basta; tutto ciò che vuoi; sono la Tua vittima».”
Il 7 gennaio 1955 le viene preannunciato che quello sarebbe stato l’anno della sua morte. Il 12 ottobre volle ricevere l’unzione degli infermi. Il 13 ottobre, anniversario dell’ultima apparizione della Madonna a Fatima, la si sentì esclamare: “Sono felice, perché vado in Cielo”. Alle 19,30 spirò.
Sulla sua tomba si leggono queste parole da lei volute: “Peccatori, se le ceneri del mio corpo possono essere utili per salvarvi, avvicinatevi, passatevi sopra, calpestatele fino a che spariscano. Ma non peccate più; non offendete più il nostro Gesù!”. È la sintesi della sua vita spesa esclusivamente per salvare le anime.
A Oporto nel pomeriggio del giorno 15 ottobre, festa di Santa Teresa d’Avila, i fiorai rimasero privi di rose bianche: tutte vendute. Un omaggio floreale ad Alexandrina, che era stata la rosa bianca di Gesù. Nella foto che ho davanti la sua bara è piena di rose; lei indossa un abitino bianco e anche da morta è bellissima.
Ho terminato di presentare questa Passiflora Eucaristica e domani passeremo a una nuova Passiflora: resteremo tutti molto colpiti.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen.
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.