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L’amicizia con i Suoi amici – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.23

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: L’amicizia con i Suoi amici – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.23
Giovedì 23 novembre  2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 19, 41-44)

In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 23 novembre 2023. Festeggiamo quest’oggi San Clemente I, papa e martire. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal diciannovesimo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 41-44.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione.

3 — Ma ben diverso è l’amore perfetto. Un primo moto di naturale sensibilità si trova anche qui, ma la ragione esamina subito se le prove di quell’anima sono ordinate alla sua perfezione, come le sopporta, e se sa approfittarne: prega il Signore che le conceda pazienza, e le faccia acquistare molti meriti. E se la vede rassegnata, nonché angustiarsene, se ne rallegra grandemente. È vero che pur di non vederla soffrire, amerebbe soffrire in sua vece, sempre inteso che gliene possa poi cedere il merito, ma non per questo si turba, né perde la sua pace. Il suo amore, insomma — e lo ripeto ancora — è una copia di quello che ebbe per noi il vero Amante Gesù.

4 — Quelli che amano in questo modo sono di grande utilità, perché prendono per sé tutti i travagli e lasciano che gli altri ne traggano i vantaggi senza sentirne la pena. I loro amici si fanno presto perfetti, perché altrimenti, credetelo, o essi ne rompono l’amicizia — almeno ciò che l’amicizia ha di più intimo — oppure ottengono loro, come già S. Monica a S. Agostino, la grazia di camminare per la medesima via e arrivare insieme al Signore.

Il loro cuore non è capace di doppiezza: se vedono che l’amica devia alquanto dal cammino e commette qualche mancanza, subito l’avvertono, né possono tacere. E insistono senza dissimulazioni, o lusinghe fino a che non si corregga: o essa si emenda, oppure, non potendole sopportare, tronca l’amicizia: come del resto è doveroso per evitare che da una parte e dall’altra ci sia una guerra continua. Queste anime sante, intese unicamente alla propria perfezione, non si dan pensiero del mondo, e neppure cercano se Dio vi sia servito o no. Però trattandosi di un amico, la cosa è diversa: non si lasciano sfuggire un’occasione, vedono le più piccole pagliuzze, e intanto — dico — portano una croce ben grave1.

Leggiamo anche questa nota:

1Felici le anime che sono oggetto del loro amore!… Felice il giorno in cui si sono conosciute!… O mio Dio, concedete anche a me di vedermi così amata da molti! Sì, Signore lo desidero più che di essere amata da tutti i re e da tutti i principi del mondo, perché quelle anime non lascerebbero alcun mezzo per condurmi a dominare lo stesso mondo e a calpestare tutti i beni della terra.

Sorelle, se trovate alcuno che sia animato da quest’amore prego la M. Priora di fare il possibile per procurarvi di trattare con lui; e allora amatelo quanto volete. Ma credo che il numero di tali anime non sia molto grande… Tuttavia, il Signore non mancherà di farvene conoscere. Mi direte che non è necessario e che vi basta di aver amico Iddio. Ma io vi rispondo che mezzo eccellente per godere Dio è appunto l’amicizia con i suoi amici: so per esperienza che se ne ricava del gran bene. Se io non mi trovo all’inferno, dopo Dio lo devo alle anime di cui parlo, alle cui preghiere ebbi sempre cura di raccomandarmi.

È un testo molto importante, lo capite già solo dalla lettura. Questi paragrafi tre e quattro e la nota sono veramente importanti.

Continua la sua riflessione sull’amore perfetto, quindi: c’è questa naturale sensibilità, che si prova anche nell’amore perfetto, ma la ragione subito la esamina e vede se tutto questo concorre, serve, per avvicinarsi maggiormente al Signore. Queste anime che amano di questo amore perfetto amerebbero soffrire al posto dell’amica o dell’amico; però, non solo soffrire al posto dell’amico o dell’amica, ma anche dargli il merito. Interessante, questo; dico: “Io soffro al posto suo, però il merito lo do a lui o a lei”. Però non si turba e neppure perde la sua pace. Cioè soffre, è disponibile a soffrire, mantenendo però sempre questa pace interiore. Il modello qual è? Il modello è il vero amore di Gesù: noi dobbiamo sempre imparare ad amare secondo il modello di Gesù, amare come Gesù amò. Ecco, gli amici di queste anime si fanno presto perfetti, perché, se così non è, succedono due cose: o rompono l’amicizia, oppure ottengono questa grazia, come avvenne per Santa Monica e Sant’Agostino, cioè «di camminare nella medesima via e arrivare insieme al Signore». “L’amore o trova pari o rende pari” lo diceva già Cicerone.

Queste anime che vivono di amore perfetto tendono, per necessità intrinseca, a portare anche gli altri a vivere così. Non c’è doppiezza dentro questi cuori e c’è una grande attenzione; cioè, se vedono che qualcosa non va bene, lo dicono, fanno quella che si chiama la correzione fraterna; certo, con dolcezza, con delicatezza, con somma carità, però correggono. Non vivono di lusinghe, sono capaci anche di una santa insistenza — però, capite, dev’essere santa, non deve essere una cosa pesante, non è la pedanteria — e se poi non c’è un cambiamento, si tronca l’amicizia.

S. Teresa dice: questo è doveroso; quando si vede che tutto quello che si dice, tutti i richiami che si fanno, tutte le cose, non servono a correggere l’amico o l’amica, e quando una persona, per sua scelta, va avanti per la sua strada sbagliata, Santa Teresa dice: beh, basta, bisogna avere il coraggio di dire fine, questo rapporto non può andare avanti. Perché? Perché sarebbe una continua guerra. Ecco perché — lei dice — è doveroso troncare un’amicizia che non ritorna sui suoi passi (quelli della perfezione) e quindi non si apre a Dio, perché altrimenti appunto c’è una guerra continua e non si può vivere una relazione dentro a una guerra continua.

Queste anime sante sono intese alla propria perfezione. Non pensano al resto, non interessa loro. Si dedicano alla perfezione loro e, se qualcuno vuole condividere con loro il percorso e l’amicizia, anche della perfezione della persona amica. Vedono anche le cose più piccole e quindi intervengono, e — lei dice — portano una croce ben grave. Eh, certo, vivere l’amicizia così non è facile, assolutamente.

E poi, ecco qua quello che vi dicevo, vedete che Santa Teresa è molto lontana dall’essere una nemica dell’amicizia. Lei è nemica della falsa amicizia, ma è assolutamente una cultrice della vera amicizia. Infatti, lei dice nella nota:

Felici le anime che sono oggetto del loro amore!… Felice il giorno in cui si sono conosciute!…

E lei dice di voler essere amata da molti così, come sta spiegando. E che preferisce essere amata da queste anime che da tutti i re e da tutti i principi, perché queste anime cosa insegnano? Insegnano a dominare il mondo e a calpestare i beni della terra, quindi il meglio del meglio. 

S: Teresa ci dà questo avvertimento: se trovate qualcuno che vive questo amore perfetto, così come l’ha descritto, procurate di trattare con lui, amatelo quanto volete; anche se sono poche le anime così, se avete la grazia di trovarne una, fate di tutto per trattare con lui, per amarlo o per amarla. Il Signore non mancherà di farvene conoscere. Sono poche, però il Signore, se voi siete incamminati bene, non mancherà di farvene conoscere.

Poi prevede una critica, dice:

Mi direte che non è necessario e che vi basta di aver amico Iddio. Ma io vi rispondo che mezzo eccellente per godere Dio è appunto l’amicizia con i suoi amici… 

Bellissima questa espressione: l’amicizia con i Suoi amici. È vero che Dio basta a tutto e a tutti, però un mezzo eccellente per godere Dio, è appunto l’amicizia con i Suoi amici. E da questo se ne ha un gran bene; e lei dice:

Se io non mi trovo all’inferno, dopo Dio lo devo alle anime di cui parlo, alle cui preghiere ebbi sempre cura di raccomandarmi.

Quindi vedete che per Santa Teresa è importantissimo quello che stiamo dicendo sull’amicizia, veramente è fondamentale, e noi dovremmo rivedere le nostre amicizie per capire se le abbiamo, se le coltiviamo e, soprattutto, se facciamo di tutto per vivere quest’amicizia con i Suoi amici, perché è veramente un mezzo eccellente.

Sta parlando alle monache di clausura:

prego la M. Priora di fare il possibile per procurarvi di trattare con lui;

A delle monache di clausura, eh! Quindi, a maggior ragione, a chi in clausura non è.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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