Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: Il momento per comunicarsi – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.69
Martedì 28 maggio 2024
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Mc 10, 28-31)
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a martedì 28 maggio 2024.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal decimo capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 28-31.
Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Siamo arrivati a pagina 137
Il momento per comunicarsi
Poiché qui non mi rivolgo esclusivamente o principalmente ai sacerdoti, di conseguenza non tratterò delle cerimonie e dei riti con cui essi devono amministrare l’augusto Sacramento. Mi rivolgo ai fedeli in generale, e intendo ricordare e inculcare loro solo ciò che nella Sacra Liturgia Eucaristica attiene ad essi e ciò che è maggiormente dimenticato, soprattutto intorno al tempo e al modo di comunicarsi. Se si richiama alla memoria ciò che ho ripetuto nei precedenti capitoli, ovvero che la Santa Comunione non è solamente né principalmente un banchetto d’onore, di festa o di donativo, ma una refezione sacrificale, ossia, una partecipazione dell’augusto Sacrificio della Messa per la quale mangiamo la Carne e beviamo il Sangue di Gesù Cristo che sono stati offerti in reale sacrificio, se, ripeto, ricordiamo questa verace nozione della Comunione sacramentale, non esiteremo a rispondere a questa domanda: Qual è il momento per comunicarsi più conforme alla Liturgia? Indubbiamente il momento più vicino e più strettamente unito a quello del Sacrificio di cui è partecipazione, ovvero, dopo la Comunione del Sacerdote celebrante. È questo il tempo propriamente liturgico per la Comunione dei fedeli e sopra questo presupposto affinché essi si uniscano al sacerdote non solo nell’offrire il Sacrificio (meum ac vestrum sacrificium, dice il Sacerdote) ma anche per partecipare ad esso mangiando la Vittima Santa, essendo fatte le Orazioni del Messale sia per la preparazione che per l’azione di grazie. È vero che la Chiesa, Madre benevola, ispirata dai sentimenti e dagli aneliti del suo divino Fondatore di vedere la sua Casa piena di commensali, accondiscende al fatto che la Santa Comunione possa essere data e ricevuta al di fuori della Santa Messa, ma non dimentichiamo che si tratta di un’accondiscendenza alla mancanza di tempo, di Messe, di facilità e per l’eccesso di occupazioni. Il desiderio, la preferenza, l’intenzione primaria della Madre Chiesa è che la comunione venga ricevuta durante la Santa Messa. Così praticò perpetuamente la Chiesa e così essa insegnò e rese noto nel Concilio di Trento e nel Codice di Diritto Canonico.
Quindi, quanto sono contrarie allo spirito liturgico esclamazioni, da parte di persone pie, come le seguenti: Non mi piace mischiare né confondere le devozioni: la Messa da una parte e la Comunione dall’altra: facendo le due cose insieme, ascoltando la Messa e preparandosi alla comunione, non si sa a cosa badare: a me non piace comunicarmi in un momento determinato, ma quando ho pregato e letto tutta la preparazione nel mio Devozionale… mi risulta molto pesante aspettare un’intera Messa per comunicarmi… e altre, varie esclamazioni che però convergono tra loro nel concretamente disconoscere che non c’è migliore preparazione né azione di grazie alla Santa Comunione che una Messa ben ascoltata o meditata, non secondo questo o quel Devozionale, ma secondo lo stesso Messale!
Dunque, il momento per comunicarsi: in poche parole lui l’ha spiegato molto bene ma, riassumendolo, possiamo dire che la santa Comunione è una “refezione sacrificale, cioè una partecipazione dell’augusto Sacrificio della Messa per la quale mangiamo la Carne e beviamo il Sangue di Gesù che sono stati offerti in reale sacrificio”.
Vedete come la parola “sacrificio” ritorna in modo abbondante e puntuale. Perché si parla di sacrificio? Perché siamo di fronte a un reale sacrificio.
Quindi: «Qual è il momento per comunicarsi più conforme alla liturgia?» Quello dopo la comunione del sacerdote, quindi all’interno della Santa Messa, capite? È vero, dice il vescovo, che c’è una possibilità di comunicarsi — per mancanza di tempo, di Messe, di facilità, per eccesso di occupazione — anche fuori dalla Santa Messa, però «Il desiderio, la preferenza, l’intenzione primaria della Madre Chiesa è che la Comunione venga ricevuta durante la Santa Messa», quindi noi dobbiamo fare di tutto per poterci comunicare durante la Santa Messa.
Tutte le altre esclamazioni che abbiamo letto, come: «Non mi piace mischiare, né confondere devozioni», e tutte le altre ragioni che possono esserci, «sono contrarie allo spirito liturgico»; quindi, noi dobbiamo fare di tutto per comunicarci durante la Santa Messa. Poi, certo, può sempre accadere una eccezione — che è una conferma alla regola — per la quale non è stato possibile, per reali motivi, partecipare quel giorno alla Santa Messa, e allora si può chiedere la Comunione fuori dalla Santa Messa; ma sono eccezioni, perché: «non c’è migliore preparazione né azione di grazie alla Santa Comunione che una Messa ben ascoltata o meditata … secondo lo stesso Messale!». Quindi, la nostra regola, il nostro punto di riferimento, è sempre il Messale.
Allora, credo che sarebbe bello, che ciascuno di noi, oggi, rivedesse il suo modo di concepire la Santa Messa e la Santa Comunione, e correggere gli eventuali errori.
Quindi: la Comunione deve essere all’interno della Santa Messa, tranne rare e giustificate eccezioni, e nessuna devozione, nessuna ragione devozionale o di sentimento personale, può mutare questa regola, perché non c’è migliore preparazione, né azione di grazia alla Santa Comunione, che una Messa. Per esempio, se facciamo il caso di un ammalato, che non può andare alla Messa, e quindi gli viene portata la Comunione, questa è un’eccezione.
Bene, ragioniamo un po’ su questo e, se c’è bisogno, mettiamo ordine.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.