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Non giudicare

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Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di lunedì 20 giugno 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Non giudicare

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

In questo capitolo 7 del Vangelo di San Matteo, che abbiamo appena ascoltato, il Signore ci invita a non giudicare, a non giudicare nessuno, perché il giudizio appartiene solo a Dio, in quanto solo Dio può vedere le intenzioni del cuore di una persona; noi possiamo vedere l’apparenza, possiamo giudicare quello che si vede, quello che cade sotto i nostri occhi, e siamo chiamati a giudicarlo perché Dio ci ha dato un’intelligenza, per cui dobbiamo esprimere dei giudizi.

Se una cosa è giusta o sbagliata, se una cosa è corretta o scorretta, lo si vede e lo si dice, ma giudicare le intenzioni, questo non appartiene a noi, perché di quel fatto, di quella cosa, noi non vediamo il cuore della persona, cioè quali sono le ragioni profonde che hanno condotto quella persona a compiere quel gesto, a dire quella parola o a fare quella scelta.

Noi invece abbiamo l’abitudine, purtroppo, di non giudicare solamente l’esterno ma soprattutto l’interno e, siccome siamo limitati e molto miopi perché noi non vediamo cosa sta dentro nel cuore dell’uomo, succede che di norma prendiamo delle grandi cantonate, per cui giudichiamo male chi male non ha fatto e giudichiamo bene chi invece vive nel male, perché ci lasciamo tirare dalle simpatie o dalle antipatie, dal nostro egoismo o da quello di cui abbiamo voglia noi.

Il primo principio per vivere secondo il Vangelo, a questo livello, è di giudicare noi stessi, invece che gli altri. Perdiamo tanto tempo, tanta energia a giudicare le altre persone, a esprimere giudizi e valutazioni sulla vita degli altri, peccato però che, quando si tratta di dover giudicare noi, il nostro comportamento, il nostro stile di vita, il nostro modo di fare, la nostra fede, il nostro modo di seguire il Signore, la nostra coerenza, noi non versiamo esattamente lo stesso tempo e la stessa energia.

Abbiamo una grande capacità di chiacchierare sulla vita degli altri ma, quando si tratta di dover mettere la nostra vita sul piatto della bilancia e di dover vedere noi dove ci collochiamo rispetto a Dio, ecco che allora noi siamo sempre molto ampi, molto larghi. Con gli altri abbiamo una misura estremamente rigorosa, siamo molto precisi, per quanto riguarda invece la valutazione della nostra vita, diciamo: «Ma sì, vabbè, ma domani vediamo… Ma sì, però io… Ma sì, però loro… Sì, però noi…»

È per questo che Gesù dice: «Innanzitutto considera la trave che hai nel tuo occhio», cioè considera quanto grande, quanto maggiore è il tuo peccato rispetto a quello degli altri.

Quindi, se tu consideri quello, non hai tempo da perdere per pensare agli altri.

Lascia che gli altri pensino a sé stessi e facciano anche loro la loro valutazione, tu comincia a pensare a te e a mettere a posto la tua vita; quindi, ad ordinare la tua vita secondo il Vangelo, comincia tu a preoccuparti di avere una vita che sia conforme al Signore.

Quindi, in questa Santa Messa, nella quale invochiamo lo Spirito Santo, abituiamoci a chiedere allo Spirito Santo la grazia di una vera conoscenza dei nostri peccati e di un vero orrore dei nostri peccati.

Chiediamogli questo dono grande di poter vedere, il più possibile, tutto ciò che in noi dispiace a Dio, tutto ciò che in noi non va bene e che il Signore non approva, perché, se noi non vediamo (una trave nell’occhio non permette di vedere), non ci possiamo neanche correggere; non abbiamo una speranza di miglioramento, se noi non vediamo.

Quindi cominciare a guardare noi stessi ed avere una capacità introspettiva di lettura, di correzione di noi stessi, è il principio per poter avere una vera conversione.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

Lunedì della XII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

PRIMA LETTURA (2Re 17,5-8.13-15.18)

Il Signore allontanò Israele dal suo volto e non rimase che la sola tribù di Giuda.

In quei giorni, Salmanàssar, re d’Assiria, invase tutta la terra, salì a Samarìa e l’assediò per tre anni. Nell’anno nono di Osèa il re d’Assiria occupò Samarìa, deportò gli Israeliti in Assiria, e li stabilì a Calach e presso il Cabor, fiume di Gozan, e nelle città della Media.

Ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore, loro Dio, che li aveva fatti uscire dalla terra d’Egitto, dalle mani del faraone, re d’Egitto. Essi venerarono altri dèi, seguirono le leggi delle nazioni che il Signore aveva scacciato davanti agli Israeliti, e quelle introdotte dai re d’Israele.

Eppure il Signore, per mezzo di tutti i suoi profeti e dei veggenti, aveva ordinato a Israele e a Giuda: «Convertitevi dalle vostre vie malvagie e osservate i miei comandi e i miei decreti secondo tutta la legge che io ho prescritto ai vostri padri e che ho trasmesso a voi per mezzo dei miei servi, i profeti».

Ma essi non ascoltarono, anzi resero dura la loro cervìce, come quella dei loro padri, i quali non avevano creduto al Signore, loro Dio. Rigettarono le sue leggi e la sua alleanza, che aveva concluso con i loro padri, e le istruzioni che aveva dato loro.

Il Signore si adirò molto contro Israele e lo allontanò dal suo volto e non rimase che la sola tribù di Giuda.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 59)

Rit: Salvaci con la tua destra e rispondici, Signore!

Dio, tu ci hai respinti, ci hai messi in rotta,

ti sei sdegnato: ritorna a noi.

Hai fatto tremare la terra, l’hai squarciata:

risana le sue crepe, perché essa vacilla.

Hai messo a dura prova il tuo popolo,

ci hai fatto bere vino che stordisce.

Nell’oppressione vieni in nostro aiuto,

perché vana è la salvezza dell’uomo.

Con Dio noi faremo prodezze,

egli calpesterà i nostri nemici.

Canto al Vangelo (Eb 4,12)

Alleluia, alleluia.

La parola di Dio è viva, efficace;

discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.

Alleluia.

VANGELO (Mt 7,1-5)

Togli prima la trave dal tuo occhio.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.

Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

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