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Restate saldi nel Signore

Roccia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di venerdì 6 novembre 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

RESTARE SALDI NEL SIGNORE

Eccoci giunti a venerdì 6 novembre 2020, Primo Venerdì del mese di novembre. Un giorno tutto dedicato al Sacratissimo Cuore di Gesù, alla riparazione e al ringraziamento. La Prima Lettura della Santa Messa di oggi, tratta dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi cap. 3, ci dice che dobbiamo guardare l’esempio dei Santi, sempre, i Santi sono il nostro esempio, e dobbiamo diventare loro imitatori.

“Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio.”

San Paolo ci avvisa che ci sono molti nemici della Croce di Gesù. Potremmo dire, molti amici di Gesù nemici della sua Croce, perché si è amici di Gesù e amici della sua Croce quando tutto va bene, quando le cose sono secondo il nostro gusto, quando accade quello che noi vogliamo, quando possiamo fare quello che vogliamo, ma poi quando la sofferenza bussa, quando il dubbio bussa, quando la pigrizia, la superbia e tutti i vizi capitali si fanno presenti, forse noi cediamo, incominciamo a cedere.

“Il ventre è il loro dio.”

Per “ventre” io penso che possiamo intendere tutto ciò che ha fine, non che ha un fine, ma che ha fine, che ha termine. Tutto ciò che è terminato, terminabile, che è finito in tutti i sensi, diventa il nostro dio; può essere la gola, i nostri desideri, la nostra intelligenza, tutto ciò che è finito. Tutto ciò che è finito è misurabile, dà certezze, si può controllare, si può verificare, è sperimentabile, lo posso tenere sotto controllo. Dio non è niente di tutto questo.

“Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.”

Appunto, il loro ventre. Ci sono delle cose finite che sono belle anche se finite, questo mondo, il creato è bellissimo, è finito, finirà, è circoscritto, non abita l’Eternità, però è bello, e ci sono delle cose che sono finite che sono brutte, cose di cui dovremmo vergognarci.

“Non pensano che alle cose della terra.”

  • Come si fa a pensare solo alle cose della terra?

Che vita triste! Mangiare, bere, dormire. Come se non ci fosse altro. E’ terribile questa cosa, ma del resto quando uno ha come dio il finito, pensa solo alle cose della terra.

“Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi”

Se invece:

“La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso”

Tutto cambia. Possiamo rimanere saldi nel Signore Gesù. Noi abbiamo bisogno di questa fermezza, di costruirci continuamente su Gesù.

Penso che sarà capitato anche a voi, capiteranno anche a voi, dei momenti nei quali il mondo è come se stordisse. Stare tanto in rapporto col mondo, nel senso di simpatizzare con lui, cioè creare una relazione profonda, lasciarsi coinvolgere, penso che avrete provato, più o meno in relazione di quanto vi fate coinvolgere, questa sensazione di stordimento, questo bisogno di silenzio, di togliersi, di sottrarsi, di rompere questo legame. Il Primo Venerdì del mese penso che ci possa aiutare in questo, nel non essere ingoiati da questa situazione, da questo ventre, da questo finito che continuamente ci chiama. Mi sembra che possa essere una bella intuizione, quello scritto che vi avevo letto di Don Dolindo “Hostia pro Hostia”, c’era quella domanda che era rimasta indietro:

Che cosa debbo io fare?

“Tu dici: «Che cosa debbo io fare?».

Ecco figlia mia, devi fare quello che è necessario per formare un’ostia eucaristica:

Il grano non è materia atta alla consacrazione. Deve essere prima battuto e liberato dalla pula; poi deve essere stritolato; poi crivellato; poi deve essere impastato; poi deve essere stretto in un ferro; poi deve passare per il fuoco, e dopo tutto questo… esce l’ostia atta alla consacrazione. Ecco: finché sei grano tranquillo ed ozioso, non puoi essere mutata in me: la tribolazione ti percuote, il disinganno delle cose umane ti libera dalla pula, le angosce interiori dell’anima ti stritolano e ti rendono come farina, le incertezze, le aridità, i timori, le sante umiliazioni ti trivellano, l’obbedienza ti plasma, il raccoglimento e la Regola ti chiudono, l’amore ardente ti rende ostia mia!

Allora devi riporti sul mio altare e devi vivere di me con tale filiale fiducia, e con tale abbandono, che io possa dirti, chiudendoti nel mio cuore, inabissandoti nella mia vita, supplendoti nella tua piccolezza, sanandoti nelle tue miserie, purificandoti nelle tue colpe, pre-gando, adorando, amando per te: «Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue»!”

Dobbiamo formare un’Ostia Eucaristica, quindi non possiamo stare oziosi nel nostro bozzolo, bisogna essere mutati dal finito a Dio, dal ventre piccolo e angusto all’Eternità, agli spazi dell’Eternità.

Quest’oggi lasciamoci guidare dal Sacro Cuore di Gesù per diventare veramente Ostie Eucaristiche.

E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen. Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Venerdì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

PRIMA LETTURA (Fil 3,17-4,1)
Aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso.

Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi.
Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!

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